Italiani nella Legione straniera francese

lista di italiani
«Legionario un giorno, legionario per sempre!»

La presenza degli italiani nella Legione straniera francese è sempre stata numerosa. Dal 1831 ai giorni nostri vi servirono circa in sessantamila. Ex ufficiali o soldati dell'esercito napoleonico[1], patrioti del Risorgimento, aristocratici, criminali incalliti, antifascisti, ebrei perseguitati dalle leggi razziali, anarchici, fascisti, repubblichini e avventurieri, cercarono tutti rifugio o azione sotto il kepì bianco.

Vicenza 2004. A destra il generale Franceschi, ex comandante della Legione straniera, e alla sua destra il generale a riposo dell'esercito francese Vittorio Tresti

Nel corso della prima guerra mondiale un'intera unità fu composta interamente da italiani: la Legione garibaldina. Nel 1939 si arruolarono nella Legione 639 italiani, mentre dal 1944 al 1954, anno della caduta della fortezza di Dien Bien Phu, circa 10.000 italiani erano stati arruolati nella Legione straniera e per la maggior parte erano emigrati clandestinamente in Francia. Alla caduta della fortezza oltre 5.000 legionari italiani combattevano nella guerra d'Indocina, più di un migliaio erano i prigionieri di guerra italiani dei Viet Minh e oltre 1.300 erano i caduti in combattimento dal 1946[2]

In una seduta del parlamento italiano del 1950 un deputato affermava: «Vedete, l'espressione vi potrà sembrare forte, ma al riguardo posso citarvi un giornale che si pubblica a Roma, un giornale che sostiene con entusiasmo la vostra attuale politica militare; mi riferisco al giornale di Santi Savarino. In questo giornale, proprio ieri, a proposito delle truppe francesi in Indocina, della Legione straniera in Indocina (nella quale noi sappiamo quanti "poveri cristi" italiani siano andati a finire, e per quali ragioni si è scritto: "Finora, si è detto troppo poco che migliaia di italiani si battono contro i rossi in Indocina. E si battono nella Legione straniera! Dunque, si battono nella parte più coloniale delle truppe coloniali della Francia! Di questi ci si fa vanto!»[3].

Tra i legionari italiani con più decorazioni militari spiccano il romano Giovanni Bettazzi e il trapanese Francesco Panitteri combattenti nella guerra d'Indocina, mentre il veterano più anziano fino al 2010 era il sottufficiale Federico Colombatto, classe 1913 di Ivrea, arruolatosi nella Legione nel 1935 e deceduto a Caluso nel 2010[4] e, infine, il legionario che ha raggiunto il grado più elevato di generale di divisione è stato il piemontese Vittorio Tresti, arruolatosi nell'ottobre del 1958.

Nel 1998 i legionari italiani erano circa sessanta[5] mentre nel 2008 gli italiani arruolati ammontavano, secondo fonti ufficiali del Corpo, a circa una cinquantina di unità, la maggior parte sottufficiali e graduati.[6]

Vicenza 2004. Il generale Franceschi a colloquio con l'ex legionario Federico Colombatto

Dal 1831 al 1913

  • Andrea Ferrari (Napoli, 1770Terracina, 1849), patriota e generale pontificio. Ex ufficiale della cavalleria napoleonica, in Italia partecipò ai moti rivoluzionari del 1820 in seguito ai quali fu costretto a rifugiarsi all'estero tra le file dei costituzionali francesi arruolandosi poi, nel 1831, nella neonata Legione straniera francese con il grado di tenente aiutante maggiore. Combattente nella campagna d'Algeria, Andrea Ferrari percorse tutti i gradi, fino a quello di tenente colonnello comandante la Legione stessa, distinguendosi per singolare fermezza di carattere ed esemplare valore. Passata la Legione al servizio della Spagna, comandò come colonnello nella guerra contro i Carlisti; ed il 26 aprile 1836 rimase ferito a Tirapegni, ove ebbe luogo uno dei combattimenti più gloriosi di quella campagna. Sciolta la Legione nel 1838 a causa della decimazione della truppa per malattia, rientrò in Francia, ove rimase in servizio del Corpo col grado di tenente colonnello fino al 1844, quando chiese di essere messo a riposo.
 
Il senatore Francesco Arese Lucini
  • Francesco (Francois) Zola (Venezia, 1795-Aix-en-Provence, 1847), padre del celebre romanziere Émile Zola. Frequentò l'accademia militare a Pavia, Parigi e Modame dal 1810 al 1812, dalla quale uscì con il grado di sottotenente dell'artiglieria a cavallo dell'esercito imperiale francese del principe Eugenio di Beauharnais. Alla caduta di Napoleone Buonaparte, servì, dal 1815 al 1821, in un reggimento dell'esercito austriaco. Tra il 1817 e il 1818 frequentò l'università di Padova ove si laureò in ingegneria. Francesco Zola "è un tipo avventuriero alla Stendhal, appassionato sino alla follia del proprio lavoro" (A. Lanoux). Di idee politiche liberali, carbonaro e massone, lasciata la carriera militare, nel 1830 si recò in Austria dove, come ingegnere capo, progettò la costruzione della ferrovia Linz-Budweis, che è considerata la prima linea ferroviaria del continente europeo, esclusa l'Inghilterra. Lavorò in Olanda, Inghilterra e, infine, in Francia, dove tra il luglio del 1831 e il 1833 prestò servizio nella neonata Legione partecipando alla conquista dell'Algeria. Arruolato come sottotenente ad Algeri, lo Zola si innamorò di una donna maritata e per lei commise un furto in un negozio di abbigliamento. Scoperto, le autorità militari per ordine del Duca di Rovigo, obbligarono il capitano Zola alle dimissioni dalla Legione. Era il 15 gennaio 1833. Congedato suo malgrado si stabilì a Marsiglia e poi a Parigi. Nel 1843 progettò la costruzione del canale di Aix-en-Provence. Morì il 27 marzo del 1847 lasciando la famiglia in ristrettezze economiche.[7]
File:Vimercati Ottaviano.gif
Il senatore Ottaviano Vimercati
  • Filippo Agresti (Napoli, 1797 – Napoli, 1865), patriota. Si arruolò nella Legione nel 1831 e combatté in Algeria.
  • Raffaele Poerio (Catanzaro, 1792 - Torino, 1853), patriota. Figura tra le più rappresentative degli italiani nella Legione. Esule in Francia si arruolò nel Corpo nel 1832 assumendo il comando del V Battaglione. Servì per diciassette anni fino a raggiungere il grado di colonnello.
  • Francesco Arese Lucini (1805-1881), patriota e senatore del Regno. Nato a Milano il 14 agosto 1805, fu nominato senatore il 26 novembre 1854, morì a Milano il 25 maggio 1881. Ricco patrizio milanese, fu esule per motivi politici fin dal 1831 in Francia. Nel 1832 fu volontario nella Legione a servizio della Francia nella campagna di conquista dell'Algeria. Francesco Arese Lucini fu uno dei principali promotori delle Cinque giornate di Milano nel 1848. Dopo la rioccupazione austriaca del suo paese riparò in Piemonte nel Regno di Sardegna dove ottenne la cittadinanza sarda. Colle sue relazioni di dimestichezza antica con Napoleone III di Francia, imperatore dei francesi, si adoperò efficacemente per l'alleanza della Francia col Piemonte nella guerra del 1859. Legato in amicizia coi più eminenti uomini politici d'Italia ebbe molta parte fra i più benemeriti del suo Risorgimento. Fu vicepresidente del senato nelle due sessioni 1863 e 1873-74.
  • Ugo Pepoli (1818-1896), patriota. Nato il 13 ottobre 1818 pertecipò, nel 1843, alla spedizione Ribotti e, a causa di questo, fu costretto all'esilio in Francia. Entrò quindi nelle Legione e prestò servizio in Algeria sotto gli ordini del colonnello Raffaele Poerio. Partecipò alle campagne del 1848 e 1849 e, dopo di esse, tornò esule in Francia. Nel 1855 prese parte alla guerra di Crimea e, sempre lo stesso anno, entrò a far parte del 1º Reggimento straniero della Legione Anglo-italiana col grado di capitano e vi militò fino al suo scioglimento l'anno successivo. Nel 1859 entrò nell'esercito dell'Italia centrale e poi in quello italiano, raggiungendo il grado di generale. Nel 1876 fu nominato da Vittorio Emanuele II, di motu proprio, suo aiutante di campo onorario. Morì nel 1896.
 
