Giovanni Boldini

pittore italiano
«Per quanto superficiale e pieno di lenocini divenisse il suo lavoro, Boldini fu capace di trasmettere nello spettatore la gioia ispiratagli dalle assurdità che ritraeva. Anche il più insopportabile dei suoi ritratti rivela un immenso divertimento.»

Giovanni Boldini (Ferrara, 31 dicembre 1842Parigi, 11 gennaio 1931) è stato un pittore italiano.

Giovanni Boldini nel 1910

Biografia

 
Autoritratto a Montorsoli,1892, olio su tela, Firenze, Galleria degli Uffizi

Nasce ottavo di tredici figli, da Antonio, nativo di Spoleto, e Benvenuta Caleffi. Antonio Boldini (1799 - 1872)[1] era pittore di matrice purista, allievo di Tommaso Minardi (1787 - 1871), e restauratore. Si dice che, dotato di notevole tecnica, eseguisse buone copie di opere di Raffaello e di vedutisti veneziani. Dal padre, Zanin riceve, giovanissimo, i primi insegnamenti di disegno.

A Ferrara frequenta dal 1858 i corsi di pittura di Girolamo Domenichini (18131891), che col padre Gaetano fu autore degli affreschi accademici nel locale Teatro, e di Giovanni Pagliarini (18091878), tenuti nel Palazzo dei Diamanti. Qui ha modo di conoscere bene i grandi quattrocentisti ferraresi, oltre a Dosso Dossi e al Parmigianino.

La sua prima opera nota è Il cortile della casa paterna, un olio datato al 1855; seguono, datati alla fine degli anni cinquanta, il suo Autoritratto a sedici anni e i ritratti del fratello Francesco, di Maria Angelini e di Vittore Carletti.

Nel 1862 si iscrive all'Accademia di Belle Arti di Firenze, allievo di Stefano Ussi (1822 - 1901) e del cavalier Enrico Pollastrini (1817 - 1876). Frequenta il noto ritrovo degli artisti fiorentini, il Caffè Michelangelo, dove conosce Giovanni Fattori, Odoardo Borrani, Telemaco Signorini, Cristiano Banti del quale è ospite nelle sue ville di Montorsoli e di Montemurlo, e Michele Gordigiani (1830 - 1909). Già manifesta il proprio interesse, che non abbandonerà mai, per i salotti eleganti dell'aristocrazia e dell'alta borghesia: spesso ospite degli inglesi Falconer, decora con tempera stesa a secco, dal 1867 al 1870, le pareti di una saletta della loro villa pistoiese "La Falconiera": la villa sarà acquistata nel 1938 dalla vedova del pittore e custodisce tuttora un centinaio di sue opere e di suoi cimeli. Gli affreschi che riproducono soggetti a carattere agreste ambientati in paesaggi toscani, dopo lo stacco avvenuto tra il 1974 e il 1975, sono ora esposti presso i musei dell'Antico Palazzo dei Vescovi a Pistoia.

Nel 1866 va a Napoli col Banti, che ritrae più volte. Nel 1867 compie un viaggio in Francia con i Falconer: a Montecarlo dipinge il Generale spagnolo - "una delle cose migliori della mia gioventù" -, dirà. A Parigi visita l'Esposizione Universale e conosce Edgar Degas, Alfred Sisley e Édouard Manet.

Si stabilisce a Londra nel 1870, invitato da William Cornwallis - West, conosciuto a Firenze, che gli mette a disposizione uno studio nel centro della città, frequentato dall'alta società ma alla fine dell'anno è nuovamente a Firenze.

A Parigi

Nell'ottobre del 1871 si stabilisce a Parigi aprendo uno studio nell'avenue Frochol e poi a place Pigalle dove risiede con la modella Berthe. Lavora per il più importante mercante d'arte parigino, Goupil, per il quale operano già pittori di grande successo come Mariano Fortuny ed Ernest Meissonier, oltre agli italiani Giuseppe Palizzi e Giuseppe De Nittis. Dipinge una serie di quadri di genere, d'ambiente settecentesco, allora molto in voga.

