In estate, mentre la Lazio campione sceglieva di mantenere invariata la propria rosa, le altre squadre andarono incontro a mercati imponenti e a vere e proprie rivoluzioni dell'area tecnica che alterarono gli equilibri del torneo[1]. Il Milan condusse un mercato autorevole, puntando sull'ex allenatore torinistaGiagnoni (che portò con sé Bui e Zecchini) ed acquistando, tra gli altri, Bet e Calloni[1]; i granata, intanto richiamarono sulla loro panchina Fabbri e pescarono in provincia (tra gli acquisti, Zaccarelli). La Juventus scelse come nuovo allenatore l'ex bandiera Parola, reduce da alcuni buoni campionati in Serie B col Novara, ed ingaggiò l'ala del VicenzaDamiani ed il giovane libero atalantinoScirea. L'Inter si affidò all'ex gloria Suárez (dopo aver cercato a lungo d'ingaggiare Kovács), limitò gli acquisti al fantasista della MasseseCerilli e lasciò andare Bellugi al Bologna, Bedin alla Sampdoria e il duo Burgnich-Massa al Napoli[1][2].
La Lazio campione uscente partì bene, ma alla quinta giornata subì la rimonta dell'Inter all'Olimpico; si formò un nutrito gruppo di otto squadre raggruppate in soli due punti[1]. Il Bologna di Savoldi tentò un'avanzata, ma a scattare fu la Juventus di Parola; affascinato dal gioco offensivo mostrato dall'Olanda di Michels, il nuovo allenatore superò immediatamente un pesante scoglio, il grave infortunio occorso a Spinosi, trovando nel duo Morini-Scirea e nella coppia di terzini formata dal maturo Cuccureddu e dal debuttante Gentile una difesa abbastanza solida per poter esprimere il gioco desiderato[3]. Il 15 dicembre la Juventus sembrò ridimensionare le ambizioni del Napoli vincendo al San Paolo per 2-6; lo stop in casa della Lazio, il 5 gennaio, non condizionò troppo l'andamento della squadra piemontese, che chiuse il girone d'andata con tre punti di vantaggio sui biancocelesti, secondi, e quattro sulla Roma del rientrante De Sisti e del ritrovato Cordova[1].
Una formazione del Napoli, secondo classificato, con l'allenatore Vinício.
Nelle prime giornate del girone di ritorno la Juventus continuò il suo cammino senza troppi problemi, allungando anche fino a 5 punti sulle seconde, la Lazio in ansia per il male che aveva colpito l'allenatore Maestrelli e il ritrovato Napoli. La squadra di Vinício, anch'essa desiderosa di imitare il modello olandese, dopo la pesante sconfitta di dicembre era riuscita a trovare un equilibrio anche in fase difensiva[4]. Gli azzurri si lanciarono dunque all'inseguimento, arrivando allo scontro diretto del 6 aprile a soli due punti dalla capolista; fu un gol dell'ex Altafini (core 'ngrato[5]), riserva di lusso per i bianconeri, a fermarli[5]. Nelle successive giornate la Juventus si limitò a controllare il lieve vantaggio sul Napoli: il suo rendimento calò, come dimostra il pesante 1-4 subito a Firenze alla penultima giornata, ma mandando al tappeto il 18 maggio una già retrocessa Lanerossi Vicenza, vinse comunque il titolo.
Fu negativo il rendimento delle due milanesi. L'Inter non andò oltre il nono posto, chiudendo rapidamente le esperienze di Suárez in panchina e di Cerilli in rosa[2]; il Milan strappò la qualificazione alla Coppa UEFA all'ultima giornata, pagando l'altalenante rendimento di Calloni, attaccante prolifico ma dall'errore sotto porta troppo facile (il giornalista Gianni Brera lo apostrofò "lo sciagurato Egidio", con riferimento al personaggio dei Promessi Sposi), e la polemica tra Gianni Rivera e il presidente rossonero Buticchi, che portò il calciatore a tentare l'acquisto della società[6][7]. Il capocannoniere fu, per la seconda volta, Paolo Pulici, goleador del Torino.
Poco avvincente la lotta per la salvezza; rimase ultimo il Varese, seguito dalla Ternana, che perse malamente le ultime cinque gare perdendo il contatto con la Sampdoria. Lombardi e umbri abbandonarono la Serie A dopo un solo anno di permanenza. Ultima a cadere fu la Lanerossi Vicenza, condannata al ritorno in B dopo 20 anni. Grazie ad un buon girone di ritorno, si salvò l'esordiente Ascoli, prima squadra marchigiana in A[1].
Nel corso del campionato furono segnati complessivamente 467 gol, 28 dei quali su autorete, 45 su calcio di rigore e 2 (quelli di Milan-Juventus, terminata 1-2 sul campo) assegnati per giudizio sportivo da 130 diversi giocatori, per una media di 1,94 gol a partita[5]. Di seguito, la classifica dei marcatori[14].