Impero di Akkad
L'Impero accadico (o Impero di Akkad) è stato un regno mesopotamico, esistito nella seconda metà del III millennio a.C. Ebbe vita per circa 150 anni (secondo la cronologia media, dal 2350 al 2200 a.C. circa[1]). Fondato dall'imporsi di una figura di homo novus, Sargon di Akkad, rappresentante dell'elemento semitico ormai sempre più preponderante in Mesopotamia, e dalle sue iniziali conquiste, diede origine ad una dinastia, detta "accadica", dal nome di una capitale, Akkad, non si sa se di nuova fondazione. Dal nome della capitale prendono il nome anche i cosiddetti "Accadi" (pronuncia: akkàdi[2]), nome con cui si indica la popolazione di origine semitica che abitava Akkad (in questo caso, si intende la parte settentrionale della Bassa Mesopotamia, in opposizione a Sumer, la parte meridionale).[3]
Impero di Akkad | |
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Dati amministrativi | |
Nome completo | Impero di Akkad |
Lingue ufficiali | accadico |
Capitale | Akkad |
Politica | |
Forma di governo | Monarchia assoluta |
Nascita | 2350 a.C. con Sargon di Akkad |
Causa | Sottomissione della Mesopotamia |
Fine | 2200 a.C. ca con Shu-Turul |
Causa | Invasione dei Gutei |
Territorio e popolazione | |
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Evoluzione storica | |
Preceduto da | Elam |
Succeduto da | Impero babilonese, Impero assiro |
La città di Akkad era probabilmente posta sulla riva sinistra dell'Eufrate (ma il sito, al 2012, non è stato ancora rintracciato, anche se è probabile che possa trattarsi di Tell Mizyad[4]) e, dopo Kish, fu capitale dell'omonimo regno.
L'origine degli Accadi è incerta: la tradizione vuole che provenissero dal deserto arabico, da dove sarebbero giunti in Mesopotamia. Di fatto, la visione di un'"invasione" semitica, con magari Sargon a capeggiarla, è insostenibile: popolazioni semite abitavano la Mesopotamia già nel Proto-Dinastico e non vi giunsero attraverso migrazioni di massa.[5]
L'impero accadico è stato talora definito il primo impero della storia.
Storia
Fondatore del regno fu Sargon (Sharru-Kīn, 2335-2279 a.C., secondo la cronologia media[6]). Egli assoggettò gran parte della Mesopotamia, abbattendo il regno di Lugalzagesi e conquistando le città sumeriche che questi aveva unificato; sconfisse l'Elam e impose le proprie linee commerciali fino alla Siria, all'Anatolia, a Dilmun e Magan, dando vita ad un regno di grande estensione, con una caratteristica struttura "per capisaldi", che evitava pesanti occupazioni territoriali[7]; il nucleo dell'impero era rappresentato dalle regioni di Akkad e Sumer, con confini a nord nei pressi della città di Akkad - posta probabilmente nei pressi di Kish - e a sud sulla costa del Mare Inferiore, cioè il Golfo Persico. Le città venivano governate da ensi ("re", "governatori") locali, vincolati al gradimento regio ma in parte autonomi: tali ensi, a differenza di quelli della Terza dinastia di Ur, non vanno intesi come governatori; si tratta, piuttosto, di veri e propri dinasti, comunque sottomessi alla dirigenza della capitale (che sarà, in una prima fase, subito dopo le conquiste sargonidi, Kish, poi Akkad, forse città di nuova fondazione).[8]
Autonominatosi "ensi di Enlil", volendo dimostrare il suo rispetto per le tradizioni sumeriche, creò il primo organismo multietnico della Storia, in quanto il suo dominio teneva insieme le città-stato sumeriche del sud e l'elemento semita, ora politicamente (e soprattutto quantitativamente) predominante: anche se l'impero si estendeva effettivamente solo sulla Mesopotamia, aveva importanti relazioni commerciali verso la periferia. Non solo: l'elemento sumerico era linguisticamente isolato, mentre gli Accadi erano imparentati con l'elemento semita. Ciò significò, nel lungo periodo, l'isolamento e la progressiva scomparsa del primo, con gli Accadi maggiormente in grado di assorbire nuovi inserimenti.
