Hosni Mubarak

politico, generale e dittatore egiziano (1928-2020)

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Hosnī Mubārak

Presidente dell'Egitto
Durata mandato14 ottobre 1981 –
11 febbraio 2011
Capo del governoAhmad Fu'ad Muhyi al-Din
Kamal Hasan Ali
ʿAlī Luṭfī Maḥmūd
ʿAṭif Ṣidqī
Kamal al-Ganzuri
ʿAṭif ʿUbaydī
Ahmad Nazif
Ahmad Shafiq
PredecessoreAnwar al-Sādāt
SuccessoreMohammed Hoseyn Tantawi (comandante del Consiglio supremo delle forze armate)

Vice Presidente dell'Egitto
Durata mandato16 aprile 1975 –
14 ottobre 1981
PresidenteAnwar al-Sādāt
PredecessoreHusayn al-Shafi'i
Successore'Omar Sulayman (dal 2011)

Primo Ministro dell'Egitto
Durata mandato7 ottobre 1981 –
9 gennaio 1982
PresidenteSufi Abu Taleb (ad interim)
PredecessoreAnwar al-Sādāt
SuccessoreAhmad Fu'ad Muhyi al-Din

Segretario Generale del Movimento dei Non-Allineati
Durata mandato16 giugno 2009 –
11 febbraio 2011
PredecessoreRaúl Castro
SuccessoreMohammed Hoseyn Tantawi (comandante del Consiglio supremo delle forze armate)

Presidente dell'Unione per il Mediterraneo
Durata mandato2008 –
2011
Predecessorenuovo ufficio

Dati generali
Partito politicoPartito Nazionale Democratico
FirmaFirma di Hosnī Mubārak

Muḥammad Ḥosnī Sayyid Ibrāhīm Mubārak, comunemente conosciuto come Hosni Mubarak (in arabo محمد حسنى سيد إبراهيم مبارك?, Muḥammad Ḥusni Sayyid Ibrāhīm Mubārak; Kafr el-Musilha, 4 maggio 1928), è un politico egiziano, è stato il quarto Presidente dell'Egitto, carica che ha ricoperto per quasi trent'anni, a partire dal 14 ottobre 1981 fino all'11 febbraio 2011[1].

Mubārak è stato nominato vicepresidente della Repubblica d'Egitto dopo una brillante carriera militare svolta nei ranghi dell'aeronautica egiziana, nella quale si distinse come generale durante la guerra del Kippur (1973). Assunse la Presidenza, succedendo al Presidente Anwar al-Sādāt, a seguito dell'assassinio di questi il 6 ottobre 1981.

Durante la sua Presidenza dell'Egitto è stato uno dei più influenti leader della regione vicino-orientale. Grazie alla Costituzione del 1971, il Presidente Mubārak ha esercitato un forte controllo sul Paese.

Biografia

Gioventù e carriera militare

Mubārak è nato il 4 maggio 1928 a Kafr el-Musilha, nel governatorato egiziano di al-Manūfiyya. Dopo aver completato le scuole superiori a Shībīn al-Kōm, entrò nell'Accademia Militare Egiziana, dove ricevette il diploma in Scienze Militari nel 1949. Nel 1950 entrò nell'Accademia Aeronautica e alla fine conseguì un Diploma in Scienze Aeronautiche e fu assegnato agli Squadroni Bombardieri. Parte del suo addestramento da pilota che egli completò fu da lui ricevuto nella Scuola sovietica di Addestramento Piloti di Frunze (dal 1991 Biškek), nella Repubblica Sovietica del Kyrgyzstan. Nella sua carriera militare fu dapprima pilota, quindi istruttore, comandante di Squadrone Aereo e comandante di Base Aeronautica. Nel 1964 fu nominato capo della Delegazione Militare Egiziana in URSS.

Negli anni 1967-1972, durante la Guerra d'Attrito fra Egitto e Israele, voluta da Jamāl ʿAbd al-Nāṣir, Mubārak fu nominato Direttore dell'Accademia Aeronautica e Capo di Stato Maggiore delle Forze Aeree Egiziane. Nel 1972 divenne Comandante delle Forze Aeree Egiziane e vice-Ministro della Guerra. Nell'ottobre 1973, in seguito alla "Guerra d'Ottobre", conosciuta anche come guerra del Kippur o guerra del Ramadan, Mubārak fu promosso al rango di Maresciallo dell'Aria. Nell'aprile 1975 fu nominato vicepresidente dell'Egitto in sostituzione di Husayn al-Shafi'i e, nel 1978, fu scelto come vicepresidente del Partito Nazionale Democratico (NDP).

