Salvatore Ligresti
Salvatore Ligresti (Paternò, 13 marzo 1932) è un imprenditore italiano.
Origini e carriera imprenditoriale
Nacque a Paternò, in provincia di Catania, da una famiglia di negozianti benestanti. Frequentò il biennio di Ingegneria a Palermo dopodiché terminò gli studi presso l'Università degli Studi di Padova negli anni Sessanta. Giunse a Milano per prestare servizio militare e qui decise di stabilirsi avviando un'attività imprenditoriale nel settore immobiliare e delle costruzioni. Si sposò nel 1966 con Antonietta Susini detta Bambi, figlia del provveditore alle Opere pubbliche della Lombardia Alfio Susini. Dal matrimonio nascono tre figli: Giulia Maria, Gioacchino Paolo e Jonella. Negli anni Settanta intrecciò importanti e proficue relazioni con l'avvocato Antonino La Russa, il costruttore e finanziere Michelangelo Virgillito, entrambi originari di Paternò, ed Enrico Cuccia patron di Mediobanca. L'ascesa nel campo degli affari è rapida, specialmente a cavallo dei primi anni Ottanta, nel 1978 dichiarò trenta milioni di Lire di imponibile, e nell'arco di pochi anni divenne uno degli uomini più ricchi d'Italia. E' infatti in questi anni che la fortuna economica di Ligresti, soprannominato Don Salvatore, fa il salto di qualità, complice il boom edilizio della cosiddetta Milano da bere, degli importanti appalti edilizi che riuscì ad ottenere, delle amicizie influenti . Ligresti reinvestì i proventi ricavati dalle attività di costruzioni in una serie di partecipazioni societarie di importanti aziende italiane dell'epoca, come per esempio Pirelli, Gemina, Mediobanca e Hdp. Queste partecipazioni societarie gli valgono il soprannome di Mister cinque per cento. Grazie al sistema di scatole cinesi, ai patti di sindacato e alle azioni di risparmio Ligresti fu in grado di controllare diverse s.p.a malgrado detenesse soltanto una piccola parte delle azioni.
Scandali giudiziari
Scandalo delle Aree d'oro
Nel 1986 Ligresti è protagonista dello scandalo delle cosiddette aree d'oro. Come conseguenza di questo scandalo che coinvolse anche il Comune di Milano, si dimise la giunta socialista presieduta dal sindaco Carlo Tognoli.
Sequestro della moglie e sospetti di legami con la Mafia
I 5 febbraio 1981 Bambi Susini, moglie di Ligresti, venne rapita dai mafiosi, Pietro Marchese, Antonio Spoica e Giovannello Greco fedelissimo di Stefano Bontate. Il sequestro si risolse un mese più tardi senza conseguenze per la Susini, che venne rilasciata a Origgio grazie al pagamento del riscatto di seicento milioni di Lire. I tre autori del sequestro dopo essere stati individuati sono stati ritrovati morti ammazzati. Antonio Spica in una discarica di Bollate alle porte di Milano, Pietro Marchese nel carcere dell'Ucciardone, mentre Giovanni Greco è scomparso nel nulla. Nel 1984 la procura di Roma indaga Ligresti per presunti legami con la mafia, indagini che poi vengono condotte anche dalla procura milanese ma entrambi i fascicoli non trovano riscontri.
Tangentopoli
Nel 1992 venne arrestato nell'ambito dello scandalo di Tangentopoli, accusato di essersi aggiudicato appalti per la costruzione della metropolitana di Milano versando delle tangenti. Scontò due anni e quattro mesi in carcere con l'affidamento ai servizi sociali. Una condanna definitiva del 1997 comportò la perdita dei requisiti di onorabilità per ricoprire incarichi nelle società assicurative del suo gruppo finanziario. Per questa ragione le cariche operative di Premafin e Fondiaria-Sai passano ai tre figli.
