Luigi XVII di Francia
Luigi XVII di Borbone, fu Re titolare di Francia e Navarra. Dalla nascita al 1789 conosciuto come Luigi Carlo, Duca di Normandia, dal 1789 al 1791 come Luigi Carlo, Delfino di Francia, e dal 1791 al 1793 come Luigi Carlo, Principe Reale (Versailles, 27 marzo 1785 – Parigi, 8 giugno 1795), nacque da Luigi XVI di Francia e da Maria Antonietta d'Austria. Dalla morte del padre nel 1793 alla sua nel 1795, fu considerato re di Francia e di Navarra dai monarchici francesi, anche se fu imprigionato dai repubblicani e non regnò mai effettivamente.
Luigi XVII di Borbone | |
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Re di Francia e di Navarra | |
In carica | 21 gennaio 1793 – 8 giugno 1795 |
Predecessore | Luigi XVI |
Successore | Luigi XVIII |
Nome completo | Luigi Carlo |
Altri titoli | Duca di Normandia Delfino di Francia Fil de France |
Nascita | Versailles (Francia), 27 marzo 1785 |
Morte | Parigi, 8 giugno 1795 |
Sepoltura | Basilica di Saint-Denis, Francia. |
Casa reale | Borbone |
Padre | Luigi XVI |
Madre | Maria Antonietta d'Austria |
Biografia
Legittimo erede al trono dopo la morte del fratello maggiore Luigi Giuseppe, avvenuta il 4 giugno 1789, fu trasportato dai rivoluzionari assieme alla famiglia reale nel Palazzo delle Tuileries. Lì visse fino al 1793, quando fu allontanato dalla madre per essere affidato alle cure di Antoine Simon, un ciabattino analfabeta.[1]
Il ciabattino era un rivoluzionario, a cui fu assegnato il compito di plagiare il bambino e di convincerlo a testimoniare contro Maria Antonietta al suo processo per alto tradimento.[2] Il 6 ottobre, Luigi Carlo firmò una dichiarazione in cui accusava la madre di averlo iniziato a pratiche masturbatorie e incestuose.[3]
Tuttavia, l'utilità del bambino venne dimenticata dopo la morte di Maria Antonietta e, il 19 gennaio 1794, Luigi Carlo venne imprigionato dai rivoluzionari in una torre del Temple, dove tutti si disinteressarono delle sue condizioni di vita e di salute.[4] La prigionia in quel luogo malsano gli provocò una forte febbre che, unita alla malnutrizione patita ed all'impossibilità di difendersi dai parassiti, minarono irreversibilmente la salute del giovane Delfino.[5] Liberato dopo la caduta di Robespierre, Luigi Carlo si spense l'8 giugno 1795.
Pare che il medico legale che accertò le cause della morte abbia rubato il cuore del giovane Delfino. Il cuore, custodito come una reliquia, passò di mano in mano finché, ormai pietrificato, fu ritrovato e finalmente posto nella Basilica di Saint-Denis.
Il mistero che circondò la sua morte contribuì alla comparsa di numerosi "falsi Delfini" all'inizio dell'800.[6] Si andò infatti diffondendo la leggenda che il duca di Normandia fosse stato liberato dalla prigione ed al suo posto fosse stato messo un bambino muto. Uno di questi mistificatori, quasi sempre avventurieri alla ricerca di un appannaggio reale per vivere di rendita, fu incontrato anche da Silvio Pellico, durante il suo periodo di prigionia nelle carceri di Milano.[7]
Le esequie del 2004
Il cuore di Luigi Carlo, o come veniva chiamato affettuosamente dalla madre "chou d'amour", ha ricevuto l'8 giugno 2004, dopo duecentonove anni dalla morte e quattro dall'esame del DNA che ne ha accertato l'autenticità,[8] una messa solenne e la traslazione nella Basilica di Saint-Denis, vicino Parigi, alla presenza di numerosi membri della nobiltà, del sindaco e del nunzio apostolico,[9] nonché del pretendente al trono di Francia, suo successore, Enrico VII di Borbone. A margine del rito, si sono svolti numerosi convegni che hanno affrontato specialmente il tema della violenza psicologica esercitata sui bambini nel corso della storia.
Il Ministero della Cultura francese ha sancito che le spese di traslazione, 150 euro circa, fossero addebitate all'Istituto della Maison Bourbon.[10]
Oggigiorno, la sua tomba è meta di costanti pellegrinaggi da parte dei tradizionalisti francesi, che vedono nella sua figura il primo eroico baluardo di fronte alle ideologie violente che sarebbero nate dalla rivoluzione francese.
