Il popolo Jenish (conosciuto anche come Yenishe[1]) rappresenta la terza maggiore popolazione nomade europea, dopo i Rom e i Sinti. Sono presenti in Germania (Regione del Reno), Svizzera, Austria, Francia, Belgio e in Spagna (noti come Mercheros). Ma mentre i Rom, i Sinti, i Kalé, i Romanichals e i Romanisæl sono zingari di origine indiana in Europa (ovvero zingari di lingua romaní), gli Jenisch sono di origine germanica e hanno una loro propria lingua.[2] Per via delle differenze con i Rom sono conosciuti anche come zingari bianchi, in tedesco: Weiße Zigeuner e in francese Tziganes blancs.

Jenisch nomadi nella Svizzera orientale, intorno al 1900

Denominazione

Orgoglosi della loro idendità, la loro cultura differisce da quella Rom e dei Sinti con cui non vogliono essere confusi, parlano una propria lingua,[3][4]di origine germanica, con influssi ebraici (yiddish), rotwelsch, [5] celtici, con qualche prestito dalla lingua romaní. L'origine degli Jenish non è certa, ma amano autodefinirsi discendenti dai celti. Comunque dopo la seconda guerra mondiale, su espressa richiesta di una loro rappresentanza mandata alla «Romani Union» furono accolti nella comunità degli zingari[6]

Diffusione in Europa

Gli Jenisch vivono in Germania e sono 220.000, più della metà ovvero 120.000 in Baviera, nella Renania Settentrionale-Vestfalia e Baden-Württemberg. Di tutti gli jenisch tedeschi solo 29.000 sono nomadi e viaggiano in roulotte.

 
Distribuzione della etnia Jenisch in Europa

La Svizzera con 35.000 unità è la quarta nazione con il maggior numero di Jenisch, di questi si calcola che 5.000 sono nomadi. In Austria vivono 35.000 Jenisch [senza fonte] soprattutto nel Tirolo nel Waldviertel e nel Burgenland, di questi circa 3.500 sono nomadi. Inoltre in Ungheria si segnalano 60.000 Jenisch e 11.000 in Bielorussia con un numero imprecisato di nomadi. 70.000 nel 1990 erano invece gli Ienisch in Belgio e 2.800 Lussemburgo.

In altri paesi dell'Europa occidentale come la Francia e nei Paesi Bassi, manca un censimento certo. Ad avviso di Alain Reyniers "Gli Jenisch in Francia rappresentano oggi il più grande numero tra i nomadi"[7] Molte altre famiglie vivono invece in maniera stabile in baraccopoli e sono concentrati a Marsiglia.[8]

Una loro presenza storica è stata segnalata anche in Italia. Nei paesi di lingua tedesca vengono chiamati Jenische, nelle zone di lingua francese Yeniche. Sono stati chiamati anche con termine spregiativo zingari, anche se in tempi recenti tale termine più che discriminante rappresenta per loro la base della loro diversa idendità. [9]

Di tutte le suddette nazioni solo la Svizzera riconosce agli Jenisch lo status di minoranza etnica.

Situazione sociale

 
Bandiera Jenisch (non ufficiale) con simboli Jenisch che mettono in evidenza la loro vita nomade (il carro), la passione musicale (la fisarmonica), il lavoro (cesto lavorato in vimini)

Gli Jenisch hanno sempre recepito nel corso degli anni lo spirito del tempo della società dominante. Quattro sono comunque le caratteristiche che sono rimaste inalterate nel corso dei secoli:

  • Autonomia dell'idioma Jenisch, che certamente, come ogni lingua, si è evoluta nel corso dei secoli, ma la cui base e la natura sono rimasti gli stessi. Documenti risalenti all'anno 1250 fanno notare che il dialetto alzaziano in Alsazia ha un vocabolario tipicamente Jenisch.
  • Una organizzazione in clan familiari.
  • Una vita nomade.
  • Uno stile di vita particolarmente originale e rude come alcune usanze ancora oggi esistenti nell'Alsalzia del Nord come l'abitudine di immergere i bambini neonati nel fiume Moder o la consuetudine di praticare moltissimi tatuaggi su tutte le parti del corpo con attrezzi volutamente rudimentali come : l'uso di frese, coltelli da cucina, mescole di frassino, saliva, inchiostro e grappa.

Origini e Storia fra mito e realtà

Ci sono tracce che indicano la presenza di gruppi jenisch nella Svizzera dal XI secolo e nella Germania nel XIII secolo. L'espressione "Fahrendes Volk" (popolo errante) è utilizzata nella linguaggio svizzero-tedesco fin dal Medioevo.

