Utente:Fernando Venturini/Sandbox
Pietro Saraceno (Pisa, 1940 - Lecco, 11 dicembre 1998) è stato uno storico italiano specialista di storia della magistratura.
Biografia
Figlio del magistrato Pasquale Saraceno, ucciso nel 1944 all'ingresso del Palazzo della Corte d'appello di Firenze da un franco tiratore fascista.[1] (Carnelutti, Riv. dir. processuale, 1946. I, p. 63).
Pietro Saraceno si laureò in giurisprudenza presso l'Università di Firenze. Fu assistente di storia del diritto italiano presso lo stesso ateneo e presso la Facoltà di lettere e filosofia dell'Università d Roma. Successivamente professore incaricato di storia del diritto italiano moderno e contemporaneo nella Facoltà di scienze politiche dell'Università d Padova e di sociologia e storia delle istituzioni nella Scuola di perfezionamento nelle scienze morali e sociali dell'Universtà di Roma. Fu quindi assistente ordinario presso la cattedra di storia dell'amministrazione dello Stato italiano nella Scuola speciale per archivisti e bibliotecari dell'Università di Roma e successivamente professore associato.
E' stato allievo di Paolo Ungari e Carlo Ghisalberti. Tra gli studiosi a lui più vicini si possono citare Gian Carlo Jocteau, Steven C. Hughes, Guido Melis, Guido Neppi Modona, Nicola Tranfaglia.
E' stato socio fondatore e membro del Comitato direttivo della Società per gli studi di storia delle istituzioni.
Pietro Saraceno era sposato con Luisa Gioia Giorgieri, figlia del generale Licio Giorgieri deceduta il 13 maggio 1994.
Nel 2000 la Società per gli studi di storia delle istituzioni ha istituito il "Premio Pietro Saraceno" per una tesi di laurea sulla storia della magistratura nell'Italia unita.
Opere
- L'amministrazione delle colonie genovesi nell'area del Mar Nero dal 1261 al 1453, "Rivista di storia del diritto italiano", 42-43 (1969-1970), p. 177-266
- Alta magistratura e classe politica dalla integrazione alla separazione. Linee di una analisi socio-politica del personale dell'alta magistratura italiana dall'unità al fascismo, Roma, Ed. dell'Ateneo e Bizzarri, 1979
- Vita e carriera del pretore Rodolfo Fischer (1865-1904) ricostruite sulle carte del suo fascicolo personale, "Annali dell scuola speciale per achivisti e bibliotecari dell'Università di Roma, 19-20 (1979-1980), p. 241-282
- Le statistiche giudiziarie italiane. Saggio bibliografico, “Clio”, 1984, n. 1, pp. 133 ss.
- I magistrati italiani dall'unità al fascismo: studi biografici e prosopografici, a cura di Pietro Saraceno, Roma, Cacucci, 1988
- Magistratura e fascismo, in: Il Parlamento italiano, 1861-1988, Vol. 12.1, Il regime fascista: dalla conciliazione alle leggi razziali, Mlano, Nuova CEI, 1990, p. 301-302
- Storia della magistratura italiana. Le origini: la magistratura del Regno di Sardegna, Roma, Università di Roma "La Sapienza", Scuola speciale per archivisti e bibliotecari, 1993
- Le “epurazioni” della magistratura in Italia. Dal Regno di Sardegna alla repubblica: 1848-1951, “Clio”, 1993, pp. 519 ss.
- Il reclutamento dei magistrati italiani dall'unità al 1890, in: Università e professioni giuridiche in Europa nell'età liberale, a cura di Aldo Mazzacane e Cristina Vano, Napoli, Jovene, 1994, p. 539-588
- Giudici, in: Dizionario storico dell’Italia unita, a cura di B. Bongiovanni e N. Tranfaglia, Roma-Bari, Laterza, 1996, pp. 389 ss.
- I magistrati savoiardi del 1860 nel giudizio del procuratore generale Millevoye, “Clio”, 34 (1998), n. 1, p. 55-80
- Bibliografia di storia della magistratura in età contemporanea, Roma, Istituto Luisa Giorgeri Saraceno, 1998
- I magistrati italiani tra fascismo e repubblica: brevi considerazioni su un'epurazione necessaria ma impossibile, “Clio”, 1999, n. 1, p. 65-109
Lo studio della magistratura attraverso i magistrati
Nel saggio Alta magistratura e classe politica dalla integrazione alla separazione. Linee di una analisi socio-politica del persnale dell'alta magistratura italiana dall'unità al fascismo, Roma, Ed. dell'Ateneo e Bizzarri, 1979, Saraceno, con ricchezza di dati, pose le basi per un'interpretazione che metteva in risalto l' "osmosi" tra politica e alta magistratura almeno fino all'età giolittiana, utilizzando il metodo prosopografico e cioè prospettava la necessità di proseguire gli studi sulla magistratura utilizzando la ricostruzione prosopografica delle carriere e delle personalità abbandonando le pregiudiziali ideologiche e il modello astratto della separazione tra i poteri. , attingendo a quello che può definirsi probabilmente il fondo archivistico italiano più importante su di un corpo di funzionari pubblici e cioè i fascicoli personali dei magistrati versati dal Ministero di grazia e giustizia presso l'Archivio centrale dello stato (attualmente tre versamenti: 1860-1905; 1905-1935; 1935-1949). Questo fondo costituisce la principale base documentaria di quel metodo prosopografico che Saraceno avrebbe sviluppato in seguito, utilizzando a fondo tutti gli strumenti informatici allora disponibili. Saraceno era convinto che la storia della magistratura fosse impossibile senza la ricostruzione della storia individuale e collettiva dei magistrati, soprattutto ai vertici dell'ordinamento, e senza l'attenzione al succedersi delle generazioni. La stessa periodizzazione storica di questa istituzione doveva basarsi sull'avvicendarsi delle generazioni, al di là del tessuto normativo e delle tradizionali ripartizioni della storia politica2. Di qui l'attenzione, in un percorso per alcuni anni abbastanza solitario, agli studi sul rinnovamento del personale giudiziario negli anni dell'unificazione, sulle "epurazioni" nella storia della magistratura italiana, sul reclutamento e le condizioni economiche e di vita, sulla statistica giudiziaria, sulla magistratura coloniale3, ecc. giungendo infine a scrivere la prima parte di una storia della magistratura italiana dedicata alla magistratura del Regno di Sardegna.Un elemento che ha rafforzato enormemente questo approccio è la disponibilità di un particolare fondo archivistico, quello dei fascicoli personali dei magistrati, versato in più riprese dal MGG all'ACS e che egli giudico': "quasi certamente il più grosso complesso di carte relative ad un corpo di funzionari pubblici conservato in Italia"[9]. Si può' dire che questo fondo archivistico fu il fondo di Pietro Saraceno. Pietro era convinto che quel fondo avrebbe consentito di costruire la "biografia collettiva" della magistratura che era nei suoi intendimenti ed anche il reale funzionamento di un settore importante dell'amministrazione pubblica e cioè il MGG. Da quel fondo potevano essere estratti i dati che posti in serie avrebbero consentito di evidenziare il susseguirsi delle diverse generazioni di magistrati e da quel fondo potevano emergere le carriere delle figure più rappresentative e più emblematiche della magistratura italiana.