Carlo Pisacane
  • Girolamo Borgazzi (Milano, 1808-1848), patriota, nel 1829 emigrò in Francia. Nel 1834 aderì alla "Giovane Italia" di Giuseppe Mazzini e tentò l'insurrezione della Savoia. Arrestato dalla polizia francese e deportato in Algeria, si arruolò nella Legione ove combatté con coraggio al punto da guadagnarsi i gradi di sergente maggiore. Nel 1836 combatté, sempre con la Legione, in Spagna, fu promosso tenente e ottenne altre onorificenze dalla regina Isabella II di Spagna. Nel 1843 lasciò la Spagna e rientrò in Italia. Assunto come ispettore delle Ferrovie durante la costruzione della ferrovia Milano-Venezia, nel 1848 partecipò alle Cinque giornate di Milano e condusse 4.000 insorti all'assalto di Porta Comasina, dopo aver tentato di impadronirsi della polveriera di Lambrate. Dopo un violentissimo assalto fu colpito da una palla al petto e morì.
  • Domizio Regnoli (Milano, 17 novembre 1811 - 18 giugno 1876), patriota. Ebbe parte attiva nei moti del 1831, combatté al monte di Cesena il 20 gennaio 1832. Incarcerato e rilasciato andò esule in Francia, ove si arruolò nella Legione nella quale combatté e fu ferito in Algeria. Rientrato in Italia partecipò alle campagne del 1848-1849. Nella difesa di Vicenza, il 10 giugno 1849, rimase ferito e meritò per i suoi atti di valore di essere citato all'ordine del giorno.
  • Giuseppe Broggi (Milano, 1814-1848), patriota. Esule in Francia combatté in Algeria nella Legione. Rientrato in Italia fu una delle prime vittime delle "Cinque Giornate di Milano", combattendo a Porta Orientale.
 
Il tenente generale Fortunato Marazzi nella prima guerra mondiale.
  • Carlo Pisacane, patriota. Prestò servizio come ufficiale nella Legione, tra il 1847 e il 1848.
  • Gustavo Bertollo (1830-1863), morto il 30 aprile nella battaglia di Camerone in Messico e Lai Casimir (1830-?), tamburo del capitano Danjou, ferito e uno dei pochi sopravvissuti a Camerone.
 
1855. Il sottotenente Ugo Pepoli del 1º Reggimento Straniero
File:Aristide Merolli.JPG
Cerchiato, il capitano Aristide Merolli nel 1930 ca. in Marocco
File:Argonnebruno.jpg
Bruno Garibaldi, sottotenente.
  • Fortunato Marazzi, (Crema, 1851 - 1924), conte, generale e deputato. Nel 1870, a Cagliari, disertò dalla marina militare italiana, ove prestava servizio come cadetto, per accorrere in Francia al seguito di Garibaldi. Si arruolò, dietro i consigli pressanti del padre ed i buoni uffici di politici francesi amici, nella Legione. Combatté nella guerra franco-prussiana del 1870-1871 come sottotenente a titolo straniero e con una ferma per la durata della guerra. Partecipò alla liberazione di Parigi dai "Comunardi", ove fu promosso al grado di tenente per merito nel febbraio del 1872 e nella campagna di conquista dell'Algeria.
  • Aristide Merolli (San Giovanni, 1885-1947). È annoverato tra le figure eroiche del Corpo. Emigrato in Francia nel 1911, si arruolò nella Legione. Addestrato a Sidi Bel Abbes, l'anno seguente fu trasferito in Marocco come caporale al 1º reggimento di marcia del 1° RE. Ferito gravemente nel combattimento di Sidi Belkacem nel giugno 1914, il Merolli fu promosso al grado di sergente. Nel 1916 fu trasferito sul fronte francese e per il valore dimostrato fu decorato della Medaglia militare e promosso sottotenente. Alla fine della guerra fu trasferito in Marocco, ove imperversava la ribellione delle tribù locali, assegnato al 3 REI e poi al 1° RE, si meritò quattro citazioni e la medaglia della Legion d'onore. Promosso capitano, nel 1925 rientrò a Sidi Bel Abbes con incarichi amministrativi. Nel 1934 fu nuovamente in azione in Marocco e, infine, nel 1938 fu congedato. Aristide Merolli, nel 1937, pubblicò le sue esperienze di legionario in: "La grenade héroique. Avan la tourmente", Ed. A. Moynier, Casablanca, Fès, 1937.[10][11]
File:Costante garibaldi.JPG
L'aiutante capo Costante Garibaldi.

Dal 1914 al 1918

Tutti nipoti dell'Eroe e figli di Ricciotti Garibaldi. Ufficiali e sottufficiali della Legione Garibaldina, facente parte del IV Reggimento del 1º Reggimento straniero. Bruno e Costante caddero in combattimento nel 1914-'15 nelle Argonne.

  • Ricciotto Canudo (1877-1923), poeta e scrittore. Allo scoppio della prima guerra mondiale, nell'agosto del 1914 si arruolò nella Legione e, come tenente a titolo straniero, fu aggregato alla Legione Garibaldina raggruppata nel IV Reggimento di marcia del 1º reggimento della Legione. Combatté nelle Argonne e nel 1915, con l'entrata in guerra dell'Italia e il conseguente scioglimento dei garibaldini, fu distaccato a Orano presso il 2º reggimento straniero. Nominato capitano fu distaccato al 1º reggimento di marcia d'Africa e ottenne il comando di una compagnia di zuavi operante sul fronte d'Oriente, in Macedonia e nei Dardanelli. Ferito in combattimento ebbe numerose decorazioni al valor militare.[12]
 
L'ufficiale medico Henri Lentulo nel 1914
  • Henry Lentulo (Nizza, 17 novembre 1889-Gap, 27 gennaio 1981), è stato un pioniere dell'odontoiatria. Nato a Nizza da genitori italiani di origine piemontese, il padre Gaetano era nativo di Ceva mentre la madre Caterina Operti di Cuneo, nel 1912 si laureò all'università reale di Torino chirurgo dentista. Di idee politiche socialiste, nell'agosto del 1914, si arruolò nella Legione nel 1º reggimento di marcia, come legionario di seconda classe. Nell'ottobre dello stesso anno fu distaccato presso la Legione Garibaldina del IV Reggimento di marcia del 1° RE, come medico ausiliario. Nell'aprile del 1915 con lo scioglimento dei garibaldini, Lentulo fu destinato al 2º Reggimento straniero a Orléans e successivamente al 359º reggimento di fanteria. Nel luglio 1916 combatté a Verdun e nel 1918 fu destinato a Milano per organizzare il Centro di Chirurgia maxillo-facciale. Fu nominato cavaliere della Legione d'onore e decorato della Croce di guerra con la stella di bronzo. Autore di numerosi scritti scientifici, si naturalizzò francese solamente nel 1925.[13]
  • Clodomiro Natoli (1893-1917), figlio di Luigi Natoli autore de "I Beati Paoli". Di fede repubblicana, nel 1914 si arruolò a Parigi nella Legione Garibaldina. Sopravvissuto ai combattimenti nelle Argonne, nella primavera del 1915 fu trasferito in Italia e combatté nell'esercito italiano sul Carso, come sottotenente. Morì durante un'esercitazione militare nel 1917 colpito al cuore da una scheggia di bomba a mano.
  • Lazzaro Ponticelli: è stato uno degli ultimi combattenti sopravvissuti della Grande Guerra. Nel 1914 fu incorporato nella Legione Garibaldina, esattamente nel terzo battaglione, decima compagnia, del IV Reggimento di marcia al comando del capitano Antonio Bruera.
  • Camillo Barany Hindard (Lodi, 1889-Etiopia, 1936). Nel 1914 si arruolò nella Legione Garibaldina a Parigi e fu incorporato nel IV Reggimento di marcia della Legione. Combatté nelle Argonne. Decorato alla memoria della medaglia d'oro al valor militare durante la campagna dell'Africa Orientale del 1936.
  • Camillo Marabini (Camerino-Parigi, 1965), mazziniano, scrittore e uomo politico. Nel 1914 si arruolò a Parigi nella Legione Garibaldina come tenente, poi promosso per merito capitano.