 
Ritratto di Giuseppe Verdi con cilindro, 1886, pastello, Roma, Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea

Nel 1874 espone con successo al Salon di Parigi Le Lavandaie. Termina la relazione con Berthe e inizia quella con la contessa Gabrielle de Rasty della quale espone un ritratto al Salon nel 1875; a maggio torna brevemente a Ferrara a causa della morte della madre. Nel 1876 viaggia in Germania, dove conosce e ritrae il grande pittore Adolph von Menzel mentre in Olanda ha modo di apprezzare le opere di Frans Hals.

Ormai è affermato e richiestissimo dal cosiddetto bel mondo: nel 1886 ritrae una prima volta Giuseppe Verdi su tela - gli donerà il ritratto sette anni dopo a Milano - ma, non soddisfatto dell'esito, lo ritrae nuovamente il 9 aprile 1886, utilizzando il pastello su carta, in sole cinque ore. Il pittore lo tenne per sé, presentandolo all'Esposizione di Parigi del 1889 e nel 1897 alla I Biennale di Venezia, donandolo infine alla Galleria d'Arte Moderna di Roma nel 1918.

Il 5 febbraio 1887 assiste nel Teatro alla Scala di Milano alla prima dell'Otello di Verdi, ricevendone in dono lo spartito. Nel 1889 è nominato commissario della sezione italiana all'Esposizione Universale di Parigi, esponendovi tre suoi ritratti, tra i quali il noto Ritratto di Emiliana Concha de Ossa, nipote dell'ambasciatore cileno presso il Vaticano Luis Subercaseaux.

Alla conoscenza dell'opera dello svedese Anders Zorn si vuole far risalire la scelta del Boldini di aumentare il formato delle sue tele a partire dagli anni novanta. Nel 1892 torna in Italia, a Montorsoli, ospite del Banti, per soddisfare la richiesta del Museo degli Uffizi di un suo Autoritratto, che esegue in cambio di una copia del busto berniniano del Cardinale de' Medici. Torna a Parigi dove per un anno dà lezioni di pittura alla giovane e ricca americana Ruth Sterling.

Nella primavera del 1900 è ospite a Palermo della famiglia Florio, per eseguire il ritratto di donna Franca, il cui esito non soddisfa il marito Ignazio a causa dell'ampia scollatura e delle gambe scoperte poco sotto il ginocchio. Modificato, il ritratto, dopo il dissesto finanziario dei Florio, fu acquistato nel 1928 dal barone Rothschild per l'enorme somma di un milione di lire. Rubato dagli occupanti nazisti a Parigi, il dipinto subì in Germania gravi danni tanto che fu necessario tagliarlo nella parte inferiore. Nello stesso anno è di nuovo presente all'Esposizione di Parigi con il ritratto di Whistler del Brooklyn Museum di New York e quello dell'Infanta Eulalia di Spagna ora conservato presso il Museo Boldini di Ferrara.

Nel 1904 chiede in sposa Alaide Banti, figlia dell'amico pittore Cristiano, ma il matrimonio sfuma e a Parigi Boldini avvia una relazione con la signora de Joss de Couchy.

Con l'inizio della guerra, nel 1914 si trasferisce a Nizza con la nuova modella Lina fino al 1918; l'anno dopo è insignito dal governo francese della Legione d'onore. Ormai malato, la vista indebolita, nel 1926 conosce la giovane giornalista Emilia Cardona, che sposa il 29 ottobre 1929. Muore a Parigi l'11 gennaio 1931; la sua salma è tumulata accanto ai genitori nel cimitero della Certosa di Ferrara.

