Anna Finocchiaro

politica e magistrata italiana

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Anna Finocchiaro

Ministro per le Pari Opportunità
Durata mandato1996 –
1998
PresidenteRomano Prodi
Predecessore-
SuccessoreLaura Balbo

Dati generali
Partito politicoPartito Democratico

Anna Finocchiaro (Modica, 31 marzo 1955) è una politica e magistrato italiana. È stata Ministro della Repubblica per le Pari Opportunità durante il Governo Prodi I e dal 2008 al 19 marzo 2013 è stata capogruppo al Senato del Partito Democratico.

Biografia

Laureata in giurisprudenza, nel 1981 diventa funzionario della Banca d'Italia nella filiale di Savona. Pretore a Leonforte dal 1982 al 1985, fu sostituto procuratore nel tribunale di Catania fino al 1987, anno in cui venne eletta deputato nelle file del Partito Comunista Italiano. Dal 1988 al 1995 fu inoltre consigliere comunale a Catania, dapprima con il PCI e poi con il Partito Democratico della Sinistra. E' sposata con Melchiorre Fidelbo.

Ministro per le Pari Opportunità durante il governo Prodi I, nel 2001 confermò il suo seggio alla Camera dei deputati candidandosi con i Democratici di Sinistra. In vista delle elezioni politiche del 2006 sbarca al Senato ed ottiene un nuovo mandato parlamentare risultando eletta nella circoscrizione Sicilia per la lista de L'Ulivo.

Come ministro per le Pari Opportunità propone nel 1997 un provvedimento intitolato “Misure alternative alla detenzione a tutela del rapporto tra detenute e figli minori” 40/2001 (poi modificato il 3 aprile 2007). Esso si propone l'obiettivo di evitare alle donne incinte e alle madri con figli minori di 10 anni la pena detentiva all’interno delle prigioni, e a consentire loro di scontare presso il proprio domicilio o, nel caso ne fossero sprovviste, in case-famiglia la loro condanna. Le condizioni per accedere a queste alternative sono quelle di aver scontato un terzo della pena oppure i 15 anni nei casi di ergastolo, o ancora quella di dover scontare un residuo pena di quattro anni o meno. Il giudice inoltre può, ove ragionevoli motivi a tutela dello sviluppo psicofisico del minore lo rendano raccomandabile, estendere l’applicazione della norma anche alla madre di prole con età superiore ai dieci anni.[1]

Nel 2006 (XV Legislatura) è nominata capogruppo a Palazzo Madama del gruppo parlamentare de L'Ulivo. È stata membro della segreteria nazionale dei DS, di cui è anche stata responsabile del settore giustizia. Nel 2007 è stata uno dei 45 membri del Comitato nazionale per il Partito Democratico; il 7 novembre, a seguito della costituzione del gruppo parlamentare del PD, ha ricevuto l'incarico di capogruppo al Senato della Repubblica.

È candidata per la carica di presidente nelle elezioni regionali in Sicilia del 2008[2]. Oltre al PD, sostengono la coalizione Sinistra Arcobaleno e Italia dei Valori. Il 14 aprile ottiene il 30,38% dei voti ed è sconfitta da Raffaele Lombardo, che ottiene oltre il 65% dei voti.

Il 29 aprile 2008 è riconfermata capogruppo al Senato del PD per la XVI Legislatura[3].

Nel dicembre 2012 si candida alle primarie per i candidati al Parlamento del PD nella provincia di Taranto, ottenendo con 5.151 preferenze il primo posto tra i candidati[4]. La direzione nazionale del PD candida la Senatrice Finocchiaro al Senato della Repubblica Italiana come capolista della lista PD nella regione Puglia[5]. Anna Finocchiaro è eletta senatrice, ma, a sorpresa[6], in Puglia il Centrosinistra (con il 28,4% dei voti) è sopravanzato dal Centrodestra (34.4%) e non ottiene il premio di maggioranza al Senato per la regione[7][8].

A marzo, in seguito alle Elezioni, insieme a molti altri colleghi del Parlamento, aderisce al progetto "Riparte il futuro" firmando la petizione che ha lo scopo di revisionare la legge anti-corruzione modificando la norma sullo scambio elettorale politico-mafioso (416 ter) entro i primi cento giorni di attività parlamentare.[9]

Nel mese di Aprile 2013, in occasione dell' imminente elezione del Presidente della Repubblica, ha avuto uno scontro mediatico con il sindaco di Firenze Matteo Renzi, dopo che questi aveva criticato pubblicamente in televisione le candidature di Anna Finocchiaro e Franco Marini come possibili successori di Giorgio Napolitano[10] scatenando molte polemiche nel mondo politico italiano. Sia la Finocchiaro che Marini hanno duramente replicato alle esternazioni di Renzi[11][12].

Critiche

Il legame con Andò

Anna Finocchiaro è stata oggetto di diverse critiche durante la campagna elettorale per le Elezioni Regionali in Sicilia del 2008: in un'intervista rilasciata a Repubblica TV la senatrice siciliana dichiara che la redazione del suo programma è affidata ad una squadra di consulenti a capo della quale è il giurista Salvo Andò, accusato del reato di voto di scambio riferito al 1989; anni dopo Andò viene assolto in giudizio, giudicato al 3° grado di giudizio colpevole, ma assolto in quanto prescritto il reato.[13].

Anna Finocchiaro replicherà difendendo il suo collaboratore, da lei definito "una persona di grande livello culturale, un cultore del diritto pubblico".[14][15]

La sanità siciliana e l'appalto Solsamb

Nel 2010 l'agenzia giornalistica SudPress avanza il sospetto che dietro l'alleanza stipulata tra l'MPA e il PD per la costituzione del governo regionale vi fosse anche un accordo per agevolare la ditta Solsamb, di cui è amministratore delegato il marito di Anna Finocchiaro, Melchiorre Fidelbo. La vicenda risale al 2007 quando il consorzio Sda (di cui fa parte la Solsamb) presenta all'allora Asl 4 un progetto per la costruzione di un poliambulatorio a Giarre; l'azienda di Fidelbo si sarebbe dovuta occupare della realizzazione del sistema di informatizzazione interno alla struttura. Tre giorni dopo la formulazione della richiesta, l'ispettore regionale dà il via libera ai lavori. Ma l'iter necessario a sbloccare i finanziamenti ministeriali previsti per questo genere di presidi è lungo, e richiede la presentazione di un nuovo piano. Piano che Fidelbo deposita nell'estate del 2010, subito dopo le elezioni regionali che hanno visto la vittoria di Lombardo. Verso la fine dell'anno tuttavia l'assessore regionale alla Sanità, il tecnico[16] Massimo Russo, annuncia un’indagine per chiarire i contorni della faccenda e capire perché l'appalto è stato assegnato non dalla Regione ma dall'Azienda sanitaria e senza l'indizione di una gara.[17][18] Nel febbraio 2011 il direttore dell'ASP di Catania (prima Asl 4) firma una delibera di autotutela e revoca la commessa.[19]

Dopo la pubblicazione dell'inchiesta da parte di SudPress, Anna Finocchiaro querela l'agenzia stampa.

Il 25 ottobre 2012 Fidelbo viene rinviato a giudizio in relazione all'affare Solsamb per abuso di ufficio e truffa; è accusato di aver fatto pressioni indebite sui dirigenti dell'Azienda sanitaria con lo scopo di ottenere l'appalto.[20][21]

Note

Bibliografia

  • Giuseppe Giustolisi e Marco Travaglio, Anna Finocchiaro, vita e opere di una Ségolène con l'inciucio, in MicroMega, giugno 2007, p. 69.

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