Dal 1930 al 1938

File:Del favero.jpg
Il legionario Dino Del Favero caduto in combattimento a Keren nel 1941
  • Duilio Lagazzi (Castello di Serravalle, 25 gennaio 1902-?), antifascista. Fornaciaio iscritto al Partito Socialista Italiano, emigrò in Francia nel 1930 e si arruolò nella Legione. Dopo il rimpatrio in Italia fu sottoposto a sorveglianza speciale da parte della polizia fascista fino al 1937, quando fu radiato dall'elenco dei sovversivi.[14]
  • Dino Del Favero (Venezia, 31 maggio 1910-Keren, 15 marzo 1941). Emigrato in Francia si arruolò nella Legione a Gap nel settembre del 1931. Dopo un periodo di addestramento a Sidi Bel Abbes in Algeria, fu assegnato al 1° REI in Marocco ove partecipò al combattimento di Koucer nel settembre del 1933. Nel 1935 fu distaccato al 3° REI. Nel 1938 sottoscrisse un nuovo arruolamento di cinque anni. Nel 1940, caporale della 13ª D.B., prese parte alla campagna di Norvegia combattendo a Bjervik e a Narvik il 28 maggio rimanendo ferito. Evacuato in Inghilterra, Favero aderì alle Forze francesi libere di Charles de Gaulle. Nel settembre del 1940 fu trasferito a Dakar in vista della campagna d'Africa contro le truppe dell'Asse. In Eritrea combatté contro le truppe italiane e a Keren, il 15 marzo 1941, fu ucciso in combattimento. Fu decorato alla memoria da Charles de Gaulle, Compagnon de la Liberation (23 giugno 1941), Croce du Guerra 39/45 (due citazioni), Croce di combattente e Medaglia dei feriti.[15]
 
Il sergente Augusto Bruschi caduto in combattimento a Keren nel 1941
  • Silvano Ceccherini (Livorno, 1915-1974), scrittore.
  • Vittorio Landini (Pianoro, 24 ottobre 1902-?), antifascista. Operaio verniciatore, nel 1922 fu espulso dall'Avanguardia fascista e nel 1930 emigrò clandestinamente in Francia. Nel 1936 si arruolò nella Legione. Nel 1934 fu classificato dalla polizia fascista come comunista e fu emesso un mandato di cattura in caso di un suo rientro in Italia.[16]
  • Ilo De Franceschi (Trieste, 1903-1985), antifascista. Nato in una famiglia aristocratica triestina, alla fine degli anni venti, a causa della sua opposizione al fascismo, fu imprigionato. Nel 1937, a 34 anni d'età, si arruolò nella Legione per una delusione amorosa. In servizio in Marocco, il 19 dicembre del 1938 iniziò casualmente una relazione epistolare che durò due anni, con Madeleine Alain, una ragazza francese. Il contenuto di queste lettere sarà poi pubblicato da Ariane Ascaride in Ecrivez-moi, Madeleine, Editions de l'Aube, nel 1989. Nel 1971 a Parigi, al Circolo degli Amici dell'Unesco, Ilo De Franceschi presenterà il libro di Alfredo Seriani (1923-2005) intitolato: Gita sull'altopiano.
    File:Carletto.JPG
    Il sergente-capo Mario Carletto caduto in combattimento nel 1946 in Indocina
  • Alfonso (Alphonse) Bachetti (1902-Besançon, 1969). Nato in Italia emigrò in Francia a Besançon nel 1913 lavorando come operaio forestale. Nel 1938 si arruolò nella Legione a Sidi Bel Abbes, ferito in Norvegia nel giugno 1940. Alla resa della Francia raggiunse le Forze francesi libere di Charles de Gaulle a Londra per combattere i nazisti. Partecipò alla campagna di Siria, Egitto, Libia, Tunisia, Italia e alla liberazione della Francia. Nel 1947 ottenne la cittadinanza francese.[17]
  • Augusto Bruschi (Oristano, 8 marzo 1920-Keren, 14 marzo 1941). Il padre, muratore, emigrò in Corsica a Frasseto. I cinque fratelli si erano arruolati nella Legione e così anche Augusto li raggiunse nel Corpo il 2 settembre 1938 a Aiaccio. Incorporato nella 13ª D.B, partecipò ai combattimenti di Bjervik e Narvik in Norvegia. Evacuato colla sua unità in Inghilterra nel giugno 1940, aderì al movimento della Francia Libera del generale Charles de Gaulle. Nominato sottufficiale, nel settembre 1940 prese parte all'operazione "Menace" nell'Africa occidentale volta all'occupazione di Dakar. Destinato poi alle operazioni in Eritrea con la Brigata francese d'Oriente, Augusto Bruschi fu ucciso in combattimento contro le truppe italiane il 14 marzo 1941 durante un attacco teso a occupare la linea ferroviaria Keren-Massaua. Fu decorato cavaliere della Legion d'onore, della Croce di Compagno della Liberazione (23.6.1941) e della Croce di guerra 39/45 con palme.[18]
  • Mario Carletto (Limone, 30 dicembre 1917-Indocina, 26 marzo 1946). Emigrato in Francia, Carletto si arruolò nella Legione il 12 novembre del 1938. Dopo un periodo di addestramento a Sidi Bel Abbes, nel maggio del 1939 fu distaccato al 2° REI a Meknes, ove fu segnalato per il suo ottimo comportamento e promosso caporale. Trasferito al 3° REI, il 12 dicembre 1942 fu promosso sergente. Partecipò alla campagna di Tunisia, d'Italia e di Francia. Promosso sergente-capo nell'aprile del 1945 fu inviato in Indocina ove morirà, il 26 marzo del 1946, in un'imboscata dei Viet Minh. Fu decorato della Croce di guerra e, postuma, della Medaglia militare, la più alta decorazione francese.[19]