Giudizi critici

 
Ritratto di M.lle Lanthelme, 1907, olio su tela, Roma, Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea
 
La Marchesa Luisa Casati con un levriero, collezione privata, 1908
  • "...se una cosa [gli amatori d'arte] ammirano nei ritratti del signor Boldini, è la freschezza del colorito e per l'appunto è questa freschezza è la qualità che meno apprezziamo in quest'artista. Mentre la fattura larga e facile ci piace, il colore continuamente bello e lucido ci stanca; in natura, i colori belli di per se stessi non vi sono, ma paiono tali per il giusto contrapposto con gli altri, il fare i colori più belli della natura è far falso e convenzionale insieme" (Signorini, 1867)
  • "Giovanni Boldini incarna il genio vibrante e facile, la maestria posta sempre meglio al servizio del piacere dei sensi, l'artista della decadenza estrema dotato di parecchi fra gli espedienti che vennero ignorati dai maestri italiani delle grandi epoche" (Blanche, 1931)
  • I suoi ritratti sono "condotti con un'esecuzione spedita, sciolta, di tocco e di bravura, che rivela abbondanza di doni nativi ma troppo spesso devia verso una facilità di cattiva lega" (Brizio, 1944)
  • "Era un artista ultra chic, in suo modo particolare, specialmente quando ritraeva lungiformi signore dell'alta società internazionale che appaiono dipinte come sotto un vetro traslucido. Esperto di quel mondo e della letteratura francese che lo ha rappresentato, interpretava molto bene la più alta eleganza femminile in un'epoca in cui era anche troppo rivestita dagli artifici dei sarti e delle modiste, figurativamente legata in pose ambigue che stanno tra il salotto e il teatro. Ma quei ritratti hanno un forte potere d'incanto: rivelano spontanee e sicure doti di pittore..." (Berenson, 1958)
  • Le donne ebbero sempre un ruolo di primo piano nella sua vita, nel ritrarle egli ne esaltava le caratteristiche migliori, allungava gambe, mani, piedi per esaltare il fascino naturale.

Raggiunta la celebrità e la ricchezza non smise di impegnarsi nel lavoro, che programmava minuziosamente: ogni suo quadro era preceduto da schizzi, appunti e prove per ottenere la perfezione formale. Persino i suoi caratteristici, rapidissimi colpi di pennello, le cosiddette "sciabolate" che imprimevano vita e movimento, erano accuratamente studiati. (Anonimo)

  • Le donne di Boldini, sono nature flessuose e disinibite che mostrano senza reticenza un modello di bellezza erudito e, spogliandosi, affermano la loro autodeterminazione di individui maturi e emancipati, pienamente consapevoli della propria femminilità.

Nature fantastiche e conturbanti, raggiungono eccitate lo studio dell'artista, impazienti di sfuggire al protocollo dei loro palazzi, di slacciare i rigidi corpetti di stecche di balena, per abbandonarsi, libere finalmente, nel tepore del boudoir, di sentirsi loro stesse protagoniste, ammirate e soprattutto comprese, di fronte al “fauno”, a quel piccolo uomo al quale non sanno tacere i loro più reconditi desideri. Boldini non le giudica, perché giudicarle significherebbe rinnegare la sua natura dissoluta ma, anzi, le incoraggia a esprimersi, raccoglie le loro confessioni, le loro angosce e le induce a riflettere sulla fatuità del tempo e dell'amore che vive di un solo attimo. L'artista sa cogliere a volo quel momento, quello irripetibile, in cui la bellezza appare più sfolgorante e in cui le sue muse si mostrano più disinvolte e naturali. Eppure questi ritratti ricolmi di tanta bellezza sono spesso perturbati da un senso di provvisorietà, che aleggia velata, che freme nell'aria e negli sguardi ora struggenti, ora superbi o malinconici, di femmine insoddisfatte e irrequiete, colpevoli di vanità, complici compiaciute e sopraffatte da quella immagine certamente sconveniente che il genio italiano darà di loro. L'artista esalta il loro ego ritraendole spesso soltanto un attimo prima che, sopraggiungendo l'autunno della vita, la loro bellezza appassisca per sempre, che le loro foglie di rose profumate comincino a cadere. A volte, come uno stregone, raccoglie i fragili petali e con un gesto d'amore ricompone quei fiori appassiti restituendogli un attimo di eterna primavera. (Panconi, 2008)

