Kaulon

città della Magna Grecia e sito archeologico nel comune italiano di Monasterace (RC)
«Dopo il fiume Sagra c'è Caulonia, fondata dagli Achei e chiamata dapprima Aulonia, per la valle[1] che si trova di fronte ad essa. Ora[2] la città è abbandonata: i suoi abitanti, infatti, furono cacciati dai barbari in Sicilia[3], dove fondarono un'altra città di Caulonia»

Kaulon o Kaulonia, (/'kaulon/) fu una colonia della Magna Grecia, i cui resti sorgono nei pressi di Punta Stilo, nel comune di Monasterace, in provincia di Reggio Calabria.

Kaulon
Kaulonia
Mosaico del III secolo a.C. proveniente da Kaulon[4]
CiviltàMagna Grecia
UtilizzoCittà
EpocaVIII secolo a.C.
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
ComuneMonasterace
Altitudinem s.l.m.
Dimensioni
Superficie400 
Scavi
Data scoperta1911
Date scavi1911-1913
OrganizzazioneSoprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria
ArcheologoPaolo Orsi (scopritore); Francesco Cuteri (attuale)[5]
Amministrazione
EnteSoprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria
ResponsabileDr.ssa Simonetta Bonomi (Soprintendente)
Visitabile
Visitatori3 878 (2022)
Sito webwww.archeocalabria.beniculturali.it/
Mappa di localizzazione
Map

Storia

 
Resti del tempio di Kaulon

Secondo la tradizione il nome della città deriverebbe dal nome del suo fondatore, Kaulo, eroe della guerra di Troia. Secondo Francesco De Sanctis[6] deriverebbe dalla parola kaulos = fusto, tronco. Secondo Strabone[6] il suo nome deriverebbe invece da aulonia, vallonia, cioè valle profonda.

Circa le ipotesi riguardanti la sua origine, le fonti riportano due principali interpretazioni. La prima, sostenuta da Strabone (VI, 1, 10) e Pausania (VI, 3, 12), attribuisce agli Achei il ruolo di fondatori, nella persona di Tifone di Egio. La seconda ipotesi, propria di autori più moderni, propende invece per l'origine come colonia di Kroton (l'attuale Crotone)[7][8]. In realtà, non c'è una dicotomia tra le due ipotesi, dato che la prevalenza dell'una o dell'altra avrebbe influenza unicamente sulla data di fondazione. La ricerca archeologica è infatti concorde nell'individuare nell'VIII secolo a.C. il periodo di fondazione di Kaulon; mentre l'influenza crotoniana, corrispondente al periodo di massimo splendore, è databile al VI secolo a.C.[9].

La città era limitata a sud dal fiume Sagra, sulle cui rive nel VI secolo a.C. si svolse la famosa battaglia della Sagra[10], in cui Kaulon alleata con Kroton fu sconfitta da Locri Epizefiri e Rhegion, grazie al miracoloso intervento dei Dioscuri.

Kaulon venne poi sconfitta dalle forze congiunte dei Lucani e di Dionisio I di Siracusa, sconfitta che costò nel 389 a.C. la deportazione dei suoi abitanti a Siracusa e la cessione del territorio a Locri, alleata del tiranno. Ricostruita da Dionisio il Giovane, Kaulon, fu però preda di Annibale nella seconda guerra punica, finendo poi definitivamente nell'orbita di Roma per opera di Quinto Fabio Massimo nel 205 a.C.

Fonti letterarie attestano che Kaulon avesse un porto con doppio approdo situato alla foce della fiumara d'Assi e che fosse quindi una città che commerciava in legname[11]. Ricca di materie prime come pietra, magnesia, sale, oro e piombo, sarebbe stato anche un centro per la produzione di manufatti in metallo e vasellame[12].

Gli scavi e i reperti

 
L'archeologo Paolo Orsi

I primi scavi vennero effettuati nel 1911-1913 dall'archeologo Paolo Orsi[13], all'epoca Soprintendente ai Beni Archeologici della Calabria e co-fondatore del Museo della Magna Grecia.

La struttura della città prevedeva l'esistenza di un centro urbano principale, cinto da mura e posto al livello del mare, all'interno del quale era presente un tempio dorico, di cui ancora oggi sono visibili le fondamenta. Secondo gli studi effettuati, alla costruzione di questo tempio avrebbero verosimilmente partecipato maestranze provenienti da Siracusa, data l'alta quantità di calcare siceliota. L'area antistante il tempio, attualmente coperta dal mare, era altresì occupata dal centro abitato, come testimoniato dai reperti ivi ritrovati, e che testimoniano la progressiva erosione della costa nell'area[14].

Al di fuori della cerchia delle mura, ed in particolare sul colle Tersinale, era inoltre sito un altro centro cultuale di grande rilievo, come desumibile dalle numerose testimonianze ivi raccolte. Da quest'area provengono alcune favisse ricche di frammenti di terrecotte architettoniche, in particolare frammenti di cassetta, sime frontonali, sime con gronde a testa di leone, alcuni acroteri angolari ed uno centrale, tutto materiale proveniente da tre fasi costruttive diverse di un piccolo tempio[14].

I numerosi reperti archeologici provenienti dagli scavi effettuati sul posto sono per lo più esposti al Museo nazionale della Magna Grecia di Reggio Calabria. Di particolare rilievo sono due mosaici di eccezionale fattura, entrambi raffiguranti un drago, uno dei quali copre un'area di 25 mq ed è quindi considerato "il più ampio mosaico ellenistico reperibile al Sud"[15]. Entrambi i mosaici sono attualmente esposti presso il Museo di Monasterace.

Il finanziamento degli interventi conservativi del sito archeologico in generale, e dei preziosi mosaici del "drago" in particolare, conosce allo stato numerose difficoltà. Il mosaico è stato recentemente adottato da un gruppo di studenti della scuola media dell’Istituto comprensivo Amerigo Vespucci di Vibo Valentia, i quali hanno raccolto una piccola somma tramite autotassazione[16].

Note

Bibliografia

  • G. Raco Kaulonia
  • Francesco Antonio Cuteri, B. Rotundo, Kaulonia fra Tardoantico e Medioevo
  • Damiano Bova, Bivongi. Nella valle dello Stilaro, Bari, Ecumenica Editrice, 2008, 978-88-88758-43-5.

Galleria di immagini

Voci correlate

Collegamenti esterni