Giba
Template:Comune Giba è un comune di 2.093 abitanti della provincia di Carbonia-Iglesias.
File:GIBA panorama.jpg Panorama di Giba vista dal lago artificiale di Montepranu
Posizione Geografica
Giba si trova nella zona sud-occidentale della Sardegna, denominata Sulcis; il comune è composto dai centri abitati di Giba e Villarios, è vasto 31.65 km.q e conta circa 2300 abitanti. Confina con Masainas a Sud, Piscinas ad Est, Villaperuccio a Nord-Est, Tratalias a Nord e San Giovanni Suergiu a Nord-Ovest. Il paese è attraversato da due importanti statali, la 293 e la 195 (la Sulcitana) che favoriscono un buon afflusso turistico, dista 70 km da Cagliari e pochi chilometri dalle più belle spiagge del Basso Sulcis, come la spiaggia di Porto Pino o la Costiera di Teulada. Villarios si trova su un’altura a 5km ad Ovest da Giba, dalla quale si può ammirare l’intero arcipelago del Sulcis e il Golfo di Palmas.
Territorio e ambiente
Il centro abitato di Giba si trova su una pianura a 60m sul livello del mare, circondato da basse colline con terreni fertili adatti all’agricoltura e all’allevamento, attività fondamentali dell’economia attuale. Nel nord dell'abitato si trova il lago artificiale di Montepranu, costruito negli anni '50 per scopi irrigui dove è possibile praticare la pesca d'acqua dolce, mentre a sud-est del paese, in prossimità del confine con Masainas, si trova la località di Semuras, zona collinosa dove si possono ammirare le piante tipiche della macchia mediterranea e gli ulivi secolari. Nel Golfo di Palmas vi è una piccola spiaggia (spiaggia di Porto Botte) e la zona palustre, la terza in Sardegna per vastità e habitat naturale di animali come Fenicotteri Rosa, Aironi, Cavalieri D'Italia, Garzette, Avocette, il Pollo Sultano e il Falco di Palude, che possono essere avvistati con facilità.
Storia
Grazie alla sua posizione favorevole Giba è stata sin dai tempi più remoti attraversata e abitata dalle varie civiltà che si sono susseguite nella Sardegna sud-occidentale. Le testimonianze più antiche della presenza dell’uomo nel territorio risalgono al periodo neolitico e nuragico: i siti più antichi sono le Domus de Janas, i Nuraghi e le Tombe dei Giganti. Molto interessante è il complesso nuragico di Meurra che segna i confini tra Giba, Tratalias e San Giovanni Suergiu; è un nuraghe complesso, risalente al 12° secolo a.c. attorniato dai resti di un villaggio nuragico, pozzo sacro e Tomba dei Giganti, parzialmente distrutti dai lavori di distribuzione dell’acqua nell’invaso di Montepranu. I Fenici durante i loro spostamenti da Karalis (Cagliari) verso Solki (S. Antioco) percorrevano una strada che corrisponde all’incirca all’attuale statale 195 La Sulcitana, che tuttora attraversa l’abitato di Giba, e i Cartaginesi con i loro drappelli armati attraversavano il paese, provenienti da monte Sirai e diretti verso Pani e Loriga dove avevano costruito delle cittadelle fortificate per controllare la viabilità principale; i romani sfruttarono i fertili terreni per produrre grano e cereali. In seguito alla caduta dell’impero romano la Sardegna passò sotto il controllo prima dei Vandali, che depredavano il territorio e utilizzavano le coste come porti per controllare la zona, poi dei Bizantini che non si preoccuparono particolarmente dei problemi sociali lasciando la popolazione abbandonata a se stessa. Giba visse un periodo negativo e le poche famiglie che ancora abitavano in questa zona trovando sostentamento nella pastorizia, ebbero sostegno spirituale con l’arrivo del vescovo, che nel 1122 dovette fuggire da Sant’Antioco, occupata dai pirati musulmani, soggiornando in un primo periodo presso la chiesa di Santa Maria di Palmas poi si trasferì a Tratalias in seguito alla