  • Per noi la Belle Epoque fu soprattutto il tempo di De Nittis, di Corcos, di La Gandara, di Stevens, di Tissot, di Sargent, di Helleu, di Whistler, di Beraud, di De Jonghee e, sopra ogni altro, di Boldini, geniale capostipite di questa generazione di pittori cosiddetti à la mode giunto a Parigi proprio nel 1871, dando origine all'irresistibile stile Boldini.

Il 1871 dunque quale data di inizio della lunghissima esperienza francese di Boldini e quindi della Belle Époque che, in senso estetico e figurato, sbocciava, deflagrava e concludeva la propria parabola, parallelamente alle rappresentazioni caratterizzate del peintre italienne de Paris, prima esordiente e giovane pittore di belle speranze, poi fulgido astro dell'arte internazionale e infine, proprio negli anni fatidici del primo conflitto mondiale, afflitto da una grave malattia della vista che segnò l'inizio del suo declino umano e artistico. “…Tutto andava di bene in meglio. Questo era il mondo in cui nacqui, all'improvviso, una mattina del 1914, ogni cosa giunse inaspettatamente alla fine…”. (Panconi, 2011)

Opere

 
L'isola di San Giorgio a Venezia, olio su tela, collezione privata, 1872
 
L'Infanta Eulalia di Spagna, olio su tela, Ferrara, Museo Boldini, 1898
 
Ritratto della principessa Marthe-Lucile Bibesco, 1911, Olio su tela, collezione privata
 
Canale a Venezia con gondole, 1899 - 1913, olio su pannello, Gallerie di piazza Scala, Fondazione Cariplo, Milano