Vice Presidente dell'Egitto

Dal 1975 Mubarak seguì lealmente la politica del presidente Sadat e gestì gli affari amministrativi dello Stato con efficacia vista la predilezione del presidente per la politica estera. Viaggiò nel mondo arabo per sostenere la decisione dell'Egitto di siglare la pace con Israele, visitò quindi Riyadh e Damasco per convincere i due governi della genuinità della pace e degli accordi "Sinai II" ma Hafiz al-Assad rifiutò persino di incontrarlo. "Eilts to Kissinger, September 3, 1975", su aad.archives.gov. Mubarak aumentò sempre più la sua autorevolezza anche grazie al fatto delle numerose visite e incontri con i capi di stato stranieri con cui dialogava come inviato diretto di Sadat. Nel 1981 a seguito dell'assassinio del Presidente Anwar al-Sādāt da parte di fondamentalisti, Mubārak diventò Presidente della Repubblica Araba d'Egitto e Presidente del Partito Nazionale Democratico (NDP). Mubārak stesso è sfuggito a non meno di sei tentativi di omicidio.[2]

Presidenza dell'Egitto

Hosni Mubarak è stato il capo di stato egiziano in carica per più anni, la sua presidenza è iniziata in linea di continuità con il predecessore ma anche con innovazioni diplomatiche e di politica economica interna. In tutti gli anni '80 ridusse le ingerenze dello Stato nell'economia pianifica del paese e aumentò la produzione di beni necessari per la popolazione, infatti vennero costruite abitazioni popolari, così come crebbe la produzione di vestiti arredi e medicine. Nella riorganizzazione del Governo Mubarak tenne sotto controllo i funzionari e i ministri effettuando licenziamenti per malversazione e imponendo multe ai deputati per le assenze ingiustificate. L'Egitto rimase comunque dipendente dagli aiuti degli Stati Uniti, e negli stessi anni continuarono le pressioni effettuate su Israele per la questione degli accampamenti dei palestinesi. Migliorarono costantemente le relazioni con l'Unione Sovietica e il presidente nel 1987 vinse il suo secondo mandato per altri 6 anni.

Riammissione nella Lega Araba

Nelle relazioni con gli altri paesi arabi infatti si ebbe un miglioramento, l'Egitto all'epoca era stato l'unico paese della Lega Araba a essere sospeso a causa della politica del Presidente al-Sādāt, che firmò il Trattato di pace con Israele, con la mediazione di Mubarak otto anni dopo l'assassinio di Sādāt (6 ottobre 1981) nel 1989, si giunse al compromesso e la sede principale della Lega è stata ricollocata nel medesimo complesso di edifici al Cairo.[2]

Posizione nella I Guerra del Golfo

L'Egitto condannò l'invasione del kuwait da parte dell'Iraq nel 1990 e partecipò attivamente nella coalizione alleata nella guerra del Golfo del 1991, infatti i fanti egiziani furono tra i primi militari a sbarcare in Kuwait per impegnare le forze armate irachene, godendo per questo di grandi, ma non precisati, vantaggi economici elargitigli dagli USA. Si parla di un taglio del debito del paese di $500.000 per soldato[3] In questa sua partecipazione convinta si dice che l'Egitto abbia sofferto pesanti perdite in vite umane, anche se mancano conferme o smentite ufficiali in merito. Secondo Reporter Senza Frontiere i media egiziani sono collocati per libertà d'espressione al 143º posto su 167 nazioni considerate.[4]

Malgrado le riforme e la transizione verso un sistema economico orientato al capitalismo, l'economia egiziana stentò comunque a decollare e l'assenza di riforme politiche accrebbe il dissenso. Mubārak cominciò a perdere sostegni già a metà degli anni novanta. La crisi economica dei primi anni novanta fu imponente. Secondo l'Indice che valuta l'attenzione garantita ai Diritti Umani, l'Egitto occupa il 119º posto su 177 nazioni. Nelle presidenziali del 1993 venne comunque rieletto e l'attività diplomatica è rimasta sempre molto attiva, infatti nel 1999 visitò il Libano e fu la prima volta per un presidente egiziano dal 1952. Dopo la rielezione al quarto mandato nel 1999 continuò i suoi sforzi per la pace in medio oriente mediando i colloqui tra Barak e Arafat alla presenza del presidente americano Clinton nel 2001.