costruzione nel 1213 della chiesa di Santa Maria Monserrato. Verso fa fine del I millennio i Monaci Benedettini diedero nuovi impulsi alla comunità, insegnando nuove tecniche per lo sfruttamento terriero e proponendosi come guide spirituali costellando il territorio di monasteri. Nel periodo in cui rimase interdetto il porto di Sant’Antioco fu allestito e frequentato un porto nella località di Porto Botte, il Porto Sulcitanum, dove nel 1323 approdò la poderosa flotta Aragonese guidata dall’infante Alfonso D’Aragona che cinse d’assedio Villa di Chiesa (Iglesias) e Cagliari Castrum (Cagliari) e sconfisse i Pisani, iniziando il loro dominio sulla Sardegna che durò per 400 anni. Nel censimento stilato dagli Aragonesi nel 1323 Giba contava 60 fuochi (famiglie) per un totale di circa 300 abitanti. Nel 1355 gli Aragonesi convocarono un’assemblea parlamentare a Cagliari per discutere gli affari del regno e votare le costituzioni, e Giba inviò i propri rappresentati; parteciparono all’assemblea i rappresentanti degli ecclesiastici, i feudatari e i rappresentanti delle città regie e degli altri centri abitati. In seguito al dominio aragonese Giba subì il dominio piemontese come il resto della Sardegna. Nel 1853 fu istituito il comune a Villarios, e Giba diventò frazione del nuovo comune assieme a Masainas; nel 1858 Giba possedeva una chiesa parrocchiale e ottenne un sussidio di 300 lire dal governo per la realizzazione di una scuola. Il 30 Marzo 1928, con atto deliberativo del podestà, Giba divenne comune accorpando Villarios, Masainas e Sant’Anna Arresi (Masainas diventò comune autonomo nel 1975 e Sant’Anna Arresi nel 1965).
Una parte dell’antica Giba si trovava più a nord rispetto alla posizione attuale, in una zona denominata Tului che ora appartiene al comune di Tratalias. Gli scritti pisani attestano la presenza di una chiesa dedicata a San Giorgio, risalente all’11°secolo come la chiesa di Santa Marta, e un castello andati ormai completamente distrutti. Verso la fine del 1800 alcune famiglie cominciarono a trasferirsi nel paese attuale, in zona San Pietro, ma qualche famiglia ha continuato a vivere a Tului sino alla fine degli anni 50.
Santa Marta
La chiesa di Santa Marta si trova a Villarios, nella zona dove prima sorgeva l'antico paese.
Risale all'II° secolo (alcuni scritti ne testimoniano l'esistenza già nel 1068) e faceva parte delle chiese del vescovato del Sulcis come la chiesa di Santa Maria di Palmas, la chiesa di Santa Maria di Flumentepido e la chiesa di San Giorgio di Tului.
Archeologia
Nel territorio di Giba sono presenti parecchie testimonianze della presenza dell’uomo sin da epoche neolitiche e nuragiche; purtroppo, molte di queste testimonianze sono andate perdute, e nonostante la rilevante importanza di tali reperti non si è ancora provveduto a eseguire approfonditi studi e a recuperane almeno una parte. In territorio di Giba sono presenti i seguenti siti archeologici: le Domus de Janas risalenti al 3000 a. C., di cui una non visitabile perché ricoperta in seguito ad alcuni studi, per evitare saccheggiamenti e atti di vandalismo; i vari Nuraghi risalenti al 1600 a. C., all'incirca una decina, tra cui il complesso nuragico di Meurra; le Tombe dei Giganti, una vicina al Nuraghe Meurra e altre due, probabilmente tre, nel territorio di Villarios. Numerose anche le tracce dei Fenici e dei Cartaginesi: parecchie le tombe ritrovate nelle campagne, purtroppo ormai non più visitabili, i cui reperti sono stati catalogati e conservati nei musei oppure saccheggiati da privati. Del periodo romano restano il basamento di un ponte, i resti di una strada e due ville con terme, una in località Bettiani, denominata Sa Cresiedda, e l’altra in località Is Concias.
