Jacovella da Celano
Jacovella da Celano, o Iacovella o Jacomella o Iacomella o Jacobella o Iacobella (Celano, XIV-XV secolo – Venafro, XV secolo), è stata una nobile italiana.
Jacovella era l'ultima esponente della casata dei conti Berardi, discendenti di Carlo Magno, che per lungo tempo aveva governato la Marsica. Nel 1424, per motivi aristocratico-politici, sposò Edoardo Colonna detto il deforme, nipote di papa Martino V. Non si conosce il motivo che spinse il Colonna a non consumare il matrimonio, fatto sta che Jacovella chiese all’allora papa Eugenio IV l’annullamento del matrimonio. Ottenuto l’annullamento del matrimonio, Jacovella prese in seconde nozze Jacopo Caldora, ma nel 1439 rimase vedova.
Nel 1445 in terze nozze sposò il nipote di Jacopo, Leonello Acclozamora. Nel 1458, rimasta di nuovo vedova, governò da sola la contea di Celano.
La Contea di Celano al tempo di Jacovella
Nel 1461 Jacovella fece completare il secondo piano del mastio e i 3 torrioni cilindrici del castello di Celano. Viene attribuito ad Jacovella la costruzione del forte corrispondente all’odierna chiesa celanese di San Francesco.
Il figlio di Jacovella, Ruggero Acclozamora, rivendicò alla madre i diritti sulla contea di Celano. Jacovella venne così assediata a Gagliano Aterno e, dopo una lunga e tormentata difesa, venne catturata, mentre veniva ucciso suo fratello che tentava difenderla). Jacovella venne condotta in prigione nella rocca di Ortucchio (novembre 1462).
Ruggero Acclozamora confiscò il tesoro del castello di Celano per poter finanziare così l’assedio di Sulmona da parte dell’amico Piccinino. Ma, persa la battaglia di Sulmona, con l’ascesa al trono di Ferdinando d’Aragona l’Acclozamora e il Piccinino vennero esiliati. La contea di Celano venne espropriata all’Acclozamora e data ad Antonio Todeschini Piccolomini, andato sposo alla figlia del re, Maria; a Jacovella da Celano fu confermato il solo contado di Venafro nell’odierno Molise.