Dal 1939 al 1944

File:Toneatti.jpg
Il legionario Ettore Toneatti caduto a Keren nel 1941
  • Gildo Caputo (Parigi, 1904-1987), mercante d'arte, si arruolò nella Legione nel 1939.
  • Giulio Cesare Silvagni, antifascista. Servì nella Legione nella 13ª D.B nella campagna del nord Africa contro le truppe dell'Asse, in Italia e in Francia. Raccontò le sue esperienze di guerra in due scritti: "La peau des mercenaires" del 1954 e "La Légion marche sur Rome" nel 1961.
  • Ettore Toneatti (Clauzetto, 2 dicembre 1910-Keren, 15 marzo 1941), antifascista. Dopo gli studi primari e un'occupazione come muratore, emigrò in Francia e il 17 maggio 1939 si arruolò nella Legione per 5 anni. Naturalizzato francese partecipò con la 13ª D.B alla campagna di Norvegia e fu ferito nel corso delle operazioni il 6 giugno 1940. Rimpatriato nel Regno Unito, aderì al movimento della Francia Libera del generale Charles de Gaulle con lo pseudonimo di Hector Girard. Trasferito in Africa occidentale, sbarcò il 1º gennaio 1941 in Camerun. Con la Brigata francese d'Oriente, posta agli ordini del colonnello Raoul Monclar, Ettore Toneatti prese parte, con il grado di legionario di 2ª classe della 13ª D.B, alla campagna d'Eritrea contro le truppe italiane. Morì il 15 marzo 1941 nei combattimenti per la presa della città di Keren a l'Engiahat, ove fu sepolto. Fu decorato della Croce di Compagno della Liberazione (23 giugno 1941) e della Croce di guerra 39/45 con palme.[20]
  • Gigi Guadanucci (Massa, 1915), scultore. Per motivi politici, nel 1936 emigrò in Francia a Grenoble. Nel 1939 si arruolò nella Legione ed alla disfatta della Francia entrò nella Resistenza. Rientrato in Italia tra il 1950 e il 1953, si stabilì definitivamente a Parigi. Nel 1951 vinse il Premio Lorenzo Vicini a Forte dei Marmi e il Premio Interregionale di Marina di Massa. Nel 1983 il ministro francese della cultura, Jack Lang, gli conferì il titolo di Cavaliere dell'Ordine delle Arti e delle Lettere.
  • Jean Rossi, antifascista. Si arruolò nella Legione nel febbraio del 1939. Con la 13ª D.B. prese parte alla campagna di Norvegia. Evacuato in Inghilterra aderì al movimento della Francia Libera del generale Charles de Gaulle. Trasferito in Camerun, partecipò alle operazioni in Sudan, Egitto, Libia, alla campagna d'Italia e alla liberazione della Francia. Si congedò nel 1945. Raccontò le sue memorie di guerra in: "Matricule 80546. Journal de campagne d'un légionnaire italien en service de la France", Ouest-France, 2000.
  • Giambattista Lazagna (1923-2003), antifascista, partigiano comunista e avvocato. Nato in una famiglia appartenente all'élite genovese, antifascista e borghese con stretti legami alla nobiltà locale, Giambattista Lazagna fu giovanissimo avverso al fascismo e nel 1938 compì, d'accordo con i propri genitori, i primi studi in un Liceo di Nizza gestito dalla Curia, allo scopo di ricevere una formazione apolitica e libera. Si arruolò nella Legione poco dopo, ma nel 1942 fece ritorno a Genova. Con lo pseudonimo di "Carlo", dal 1943 al 1945, fu partigiano della divisione garibaldina "Pinan Chichero", operante nella Val Borbera. Decorato della medaglia d'argento al valor militare per meriti durante la Resistenza. Militante comunista dal 1942 al 1972, fu coinvolto in indagini della magistratura italiana riguardante il terrorismo brigatista.
File:Camerini Gustavo.jpg
Il capitano Gustavo Camerini.
  • Gustavo Camerini (Alessandria d'Egitto, 1º settembre 1907-Varese, 26 settembre 2001), antifascista, ufficiale a titolo straniero e avvocato. Dopo il servizio militare effettuato in Italia nel 1929, proseguì gli studi universitari in giurisprudenza laureandosi avvocato. Nel settembre 1939 trovandosi a Parigi, si arruolò nella Legione e il 1º marzo del 1940 fu promosso sottotenente. Distaccato alla 13ª D.B. combatté in Norvegia. Il 18 giugno nel Regno Unito aderì alle Forze francesi libere, ossia la Francia libera, il movimento politico di Charles de Gaulle con lo pseudonimo di Clarence. Nel settembre 1940 partecipò alla spedizione a Dakar. Promosso tenente nel 1941, prese parte alla campagna d'Eritrea e, combattendo contro le truppe italiane, fu ferito nella presa di Massaua l'8 aprile 1941. Combatté in Siria, nella Battaglia di Bir Hakeim, nella Battaglia di El Alamein e in Tunisia. Durante la campagna d'Italia fu ferito l'8 maggio 1944 a Pontecorvo e a Radicofani. Promosso per merito capitano, fu distaccato presso l'ambasciata francese a Roma, ma il 12 ottobre 1945, a Parigi, fu congedato. Ritornato in Italia diventò avvocato della Corte di Appello di Milano e poi della Corte di Cassazione. Fu tra le 1.038 personalità insignite della prestigiosa onorificenza dell'Ordine della Liberazione, istituita nel 1940 a Brazzaville da Charles de Gaulle. Inoltre è stato decorato di Comandante della Legion d'onore, Compagno della Liberazione, Croce di guerra 1939-1945, Medaglia coloniale, Medaglia dei feriti, Medaglia del levante, Ordine di Sant Olaf (Norvegia) e Croce di guerra (Norvegia). Postume sono state pubblicate le sue memorie di guerra in: Gustavo Camerini, Ce soir nous monterons tous au paradis, Ed. A. BarthélémY, 2002.[21]
 
Il legionario Giuseppe Bottai all'atto dell'arruolamento nel 1944.
  • Umberto Marzocchi, militante anarchico. Si arruolò nella Legione nel 1940 e con la sconfitta della Francia, aderì alla Resistenza francese.
  • Giuseppe Porcu (Dolianova, Cagliari, 1920), antifascista. Militare di leva nel 1940, a Torino, entrò in contatto con numerosi dissidenti e incominciò a sviluppare una coscienza politica antifascista. Alla vigilia della guerra, per punizione fu trasferito in una caserma di montagna al confine con la Francia, dalla quale fuggì oltrepassando la frontiera. Arruolatosi nella Legione combatté inizialmente contro i Tedeschi e poi nel Nord Africa. Ammalatosi di pleurite, ritornò in Francia, dove entrò a far parte della resistenza francese durante l'inizio dell'occupazione nazista. Arrestato, fu affidato dal governo di Vichy alle autorità italiane che lo carcerarono immediatamente. Detenuto nel settembre del 1943 nel carcere militare di Peschiera del Garda fu consegnato dalla Repubblica di Salò ai nazisti e deportato nel Campo di concentramento di Dachau, ove trascorse due anni riescendo a sopravvivere fino alla liberazione dell'aprile del 1945. Rimpatriato in Francia, lavorò successivamente nelle miniere. Attualmente risiede a Genk in Belgio ed è autore di "Gli anni sospesi", un saggio sulla sua esperienza personale di detenuto a Dachau.
  • Marino Barreto Junior (Cuba, 1925-Milano, 1971), cantante di origine cubana, fu il protagonista delle estati musicali italiane dagli anni 50 fino al 1962. Originario del territorio di Matanzas, nel 1943 fuggì di casa giovanissimo per arruolarsi nella Legione in quanto il padre lo voleva studiato dentista. Ferito in battaglia in Algeria, durante la convalescenza entrò a far parte della banda musicale della Legione a Sidi Bel Abbes. Giunse in Italia nel 1948. Ritornato a Cuba si laureò in lettere, ma dopo la presa del potere nel 1959 da parte di Fidel Castro, ritornò definitivamente in Italia. Morì nel 1971 di cirrosi epatica in un letto di corsia dell'ospedale Fatebenefratelli di Milano. Cantò: "La più bella del mondo", "Arrivederci" e "Un'anima tra le mani". Nel 1958 fu interprete di "Altagracia", il primo videoclip della storia musicale italiana.
  • Giuseppe Bottai (1895-1958), esponente del Partito Nazionale Fascista e ministro dell'Educazione nazionale. Si arruolò nel 1944 con il consenso delle autorità politiche francesi, sotto il nome di Andrea Battaglia, nella Legione, dove rimarrà fino al 1948 e nelle cui file combatterà contro i tedeschi, inquadrato nel 1º Reggimento di cavalleria con il grado di brigadier chef. Fu congedato per motivi di salute con il grado di sergente.
 
