Dollaro continentale
Il nome di dollaro continentale è usato per indicare le emissioni in carta moneta stampate dal 1775 nelle allora colonie britanniche


Storia
Dopo l'inizio, nel 1775, della guerra di indipendenza americana, il congresso continentale iniziò a emettere carta moneta che prese il nome di Continental currency, o Continentals. La valuta era denominata in dollari, nei tagli da 1/6 di dollaro fino a $80, con molte denominazioni strane tra loro. Durante la rivoluzione, il congresso emise $241 552 780 in valuta continentale.[1]
Il dollaro continentale si deprezzò duramente durante la guerra, dando luogo alla frase "not worth a continental" (non vale un continentale).[2] Un problema primario fu che la politica monetaria non era coordinata tra il Congresso ed i singoli stati, che continuarono a emettere biglietti di credito.[3] Il congresso e gli stati non ebbero sufficiente volontà o i mezzi per ritirare i biglietti dalla circolazione con delle tasse o con la vendita di buoni del tesoro.[4]
Un ulteriore problema che il governo britannico praticò con successo una guerra economica stampando Continentali falsi in larga scala. Benjamin Franklin in seguito scrisse:
Note
Bibliografia
- Allen, Larry. The Encyclopedia of Money. 2nd edition. Santa Barbara, Calif: ABC-CLIO, 2009. ISBN 978-1-59884-251-7.
- Flynn, David. "Credit in the Colonial American Economy". EH.Net Encyclopedia, edited by Robert Whaples. March 16, 2008.
- Michener, Ron. "Money in the American Colonies". EH.Net Encyclopedia, edited by Robert Whaples. June 8, 2003.
- Newman, Eric P. The Early Paper Money of America. 3rd edition. Iola, Wisconsin: Krause Publications, 1990. ISBN 0-87341-120-X.
- Wright, Robert E. One Nation Under Debt: Hamilton, Jefferson, and the History of What We Owe. New York: McGraw-Hill, 2008. ISBN 978-0-07-154393-4.
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