Nuraghe Meurra
Il complesso nuragico di Meurra segna i confini tra Giba, Tratalias e San Giovanni Suergiu; è un nuraghe complesso, in ottime condizioni, risalente al 12° secolo a.c. attorniato dai resti di un villaggio nuragico, pozzo sacro e Tomba dei Giganti, parzialmente distrutti dai lavori di distribuzione dell’acqua nell’invaso di Montepranu. Pur essendo un monumento di grande interesse, è ancora in attesa di essere valorizzato con eventuali scavi e studi.
Economia
L’economia si basa su pastorizia e agricoltura; si producono ottimi formaggi e carni di pecora e agnello, mentre nelle fertili campagne si coltivano gli eccellenti carciofi e grazie alla gran diffusione delle serre si producono vari ortaggi tra cui i deliziosi pomodori. Ottima anche la produzione d’olive e soprattutto la viticoltura; dall’uva Carignano del Sulcis si produce l’omonimo vino conosciuto a livello internazionale.
Gastronomia
La cucina locale si caratterizza per i dolci, il pane, i formaggi, gli ortaggi, soprattutto pomodori e carciofi, e il vino.
Per quanto riguarda i primi piatti troviamo vari tipi di pasta: Mallareddusu, Curroxionis (ravioli di ricotta e bietola) Sappueddusu (pasta di farina integrale) Pillusu (pasta ottenuta dagli avanzi della pasta dei ravioli) Macciamurru (zuppa di pane Civraxiu tagliato a fette ammorbidito con brodo di carne e pecorino grattugiato e cotto al forno) e i legumi, soprattutto fave. Per i secondi piatti, arrosti di vari tipi di carne (agnello, pecora, maiale, cinghiale) o pesce, agnello in umido con i carciofi e pollo ripieno.
Il pane è ancora preparato con i forni tradizionali; molte famiglie possiedono un forno a legna tradizionale e preparano il pane in casa. Esistono vari tipi di pane, diversi in base alla stagione e all’occasione in cui erano preparati.
Su Civraxiu era il pane giornaliero, preparato con la semola o con la farina integrale (Civraxiu Nieddu). Su Coccoi, pane di semola lavorato con delle punte, veniva preparato in occasioni di festività come Natale, Pasqua, battesimi e matrimoni; più era importante l’occasione più veniva decorato, e prendeva il nome di Coccoi Pintau.
Per Pasqua si preparava Su Coccoi Cun S’Ou, pane Coccoi con un uovo al centro, e Sa Pippia Cun S’Ou, bambolina di pane con un uovo in corrispondenza della pancia (era un simbolo di maternità, di buon auspicio per le donne).
Per la giornata dei morti, veniva preparato Su Pani De Saba, pane condito con Sa Saba (marmellata di uva) farcito con noci e mandorle, e guarnito con Saba e palline di zucchero colorate (Tragera). In base al periodo si preparavano dei tipi di pane conditi con ortaggi e prodotti di stagione: Pani Cun Tamatiga (pomodoro), Pani Cun Oria (olive), Pani Cun Fa (fave), Pani Cun Gerda (pezzetti di carne di maiale), Pani Cun Arriscottu (ricotta), Pani Cun Cipudda (cipolla), Pani Cun Casu (formaggio fresco), Pani Cun Pabassa (uva passa).
I dolci tipici sono: Amaretti, Pistoncus (dolci ricoperti di glassa) Gatteaux, Pabassinas (dolce con marmellata d’uva), Gueffusu (dolci di mandorla e zucchero), Piricchittus (dolci ricoperti di glassa al limone) e le Pardulas, con ripieno di formaggio e dalla particolare forma "a rosa"; fatta una striscia di pasta, si mette sopra il ripieno e si avvolge il tutto su se stesso sino ad ottenere una forma che ricorda vagamente una rosa.