  • Autoritratto giovanile (1856-1858)
  • Lilia Monti (1864-1865)
  • Enea Vendeghini (1865 circa)
  • L'amatore delle arti (1865-1866)
  • Giuseppe Abbati (1865-1867)
  • Il pittore Cristiano Banti (1865-1866)
  • Leonetto Banti (1866)
  • Alaide Banti (1866)
  • Diego Martelli (1867 circa)
  • Il generale Esteban de Saravalle de Assereto (1867)
  • Marina a Castiglioncello (dalle tempere murali della Falconiera) (1868)
  • Pagliaio (dalle tempere murali della Falconiera) (1868)
  • Palme e aranci (dalle tempere murali della Falconiera) (1868)
  • Contadina che raccoglie biancheria (dalle tempere murali della Falconiera) (1868)
  • Le sorelle Laskaraki (1869)
  • Mary Donegani (1869)
  • Naufragio nel mare del Nord (1870)
  • Periferia parigina (1871-1872)
  • In giardino (1872)
  • La Senna a Bougival (1873 circa)
  • Ragazza in bianco e contadina (1873)
  • Strada maestra a Combre-la-Ville (1873)
  • Laghetto a Versailles (1873 circa)
  • Place Clichy (1874)
  • Le lavandaie (1874)
  • Due cavalli bianchi (1874 circa)
  • Uscita da un ballo mascherato a Montmartre (1874-1875)
  • Signora con cesto di fiori e cagnolino nei giardini di Versailles (1875)
  • Il contino (1876)
  • Scena galante nel parco di Versailles (1876)
  • Due figure in maschera (dopo il veglione) (1878)
  • Berthè che legge la dedica su un ventaglio in piedi nel salotto (1878)
  • Casa in costruzione (1880 circa)
  • La contessa Gabrielle de Rasty (giovane bruna a letto) (1880)
  • Place Pigalle con due cavalli bianchi (1882)
  • Il maestro Muzio sul podio (1882)
  • Notturno a Montmartre (1883 circa)
  • Giuseppe Verdi in cilindro (1886)
  • Carro alla porta d'Asnières (1886-1887)
  • Pastello bianco (Emiliana Concha de Ossa) (1888)
  • Donna in nero che guarda il Pastello della signora Emiliana Concha de Ossa (1888 ca.)
  • La cornice dorata (1889 circa)
  • Signora bionda in abito da sera (1889)
  • La contessa de Leusse (1889)
  • Mercato delle erbe a Verona (1890)
  • Lady Colin Campbell (1894 circa)
  • Interno con signore seduto di schiena (1895)
  • Nudo di schiena (1895)
  • Madame Charles Max (1896)
  • Madame Veil-Picard
  • Un angolo della mensa del pittore (1897)
  • Robert de Montesquiou (1897)[2]
  • Venezia (1897)
  • Ritorno dei dragoni in caserma (1898)
  • L'Infanta Eulalia di Spagna (1898)
  • Il busto del Cardinale del Bernini nello studio del pittore (1899)
  • Ballo alla "colonnade" di Versailles (1900 circa)
  • Cléo de Mérode (1901)
  • Miss Bell (1903)
  • Signora seduta su un divano con cappello e ombrellino (L'americana) (1903-1904)
  • Madame Marthe Régnier (1905)
  • Madame de Joss (Donna di fronte al fuoco) (1905 circa)
  • La contessa Zichy (1905)
  • Rose in un vaso di Sassonia (1906)
  • Mademoiselle Lanthelme (1907)
  • La marchesa Luisa Casati con un levriero (1908)
  • La passeggiata al Bois de Boulogne (1909)
  • Madame Doyen (1910)
  • La signora Lyding (1911)
  • Autoritratto a sessantanove anni (1911)
  • Mademoiselle Gillespie (1912)
  • La passeggiata nel parco (?)
  • Museo Giovanni Boldini|La signora in rosa (1916)
  • Lady Michelham (1917)

Giovanni Boldini nei musei

Elenco dei musei che espongono opere dell'artista:

Musei in Italia

Campania

Emilia-Romagna

Lazio

Liguria

Lombardia

Sicilia

Toscana

Musei all'estero

Francia

Regno Unito

USA

Opere online

Mostre Pubbliche Culturali

Altre immagini

Note

  1. ^ Cfr. Alessandra Borgogelli Boldini, Art Dossier n. 145, aprile 1999, Firenze, p.9
  2. ^ Ritratto di Robert de Montesquiou - Giovanni Boldini

