Gustavo Zagrebelsky

giurista italiano (1943-)

Gustavo Zagrebelsky (San Germano Chisone, 1º giugno 1943) è un giurista italiano, giudice della Corte costituzionale dal 1995 al 2004.

Gustavo Zagrebelsky

Presidente della Corte costituzionale
Durata mandato28 gennaio 2004 –
13 settembre 2004
PredecessoreRiccardo Chieppa
SuccessoreValerio Onida

Dati generali
Partito politicoindipendente

Biografia

Di origine russa, è fratello minore del magistrato Vladimiro Zagrebelsky[1]. Socio Costituzionalista dell'Associazione Italiana dei Costituzionalisti[2], già professore ordinario di Diritto Costituzionale presso l'Università degli studi di Torino e presso l'Università degli studi di Sassari, è stato nominato giudice costituzionale dal presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro il 9 settembre 1995, prestando giuramento il 13 settembre 1995. Il 28 gennaio 2004 è stato eletto presidente della Corte costituzionale, carica che ha ricoperto fino allo scadere del suo mandato il 13 settembre 2004.[3]

Zagrebelsky è attualmente docente di Diritto costituzionale e Teoria generale del diritto pubblico presso la Facoltà di Giurisprudenza di Torino[4] e docente a contratto presso l'Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli[5].

Collabora con alcuni dei più importanti quotidiani italiani (La Repubblica, La Stampa) ed è socio corrispondente dell'Accademia nazionale dei Lincei. Nel suo articolato pensiero giuridico è rintracciabile una visione, se non una speranza, dualistica del diritto, diviso in lex e ius, concetti riconducibili ai lati formale e sostanziale del diritto. Zagrebelsky afferma l'importanza della duplicità degli aspetti del diritto, evidenziando il pericolo derivante dall'acriticità di un diritto solo formale o solo sostanziale. Una visione dualistica che nello Stato attuale si è persa, a favore di un nichilismo giuridico.[6]

Gli si deve inoltre una pluriennale opera di riflessione e di riproposizione di alcuni autori classici del pensiero giuridico novecentesco, come Piero Calamandrei, Costantino Mortati e Rudolf Smend.

Negli ultimi anni è ripetutamente intervenuto nel dibattito pubblico italiano, avversando le posizioni politiche e culturali dei cosiddetti atei devoti e in particolare sulla laicità dello Stato e lo spirito concordatario: molti di questi saggi sono raccolti nel volume Contro l'etica della verità, pubblicato dall'editore Laterza.

È presidente onorario dell'associazione Libertà e Giustizia[7] e presidente della Biennale Democrazia[8].

Ha curato la riedizione di Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana (8 settembre 1943 - 25 aprile 1945), pubblicato presso Einaudi nel 2002 con una sua nota introduttiva.

Onorificenze

Opere

Note

  1. ^ Virginia Piccolillo, Zagrebelsky e Chieppa in gara per la poltrona di Ruperto, su archiviostorico.corriere.it, Corriere della Sera, 24 novembre 2002. URL consultato il 29-4-2009.
  2. ^ Associazione Italiana dei Costituzionalisti
  3. ^ Sito web della Corte costituzionale: note biografiche presidente.
  4. ^ Ateneo di Torino - Incarichi, Collaboratori e Consulenti
  5. ^ UNISOB Napoli - Area Docente
  6. ^ Gustavo Zagrebelsky, Antigone e la legge che smarrisce il diritto, su ricerca.repubblica.it, La Repubblica, 25 giuigno 2003. URL consultato l'11-4-2013.
  7. ^ le persone, su libertaegiustizia.it, Libertà e Giustizia. URL consultato il 19-10-2010.
  8. ^ Organi, su biennaledemocrazia.it, Biennale Democrazia. URL consultato il 19-10-2010.
  9. ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

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