Stile di governo

L'Egitto è stato governato per tutto il suo mandato con la legge marziale in vigore come misura d'emergenza per l'assassinio di Sadat. Questo permetteva l'ingerenza dell'esecutivo in molti ambiti della vita del paese limitando così la libertà di stampa e permettendo l'arresto degli oppositori politici. Altro colpo che riguardò la credibilità di Mubārak intervenne allorquando circolarono notizie sul fatto che suo figlio ‘Alā’ era stato favorito dal governo nei processi di privatizzazione avviati dal padre. L'organizzazione Transparency International (TI), che si occupa di valutare tra l'altro l'indice di corruzione politica di un Paese, colloca l'Egitto al 70º posto su 159 nazioni.[5]

Nel luglio 2004, Mubārak accolse le dimissioni del Primo Ministro Atef ʿEbeyd e di tutto il suo Gabinetto. Mubārak nominò quindi Ahmad Nazif nuovo Primo Ministro. La nuova compagine ministeriale è stata accolta con un moderato ottimismo, anche per un miglioramento della declinante situazione economica dell'Egitto. Il mercato egiziano è diventato percentualmente il primo paese fra quelli emergenti nell'anno fiscale 2004/2005. Persiste però una forte disoccupazione e Mubārak è stato criticato per aver favorito il grande capitale e le privatizzazioni dell'imponente comparto pubblico dell'economia, avvilendo i diritti dei lavoratori.

La II Guerra del Golfo

Il Presidente Mubārak si è espresso contro la guerra in Iraq del 2003 voluta dagli USA e dalla Gran Bretagna, affermando che la situazione Israelo-palestinese avrebbe dovuto essere affrontata per prima, ma ha chiarito che come presidente ritiene utile un ritiro graduale per evitare un peggioramento ulteriore della situazione

Elezioni presidenziali del 2005

Mubarak cedendo alle pressioni interne ed estere per una democratizzazione interna richiese al Parlamento un emendamento costituzionale per permettere la partecipazione di più candidati alle elezioni. Fino a quel momento il presidente era eletto dal parlamento e confermato tramite referendum. Il 28 luglio 2005 Mubarak presentò la sua candidatura per le elezioni del 7 settembre seguente. Le elezioni furono vinte da Mubarak e sebbene la presenza di altri candidati si levarono molte proteste che accusarono i sostenitori di Mubarak di brogli e poca chiarezza sul voto.

Mubārak e la Chiesa copta

Prima che Mubārak assumesse la Presidenza, il precedente Presidente egiziano Anwar al-Sādāt aveva ordinato a Papa Shenuda III, il capo della Chiesa ortodossa copta, di ritirarsi in esilio nel monastero di San Bishoi. In aggiunta, otto vescovi, 24 sacerdoti e molti altri eminenti personalità copte furono posti agli arresti. Sādāt rimpiazzò la gerarchia ecclesiastica con un Comitato di 5 vescovi e si riferì a Papa Shenūda come all'"ex-papa".

Più di tre anni dopo l'assassinio di Sādāt nel 1981 e la salita al potere di Mubārak, il Presidente richiamò dall'esilio Papa Shenūda III d'Alessandria, il 2 gennaio 1985. Questi tornò al Cairo per celebrare la festività natalizia del 7 gennaio (secondo il calendario copto), e la folla che lo accolse fu valutata in più di 10.000 persone. Nonostante diverse limitazioni religiose che il governo ha mantenuto e le vessazioni subite dai gruppi islamici più radicali, i cristiani copti hanno goduto di diritti umani e religiosi relativamente migliori sotto Mubārak, con la loro festività del 7 gennaio riconosciuta come festività nazionale nel 2002.

