Gaio Celio Caldo
Gaio Celio Caldo [1] (in latino: Caius Caelius Caldus) (... – ...) è stato un politico romano.
Gaio Celio Caldo | |
---|---|
Console della Repubblica Romana | |
![]() | |
Nome originale | Caius Caelius Caldus |
Gens | Caelia |
Consolato | 94 a.C. |
Biografia
Contemporaneo di Lucio Licinio Crasso, il maggiore oratore dell'epoca, Caldo fu il primo membro della sua gens a raggiungere posizioni di prestigio, perchè anche lui fu un importante oratore, anche se non viene ricordato nessuna delle sue orazioni.
Dopo aver invano tentato di diventare questore, nel 107 a.C. fu eletto tribuno della plebe. Il suo tribunato viene ricordato per la lex tabellaria, diretta contro il legato Gaio Popilio, che imponeva nelle corti di giustizia l'uso di schede (tabellae) in casi di alto tradimento. Cicerone riferisce che Caldo per il resto della sua vita si pentì di aver proposto questa legge, perché era stata mal applicata ed non aveva fatto il bene della Repubblica.
Nel 94 a.C. fu eletto console con Lucio Domizio Enobarbo; Caldo riuscì a prevalere, nonostante fosse un homo novus e vi fossero altri candidati con appoggi molto più potenti.
Dopo il consolato, fu probabilmente proconsole in Spagna, come si evince da alcune monete della gens Caelia, che portano il suo nome con la parola HIS (pania) e la figura di un cinghiale; secondo Joseph Hilarius Eckhel questo simbolo lo associerebbe alla città di Clunia.
Nell'83 a.C., durante la guerra civile tra Mario e Silla, Caldo appoggiò con forza il primo; con Carrina e con Bruto cercò di impedire che le legioni di Pompeo potessero portare aiuto a Silla. Ma i tre non operarono in maniera coordinata, per cui quando Pompeo attaccò Bruto, le cui truppe si sbandarono, vanificando il piano di Caldo.
Note