Galleria
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Luigi Carlo. Dipinto di Élisabeth Vigée-Le Brun.
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Mausoleo
Ascendenza
Luigi XVII di Francia | Padre: Luigi XVI di Francia |
Nonno paterno: Luigi Ferdinando di Borbone-Francia |
Bisnonno paterno: Luigi XV di Francia |
Bisnonna paterna: Maria Leszczyńska | |||
Nonna paterna: Maria Giuseppina di Sassonia |
Bisnonno paterno: Augusto III di Polonia | ||
Bisnonna paterna: Maria Giuseppa d'Austria | |||
Madre: Maria Antonietta d'Austria |
Nonno materno: Francesco I del Sacro Romano Impero |
Bisnonno materno: Leopoldo di Lorena | |
Bisnonna materna: Elisabetta Carlotta di Borbone-Orléans | |||
Nonna materna: Maria Teresa d'Asburgo |
Bisnonno materno: Carlo VI del Sacro Romano Impero | ||
Bisnonna materna: Elisabetta Cristina di Brunswick-Wolfenbüttel |
Onorificenze
Note
- ^ Cortesi, Luigi XVII - Il bambino ucciso dal Terrore, p. 24.
- ^ Cortesi, pp. 24-25.
- ^ Cortesi, p. 26.
- ^ Cortesi, p. 30.
- ^ Ferranti scrisse: «Egli vegetava in una sudiceria ripugnante. Le sue braccia, le sue cosce e le gambe eransi singolarmente allungate a spese del busto e del corpo. Tre tumori, ai quali nessuno prestava attenzione, gli si erano formati, uno al ginocchio, l'altro al polso, un terzo nella cavità esistente tra il braccio e l'avambraccio. Ne usciva un umore acre e purulento che corrodeva le carni; una specie di scabbia gli aveva coperto il collo, ed i capelli biondo-castani avevano, per così dire, messo radice nella cavità putride che l'umore aveva formato. Oltre di che la nuca, fino all'origine dei capelli, appariva coperta di una rogna inveterata, divenuta anche più dolorosa poiché il disgraziato fanciullo, per un impulso naturale, vi portava continuamente le dita, scorticandosi, facendo sanguinare le carni, con le unghie divenute lunghissime». (Cortesi, pp. 31-32).
- ^ Parigi saluta il cuore del Delfino.
- ^ Silvio Pellico, Le mie prigioni, capitoli XVIII e XIX.
- ^ Il Dna svela il mistero del re bambino.
- ^ Parigi saluta il cuore del Delfino.
- ^ Esequie senza onori per il cuore più scomodo di Francia.
Bibliografia
- Madame Campan, La vita segreta di Maria Antonietta (Memorie), Roma, Newton Compton, 2006, ISBN 88-541-0785-9.
- André Castelot, Maria Antonietta: la vera storia di una regina incompresa, Milano, Fabbri Editori, 2000.
- Paolo Cortesi, Luigi XVII. Il bambino ucciso dal terrore, Forlì, Foschi, 2008, ISBN 88-89325-45-3.
- Benedetta Craveri, Maria Antonietta e lo scandalo della collana, Milano, Adelphi, 2006, ISBN 88-459-2105-0.
- Benedetta Craveri, Amanti e regine. Il potere delle donne, Milano, Adelphi, 2008, ISBN 978-88-459-2302-9.
- Carolly Erickson, Maria Antonietta, Milano, Mondadori, 1997, ISBN 88-04-43662-X.
- Antonia Fraser, Maria Antonietta. La solitudine di una regina, Milano, Mondadori, 2003, ISBN 88-04-50677-6.
- Cesare Giardini, I processi di Luigi XVI e Maria Antonietta (1793), Verona, Mondadori, 1934.
- Joan Haslip, Maria Antonietta, Milano, Longanesi, 1999, ISBN 88-304-0876-X.
- Evelyne Lever, Maria Antonietta. L'ultima regina, Milano, BUR Biografie, 2007, ISBN 978-88-17-00940-9.
- Antonio Spinosa, Luigi XVI. L'ultimo sole di Versailles, Milano, Mondadori, 2008, ISBN 978-88-04-58134-5.
- Stefan Zweig, Maria Antonietta. Una vita involontariamente eroica, Verona, Mondadori, 1948.
Altri progetti
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