 
Il gruppo (Jenisch) di Fränzli Waser, foto del 1895 circa

C'è una certa difficoltà nello stabilire esattamente le origini del popolo Jenisch. Si sono avanzate più ipotesi nell'identificare tale origine per questo popolo da secoli emarginato, dove i matrimoni misti erano e rimangono comuni. Alcune di queste ipotesi sono:

  • 1a. Discendenti dei Celti, così come loro amano definirsi. Gli argomenti a questo proposito sono tuttavia scientificamente contestati, tuttavia in Lorena, Alsazia e in Svizzera, ci sono persone che parlano una lingua romani nella lingua originale gallica, ovvero la Welsche.
  • 2a. Discendenti di commercianti nomadi ebrei (Chochemer), teoria che si basa sugli ebraismi del linguaggio Jenisch e sulle somiglianze significative esistenti nei nomi di entrambe le comunità.
  • 3a. Secondo una ulteriore teoria, gli Jenisch sarebbero sorti da incroci fra disertori poveri e un gruppo di migranti del Cantone di Berna all'epoca della guerra dei trent'anni. Questa teoria parte dal presupposto che tutti, senza eccezione fossero cattolici, mentre invece si sa che la stragrande maggioranza degli emigranti erano protestanti luterani. L'etnografo Marie-Paul Dollé ha affrontato il problema in un suo studio del 1979[10][11]

Perseguitati nella Germania Nazista

  Lo stesso argomento in dettaglio: Ernst Lossa.
File:EnthanasiePropaganda.jpg
Manifesto nazista che recita: "60000 Reichsmark è ciò che questa persona che soffre di una malattia ereditaria costa alla comunità durante la sua vita. Compagno, è anche il tuo denaro." (circa 1938)
File:Ernst Lossa, Foto aus der Krankenakte.jpg
Ernst Lossa, una delle tante vittime jenisch, ucciso a 14 anni durante la seconda fase nazista dell'eutanasia

Gli Jenisch, così come i Rom e i Sinti furono aspramente perseguitati nella Germania nazista,[12] rinchiusi nei campi di concentramento e molti di loro pagarono un alto prezzo in termini di vite umane[13][14].

La storia della famiglia Lossa e di Ernst

«Per nascondere questo massacro, la T4 lanciò una vasta operazione di occultamento che comprendeva lettere di condoglianze, falsi certificati di morte intesi a ingannare parenti e tutori delle vittime»

A metà degli anni 1930 infatti i nazisti tedeschi iniziarono la "lotta contro la piaga zingara". Non solo contro Rom e Sinti, ma anche contro i cosiddetti " vagabondi errantei zingari", ovvero gli jenisch. Un imprecisato numero furono arrestati e portati insieme con gli altri zingari nei campi di concentramento dove trovarono la morte. Solo pochi sopravvissero. Eclatante e conosciuto, grazie ai mass media di tutto il mondo è l'esecuzione del giovane Lossa. Ernst Lossa fu una delle tante giovani vittime Jenisch ucciso a soli 14 anni con due iniezioni letali di morfina e scopolamina, nella filiale di Irsee della cosiddetta casa di cura di Kaufbeuren,[15] in Baviera, uno dei centri della Aktion T4.[16]. Nella sua cartella clinica i medici nazisti scrissero: la morte è stata causata da broncopolmonite.

Discriminati nel 1970 in Svizzera

«Le conclusioni degli storici non lasciano spazio al dubbio: l'Opera di soccorso Enfants de la grand-route è un tragico esempio di discriminazione e persecuzione di una minoranza che non condivide il modello di vita della maggioranza.»

Nel 1970, il governo svizzero condusse una politica semi-ufficiale che verteva ad istituzionalizzare i genitori Yeniche come "malati di mente" e tentando di far adottare i loro figli da più "normali" cittadini svizzeri nel tentativo di eliminare la cultura Jemisch.[18] Il nome di questo programma era Kinder der Landstrasse ("figli della strada"). Secondo alcune fonti, 590 bambini furono sottratti ai genitori e messi in orfanotrofi, in istituti psichiatrici e persino nelle prigioni.[19][20]

Mariella Mehr, nata a Zurigo nel 1947 da una famiglia Jenish, racconta nei suoi romanzi autobiografici del programma Kinder der Landstrasse attuato dall'associazione svizzera Pro-Juventute dal 1926 al 1972 per il recupero dei bambini di strada che si è poi tradotto in un dramma nazionale tacciato di genocidio[21][22].

Il programma ha coinvolto dai 600 ai 2000 bambini jenish che di fatto sono stati allontanati dalle famiglie originarie, in tenera età, ed ha visto coinvolta una associazione federale per altre attività benefica, è un tema ancora molto scottante per la coscienza dei cittadini elvetici.

Oggi 35.000 jenisch vivono in Svizzera, concentrati per lo più nel Cantone dei Grigioni. Di questi, solo 5.000 sono nomadi

La storia della scrittrice Mariella Mehr

Mariella Mehr fu una dei bambini vittima del programma svizzero Kinder der Landstrasse.[23] Nacque nel 1947, in Svizzera a Zurigo, da madre jenisch.[24]

Personaggi famosi di etnia Jenisch

 
Yul Brynner   Oscar al miglior attore 1957 per il film I dieci comandamenti, 1956

Gli Jenish sono stati tradizionalmente saltimbanchi, commedianti, musicisti e burattinai. Gli stumenti musicali classici degli jenisch, suonati ad orecchio, sono in particolar modo la fisarmonica e l'armonica. Alcuni artisti di origine Jenish sono diventati famosi a livello mondiale, tra questi:

 
I comici statunitensi fratelli Marx con i genitori: Groucho, Gummo, Minnie (la madre), Zeppo, Frenchy (il padre), Chico e Harpo

Note

  1. ^ Jenish conosciuti anche come Yenishe
  2. ^ Linguaggio Jenisch
  3. ^ Linguaggio Jenisch
  4. ^ Linguaggi del Mondo
  5. ^ Rotwelsch secondo la Treccani
  6. ^ Sito della Confederazione Svizzera
  7. ^ Alain Reyniers, articolo sulla rivista Études Tsiganes , N°2/91
  8. ^ Karim Dridi, Marseille: au Ruisseau Mirabeau, camp tzigane devenu bidonville, Rue 89, 12 juin 2008
  9. ^ In tempi recenti comunque tutti gli zingari, Jenish compresi, si sono appropriati con un certo orgoglio del termine, facendone un simbolo della loro identità
  10. ^ Les Tsiganes manouches en Alsace : thèse de 3ème cycle, institut d'ethnologie, Strasburgo 1979 Documento a cura di Marie-Paul Dollé
  11. ^ Dati sul documento di Marie-Paul Dollé
  12. ^ Persecuzione nella Germania Nazista
  13. ^ Docummento del Consiglio Europeo di Strasburgo : [1]
  14. ^ Dal quotidiano La Gazzetta del Mezzogiorno di Bari
  15. ^ Kaufbeuren fu uno dei tanti centri con reparti pediatrici costituiti per l'eliminazione fisica di bambini e ragazzi, l' eutanasia. Il primo come fa notare un Dizionario dell'Olocausto : [....] venne costituito vicino a Berlino nell'ospedale di Brandeburgo-Gorden diretto da Hans Heinze. Ben presto ne venneroi aperti altri a Eglfing-Haar diretti da Hermann Pfannmüller, a Eichberg da Friedrich Mennecke, a Kaufbeuren da ValentinFaltlhauser e al Vienna's Am Spiegelgrund da Erwin Jekelius e poi Ernst Illing. Alla fine oltre venti reparti pediatrici attuavano il programma di eliminazione. In questi reparti, medici ed infermieri uccidevano i bambini sonmministrando loro barbiturici comuni - soprattutto morfinascopolamina, luminal e veronal - ma talvolta li lasciavano anche morire di fame. Per di più, i medici facevano esperimenti sui bambini prima che morissero e dopo ne prelevavano gli organi per lo studio . - Dizionario dell'Olocausto, a cura di Walter Laqueur, Volume I, pag. 279, Editoriale L'Espresso su Licenza Einaudi, Roma 2012 ISBN 771128608140
  16. ^ Marco Paolini: Ausmerzen. Vite indegne di essere vissute, Einaudi Torino 2012 ISBN 978-8806210175
  17. ^ [2] Le Monde Diplomatique, articolo dell'ottobre 1999
  18. ^ On Swiss Crimes against Yeniche (in German)
  19. ^ Le Temps (Geneva), December 12, 2007, "Le passé enfin écrit des enfants enlevés en Suisse", an historical study spanning the years from 1926 to 1973.
  20. ^ Gli Jenisch e il programma della associazione Pro-Juventute
  21. ^ Persecuzioni in Svizzera
  22. ^ [3] Filomena Icovino, tesi di laurea su Mariella Mehr
  23. ^ La storia di Mariella Mehr
  24. ^ Notizie biografiche sulla Mehr

Voci correlate

Bibliografia

  • Mariella Mehr, Labambina, traduzione dell'originale tedesco "Daskind" di Anna Ruchat , Effige Editore, Milano 2006 ISBN 88-89416-38-6[4]
  • Pino Petruzzelli, Non chiamarmi zingaro, perseguitati e diversi da sempre, a loro la parola, Chiarelettere Editore, Milano 2008, ISBN 978-8861900509
  • Christian Bader, Yéniches : Les derniers nomades d'Europe. Suivi d'un lexique yéniche-français et français-yéniche, L'Harmattan Edizioni, Parigi 2007, (L'Harmattan Italia, Torino) ISBN 978-2296036758
  • Marco Paolini: Ausmerzen. Vite indegne di essere vissute, Einaudi Torino 2012 ISBN 978-8806210175 (DVD: ISBN 9788806212414) [5]
  • Robert Domes: Nebel im August. Die Lebensgeschichte des Ernst Lossa, mit Vorwort von Michael von Cranach, cbt-Verlag München 2008, ISBN 978-3-570-30475-4, ISBN 3570304752 [6]
  • Michael von Cranach, L&L, Autoren und Künstler: IN MEMORIAM (Lossa, Ernst). Ausstellung in Gedenken an die Opfer des nationalsozialistischen Euthanasieprogramms aus Anlass des XI. Weltkongresses für Psychiatrie in Hamburg. 1999. Ausstellungskatalog deutsch english. Bezirkskrankenhaus D-87600 Kaufbeuren. [7]

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