Magenta, 6 giugno 2004. Ex legionari dell'ANIEL ripresi dopo la sfilata in ricordo della battaglia di Magenta. Penultimo a destra Federico Colombatto, il legionario più anziano d'Italia nel 2004

Dal 1945 al 1954

File:Bezzo legionario.jpg
Caporal chef Ugo Bezzo nella guerra d'Indocina del 1954
  • Ugo Bezzo nato a Ozzano Monferrato il 27 agosto 1931. Arruolatosi nella Legione nel 1949 fu assegnato al 1º Reggimento straniero di cavalleria e con esso partecipò alla guerra d'Indocina con il grado di caporal chef. Compì missioni in Algeria, Tunisia e Camerun e si salvò in Algeria in un attentato che fece saltare la jeep su cui prestava servizio con mansione di radiotelegrafista e nel quale morirono gli altri cinque soldati a bordo. Venne decorato nel 1956 con la Mèdaille Commèmorative des opèratione, securitè et maintien de l'ordre nell'Africa del Nord. Bezzo ottenne diverse decorazioni sul campo per missioni condotte in Indocina e si congedò nel 1957 con il grado di brigadier chef. Morì nel 1970 a causa di un incidente stradale. Il fratello ha continuato a mantenere vivo il ricordo del suo valore conservando le medaglie e gli attestati conseguiti sul campo.
  • Luigi Riccardi nato a Ruvo di Puglia il 17 ottobre 1927, arruolatosi nella Legione nel 1945. Dopo un periodo di addestramento a Sidi Bel Abbes venne inviato in Indocina incorporato nella 13ª Mezza brigata. Decorato con una Croce di guerra d'argento il 30 settembre 1950, una Croce di guerra T.O.C. di bronzo il 23 giugno 1948 e infine con una Medaglia coloniale il 15 marzo 1947. Fu congedato nel 1955 e vive vicino a Roma.
  • Natale Campigotto (Lamon, 1930-1990). Ex partigiano-infermiere, con lo pseudonimo "Portafortuna", del Battaglione "Gherlenda" operante nella Valsugana e nel bellunese durante la Resistenza. Terminata la guerra si arruolò nella Legione combattendo in Indocina.
  • Arsenio Boschetti detto "Corea" (classe 1921) di Bolzano. Si arruolò nella Legione nel 1947 con Beniamino Leoni e combatté in Indocina.[24]
  • Enrico (Ricu) Chiappano di Zerba, un piccolo comune piacentino. A 8 anni d'età tentò di buttarsi dal tetto della scuola di Zerba usando un ombrello come paracadute. Nel 1944 aderì volontariamente all'esercito della Repubblica sociale italiana di Salò e fu catturato prigioniero degli inglesi. Terminato il conflitto si arruolò nella Legione e congedato intraprese l'attività imprenditoriale nel settore della trasformazione dello zucchero. Mercenario nel Congo Belga, fino al ritorno in Italia dove, paradossi della burocrazia, fu chiamato ad assolvere al servizio militare di leva, a Pisa nei paracadutisti della "Folgore". La sua vita avventurosa è stata descritta da Riccardo Finelli in "Storie d'Italia. Viaggio nei Comuni più piccoli di ogni regione", edito da Incontri Editrice, nell'anno 2007.
  • Giampiero Vigilanti (classe 1930) di Prato. Nel 1948 si arruolò nella Legione. Nel 1954 partecipò alla guerra d'Indocina, ove catturato dagli insorti Viet Minh fu sepolto vivo in una buca. Sopravvisse nutrendosi di scarafaggi e fu liberato dopo una settimana dai camerati legionari. Rientrato in Italia si stabilì a Prato. Suo malgrado fu coinvolto nelle indagini relative agli assassini del Mostro di Firenze, ma fu completamente scagionato da ogni accusa. Ereditò da un parente americano una fortuna. La sua vita è stata narrata da Enrico Ruggeri in "Quante vite avrei voluto. 21 storie al bivio", edito da Rizzoli, nel 2007.
  • Nello Bardi (1932-1989). Prestò servizio nella Legione dal 1949 al 1954 combattendo in Indocina incorporato nello squadrone L.V.T (carri anfibi Alligatori) del 1º Reggimento di cavalleria (REC). Nel 1991 sono state pubblicate le sue memorie legionarie in "Des hommes simplement".
File:Aubagne.jpg
Aubagne, aprile 2009. L'ex sergente Aldo Nebiolo, volontario dal 1950 al '55 e oggi presidente dell'ANIEL Nord-Ovest, porta la teca di vetro contenente la reliquia della mano di legno del capitano Danjou
  • Andrea Funitto originario di Guglionesi nel Molise, ora abita a Parigi. Alla fine del 1949 raggiunse la Francia e si arruolò nei paracadutisti della Legione. Dopo un periodo di addestramento a Sidi Bel Abbes in Algeria, nel 1951 fu trasferito in Indocina, la colonia francese nel sud est asiatico sconvolta dalla guerriglia organizzata dai Viet Minh che si battevano per l'indipendenza. Promosso al grado di sergente, partecipò a numerose azioni di guerra e catturato dai Viet riuscì, dopo una fuga rocambolesca, a rientrare nelle file della Legione. Nel 1953 rientrò in Algeria ove prese parte ad azioni contro la guerriglia locale. Terminato il suo periodo di ferma, nel 1955 si stabilì in Francia a Parigi. La sua avventura legionaria è stata recentemente descritta da Domenico Aceto in "Legionario in Indocina", edito da Mursia nel 2006[26].
  • Julio Lostraco (Bugnara, 1911-Villeneuve-Saint-Georges, 2005). Si arruolò nella Legione prestando servizio tra il 1949 e il 1960 in Algeria, Tunisia, Marocco, Indocina e Madagascar nel 1°, 6°, 3° e 5° REI. Fu decorato della Croce di combattente e della Medaglia Coloniale dell'Estremo Oriente.
  • Mario Giannotti (Lucca, 8 agosto 1922- Dien Bien Phu, 14 settembre 1954). Si arruolò nella Legione il 15 ottobre 1949, con la matricola 68.474. Il 5 novembre 1949 viene subito imbarcato per Orano e incorporato nel 4° REI. Il 13 giugno 1950 raggiunge Haiphong e viene distaccato al 5° REI. Il primo ottobre del 1952 viene nominato 1ère classe. Il 7 febbraio 1953 viene inviato presso il CPLEM. Il 29 settembre 1953 firma per altri 18 mesi a partire dal termine del suo primo contratto. Il 17 novembre del 1953 raggiunge Saigon e viene assegnato alla 2ª Compagnia del 1º Battaglione della 13ª DBLE. Il primo aprile 1954 viene nominato caporale. Viene ucciso in combattimento il 14 settembre 1954 a Dien Bien Phu, nel Vietnam del nord. Citato all’ordine di Brigata il 4 luglio 1952; medaglia coloniale (brevetto n. 336 448); croce di guerra TOE con stella in bronzo e, infine, medaglia commemorativa della campagna d’Indocina.
  • Derino Zecchini (Gradisca di Spilimbergo, 1929), ex partigiano comunista friulano. Nel 1950 si arruolò nella Legione. Prestò servizio in Algeria e in Indocina, dove nel 1951 disertò per passare con la guerriglia Viet Minh. Rientrò in Italia nel 1957. Raccontò la sua avventura nel libro: "Dietro la cortina di bambù. Dalla Resistenza ai Viet Minh. Diario 1946-1958", a cura di Sabrina Benussi che fu pubblicato nel 2006.
  • Carlo Maran (San Giorgio di Nogaro, 24 febbraio 1921-2000). Marinaio imbarcato su un cacciatorpediniere prese parte alla seconda guerra mondiale. Emigrato nel 1950 in Francia lavorò come minatore a Maricourt. Il 12 dicembre 1951 si arruolò a Parigi nella Legione. Trasferito a Sidi Bel Abbes fu poi a Meknes, in Marocco, per l'addestramento basico. Nel maggio 1952 fu destinato in Indocina per combattere gli insorti Viet Minh inquadrato nel 2°RE. Partecipò alla Battaglia di Dien Bien Phu, ove catturato fu internato per quattro mesi in un campo di prigionia. Liberato il 10 settembre 1954 ritornò in Algeria. Nel marzo del 1955 tentò la diserzione, ma sorpreso, fu processato ed espulso dalla Legione. Rimpatriato, dopo due anni, emigrò come muratore in Germania. La sua avventura legionaria è stata descritta da Giorgio Coianiz in "La Legione Straniera. 1954 un friulano nell'inferno di Dien Bien Phu", edito da Aviani nel novembre 2007.
  • Carlo Chiesa (classe 1936) di Caorso. Giovanissimo si arruolò nella Legione barando sull'età anagrafica e vi prestò servizio per otto anni. Combatté in Algeria contro i ribelli e in Indocina nella guerra contro i Viet Minh. Mercenario in Congo negli anni sessanta, Carlo Chiesa fu per sette anni combattente al soldo del colonnello Bob Denard e del belga Jean Schramme. Fu ampiamente intervistato nel 1972 dal giornalista Enzo Biagi per il servizio televisivo della Rai: Soldati di sventura.
  • Giovanni Bettazzi (Roma, 23 settembre 1930) si arruolò nella Legione nel gennaio 1952. Assegnato ai paracadutisti del 1° BEP fu inviato in Indocina e partecipò alla battaglia di Dien Bien Phu distinguendosi per il valoroso comportamento durante la difesa del caposaldo "Eliane 3-4". Ferito, fu fatto prigioniero il 7 maggio 1954 dopo la caduta di Dien Bien Phu, e costretto ad una marcia di 45 giorni nella jungla. Raggiunta nello stesso anno la guarnigione di Sidi Bel Abbes, partecipò alla guerra d'Algeria. Fu congedato nel gennaio 1957. Decorato Cavaliere della Legion d'Onore, della Medaglia Militare, della Croce di guerra T.O.E. con quattro citazioni, di cui una all'ordine dell'Armata, della Croce al Valor Militare, della Croce di Ferito, della Croce di Combattente Volontario, e di due citazioni collettive all'ordine dell'Armata, è considerato il legionario italiano con più decorazioni militari.
  • Renato Ghigo (Lione, 1927-2007). Nacque a Lione in Francia, terra di emigrazione della sua famiglia di origine piemontese, e nel 1943 giovanissimo aderì alla Resistenza italiana combattendo fra i partigiani della Val Chisone. Nel 1952 si arruolò nella Legione prendendo parte alla Guerra d'Indocina e alla repressione degli insorti in Algeria. La sua avventura legionaria è stata raccolta nella pubblicazione "Un destino tra due bandiere" a cura della figlia Teresa Ghigo, della Lar Editore, Torino 2009.
  • Elio Della Casa Santunione (Formigine, 16 marzo 1934 - 17 luglio 2012) ha raccontato la sua esperienza di legionario impegnato nella guerra d'Algeria on line.[29]
  • Giulio Salierno, ex neofascista, condannato all'ergastolo e ricercatore. Nato a Roma nel 1935, fu coinvolto a 18 anni in gravi episodi di violenza politica e comune, ricercato in Italia, riparò nel 1953 nella Legione. Arrestato in Algeria nel 1954, fu estradato in Italia. Liberato nel 1968 e riabilitato, condusse la lotta contro le istituzioni manicomiali e totali, e, con altri esponenti politici, tra cui Umberto Terracini, promosse la riforma del sistema carcerario. È autore di: La spirale della violenza, De Donato, Bari 1969; Il carcere in Italia (in coll.), Einaudi, 1971; Il sottoproletariato in Italia, Savelli, Roma 1972; Autobiografia di un picchiatore fascista, Einaudi, 1976; La violenza in Italia, Mondadori, 1980; La carcassa del tempo (in coll.), Pellicani, Roma 1988; Fuori margine. Testimonianze di ladri, prostitute, rapinatori, camorristi, Einaudi, 2001. Ha lavorato per il Consiglio Nazionale della Ricerca ed è stato docente di sociologia generale nell'Università di Teramo. È morto nel 2006[30].