Successore di Sargon fu il figlio Rimush (o Rimuš), che regnò dal 2278 al 2270 a.C.[6] e dovette affrontare numerose ribellioni[9]. Fu infine assassinato, probabilmente dai sostenitori di suo fratello maggiore[senza fonte], Manishtushu, che assunse poco dopo il potere e regnò dal 2269 al 2255 a.C.[6]
Manishtushu (il cui nome significa "Chi è con lui?") era un altro figlio di Sargon e fu padre del successivo re, Naram-Sin. Succedette al fratello, probabilmente gemello[senza fonte], Rimush (il cui nome significa "Suo dono", "Suo amato"), a seguito di una congiura di palazzo. Con una spedizione attraverso il Mare Inferiore, battagliò contro Anshan e Shirikhum (sud-est dell'Elam), evidentemente a difesa di interessi commerciali nell'altopiano iranico. Quest'ultima spedizione è stata confermata dal ritrovamento di "tombe" di circa 180 uomini che sono stati uccisi in modo violento e poi però sepolti in modo ordinato.[senza fonte] Egli abbandonò il titolo di "Re di Akkad" e di lugal-kalam-ma, "Re del paese" (Sumer), e prese il nome di lugal-kiš, da interpretare come "re della totalità" e non re della città di Kiš.[senza fonte]
Naram-Sin, figlio di Manishtushu, fu il quarto re di Akkad: regnò dal 2254 al 2218 a.C.[6]. È, dopo Sargon, l'altra figura di grande rilievo della dinastia accadica[9]: accentuò fortemente il carattere divino del proprio potere, e infatti si fece proclamare "dio della sua terra"[10]. Sotto Naram-Sin, il regno accadico appare al suo apogeo[9]. In una prima fase, la linea di espansione è quella di nord-ovest (Subartu); successivamente deve aver distrutto Ebla e Armanum[11]. Naram-Sin poté quindi, a quanto sembra, realizzare il sogno di un regno che davvero si estendesse dal Mediterraneo al Golfo Persico[9]. Costruì un centro amministrativo a Nagar e Ninive[senza fonte].
Shar-Kali-Sharri, figlio di Naram-Sin, fu il quinto re di Akkad: regnò per 25 anni, dal 2217 al 2193 a.C. circa[6]. Fu l'ultimo discendente di Sargon sul trono di Akkad. Al regno di Shar-Kali-Sharri seguì un periodo di anarchia (2192-2190[6]), durante il quale governarono contemporaneamente quattro sovrani: Nanum (o Nanium), Igigi, Imi ed Elulu. Dopo questo periodo di anarchia, il re Dudu ascese al potere e regnò dal 2189 al 2169 a.C. circa[6].
Ultimo re di Akkad dal 2168 al 2154 fu Shu-Turul (o Šu-Turul)[6]. A causa della vastità del suo territorio, Shu-Turul dovette affrontare numerose ribellioni e verso la fine del suo regno, nel 2172, subì l'invasione dei Gutei, popolazione proveniente dall'Iran Occidentale, che provocò il definitivo tramonto della dinastia accadica.
Nonostante il crollo del regno, l'accadico - la lingua semitica degli Accadi - sopravvisse, accanto al sumerico, come lingua scritta e notarile, nonché lingua liturgica.
Struttura e ideologia imperiale
L'impero accadico rappresenta un tentativo certamente inedito di controllare un territorio vasto ed ecologicamente diversificato, ma soprattutto ricco di lingue, di strutture politiche, di popoli diversi. Fu proprio questa caratteristica eterogeneità dell'impero a significarne, in ultima analisi, la debolezza di fondo.[7]
L'impero si formò innanzitutto per iniziativa militare.[7] Il re stesso, rispetto alla tipica regalità sumera, puntata sulla figura del sapiente amministratore, acquista una nuova tipica caratteristica, quella della forza, del valore.[10] I contrasti fra le città sumere erano ricompresi come contrasti tra le diverse divinità cittadine, mentre qui è l'eroismo che diventa il filo conduttore delle dinamiche politiche. È possibile che questa nuova ideologia della forza sia di ambiente settentrionale: quel che è certo è che produsse un certo imbarazzo al sud, con le città sumere tese a ravvedervi elementi di un'empia sfrontatezza.[10]
Società
L'unificazione territoriale portò ad un significativo sviluppo dei traffici e all’apertura di nuove rotte commerciali terrestri e marittime
Con Sargon e i suoi successori si diffuse una nuova concezione della regalità, adesso ispirata divinamente: il sovrano viene descritto per la prima volta come l'incarnazione di un dio, venuto sulla Terra per guidare il suo popolo alla grandezza. Si credeva inoltre che il sovrano fosse affiancato in questo suo compito dalle altre antiche divinità accadiche.
Religione
La religione accadica appartiene al ceppo delle religioni semitiche dell'Asia Minore. Essa era infatti la religione della più antica popolazione semitica della Bassa Mesopotamia, stabilitasi a nord dei Sumeri.
Fra le divinità accadiche la più importante era Ishtar (Inanna in lingua sumera), dea della terra e delle fecondità, dell'amore e della guerra, come pure della stella della sera, cioè del pianeta Venere. Il racconto della discesa di Ishtar agli inferi, nel "regno senza ritorno", che ci è giunto in molte varianti, è una celebrazione cosmologica ed escatologica di questa divinità.
Note
- ^ Liverani, 2009, p. 24.
- ^ DOP.
- ^ Scheda sugli Accadi, in treccani.it.
- ^ Liverani, 2009, p. 244.
- ^ Liverani, 2009, p. 246.
- ^ a b c d e f g h Liverani, 2009, p. 235.
- ^ a b c Liverani, 2009, p. 241.
- ^ Liverani, 2009, p. 242.
- ^ a b c d Liverani, 2009, p. 236.
- ^ a b c Liverani, 2009, p. 242.
- ^ Liverani, 2009, p. 240.
Bibliografia
- Mario Liverani, Antico Oriente: storia, società, economia, Roma-Bari, Laterza, 2009, ISBN 978-88-420-9041-0.
- The Sumerian king list, http://etcsl.orinst.ox.ac.uk/cgi-bin/etcsl.cgi?text=t.2.1.1#
Voci correlate
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