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, letteralmente Verso i boschi della luce delle lucciole, è un manga di Yuki Midorikawa composto da un solo volume, del 2003. Da esso è stato tratto, nel 2011, un mediometraggio di un solo episodio di quaranta minuti diretto da Takahiro Omori, fortemente permeato di atmosfere oniriche e surreali, che rispetta a pieno la trama originale. In entrambi i casi, infatti, la storia è incentrata sul rapporto di amicizia, e in seguito d'amore, tra una ragazza umana e uno Yōkai.
Hotarubi no Mori e
蛍火の杜へ
Generesentimentale
Manga
AutoreYuki Midorikawa
1ª edizione2003
Volumiunico
OAV
Hotarubi no Mori e
AutoreYuki Midorikawa
RegiaTakahiro Omori
Char. designAkira Takada
MusicheMakoto Yoshimori
StudioBrain's Base
1ª edizione17 settembre 2011
Episodiunico

Trama dell'anime

Hotaru Takegawa è una giovane ragazza di città che, ogni anno, trascorre le sue vacanze estive presso la vecchia residenza dello zio in un villaggio di montagna.

Quando era piccola, e nonostante le dicerie degli abitanti sui pericoli che vi si nascondono, volle andare ad esplorare la Montagna del Dio, ma si perse nella boscaglia. Attirato dal suo pianto, giunse da lei Gin, uno Yōkai (spettro, apparizione) con le sembianze di un giovane ragazzo con il viso coperto da una maschera di volpe, al quale una maledizione impostagli dal Dio della Montagna impediva di toccare un essere umano, pena la sparizione immediata. Gin aiutò Hotaru a tornare a casa, e da quel momento nacque tra i due una bella amicizia, che li spinse ad incontrarsi ogni giorno di ogni estate per passeggiare, giocare assieme e parlare, nonostante la maledizione rendesse loro impossibile avere alcun tipo di contatto fisico.

Con il passare degli anni il divario di età tra Hotaru e Gin (che, in quanto spirito, invecchia molto più lentamente degli esseri umani), divenne sempre più esiguo, spingendo Hotaru a riconsiderare il loro rapporto. Anche Gin tuttavia aveva sviluppato nel frattempo un forte sentimento per Hotaru, al punto che, oltre a mostrarle spesso il suo vero volto, un giorno, mentre sedevano l'uno accanto all'altra sulle rive di un lago, aveva deciso di raccontarle la sua storia. Gin in realtà era nato come un essere umano, ma era stato abbandonato dai suoi genitori sulla montagna dentro una cesta; impietosito, il Dio della Montagna gli salvò la vita dandogli i poteri e la longevità degli Yōkai, ma generando anche la sua avversità al contatto fisico con gli umani: infatti un corpo fittizio come il suo sarebbe destinato a scomparire se venisse a contatto con quello "puro" di un essere umano.

Collegamenti esterni

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