Dal 1955 agli anni sessanta

  • Vincenzo Trombino (1930-1999) di Cagliari. Ex seminarista, nel 1956 si arruolò nella Legione e combattendo in Algeria fu decorato della croce al valor militare. In seguito fece perdere traccia di sé non dando più informazione alla propria famiglia, al punto che nel 2002 fu al centro della trasmissione televisiva "Chi l'ha visto?" di Rai 3. Morì nel 1999 a Puyloubier, in Provenza, nel casa-ricovero degli ex legionari[31].
  • Paolo Fantelli. A 18 anni d'età si arruolò nella Legione e fu inquadrato nei paracadutisti del 1° REP. Fece parte del Gruppo Delta 21 dell'Organisation armée secrète, l'organizzazione segreta militare che si opponeva con la forza all'indipendenza dell'Algeria dalla Francia. Catturato dalla polizia francese fu condannato a due anni di carcere. Nel 1964 fece ritorno in Italia. Intervista a Paolo Fantelli. [6]
  • Sebastiano Veneziano nato a Siracusa nel 1934 si arruolò nella Legione nel 1957. Combatté nel corso della guerra d'Algeria. Congedatosi nell'aprile del 1962, ha vissuto a Genova e poi a Milano, dove attualmente risiede. È autore del libro "Legionario in Algeria 1957-1962" edito nel 2010.
  • Benito Recrosio Zampa nato a Ronco Canavese e attualmente vive con la famiglia a San Giorgio Canavese, un piccolo comune nella provincia di Torino. Legionario di prima classe ha servito nella 13ª DBLE dal 1957 al 1962 in Algeria. Successivamente in Italia ha prestato servizio militare nella Brigata Folgore. Decorato con diverse onorificenze tra le quali spiccano la Croce al Valor Militare e la Croce di Combattente Volontario. È autore del libro "Je ne regrette rien. Legionario matricola 119335. Nella Legione straniera in Algeria 1957-1962", edito nel 2013.
  • Sauro Del Dotto (classe 1939) di Viareggio. Dal 1957 al 1962 si arruolò nella Legione per cui ha combattuto nella guerra d'Algeria. Dal 1988 al 1992 è stato iscritto all'albo dei giornalisti e pubblicisti collaborando con riviste e quotidiani locali. La grande passione per la lettura e la narrazione lo hanno spinto a scrivere il romanzo "I topi dell'autostrada", edito nel 2006, e "Fuga dal Sahara", edito da Il Molo nel 2008, nel quale racconta la sua avventura legionaria nata "per uscire dal conformismo, per ribellione e per allontanare i problemi del quotidiano"[32].
  • Luciano Sanson (classe 1939) detto "Africa" di Feltre. A 19 anni d'età si arruolò nella Legione a Marsiglia. Prestò servizio nei paracadutisti dal 1958 al 1964, sotto il nome di Luciano Dalida, in Algeria, Somalia, Tunisia, Madagascar, Congo e fu decorato con "Le Due Palme" e la Croce al valore. Nella primavera del 1961 partecipò al colpo di stato di Algeri ordito dal generale Raoul Salan, contrario all'indipendenza dell'Algeria, con l'intenzione di deporre il generale Charles de Gaulle, oppositore dei golpisti, mediante l'occupazione militare di Parigi. Contenuto dell'intervista a Luciano Sanson del 2006. [7]
  • Vittorio Tresti (Cossato, 22 gennaio 1939), arruolatosi il 21 ottobre del 1958 a Sidi Bel Abbes ha percorso tutti i gradi dell'esercito francese cominciando da sergent-chef nel 1966 si congedò nel gennaio del 1996 come generale di divisione. Ha frequentato la scuola interarmi nel 1966, dalla quale è uscito con il grado di ufficiale distaccato presso il 3° REI in Madagascar allo stato maggiore del Comando superiore delle forze francesi dell'Oceano indiano del sud, aiutante di campo del generale Bigeard. Capitano nel 1974, ha servito in Corsica presso il 2°RE comandante della 6ª Compagnia del GOLE, il gruppo operativo. Vittorio Tresti ha prestato servizio anche a Gibuti preso la 13ª DBLE. Capo di battaglione, nel 1980 ha frequentato la scuola di guerra dell'esercito francese, mentre dal 1982 al 1984 è capo di battaglione sempre al 3° REI, stanziato in Guyana, reparto che poi comanderà dal 1987 al 1989 come tenente colonnello. Nel 1989 è distaccato presso lo stato maggiore della 3ª Regione militare e nel 1991 alla Direzione della formazione militare superiore. Dal 1993 è ufficiale di stato maggiore al CMD di Marsiglia e posto in congedo il 23 gennaio del 1996 con il grado di generale.
  • Giustino De Vuono (classe 1940), originario di un paesino, Scigliano, della provincia di Cosenza. Combattente nella Legione, dalla quale sembra essere stato espulso per atti di violenza, è stato un malavitoso vicino alla Ndrangheta calabrese operativa a Milano. Con precedenti penali per rapina e per un doppio tentato omicidio, nel 1975 fu implicato nel rapimento di Carlo Saronio, un giovane simpatizzante dell'Autonomia operaia deceduto poi durante la prigionia, e nel caso del sequestro dell'onorevole Aldo Moro.[33]