Rivolta di Piazza Tahrir e dimissioni

 
Il presidente Hosni Mubarak
  Lo stesso argomento in dettaglio: Sommosse popolari in Egitto del 2011.

Lo stato d'emergenza in atto nel Paese, decretato nel 1981 a seguito dell'assassinio del Presidente al-Sādāt, è stato oggetto di dure critiche da parte dell'opposizione per l'abnorme estensione dello stesso, che prevede de iure, tra le altre cose, arresti preventivi e controllo diretto dei media. Dopo l'inizio delle sommosse popolari del 2011, innescate dai recenti sommovimenti capitati in Tunisia, durante le quali Mubarak, al 17º giorno di proteste, ha annunciato di volerlo rimuovere solo quando la situazione lo richiederà, il rais viene sottoposto a forti pressioni da parte dei manifestanti e di alcuni governi esteri perché rimetta il proprio mandato.

La rivolta si inasprirà, prolungandosi in giorni di violenti scontri tra esercito e manifestanti, arrivando a costringere alle dimissioni il presidente l'11 febbraio 2011.[6] Piazza Tahrir, al Cairo, luogo simbolo della rivolta, accoglie con manifestazioni di giubilo l’annuncio del vicepresidente 'Omar Sulayman delle dimissioni da presidente egiziano, dopo trent'anni, di Hosni Mubarak.

Il ritiro a Sharm el-Sheikh

Mubarak a poche ore dalle dimissioni dalla carica di presidente lasciò il Cairo per raggiungere la sua residenza a Sharm el-Sheikh, rifiutandosi di espatriare pur in presenza di offerte di ospitalità provenienti da vari Stati.[7] Subito si sono susseguite voci su un suo cattivo stato di salute, ipotizzando persino un suo presunto stato comatoso. L'emittente ABC ha tuttavia smentito queste voci, affermando che Mubarak gode invece di "buona salute".[8] Il 13 aprile Mubarak è posto in custodia cautelare per 15 giorni a seguito delle indagini condotte dalla Procura della capitale in merito ad accuse di corruzione e appropriazione indebita a suo carico. Nelle stesse ore è trasferito in ospedale per problemi di salute.[9] Poco dopo l'ex presidente egiziano finisce nuovamente in terapia intensiva per un secondo attacco cardiaco, dopo che anche verso i figli ʿAlāʾ e Gamal Mubarak viene emesso un mandato di arresto.[10] Il 13 maggio successivo anche Susanne, la moglie di Mubarak, è tratta in arresto perché accusata di cespiti illeciti.[11] Stessa sorte tocca a Mubarak che viene arrestato e condannato all'ergastolo il 2 giugno 2012.[12] La Corte di Cassazione, però, decide che il processo è da rifare.[13]

Hosni Mubārak è sposato con Suzanne Mubārak e ha due figli: ʿAlāʾ e Gamāl Mubārak.

Responsabilità politiche e militari

  • Rieletto per il quinto mandato presidenziale (Settembre 2005)
  • Presidente del G-15 (1998 e 2000)
  • Rieletto per il quarto mandato (1999)
  • Presidente del Summit Arabo dal giugno (1996)
  • Presidente dell'Organizzazione per l'Unità Africana "OUA"(1993 - 1994)
  • Rieletto per il terzo mandato presidenziale (1993)
  • Presidente dell'Organizzazione per l'Unità Africana "OUA" (1989 - 1990)
  • Rieletto per il secondo mandato presidenziale (1987)
  • Presidente del Partito Nazionale Democratico (1982)
  • Presidente della Repubblica (1981-2011)
  • Vicepresidente del Partito Nazionale Democratico (1979)
  • Vicepresidente della Repubblica Araba d'Egitto (1975)
  • Promosso al rango di Tenente Generale (1974)
  • Comandante dell'Aeronautica Militare e vice-Ministro della Guerra (1972)
  • Capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica Militare (1969)
  • Direttore dell'Accademia Aeronautica (1968)
  • Comandante della Base Aerea di Cairo Ovest (1964)
  • Distaccato all'Accademia Militare sovietica di Frunz (1964)
  • Docente all'Accademia Aeronautica (1952 - 1959)

Onorificenze

Onorificenze egiziane

Onorificenze straniere

Note

Altri progetti

Collegamenti esterni

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