Sant'Antioco (Italia)
Sant'Antioco (Santu Antiogu in sardo[3], San Antiòcco in tabarchino) è un comune italiano di 11.630 abitanti[1] della provincia di Carbonia-Iglesias, nel Sulcis-Iglesiente, in Sardegna.
Sant'Antioco comune | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Provincia | ![]() |
Amministrazione | |
Sindaco | Mario Corongiu (lista civica) dall'11-6-2012 |
Territorio | |
Coordinate | 39°04′00″N 8°27′00″E |
Altitudine | 10 m s.l.m. |
Superficie | 115,59 km² |
Abitanti | 11 630[1] (31-12-2010) |
Densità | 100,61 ab./km² |
Frazioni | Maladroxia |
Comuni confinanti | Calasetta, San Giovanni Suergiu |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 09017 |
Prefisso | 0781 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 107020 |
Cod. catastale | I294 |
Targa | CI |
Cl. sismica | zona 4 (sismicità molto bassa)[2] |
Nome abitanti | antiochensi |
Patrono | sant'Antioco |
Giorno festivo | il 15º giorno dopo la Santa Pasqua (il lunedì) |
Cartografia | |
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Sito istituzionale | |
È il principale comune dell'omonima isola.
Geografia
L'isola di Sant'Antioco su cui si trova la cittadina omonima, è la maggiore delle isole sarde e con i suoi 109 km² è la quarta d'Italia per estensione dopo Sicilia, Sardegna e l'Isola d'Elba; è abitata da circa 12.000 abitanti. Dista da Cagliari 84 km circa ed è collegata all'isola madre grazie a un istmo artificiale. Il territorio dell'isola è diviso fra il comune di Sant'Antioco, il più popoloso (che sorge sulle rovine dell'antica città fenicio-punica di Sulky) e quello di Calasetta, secondo centro abitato, per numero di abitanti, dell'isola. Sono inoltre presenti il piccolo borgo turistico di Maladroxia, che fa capo a Sant'Antioco, e quello di Cussorgia (zona Stann'e Cirdu) nel territorio del comune di Calasetta. Al largo dell'isola, in direzione sud, sono apprezzabili due isolotti, disabitati, detti Il Toro e La Vacca.
Cale, coste e spiagge del Comune
Nel litorale del Comune di Sant'Antioco, partendo da nord verso sud, si hanno le seguenti cale, coste e spiagge più conosciute[4]:
- Spiaggia Istmo di Sant'Antioco (parte Laguna)
- Spiaggia Corru Longu (cioè: Corno Lungo)
- Spiaggia Peschiera di Palmas
- Spiaggia Il Faro
- Porto Ponte Romano
- Porto di Sant'Antioco
- Spiaggia Is Pruinis (cioè: La Polvere)
- Spiaggia Cannisoni (cioè: Canna palustre)
- Spiaggia Su Forru o Su Forru a Maccina o a Macchina (cioè: La Fornace per la calce)
- Costa Su Portixeddu (cioè: Il Porticciolo) con falesie alte (10 m.)
- Cala Su Portixeddu
- Caletta Su Portixeddu Accuau o Quau (cioè: Il Porticciolo Nascosto)
- Spiaggia Maladroxia con le sorgenti termali marine conosciute già dai romani
- Costa Scogliu Su Sitzigorru (cioè: Scoglio della Lumaca)
- Costa Su Mussareddu o Su Muscareddu (cioè: Il Moscato)
- Costa S'Aqua Durci (cioè: L'Acqua Dolce)
- Costa Cala Francese
- Spiaggia Coaquaddus o Coquaddus o anche Co 'e Quaddus (cioè: Coda di Cavallo)
- Porto Coaquaddus o Coquaddus o anche Co 'e Quaddus
- Costa Capu Su Moru (cioè: Capo Il Moro), in località Turri dove si trova la Torre Canai o Cannai
- Caletta Sa Turri (cioè: La Torre)
- Porto di Torre Canai o Cannai (cioè: Torre del Canale)
- Spiaggia Peonia Rosa
- Cala Scanalettus (cioè: Piccole Scanalature)
- Spiaggia Portu de S'Aqua Sa Canna (cioè: Porto dell'Acqua della Canna)
- Caletta Capo Sperone
- Costa Capo Sperone alta (22 m.)