Ai giorni nostri

  • Alviero Fedeli, arruolatosi nella Legione nel 1973, il 10 aprile del 2001 fu nominato capitano a titolo straniero. Redattore capo dal 2001 al 2003 della rivista ufficiale del Corpo, Képi blanc, nel 2004 raggiunse il grado di tenente colonnello.
 
Il brigadier chef Danilo Pagliaro attualmente in servizio al 1° REC ripreso nel 2000 a Gibuti
  • Domenico (Dominique) Barbaro (Napoli, 1951-Avignone, 21 novembre 2008). Arruolatosi a 17 anni d'età, percorse tutte i gradi dei sottufficiali fino a raggiungere quello di capitano presso il 1° REC di Orange. Nominato nel 2000 cavaliere dell'Ordine nazionale al merito, fu anche insignito della medaglia d'oro della Difesa nazionale e presso il 1° REC ricoprì l'incarico di direttore tecnico del centro equestre. Il capitano Barbaro prestò servizio per 35 anni e si congedò nel 2005[34].
  • Renzo Pampalon (classe 1950), padovano di origine, laureato in Scienze Politiche. Legionario in Corsica negli anni settanta presso il Gruppo Operativo della Legione (G.O.L.E.) ha partecipato, tra l'altro, a interventi alle Comore (Mayotte) e a Djibouti. Fondò una scuola di sopravvivenza a Molina di Ledro, denominata "Born to live", ritenuta dai più un campo di addestramento per giovani della borghesia di Trento, la cui sede andò distrutta per un incendio doloso nel maggio 1993. Nello stesso anno la magistratura di Trento spiccò un suo mandato di cattura in quanto ritenuto implicato nel progetto golpista che prevedeva l'occupazione della sede RAI di Saxa Rubra a Roma. Il 3 giugno 1994 è stato arrestato in Francia, a Draguignan, a seguito del mandato di cattura internazionale emesso in data 24 febbraio 1994 dal tribunale di Roma per traffico internazionale di armi (elicotteri MI 8/ MI 10 Taurus, gas Somovac e RPG) oltre al colpo di stato. L'8 marzo 2001 la Corte di Appello di Roma ha pronunziato la sentenza assolutoria per non aver commesso il fatto, in ordine a tutti i capi d'accusa.[35]
  • Roberto Noè (classe 1956), nativo di Demonte, prestò servizio nel 2° REI e nel 2° REP dal 1975 al 1980. È stato coinvolto nel progetto golpista che prevedeva l'occupazione della sede RAI di Saxa Rubra a Roma[36].
  • Guglielo Sinigaglia (Giulianova, 1953). Si arruolò nella Legione il 5 novembre del 1975 con il nome di Sinotto, matricola nr. 155666. Disertò l'8 agosto 1976 dal 4° RE di Castelnaudary. Fu condannato dalla magistratura militare francese per diserzione a otto mesi di carcere e amnistiato il 4 agosto 1981. È stato coinvolto nelle indagini per la strage di Ustica, del 27 giugno 1980, che causò la morte di 81 passeggeri del DC9 dell'Itavia caduto misteriosamente in mare.[37]
  • Emilio They (Parma, 1939-Milano, 2000) ricercatore e sportivo. Laureato in biologia collaborò con il CNR. Lavorò con il ricercatore Jacques Costeau a Marsiglia. Arruolatosi nella Legione fu incorporato nel 2° REP a Bonifacio in Corsica. Insegnante di educazione fisica a Milano, vinse come allenatore due titoli italiani di football americano[38].
  • Raffaele Stammelluti (Roma, 1955) ex programmatore di computer si arruolò nel 1982, sotto il falso nome di Giorgio Sarti, per "raccontare su un giornale, in un libro, dal di dentro quanto succedeva" e dopo circa un anno di servizio presso il 2° REP disertò. Ha raccontato la sua esperienza in articoli pubblicati dal settimanale "Panorama"[39], dal quotidiano francese "Le Figaro" e in un servizio televisivo di Italia sera. È stato condannato in Italia a 14 anni di carcere per aver compiuto alcune rapine[40].
  • Danilo Pagliaro (classe 1957) di Venezia. Arruolatosi agli inizi del 1990 ha prestato servizio presso la 13ª DBLE a Gibuti e al 1° REC. Decorato della medaglia d'oro della Difesa nazionale francese presta attualmente servizio al DLEM di Mayotte come brigadier chef responsabile dei servizi subacquei del Distaccamento.
  • Paolo Viarengo (classe 1969) di Asti. Arruolatosi nel 1989, ha prestato servizio presso il 3° REI. Sommozzatore e Paracadutista, attualmente lavora presso un Istituto di Vigilanza Privata.
 
Adjudant chef Aurelio Buccafurni
  • Paolo Simeone (classe 1971) di Genova. Ex appartenente del reggimento San Marco della marina militare italiana, si arruolò nella Legione prestando servizio presso il 4° RE e il 6° REG. Dal 1998 si è adoperato come sminatore di campi minati per organizzazioni umanitarie in Angola nel 1997, Kosovo nel 1999, Afghanistan. Nel 2003 comincia a lavorare in Iraq come guardia del corpo. Nel 2004 in Iraq fu collega di Fabrizio Quattrocchi, una guardia di sicurezza privata, che fu poi assassinata da insorti islamisti della "Falange di Maometto".
  • Aurelio Buccafurni (classe 1963) di Jacurso. Ex sottotenente del 120° Gruppo di artiglieria da campagna semovente "Po" della Brigata corazzata “Pozzuolo del Friuli” di Palmanova. Arruolatosi nella Legione nell'ottobre del 1984, ha servito successivamente al 4°RE di Castelnaudary, al 2°REP di Calvi, al 3°REI in Guyana, al 1°RE, alla 13ª DBLE di Gibuti e infine al 2°REG. Sottufficiale dal 1989, è stato uno dei capi della mitica "section pionniers" del 1°RE di Aubagne, dal 1997 al 1999 e dal 2008 al 2010. Ha partecipato a missioni in Africa, e a quelle NATO in Kosovo e Afghanistan. Buccafurni ha terminato la sua carriera militare con il grado di adjudant chef dopo 29 anni di servizio[41].