Bibliografia

  • T. Signorini, "Gazzettino delle arti e del disegno", 9 febbraio 1867
  • J.-E., Blanche, "L'Illustration", 5 dicembre 1931
  • P. Dini, Giovanni Boldini, (catalogo della mostra), Pistoia 1984
  • A. M. Brizio, Ottocento - Novecento, Torino, 1944
  • B. Berenson, Pellegrinaggi d'arte, 1958
  • T. Panconi, Giovanni Boldini, l'uomo e la pittura, Pisa 1998
  • A. Borgogelli, Boldini, Art Dossier n. 145, Firenze, 1999
  • E. Savoia (a cura di),Giovanni Boldini. Il dinamismo straordinario delle linee, (catalogo della mostra), Bologna 1999
  • T. Panconi, La Falconiera, un villino sulla via di Parigi, in: Antologia dei Macchiaioli, Pisa 1999
  • E. Savoia, E. Riccomini, Boldini. Ultimo dei virtuosi, Bologna 1999
  • E. Savoia (a cura di),Omaggio a Giovanni Boldini, (catalogo della mostra), Bologna 2001
  • G. Belli (a cura di), Boldini, De Nittis, Zandomeneghi. Mondanità e costume nella Parigi fin de siècle, (catalogo della mostra), Milano 2001
  • F. Dini, In margine al centenario della scomparsa dell'insigne compositore: Boldini e Verdi, Firenze 2001
  • P. Dini e F. Dini, Giovanni Boldini 1842-1931. Catalogo ragionato, Torino, 2002. ISBN 8842210730
  • T. Panconi, Giovanni Boldini-L'opera completa. Catalogo generale ragionato. Firenze, 2002
  • E. Savoia (a cura di),G. Boldini. Dalla macchia alla sperimentazione dinamica, (catalogo della mostra), Bologna 2003
  • F. Dini, F. Mazzocca, C. Sisi (a cura di), Boldini, (catalogo della mostra), Venezia 2005. ISBN 8831726296
  • T. Panconi, Giovanni Boldini, un geniale antipatico, in: L'Ottocento, indagini etiche e estetiche per il collezionista d'arte, Pisa 2005
  • T. Panconi, Giovanni Boldini, documenti, dipinti inediti e due falsi eccellenti, in: L'Ottocento, indagini etiche e estetiche per il collezionista d'arte, Pisa 2005
  • F. Dini, Boldini et "ses amis", Milano 2006
  • F. Dini (a cura di), Boldini, Helleu, Sem. Protagonisti e miti della Belle Epoque, (catalogo della mostra), Milano 2006
  • T. Panconi (a cura di.) presentazione di S. Bondi, Ministro per i Beni e le Attività Culturali, Boldini Mon Amour, Pisa 2008
  • T. Panconi, A. Murphy, Boldini, Torino, 2008
  • T. Panconi, Boldini, il pittore che amava le donne, Pistoia 2008
  • F. Dini (a cura di), Boldini e gli italiani a Parigi. Tra realtà e impressione, (catalogo della mostra), Milano 2009
  • S. Lees (a cura di), Giovanni Boldini nella Parigi degli Impressionisti, (catalogo della mostra), Ferrara 2009. ISBN 8889793023
  • F. Dini, Boldini e gli "artisti di Parigi", Milano 2009
  • Elena Lissoni, Giovanni Boldini, catalogo online Artgate della Fondazione Cariplo, 2010, CC-BY-SA.
  • T. Panconi, S. Gaddi (a cura di), Boldini e la Belle Epoque (catalogo della mostra), Milano 2011. ISBN 9788836620173
  • E. Savoia (a cura di),Giovanni Boldini. Capolavori e opere inedite dall'atelier dell'artista, (catalogo della mostra), Milano 2011. ISBN 9788888997520
  • T. Panconi, Boldini, il pittore viaggiatore, Milano, 2011
  • S. Bosi, E. Savoia, Giovanni Boldini. Il Narratore della "dolce vita" parigina, Treviso, Antiga Edizioni, 2011
  • S. Bosi, E. Savoia, La mostra di Giovanni Boldini del 1963 al Musée Jacquemart-André di Parigi da un album fotografico inedito, Milano 2011
  • T. Panconi, Lo stile di Signorini (francesismi e incroci con lo stile di Boldini), in Signorini e il suo tempo (catalogo della mostra, Milano 13-27 gen. 2011), Pistoia, 2011
  • Bianca Doria, Boldini: I disegni di Giovanni Boldini : catalogo generale : disegni nel Museo Boldini, Skira, 2011, ISBN 9788857211404.

Conferenze

  • 18 novembre 2008, Galleria d'Arte Moderna di Milano, Giovanni Boldini, il rospo che amava le fragole. Prima conferenza internazionale su Giovanni Boldini, presieduta da T. Panconi e M. Fratelli, interventi di: P. Borghese, E. Di Raddo, A. Gatti, L. Lecci, R. Mori, E. Pontiggia, V. Raimondo. Con la collaborazione di F. Cerri, I. Messa, A. Tresoldi. Con il patrocinio di: Regione Lombardia, Provincia di Milano, Comune di Milano, Consolato Generale di Francia di Milano, Istituto Lombardo Accademia di Scienze e Lettere di Milano.

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