Indagine per corruzione a Firenze
Nel novembre 2008 risulta indagato insieme a Gianni Biagi e Graziano Cioni dalla Procura di Firenze per ipotesi di corruzione. La vicenda riguarda il progetto di Castello della città di Firenze.[1]
Inchiesta della Procura di Milano
A partire dal 2012 la procura di Milano ha avviato indagini sul gruppo Ligresti con imputati l'ad di Mediobanca, Alberto Nagel per il reato di ostacolazione degli organi regolatori, nello specifico la Consob. Tramite l’intermediazione di Mediobanca, Fonsai è controllata da Unipol, l’assicurazione della Lega delle Coop. E’ noto che il dottor Alberto Nagel fece firmare un “papello” a Salvatore Ligresti affinché la cessione non turbasse gli equilibri della galassia finanziaria ed editoriale che circonda la banca d’affari milanese, da cui dipende tanta parte dell’informazione e della politica in Italia.
Inchiesta Fonsai
Nell'inchiesta relativa alla Fonsai, il 17 luglio 2013 viene arrestato dalla Guardia di Finanza su ordine della Procura di Torino[2] per il reato di false comunicazioni sociali. La magistratura ritiene che Ligresti abbia nascosto la carenza di 600 milioni di euro nella riserva sinistri, la cui mancata comunicazione avrebbe provocato un grave danno per le scelte degli investitori. Nell'ambito della medesima inchiesta vengono arrestate le figlie Giulia e Jonella mentre il figlio Paolo, diventato cittadino Svizzero nel 2013, anch'egli oggetto a un ordine di cattura si trova nella sua abitazione sul lago di Lugano.
Partecipazioni imprenditoriali
Presidente onorario di Fondiaria-Sai. Presidente onorario di Premafin. Tra i soci di Banca Intermobiliare. Dopo la fusione Unicredit-Capitalia è passato dal consiglio di Capitalia a quello di Unicredit Group.
Premafin e Fondiaria Sai
La holding Premafin HP S.p.A. nasce nel 1986, negli anni seguenti, tramite una serie di acquisizioni di varie società, acquisisce una partecipazione di controllo della compagnia di assicurazione SAI. Nel 1986 viene quotata alla Borsa valori di Milano. Dopo l'acquisto di Montedison nel 2001, viene rilevato il 29% della Fondiaria Assicurazioni, la quale nell'anno successivo viene incorporata nella SAI, assumendo la nuova denominazione di Fondiaria-SAI. Nel 2012 il gruppo assicurativo Unipol conquista il controllo di Premafin grazie all'acquisto del pacchetto di maggioranza. Fino alla fine del 2012 Premafin è stata controllata da un patto di sindacato stipulato tra società riconducibili a Salvatore Ligresti e ai suoi tre figli.
RCS Mediagroup
Nel 2004 entra nel consiglio di amministratore della Rcs MediaGroup, società editrice di quotidiani quali il Corriere della Sera e la free press City. Sempre attraverso Premafin, la famiglia Ligresti possedeva il 5.291%[3] di Rcs MediaGroup e partecipava al patto di sindacato che controllava la società editrice.
Unicredit
Salvatore Ligresti è stato membro del Consiglio di Amministrazione del Gruppo Unicredit fino al 22 marzo 2011, data in cui ha rassegnato le dimissioni "in relazione all'evolversi delle relazioni di affari del gruppo facente capo alla famiglia Ligresti con UniCredit".[4]
Attività immobiliari
Salvatore Ligresti è stato coinvolto nei più rilevanti interventi urbanistici di Milano (Expo, Fieramilanocity e Garibaldi-Repubblica), di Firenze (Castello e Manifattura Tabacchi), di Torino. A seguito della crisi immobiliare e della finanziaria di famiglia Ligresti è stato costretto ad abbandonare questi progetti.
Note
- ^ Salvatore Ligresti indagato per corruzione a Firenze, su it.reuters.com, Reuters, 18 novembre 2008. URL consultato il 19-6-2009.
- ^ www.corriere.it
- ^ consob.it. URL consultato il 14-02-2008.
- ^ UniCredit Group, su unicreditgroup.eu. URL consultato il 01-7-2009.