Portella della Ginestra
Template:Avvisounicode Portella della Ginestra (Purtelja e Jinestrës in albanese) è una località montana situata a 3 km circa da Piana degli Albanesi, al cui territorio appartiene, in provincia di Palermo.
Prende il nome dai fiori selvatici che vi sbocciano in abbondanza in primavera, ed è nota per essere stata teatro il 1º maggio 1947 della prima strage dell'Italia repubblicana. Sul luogo della tragedia ora sorge un Memoriale (Përmendorja), opera dell'artista Ettore de Conciliis, costituito da numerose iscrizioni incise su pietre locali di grandi dimensioni, poste attorno al "Sasso di Barbato", dal nome del socialista italo-albanese di Piana degli Albanesi Nicola Barbato, fra i principali fondatori dei Fasci dei Lavoratori.
Storia
La strage
Eccidio di Portella della Ginestra | |
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Tipo | Massacro |
Data | 1º maggio 1947 10:15 |
Luogo | Piana degli Albanesi |
Stato | Italia |
Coordinate | 37°58′33.96″N 13°15′20.16″E{{#coordinates:}}: non è possibile avere più di un tag principale per pagina |
Obiettivo | Portella della Ginestra |
Motivazione | Politica |
Conseguenze | |
Morti | 11 |
Feriti | 27 |
Il 1º maggio 1947, nell'immediato dopoguerra, si tornava a festeggiare la festa dei lavoratori, spostata al 21 aprile Natale di Roma durante il regime fascista. Circa duemila lavoratori della zona di Piana degli Albanesi, in prevalenza contadini, si riunirono nella vallata di Portella della Ginestra per manifestare contro il latifondismo, a favore dell'occupazione delle terre incolte, e per festeggiare la vittoria del Blocco del Popolo nelle recenti elezioni per l'Assemblea Regionale Siciliana, svoltesi il 20 aprile di quell'anno e nelle quali la coalizione PSI - PCI aveva conquistato 29 rappresentanti (con il 29% circa dei voti) contro i soli 21 della DC (crollata al 20% circa).
Sulla gente in festa partirono dalle colline circostanti numerose raffiche di mitra che lasciarono sul terreno, secondo le fonti ufficiali, 11 morti (9 adulti e 2 bambini) e 27 feriti, di cui alcuni morirono in seguito per le ferite riportate. La CGIL proclamò lo sciopero generale, accusando i latifondisti siciliani di voler “soffocare nel sangue le organizzazioni dei lavoratori”[1].
Solo quattro mesi dopo si seppe che a sparare materialmente erano stati gli uomini del bandito separatista Salvatore Giuliano, colonnello dell'E.V.I.S.. Il rapporto dei carabinieri sulla strage faceva chiaramente riferimento ad "elementi reazionari in combutta con i mafiosi".
Nel 1949 Giuliano scrisse una lettera ai giornali, in cui affermava lo scopo politico della strage. Questa tesi fu smentita dall'allora ministro degli Interni Mario Scelba. Nel 1950, il bandito Giuliano fu assassinato dal suo luogotenente Gaspare Pisciotta, il quale morì avvelenato in carcere quattro anni più tardi, dopo aver affermato di voler rivelare i nomi dei mandanti della strage. Attualmente vi sono forti dubbi che Pisciotta fosse l'autore dell'omicidio, come è stato fatto osservare nella trasmissione Blu notte ed emerge dal lavoro di Alberto Di Pisa e Salvatore Parlagreco[2]. L’episodio, che resta ancora oscuro, porta i segni della collusioni fra la mafia e le forze reazionarie dell’isola.
Le vittime
Queste le 11 vittime, così come riportate dalla pietra incisa posta sul luogo del massacro:
- Margherita Clesceri
- Giorgio Cusenza
- Giovanni Megna (18 anni)
- Francesco Vicari
- Vito Allotta (19 anni)
- Serafino Lascari (15 anni)
- Filippo Di Salvo (48 anni)
- Giuseppe Di Maggio (13 anni)
- Castrense Intravaia (18 anni)
- Giovanni Grifò (12 anni)
- Vincenza La Fata (8 anni)
Rimasero gravemente ferite 27 persone.
Le prime ipotesi
Sul movente dell'eccidio furono formulate alcune ipotesi già all'indomani della tragedia. Il 2 maggio 1947 il ministro Scelba intervenne all'Assemblea Costituente, affermando che dietro all'episodio non vi era alcuna finalità politica o terroristica, ma che doveva essere considerato un fatto circoscritto, e identificò in Salvatore Giuliano e nella sua banda gli unici responsabili. Il processo del 1951, dapprima istruito a Palermo, poi spostato a Viterbo per legittima suspicione, si concluse con la conferma di questa tesi, con il riconoscimento della colpevolezza di Salvatore Giuliano (morto il 5 luglio 1950, ufficialmente per mano del capitano Antonio Perenze) e con la condanna all'ergastolo di Gaspare Pisciotta e di altri componenti la banda. Pisciotta durante il processo, oltre ad attribuirsi l'assassinio di Giuliano, lanciò pesanti accuse sui presunti mandanti politici della strage[3].
