Basilica minore di San Sebastiano
Il Duomo di Barcellona Pozzo di Gotto o Duomo di San Sebastiano, nome esatto completo Basilica minore di San Sebastiano, sorge in piazza Duomo e il prospetto principale si affaccia su via Roma. È la più grande delle chiese di Barcellona Pozzo di Gotto, in provincia seconda solo alla Cattedrale protometropolitana di Santa Maria Assunta di Messina.
Basilica minore di San Sebastiano | |
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Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Località | File:Barcellona Pozzo di Gotto-Stemma.png Barcellona Pozzo di Gotto |
Coordinate | 38°08′41.3″N 15°12′59.7″E |
Religione | Cristiana Cattolica di rito romano |
Titolare | San Sebastiano |
Diocesi | Arcidiocesi di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela |
Consacrazione | 1936 (basilica attuale) |
Stile architettonico | architettura neoclassica |
Inizio costruzione | 1931 (basilica attuale) |
Completamento | 1935 |
Cenni al culto di san Sebastiano
Il culto di San Sebastiano in molti centri siciliani risale al 1300, quando il martire di Narbona di origini milanesi, ritenuto protettore contro le epidemie di peste, favorisce la costruzione di numerose chiese. Attecchisce a Barsalona casale a ponente del torrente Longano e frazione di Castroreale attorno al 1500, soppiantando l'allora patrono San Nicola di Bari. Tattiche militari presso Egiziani, Persiani, Greci e Romani ricorrevano alle frecce per inquinare, avvelenare, contagiare gli obiettivi di conquista, San Sebastiano sopravvive al suo primo martirio mediante le frecce, per trasposizione assurge a figura di Protettore contro tutte le epidemie di chi è infettato, allegoricamente le frecce rappresentano le epidemie che colpiscono. Il flagello della peste nera imperversa nell’isola nel 1347, 1449, 1524, (1575 - 1578) al nord Italia meglio conosciuta come peste di San Carlo Borromeo citata nei Promessi Sposi, sempre dovuta a guerre, spostamenti e movimenti migratori, causa grandi stragi specie nella provincia e in particolar modo nella città di Messina. Le pessime condizioni igieniche, la scarsa profilassi, le inesistenti cure costituiscono facile mezzo per la veicolazione della forma infettiva che si manifesta in tutta la sua virulenza specie nelle città di mare per la presenza di porti e relativi traffici marittimi con le zone più esposte al rischio.
La Basilica
In seguito all’Unione Amministrativa di Barcellona e Pozzo di Gotto del 1836 e al conseguente raddoppio della popolazione, si rende necessaria la costruzione di un nuovo tempio capace di accogliere un maggior numero di fedeli, che rappresenti degnamente la comunità cristiana e che sia punto di riferimento storico, artistico e religioso del nuovo centro costituito. L’accelerazione alla realizzazione del progetto è data dal disastroso terremoto di Messina del 1908 che danneggia gravemente il vecchio Duomo di San Sebastiano rendendolo inagibile per alcuni anni compromettendone la stabilità, in un primo tempo demolite le parti che presentano maggiore pericolo e puntellato il tetto, per le necessità impellenti del culto è riaperto, non trascurando le ragioni dei nascenti sviluppi urbanistici: il vecchio Duomo avrebbe impedito di tracciare l’asse viario Nord Sud costituito dall’odierna via Roma. Il tempio primitivo completato nel 1606 costituisce con l'attigua Chiesa degli Agonizzanti l’antico nucleo di Barcellona assieme al Teatro Placido Mandanici (distrutto per cause di un incendio nel 1967) e al Monte di Pietà, fino ai primi decenni del 1900 quando è definitivamente dismesso con l’edificazione della nuova Basilica progettata da Francesco Barbaro inaugurata il 25 marzo 1936 dall'Arcivescovo di Messina Monsignor Angelo Paino. Di impianto basilicale, il suo interno a pianta croce latina con tre navate. Nelle navate laterali sono disposti quattro altari minori. Nel transetto l'altare di San Sebastiano nella cui nicchia è conservata la statua lignea settecentesca che è portata in processione, il Duomo conserva diverse tele del Seicento e del Settecento. Sull'altare maggiore è esposta la tela raffigurante il Martirio di San Sebastiano di Giacomo Conti (1879).