- Isolotto o Scoglio Il Vitello alto (8 m.)
- Isoletta La Vacca (altezza massima 94 m.)
- Isoletta Il Toro (altezza massima 111 m.)
Nel litorale antiochense, ora ripartendo da sud verso nord, si hanno le seguenti cale, coste e spiagge più conosciute:
- Costa Su Cavu de Su Logu con le famose bombe cumuli rocciosi tondeggianti e con alte falesie (da 20 m. a 40 m.)
- Costa Portu Sciusciau (cioè: Porto Distrutto) con quattro archi rocciosi e le alte falesie (da 20 m. a 40 m.)
- Costa Punta Grossa con il Fariglione (alto 20 m.) e le alte falesie (da 20 m. a 40 m.)
- Costa Punta Grutta de Aqua o Gruttiaqua con alte falesie (altezza massima 137 m.)
- Costa Grutta de Aqua o Gruttiaqua con alte falesie (da 20 m. a 40 m.)
- Costa Sa Corona de Su Crabì (cioè: La Roccia del Caprile) (alta 87 m.)
- Costa Poggio di Mezzaluna con alte falesie (da 20 m. a 40 m. fino a 55 m.)
- Costa Porto di Triga o Portu Su Tricu o Su Trigu (cioè: Porto del Grano)
- Costa Su de Serra con guglia costiera isolata
- Costa Monti de Su Casteddu (cioè: Monte del Castello) (alta 43 m.)
- Costa Cala Sapone (in sardo Cala de Saboni), (Cala di Sapone, secondo alcuni deriverebbe da Baal Safon, divinità fenicia generatrice dei venti)[5].
- Costa Portu de Sa Signora (cioè: Porto della Signora)
- Costa Cala Grotta
- Costa Portu Casu (cioè: Porto Casu)
- Costa e Spiaggia Cala Lunga
Nel litorale antiochense, ora ripartendo da est verso ovest, si hanno le seguenti cale, coste e spiagge più conosciute:
- Costa Lungomare de Pompeis
- Riva Porticciolo Turistico di S. Antioco
- Riva Porto Peschereccio o dei Pescatori di S. Antioco
- Riva Marina di Sant'Antioco o Sa Marina
- Costa Su Pranu (cioè: Il Piano)
- Costa Punta Vacca
- Costa Punta Giunchera o Giuncheria (cioè: Punta della Giuncaia)
Storia
Età Fenicio-punica (metà VIII sec. - 238 a.C.)
La storia di Sant'Antioco è antichissima. Una trentina di nuraghi, un certo numero di cosiddette "Tombe dei giganti" e di "Domus de janas" testimoniano che l'isola non fosse priva di insediamenti stabili già in epoca preistorica. In età storica nacque il primo nucleo della città di Sulki, toponimo riscontrabile nelle testimonianze epigrafiche rinvenute ad Antas. A fondarla furono, probabilmente nella prima metà dell'VIII secolo a.C. (parrebbe, stando alle fonti letterarie, quasi nello stesso periodo in cui venne fondata la stessa Cartagine) alcuni mercanti e navigatori provenienti da un'area grosso modo corrispondente all'attuale Libano: i Fenici. Il dato relativo alla fondazione della città siamo in grado di desumerlo con buona approssimazione sia rifacendoci alle fonti letterarie sia basandoci sulle testimonianze archeologiche: il materiale riportato alla luce nell'area del tofet e in quella del cosiddetto cronicario indicano che il centro fosse pienamente attivo almeno a partire dalla metà del VIII secolo.