La biblioteca e l'archivio
Pietro Saraceno nel corso dei suoi studi costruì una biblioteca di dimensioni ragguardevoli ed un archivio informatizzato di dati biografici sui magistrati italiani.
La biblioteca era frutto di un preciso progetto e di una raccolta sistematica di libri sulla storia della magistratura come ceto professionale e come parte della classe dirigente italiana.
Una descrizione della biblioteca fu data dallo stesso Pietro Saraceno al momento dell'Istituzione dell'Istituto intitolato alla memoria della moglie Luisa Giorgeri Saraceno[2].
Per esplicito desiderio di Pietro Saraceno, alla sua morte, l'intera biblioteca è stata donata al John D. Calandra Italian American Institute (25 West 43rd st. Suite 1000 New York, New York, 10036) che fa parte del Queens College della City University of New York. Il responsabile dell'Istituto all'epoca della donazione era il prof. Philip Cannistraro. Tra il 15 novembre e il 31 dicembre 2004 alcuni volumi della Pietro and Luisa Saraceno collection sono stati esposti in una mostra presso l'Italian American Museum di New York.
Nel Progetto di ricerca di interesse nazionale del 2006 denominato "Magistratura e politica nello Stato moderno e contemporaneo. Origini e sviluppi storici del conflitto tra potere politico e potere giurisdizionale" coordinato dal prof. Guido Melis, uno degli obiettivi era "il completamento, l'integrazione (sulla base dei fascicoli personali) e la messa in linea della banca dati informatizzata iniziata dal prof. Pietro Saraceno relativa alle carriere dei magistrati italiani dopo l'unità e sino al 1970".
Bibliografia
- Guido Melis, In ricordo di Pietro Saraceno, "Le carte e la storia", 4 (1998), n. 2, p. 271-273
- Guido Neppi Modona, In ricordo di Pietro Saraceno, storico della magistratura italiana, "Le carte e la storia", 6 (2000), n. 1, p. 65-69
- Fernando Venturini, Pietro Saraceno bibliografo e studioso delle fonti, «Le carte e la storia», 6 (2000), n. 1, p. 70-76
Note
- ^ Piero Calamandrei racconta che Pasquale Saraceno in quell'occasione teneva per mano il figlio di quattro anni: "Durante le settimane della battaglia di Firenze, mentre nelle vie vicine al centro i partigiani insorti si battevano contro le pattuglie tedesche appostate alle cantonate e contro i franchi tiratori fascisti annidati nei tetti [...] Pasquale Saraceno, che si era rifugiato colla famiglia nel grande palazzo della corte in via Cavour, si affacciò un istante sulla soglia, tenendo per mano accanto a sé il suo bambino. Bastò che si sporgesse appena, e subito una fucilata da un tetto lo colpì: c'era, puntata in permanenza contro il portone della giustizia, la mira di un assassino. Ma il bambino restò incolume: ora sarà un giovinetto. Quando sarà diventato uomo anche lui, sentirà ancora nella sua mano fatta adulta la stretta e l'incoraggiamento di quella calda mano paterna che credeva nella giustizia". Cfr. Piero Calamandrei, Elogio dei giudici scritto da un avvocato, 3.ed. raddoppiata, Firenze, Le Monnier, 1955, p. xii-xiii
- ^ Un nuovo centro studi con foresteria a Roma [senza firma], "Le Carte e la storia", 2 (1996), n. 1, p. 141-142: "La biblioteca è attualmente composta da circa 6000 monografie e da circa 1000 opuscoli ed estratti, quasi completamente inseriti in un catalogo elettronico che comprende anche lo spoglio dei volumi compositi, come atti di congressi e raccolte di saggi, e nel quale son stati fino [sic] schedati quasi 3500 titoli". Alle monografie si aggiungevano le principali riviste storiche italiane, riviste di giurisprudenza e di dottrina anche molto risalenti nel tempo, la raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno d'Italia e della Repubblica fino al 1958, le raccolte di alcuni stati preunitari, numerosi dizionari biografici e molti numeri di annuari come l'Almanacco italiano, il Palmaverde, ecc.