Forma modulare

una funzione olomorfa sul semipiano superiore complesso che verifica un'equazione funzionale rispetto all'azione di particolari sottogruppi del gruppo modulare e che soddisfa alcune condizioni di crescita

In matematica, una forma modulare è una funzione olomorfa sul semipiano superiore complesso che verifica un'equazione funzionale rispetto all'azione di particolari sottogruppi del gruppo modulare e che soddisfa alcune condizioni crescita.

La teoria delle forme modulari è parte dell'analisi complessa ma le sue applicazioni principali sono nell'ambito della teoria dei numeri. Le forme modulari compaiono anche in altre aree, come la topologia algebrica e la teoria delle stringhe.

La teoria delle forme modulari è un caso particolare della più generale teoria delle forme automorfe.

Descrizione informale

Le forme modulari sono oggetti matematici con infiniti gradi di simmetria (rotazione, traslazione). La caratteristica principale delle forme modulari (che determina poi gli infiniti gradi di simmetria) è che esse sono espresse attraverso quattro dimensioni, le cui coordinate sono date da numeri complessi. Infatti se ad un oggetto comune (come un quadrato) corrispondono due dimensioni (x & y), ad una forma modulare corrispondono sì due dimensioni, ma a ciascuna di queste corrisponde un piano complesso, ovvero un piano definito da un asse reale e uno immaginario; avremo quindi il piano (Xr; Xi) e (Yr; Yi). Questo rende impossibile disegnare il grafico di una forma modulare.

Forme modulari per SL2(Z)

Una forma modulare di peso k per il gruppo modulare

 

è una funzione f definita sul semipiano superiore complesso   a valori nell'insieme dei numeri complessi che soddisfa tre condizioni:

(1) è una funzione olomorfa su  ;
(2) per ogni z in   e per ogni matrice   in   vale
 
(3) è olomorfa alla cuspide, cioè f deve essere olomorfa per   (cioè per  ). Il termine cuspide è dovuto agli aspetti geometrici della teoria.

Il peso k è solitamente un numero intero e l'insieme delle forme modulari di peso k rispetto a   è uno spazio vettoriale su   si indica con  .

La seconda condizione, detta anche condizione di modularità debole, può essere riformulata. Siano

 
 

Poiché le matrici T e S generano il gruppo modulare  , allora la seconda condizione è equivalente alle due equazioni seguenti:

 
 

Dall'ultima delle due precedenti equazioni segue che le forme modulari sono funzioni periodiche di periodo 1 e ammettono quindi sviluppo in serie di Fourier. Da questo segue che per k dispari solo la funzione costantemente nulla soddisfa la seconda condizione.

La L-serie e il legame con le curve ellittiche

Ad ogni forma modulare è possibile associare una L-serie. Grazie al teorema di Taniyama-Shimura dimostrato da Andrew Wiles, sappiamo che ad ogni L-serie di una curva ellittica corrisponde una L-serie di un'equazione modulare.

Le dimostrazioni conseguenti

Sulla corrispondenza tra curve ellittiche e forme modulari si basa (tra le innumerevoli dimostrazioni) anche la dimostrazione dell'Ultimo teorema di Fermat, completata da Wiles nel 1995.


Bibliografia

Voci correlate


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