Artigianato
L'artigianato è diffuso a livello famigliare. È particolarmente sviluppato l’artigianato tessile: moltissime persone possiedono un telaio artigianale e vengono confezionati bellissimi tappeti, arazzi, cuscini, coperte e asciugamani, conosciuti e apprezzati in tutto il mondo.
Vi sono molti artigiani che producono coltelli, cestini e bravissime ricamatrici; si producono anche oggetti particolari e interessanti come Is Pippiasa de Canna, bamboline con il corpo di canna vestite con il costume tradizionale, oppure le zucchine decorate
a fuoco, utilizzate dagli uomini come borraccia con il costume. Esiste inoltre un tipo d’artigianato che riguarda la confezione del costume: sono poche, infatti, le sarte capaci di confezionare un intero abito tradizionale.
Vi è però un buon numero di persone capaci di produrre pizzi a mano, ricami e confezionare a mano elementi particolari del costume.
Sagre e feste
.29 Giugno San Pietro Martire
.Prima decade d’Agosto Sagra del Pane
.Seconda domenica di Settembre Madonna del Rimedio
Nella frazione di Villarios: .19 Marzo San Giuseppe
.29 Luglio Santa Marta
Festa Patronale San Pietro
La festa religiosa si svolge il 29 di Giugno; si celebra una messa di mattina e una di pomeriggio, seguita da una solenne processione che accompagna il Santo Patrono per le vie del paese, seguita da un corteo di persone in costume tradizionale, gruppi folkloristici, cavalieri e banda musicale. Il Santo viene portato in spalla da quattro uomini vestiti in costume. I festeggiamenti civili possono durare da uno a tre giorni e consistono in spettacoli serali di tipo folkloristico e musicale, e si svolgono in Piazza San Pietro, in prossimità della chiesa.
Sagra del Pane
La Sagra del Pane nasce nel 1994 dall'idea della Pro Loco di divulgare la cultura del pane, ancora viva del nostro paese. Il periodo di svolgimento (la prima decade d’Agosto) è stato scelto pensando principalmente ai numerosi emigrati che tornano in paese in questo periodo, ma anche ai turisti, che in questo modo possono scoprire l'antico rito della panificazione. Nella piazza del comune vengono allestiti diversi forni tradizionali, costruiti con i mattoni in fango (ladiri; durante i tre giorni della sagra si può assistere alla panificazione attraverso tutte le sue fasi, degustare il pane appena sfornato e acquistarlo; assieme al pane vengono offerti prodotti tipici della zona come salsiccia, formaggio e vino. Sono proposti tutti i tipi di pane, dal Civraxiu al Pane con Olive, Pane con Formaggio, con Ricotta, con Gerda ecc ecc. Nella mostra etnografica vengono esposti vari tipi di pane e dolci provenienti dal Sulcis e dalle altre zone della Sardegna accompagnati dal costume tipico del paese dal quale proviene, oltre agli attrezzi utilizzati per la panificazione, oggetti artigianali e prodotti enogastronomici, gli antichi costumi e attrezzi da lavoro del paese. Ad anni alterni viene esposta Sa Domu De Su Massaiu, una sorta di presepe in movimento che rappresenta il mondo agropastorale della Sardegna. Nella piazza vicino al comune si svolgeranno spettacoli serali, tra cui una rassegna folkloristica dove partecipano gruppi folk provenienti da varie zone della Sardegna e vari spettacoli musicali.
Siti Web
- Comune di Giba Sito del comune
- Associazione Turistica Pro Loco Unpli Sardegna
- Giba, Tradizioni e Folklore Sito del gruppo folk.
Evoluzione demografica
Abitanti censiti[1]

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- ^ Dati tratti da:
- Popolazione residente dei comuni. Censimenti dal 1861 al 1991 (PDF), su ebiblio.istat.it, ISTAT.
- Popolazione residente per territorio – serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno.