Margherita di Foix-Candale (Foix, 1473Castres, 9 agosto 1536 ) fu marchesa consorte di Saluzzo e reggente, in quanto moglie del marchese Ludovico II.

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La marchesa di Saluzzo Margherita di Foix (Casa Cavassa a Saluzzo)

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Biografia

 
Moneta con il profilo di Margherita di Foix (1516)

Era la quarta di sei figli di Jean de Foix-Candalle (1414-1485), conte di Benauges, visconte di Castillon e di Meilles, captal de Buch[1] e cavaliere dell'Ordine della Giarrettiera, e di Margaret de la Pole Suffolk (1426-1485), contessa di Candale.[2] I suoi fratelli furono: Gaston II (1448-1500), Jean, Catherine, Isabelle e Guillaume. Il padre Jean era l'erede di Gaston (+1453) e di Caterina di Francia (figlia del re Carlo VI); i genitori della madre inglese erano Thomas Kerdeston, Earl of Suffolk, ed Elizabeth de la Pole: sono sepolti nella chiesa di Castelnau de Médoc.[3]

Nata nel castello di Foix e pronipote di un re di Francia, la 19enne Margherita poteva aspirare a un decoroso matrimonio. Nell'ottobre del 1492 arrivò a Foix dal marchesato di Saluzzo Gioffredo Caroli, inviato dal marchese Ludovico II: 52 anni e vedovo di Giovanna di Monferrato da cui aveva avuto un'unica figlia, Margherita. Il contratto di matrimonio fu sottoscritto nel dicembre 1492.[4]

Margherita si mise in viaggio per Saluzzo dove venne ricevuta come la nuova marchesa e risiedette nel castello, detto "la Castiglia" che il marito aveva fatto ampliare e ristrutturare. Il 20 marzo 1495 nasce il primogenito maschio ed erede al trono Michele Antonio, conte di Carmagnola e suo prediletto, cui seguiranno cinque fratelli che si succederanno sul trono marchionale.[5]

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Il castello dei marchesi di Saluzzo, detto "la Castiglia"

La marchesa, ormai sicura di sé, incominciò a manifestare il suo temperamento volitivo e autoritario, estendendo la propria influenza su tutti gli affari del marchesato: il consorte la nominò reggente in caso di sua assenza o morte.

Nell'estate 1502 giunse a Carmagnola la nipote Anna di Foix-Candale, figlia del fratello Gaston, che andava sposa al re d'Ungheria e Boemia Ladislao II: la zia marchesa l'accompagnò personalmente fino a Venezia. Il 27 gennaio 1504 si verificò un evento significativo per la vita di Margherita e del marchesato: il marito morì, per violente febbri, a Genova, all'età di 65 anni. La 31enne vedova dichiarò pubblicamente di non volersi risposare e incaricò l'artista Antoine Morel di progettare, nella chiesa di San Giovanni, la cappella funeraria per Ludovico II con l'artistico monumento gotico.[6]

Margherita, dunque, assunse la reggenza per il figlio Michele Antonio di nove anni, diventando l'indiscussa arbitra degli affari pubblici saluzzesi con una posizione di predominio che, con successi, pause e sconfitte, continuò fino alla morte. Confermò subito nell'incarico di consigliere e vicario Francesco Cavassa che, molto potente, abbellirà la sua casa, incaricando il pittore fiammingo Hans Clemer di eseguire la "pala della Madonna della Misericordia", in cui é effigiata la famiglia marchionale. L'artista eseguirà anche, per volere di Margherita, gli affreschi della cappella del palazzo di Revello, sua residenza estiva preferita.[7]

Intanto il piccolo Stato era oppresso tra le rivendicazioni territoriali dei Savoia e della Francia. Margherita, ovviamente, si appoggiò al re di Francia, suo parente e offrì personalmente alleanza politica e appoggio militare a Francesco I, in visita a Milano nel 1515. La marchesa manteneva il potere nonostante la raggiunta maggiore età del figlio, disinteressato agli affari di governo. Nel 1516 addirittura fece coniare dalla zecca di Carmagnola una moneta in cui appariva da sola con la scritta "Margherita De Fuxo, Marchesa di Saluzzo, Tutrix e Curatrix": in passato il suo profilo era sempre unito a quello del marito.[8]

Nel 1522 l'esercito imperiale di Carlo V si avvicinava al marchesato e il comandante Prospero Colonna pretese dalla reggente 30.000ducati e il giuramento di fedeltà. Margherita non cedette, ma l'incalzare degli avvenimenti la costrinse a riparare il francia con il figlio. Rientrarono nel 1526, ma due anni dopo morì a Napoli Michele Antonio e gli succedette Giovanni Ludovico che non andava d'accordo con la madre che l'aveva fatto imprigionare perché privilegiava gli interessi spagnoli. Il defunto marchese fu tumulato nella chiesa romana di Ara Coeli: Margherita avrebbe desiderato che fosse sepolto in San Bernardino a Saluzzo, dove pensava di far erigere la propria tomba accanto a lui.[9]

Gli ultimi anni della marchesa passarono tra episodi di malcontento da parte dei sudditi e la sua lotta con gli altri figli per restare al potere.

Si recò di nuovo in Francia nel 1529 e, ritornata, si trasferì nell'amato palazzo di Revello. Nel 1531 le incomprensioni con i figli e le azioni aggressive dei Savoia la costrinsero, e sarà l'ultima volta, a riparare nella sua terra natale. La marchesa si ritirò a Castres, ma il 9 agosto 1536 morì, all'età di 63 anni, senza più rivedere Saluzzo. Fu sepolta nella chiesa di St. Benoit, a Castres, paese del Midi-Pyrénées.[10]

Dopo la scomparsa di Margherita regnarono nel marchesato Francesco e Gabriele. Questi fu assassinato il 29 luglio 1548 e Saluzzo perse definitivamente l'indipendenza passando alla Francia, poi ai Savoia. Dei cinque figli maschi di Margherita e di Ludovico II nessuno ebbe eredi.

Discendenza

Da Ludovico II di Saluzzo Margherita di Foix-Candale ebbe:

Note

  1. ^ Il Captalat è una provincia del sud del Pays de Buch, che raggruppa gli odierni comuni di Arcachon, La Teste-de-Buch e Gujan-Mestras
  2. ^ Margaret de la Pole fu nonna materna di Anna di Foix-Candale, regina di Boemia.
  3. ^ Piovano, p.17
  4. ^ Comba, p.33
  5. ^ Piovano, p.43
  6. ^ Piovano, p.123
  7. ^ Muletti, p.80
  8. ^ Mola, p.4
  9. ^ Piovano, p.146
  10. ^ Piovano, p.180

Bibliografia

  • Comba R. (a cura di), Ludovico II marchese di Saluzzo, Cuneo 2005.
  • Mola A.-Faloppa. A.M., Monete dei marchesi di Saluzzo, Saluzzo 1990.
  • Muletti D., Storia di Saluzzo e de' suoi marchesi, tomo V, ed. anastatica, Savigliano 1986.
  • Piovano A., Lotte e intrighi alla corte dei Saluzzo, Sommariva Bosco 1990.
  • Stantero M.E., La Cappella marchionale di Revello, Cuneo 1994.

Voci correlate

Collegamenti esterni

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