Note

  1. ^ Joseph Bernelle e Augusto de Colleville, Storia dell'antica legione straniera creata nel 1831, 1852.
  2. ^ Sandro Rinauro, Geografia, dimensioni e vicende dell'emigrazione clandestina italiana nel secondo dopoguerra, Milano 2006
  3. ^ Atti Parlamentari - 22727 - Camera dei Deputati Discussioni - 'Seduta di venerdì 13 ottobre 1950.
  4. ^ Nino Arena, Marcia o crepa. Storia della Legione Straniera 1831-2002, Ermanno Albertelli editore, Parma 2003, pag. 261.
  5. ^ Lattanzi Benedetto, Vieni nella Legione e girerai il mondo con un bianco kepi, articolo del Corriere della Sera del 16 gennaio 1998.
  6. ^ * Articolo del "Corriere della Sera" sugli italiani della Legione straniera nel 2008. [1]
  7. ^ Biografia in francese di Francesco Zola
  8. ^ Andrea Saccoman, Aristocrazia e politica nell'Italia liberale. Fortunato Marazzi militare e deputato (1851-1921), Edizioni Unicopli, 2000 e F. Fadini e M. Mazziotti, Ottaviano Vimercati Il Primo Lombardo (1815-1879)
  9. ^ Lions Club Crema Host
  10. ^ Biografia in francese del capitano Aristide Merolli
  11. ^ "Le pavillon "Capitaine Merolli", in "Kèpi Blac", n° 646, Aubagne, luglio 2003, pag. 7.
  12. ^ Note biografiche in francese di Ricciotto Canudo
  13. ^ Biografia in francese di Henry Lentulo
  14. ^ Dizionario biografico "Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel bolognese (1919-1945)", a cura di Albertazzi, Arbizzani e Onofri.
  15. ^ Biografia in francese del legionario Dino Del Favero
  16. ^ Dizionario biografico "Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel bolognese (1919-1945)", a cura di Albertazzi, Arbizzani e Onofri.
  17. ^ Biografia in francese di Alfonso Bachetti
  18. ^ Biografia in francese di Augusto Bruschi
  19. ^ Notizie tratte da "Le parrain", in "Képi blanc", n° 626, Aubagne, ottobre 2001, pag.38.
  20. ^ Biografia in francese di Ettore Toneatti
  21. ^ Biografia in francese del capitano Gustavo Camerini
  22. ^ Biografia in francese di Silvano Mazloum
  23. ^ La Maison du légionnaire à Auriol change de directeur ou 27 plus 25 = 52..., in "Képi blanc", n° 600, Aubagne, maggio 1999.
  24. ^ Biografia di Arsenio Boschetti a cura del quotidiano "L'Adige"
  25. ^ Biografia di Beniamino Leoni a cura del quotidiano "L'Adige"
  26. ^ Articolo riguardante la pubblicazione del libro di Domenico Aceto
  27. ^ Note biografiche di Jean Daprai
  28. ^ AALE-95 > Actualite legion > décés du Caporal Chef Aldo RAVAIOLI
  29. ^ Legione Straniera i miei ricordi - Biografia di Elio Della Casa Santunione
  30. ^ Pubblicazione di Giulio Salierno
  31. ^ Articolo della trasmissione televisiva "Chi l'ha visto?"
  32. ^ Recensione del libro di Sauro Del Dotto
  33. ^ Atti della 64ª seduta della commissione d'inchiesta sul terrorismo in Italia del parlamento italiano di mercoledì 1º marzo 2000. [2]
  34. ^ Articolo del quotidiano Vaucluse matin del 24 novembre 2008
  35. ^ Pampalon non progettò il golpe assolto l'ex legionario fondatore di Born to Live", articolo giornalistico del quotidiano "Alto Adige" del 10 marzo 2001.
  36. ^ "Processate quei mercenari volevano assaltare Saxa Rubra", articolo del quotidiano "Corriere della Sera" del 22 marzo 1995.
  37. ^ Intervista a Guglielmo Sinigaglia in merito alla strage di Ustica
  38. ^ Biografia di Emilio They
  39. ^ Panorama, edizioni 950-958, anno 1984.
  40. ^ "Per scrivere un libro compie sette rapine", articolo del quotidiano "La Repubblica" del 17 maggio 1985.
  41. ^ Lattanzi Benedetto, Vieni nella Legione e girerai il mondo con un bianco kepi, articolo del Corriere della Sera del 16 gennaio 1998.

Voci correlate

Bibliografia

  • Sebastiano Veneziano, Legionario in Algeria 1957-1962, 2010.
  • Renzo Pampalon alias Labranche, "Born to live. Nato per vivere", Seneca edizioni Torino, 2008.
  • Renzo Pampalon, alias Labranche, Born For the Adventure. Nato per l'avventura, Seneca Edizioni Torino, 2009.
  • Renzo Pampalon, alias Labranche, Born to Know. Nato per Conoscere, Seneca Edizioni Torino, 2009.
  • Renzo Pampalon, alias Labranche, Disertori, Eroi e Uomini d'Onore, Seneca Edizioni Torino, 2011.
  • Gustavo Camerini, Ce soir nous monterons tous au paradis, Ed. A. BarthélémY, 2002.
  • Jean Rossi, Matricule 80546. Journal de campagne d'un légionnaire italien en service de la France (1939-1945), Ouest-France, 2000.
  • Giuseppe Bottai, Legione è il mio nome, Gianni Iuculiano Editore, Pavia 1999.
  • Mario Ruberi, La Legione Straniera, Edizione Italiana, Torino 2000.
  • Giors Oneto, "La Legione fra mito e realtà", Ed. Spiridonitalia Firenze 2004.
  • Domenico Aceto, Legionario in Indocina 1951 - 1953, Mursia, Milano 2006.
  • Anonimo Legionario, Al servizio della Legione Straniera, Gianni Iuculiano Editore, Pavia 1999.
  • John Parker, Dentro la Legione Straniera, Longanesi, Milano 1998.
  • John Robert Young, La Legione Straniera, Ed. E. Albertelli, 1987.
  • Nino Arena, Marcia o crepa, Ermanno Albertelli editore, Parma 2003.
  • Atti Parlamentari - 22727 - Camera dei Deputati Discussioni - 'Seduta di venerdì 13 ottobre 1950.
  • Derino Zecchini, Dietro la cortina di bambù. Dalla Resistenza ai Vietminh. Diario 1946-1958, a cura di Sabrina Benussi, Quaderni dell'IRSML Venezia Giulia, 2006.
  • Riccardo Finelli, Storie d'Italia. Viaggio nei Comuni più piccoli di ogni regione, edito da Incontri Editrice, nell'anno 2007.
  • Silvano Girotto, Mi chiamavano frate mitra, editore Paoline, 2002.
  • Paolo Zappa, La Legione Straniera, Milano, Corbaccio, 1933. In-16, pp. 332, V ediz.
  • Howard Simpson, La Valle silenziosa. Gli amori e gli eroismi della Legione straniera in Vietnam, Longanesi, 1969, bross.pp. 234.
  • Aristide Merolli, "La grenade héroique. Avan la tourmente", Ed. A. Moynier, Casablanza, Fès, 1937.
  • Giorgio Coianiz, La Legione Straniera. 1954 un friulano nell'inferno di Dien Bien Phu, Aviani editori, Udine 2007.
  • Massimo Nava, Legione Straniera: molti gli italiani, articolo del "Corriere della Sera", 27 febbraio 2008.
  • Massimo Andreatini, Cafard: Dalla legione straniera, 1952.
  • Giulio Cesare Silvagni, La Légion marche sur Rome, 1961.
  • Giulio Cesare Silvagni, La Peau des mercenaires, editions Gallimard, Parigi 1954.
  • Nello Bardi, Des hommes simplement, Editions La Bruyère, 1991.