La seconda ipotesi fu quella sostenuta da Girolamo Li Causi in sede parlamentare, dalle forze di sinistra e dalla CGIL, secondo la quale il bandito Giuliano era solo l'esecutore del massacro: i mandanti, gli agrari e i mafiosi, avevano voluto lanciare un preciso messaggio politico all'indomani della vittoria del Blocco del Popolo alle elezioni regionali[4].
In seguito ai riscontri emersi dal processo, diversi parlamentari socialisti e comunisti denunciarono i rapporti tra esponenti delle istituzioni, mafia e banditi. Intervenendo alla seduta della Camera dei deputati del 26 ottobre 1951, lo stesso Li Causi affermava:
Opinioni recenti
In tempi più prossimi la tesi delle collusioni ad altissimo livello, fino al capolinea del Quirinale, è stata assunta e rilanciata da Sandro Provvisionato, in Misteri d'Italia (Laterza 1994), e da Carlo Ruta, il quale nel prologo de Il binomio Giuliano Scelba (Rubbettino 1995) scrive:
Una tesi recente
Una tesi più grave, recente, attribuisce invece la strage ad una coincidenza di interessi tra i post-fascisti che durante la guerra avevano combattuto nella Xª Flottiglia MAS di Junio Valerio Borghese, i servizi segreti USA (preoccupati dell'avanzata social-comunista in Italia) ed i latifondisti siciliani[5].
Non fu mai possibile dimostrare la veridicità di questo scenario, tramite testimonianza diretta, perché Giuliano fu ucciso ufficialmente in uno scontro a fuoco con i carabinieri a Castelvetrano nel 1950. Il probabile assassino, il suo luogotenente e cugino, Gaspare Pisciotta, venne a sua volta ucciso nel 1954, avvelenato in carcere con della stricnina nel caffè, dopo aver preannunciato rivelazioni sulla strage. Sosteneva di aver ucciso Giuliano dietro istruzioni del Ministro dell'Interno Mario Scelba e di aver raggiunto un accordo con il colonnello Ugo Luca, comandante delle forze anti banditismo in Sicilia, di collaborare, a condizione che non fosse condannato e che Luca sarebbe intervenuto in suo favore qualora fosse stato arrestato.
Il Memoriale di Portella della Ginestra
Il Memoriale di Portella delle Ginestra (Përmendorja e Purteles së Jinestrës) è una originale sistemazione naturale-monumentale del luogo, situato nella contrada omonima di Piana degli Albanesi. La sistemazione monumentale di Portella della Ginestra è un'opera di land art (arte della terra, del territorio) di cui vi sono altri svariati esempi nel mondo. Il Memoriale è stato progettato e realizzato tra il 1979-1980 da Ettore de Conciliis, pittore e scultore, con la collaborazione del pittore Rocco Falciano e dell'architetto Giorgio Stockel.
L'opera, a carattere non effimero né ideologico, è stata immersa nella natura e nel paesaggio per evitare di chiudere la memoria della strage in un blocco architettonico o in un chiuso gruppo di figure. Andando oltre le sistemazioni monumentali concepite in modo più tradizionale, l'artista ha tentato di imprimere un gigantesco e perenne segno della memoria sul pianoro sassoso di Portella della Ginestra. Un muro a secco fiancheggiato da una tipica trazzera, per una lunghezza di circa 40 metri, taglia la terra, come una ferita, nella direzione degli spari. Tutt'intorno, per un'area di circa un chilometro quadrato, dove vi furono i caduti del 1º maggio 1947, si innalzano grandi massi in pietra locale, alti da 2 a 6 metri, cavati sul posto della pietraia. Uno di essi è il masso di Nicola Barbato, da dove il prestigioso dirigente Arbëreshë dei Fasci Siciliani dei Lavoratori era solito parlare alla sua gente. Altri figurano sinteticamente corpi, facce e forme di animali caduti. In altri due sono rispettivamente incisi i nomi dei caduti e una poesia. Una nuova opera di Ettore de Conciliis prevede un altro grande masso, sempre in pietra locale, con incisa una poesia in lingua albanese.
Film sulla strage di Portella della Ginestra
Curiosità
- La strage di Portella della Ginestra, l’episodio più drammatico sulla nascita della Repubblica italiana, rimane per lo più sconosciuto all’opinione pubblica, e resta oggi tra i grandi segreti di stato ancora non pienamente scoperti.
- Un Presidente della Repubblica Italiana ha reso omaggio alle vittime di Portella della Ginestra e incontrato i sopravvissuti della strage solo nel 2012.