La navata destra lato sud
- Nella prima campata a destra è collocata l'iscrizione marmorea riproducente il testo della Bolla Pontificia di Papa Giovanni Paolo II decretante la pubblicazione 9 novembre 1989. Elevazione a Basilica 9 febbraio 1991. Cerimonia di Dedicazione 18 settembre 1992.
- Seconda campata: Altare dedicato alla Vergine degli Agonizzanti proveniente dalla Chiesa degli Agonizzanti (fine secolo XVI - inizio secolo XVII). Di Filippo Jannelli (1621c. - 1696) costituisce pala d'altare il dipinto olio su tela Vergine degli Agonizzanti fra San Michele Arcangelo, San Camillo de Lellis e San Giuseppe 1655(?). Lesene sormontate da timpani spezzati simmetrici con stele intermedia. Raffinato tabernacolo colonnato raffigurante tempietto sormontato da corona. Lesene sormontate da timpani spezzati simmetrici ad arco con stele intermedia.
- Terza campata: Ingresso lato sud.
- Quarta campata: Altare dedicato al Patriarca San Giuseppe proveniente dal Vecchio Duomo (fine secolo XVI - inizio secolo XVII). Il dipinto San Giuseppe eseguito da Santa Rugolo 1942 costituisce la pala d'altare. Lesene sormontate da timpani spezzati simmetrici ad arco con stele intermedia. Pregevolissimo paliotto marmoreo.
- Quinta campata: Altare dedicato a Maria S.S. delle Grazie coopatrona della città proveniente dal Vecchio Duomo (fine secolo XVI - inizio secolo XVII). Lesene sormontate da timpani spezzati simmetrici ad arco con stele intermedia.
La navata sinistra lato nord
- Nella prima campata a sinistra era posto originariamente il Fonte Battesimale adesso trasferito presso l'altare maggiore. Alle pareti la lapide commemorativa attestante la data d’intitolazione 25 Marzo 1936 e quella di dedicazione 8 Giugno 1986, la lapide commemorativa attestante l'edificazione del Duomo per opera dell'Arcivescovo di Messina Monsignor Angelo Paino.
- Seconda campata: Altare dedicato a Sant'Antonio da Padova di fattura moderna 1940. Lesene sormontate da timpani spezzati simmetrici con stele intermedia.
- Terza campata: Ingresso lato nord.
- Quarta campata: Altare dedicato al Trionfo della Croce fra Gesù e Maria proveniente dal Vecchio Duomo (fine secolo XVI - inizio secolo XVII). Di Filippo Jannelli (1621c. - 1696) costituisce pala d'altare il dipinto olio su tela Gesù e Maria e il Trionfo della Croce. Lesene sormontate da timpani spezzati simmetrici ad arco con stele intermedia. Pregevolissimo paliotto marmoreo.
- Quinta campata: Altare dedicato al Sacro Cuore di Gesù proveniente dal Vecchio Duomo (fine secolo XVI - inizio secolo XVII). Costituito da una doppia coppia di colonne, quelle interne prospetticamente più avanzate sormontate da timpani spezzati simmetrici.
Le porte
L'accesso anteriore in basilica è garantito da tre porte, un tempo di legno, che sono state rimpiazzate con portoni di bronzo.
Il grande portone bronzeo della navata centrale opera di Ennio Tesei, con formelle raffiguranti scene tratte dalla vita di San Sebastiano. I sei riquadri ritraggono: Il primo martirio con frecce, Il secondo martirio con flagellazione a morte, le palme del martirio costituiscono i maniglioni delle due ante, Le cure di Sant'Irene, Le Predicazioni di San Sebastiano, L'incontro con l'Imperatore Diocleziano, La Cloaca Massima, eseguito 1990.
La porta è sormontata col fregio festonato recante i simboli del martirio: le frecce e relative corona e palma.
Il portone destro, opera di Giorgio Luzzietti, con formelle raffiguranti La Pentecoste, L'Ascensione, La Moltiplicazione dei Pani e dei Pesci , La Pesca Miracolosa, Le Nozze di Cana e La Resurrezione di Lazzaro.
Il portone sinistro, opera di Claudio Traversi , con formelle raffiguranti scene del Diluvio Universale, Le Tavole della Legge e il Roveto Ardente, La Chiesa dei Basiliani, Il vecchio Duomo di S. Sebastiano, La Nuova Basilica e una formella dedicata a Monsignor Angelo Paino, detto Il Ricostruttore, eseguito nel 1991.
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Note
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