- La prima strage dell'Italia repubblicana, seppure ha riguardato l'opinione pubblica nazionale, ha colpito prettamente la minoranza etnica e linguistica albanese (arbëreshë).
- Gli abitanti di Piana degli Albanesi chiamano il luogo in albanese anche "Gryka e Spartavet", letteralmente Portella della Ginestra nella lingua locale.
- Poco conosciuto è il materiale letterario e poetico dedicato a Portella della Ginestra in lingua albanese, come il dramma teatrale di Zef Schirò "Lule të shumta ka gjinestra" (Ha molti fiori la ginestra).
Note
- ^ Maria Gigliola Toniollo -Il Popolo di Portella della Ginestra, su cgil.it
- ^ Il grande intrigo. Parte prima
- ^ Archivio '900: 1950. Il bandito Giuliano
- ^ Fabrizio Loreto, La memoria della strage di Portella della Ginestra
- ^ Giuseppe Casarrubea, Mario J. Cereghino, Tango connection, Milano, Bompiani, 2007.
- ^ Biografia di Nicola Tranfaglia
- ^ Coordinamento delle ricerche presso gli Archivi Nazionali degli Stati Uniti (NARA, College Park, Maryland) e l'Archivio Centrale dello Stato (Roma): Nicola Tranfaglia (Università di Torino), Giuseppe Casarrubea (Palermo), Mario J. Cereghino (San Paolo del Brasile).
- ^ Intervento di Girolamo Li Causi all'Assemblea Costituente relativo a Portella della Ginestra nella seduta del 15 luglio, 1947.
- ^ Ignazio Plescia (classe 1931), Serafino Petta (1931), Girolamo Sirchia (1921), Mario Nicosia (1925), Antonino Parrino (1930), Pietro Schirò (1924)
Bibliografia
- Francesco Petrotta, Portella della Ginestra. La ricerca della verità. Ediesse, 2007 (realizzato dalla Camera del Lavoro di Palermo e dalla Fondazione Di Vittorio) ISBN 8823012011
- Francesco Petrotta, La strage e i depistaggi. Il castello d'ombre su Portella della Ginestra, 2009, Ediesse.
- Pietro Manali (a cura di), Portella della Ginestra 50 anni dopo (1947-1997), S. Sciascia editore, Caltanissetta-Roma, 1999, con 2 volumi di Documenti.
- Francesco Renda, Portella della Ginestra e la guerra fredda. I cento anni della Cgil siciliana. Conversazioni con Antonio Riolo, 2008, Ediesse.
- Umberto Santino, La democrazia bloccata. La strage di Portella della Ginestra e l'emarginazione delle sinistre, 1997, Rubettino.
- Carlo Lucarelli, Il bandito Giuliano in Nuovi misteri d'Italia. I casi di Blu Notte, pp. 3-24, Torino, Einaudi, 2004. ISBN 978-88-06-16740-0.
- Girolamo Li Causi, Portella della ginestra. La ricerca della verità 2007, Ediesse.
- Angelo La Bella, Mecarolo Rosa, Portella della Ginestra. La strage che ha cambiato la storia d'Italia, 2003, Teti.
- Giuseppe Casarrubea, Storia segreta della Sicilia. Dallo sbarco alleato a Portella della Ginestra, Bompiani.
- Giuseppe Casarrubea, Tango Connection. L'oro nazifascista, l'America Latina e la guerra al comunismo in Italia, 1943-1947.
- Giuseppe Casarrubea, Fra' Diavolo e il governo nero. «Doppio Stato» e stragi nella Sicilia del dopoguerra, Franco Angeli editore.
- Giuseppe Casarrubea, Portella della Ginestra. Microstoria di una strage di Stato, Franco Angeli editore.
- Giuseppe Casarrubea e Mario J. Cereghino, Salvatore Giuliano. Morte di un capobanda e dei suoi luogotenenti.
- Carlo Ruta, Il binomio Giuliano-Scelba. Un mistero della Repubblica?. Rubbettino editore, Soveria Mannelli, 1995.
- Carlo Ruta, Giuliano e lo Stato. Documenti sul primo intrigo della Repubblica. Edi.bi.si., Messina, 2004.
- Carlo Ruta, Il processo. Il tarlo della Repubblica. Eranuova, Perugia, 1994.
Voci correlate
Collegamenti esterni
- Comune di Piana degli Albanesi - Bashkia e Horës së Arbëreshëvet
- Portella della Ginestra sul sito Misteri d'Italia
- Nonsoloportella.splinder.com
- Edscuola.com
- Rapporto sui legami fra Giuliano ed i fascisti
- Centro Siciliano di Documentazione - La strage di Portella della Ginestra
- La strage del '47 nei rapporti della polizia
- Documenti statunitensi e italiani sulla banda Giuliano, la Decima Mas e il neofascismo in Sicilia
- La strage di Portella prevista dalL'Unità dall'Archivio di Giuseppe Casarrubea