Oggi vari studiosi, tra cui l'archeologo dell'Università degli studi di Sassari Piero Bartoloni, indicano Sant'Antioco come la città più antica della Sardegna.[6]. All'inizio del VI secolo a.C. i Cartaginesi, fenici d'Occidente, presero possesso della Sardegna e dunque anche dell'isola di Sant'Antioco. La città nordafricana controllerà la Sardegna sino all'epoca delle guerre puniche, quando verrà spodestata dalla nuova potenza egemone del Mediterraneo: Roma.
Età romana (238 a.C.-456 d.C.)
La città fu testimone, durante quelle guerre puniche che rappresentarono un vero e proprio spartiacque negli equilibri del Mediterraneo, di un evento bellico di una certa rilevanza. Fu probabilmente tra le isole della Vacca e il Toro che si combattė la battaglia di Sulci (258 a.C.), che vide trionfare la flotta romana guidata dal console Gaio Sulpicio Patercolo su quella sardo-punica capeggiata da Annibale, che in quanto responsabile della disfatta venne condannato e successivamente crocifisso [7]. In epoca romana (formalmente a partire dal 238 a.C), Sulci continuò a fiorire sino a diventare, a detta del geografo greco Strabone (vissuto a cavallo tra I sec. a.C. e I sec. d.C.) la città più florida della Sardegna romana insieme a Caralis. Lo sfruttamento dei bacini minerari dell'Iglesiente non era infatti cessato (in quest'area venne eretto, in età augustea, il tempio romano ad Antas sulle rovine di quello punico), e con esso l'intenso traffico nel porto sulcitano: di qui l'appellativo dell'antica Sulci "Insula plumbea". La città dovette disporre davvero di ingenti risorse finanziarie se all'epoca della guerra civile tra Cesare e Pompeo (I sec. a.C.) poté pagare una multa di circa (pare) 10 milioni di sesterzi inflittale da parte di Cesare, giunto nel frattempo nell'antipompeiana Caralis. Scrive Attilio Mastino:
Sulci si riprese ben presto dallo smacco subito, forte anche della floridezza del suo porto e dunque della sua economia, sino quando, intorno al I sec. d.C., sotto Claudio, fu riabilitata sul piano politico e elevata al rango di Municipium[8]. È necessario, per poterci rendere conto della prosperità dell'antica Sulci romana, consultare pure l'andamento demografico, che si rivela un indicatore prezioso. Secondo il Bellieni, la città tra tarda Repubblica e prima fase imperiale doveva essere popolata da circa 10.000 persone, cifra effettivamente plausibile se si tiene conto della popolazione media nei centri italiani di età augustea calcolata dal Beloch[9].
L'antico centro romano sorgeva, come si può desumere facilmente ancora oggi prestando attenzione alla disposizione degli assi viari maggiori e minori, nell'area comprendente le attuali vie Garibaldi, XX settembre, Mazzini, Eleonora d'Arborea, Cavour, in località detta "Su Narboni". Qui, e precisamente all'incrocio tra le attuali via XX settembre e Eleonora d'Arborea (presumibilmente nell'area dove sorgeva il foro, non ancora localizzato), si trova un mausoleo noto come Sa Presonedda o Sa Tribuna databile al I sec. a.C., grosso modo coevo al ponte romano, situato in corrispondenza dell'istmo, e al tempio d'Iside e Serapide le cui rovine non sono oggi più apprezzabili. Della Fontana romana che si trova nell'attuale piazza Italia non è rimasto nulla dell'impianto antico [10]. Copiosi i mosaici, alcuni dei quali furono adoperati per lastricare la Basilica di Santa Croce in Cagliari [11] La tradizione colloca nel II sec. d.C. la vicenda del santo eponimo dell'isola, quel medico mauritano di nome Antioco (in epoca romana la Mauretania corrispondeva sostanzialmente agli odierni Stati di Marocco e Algeria) che patì il proprio martirio sotto gli Antonini, presumibilmente durante il regno dell'imperatore Adriano (117-138 d.C) [12].
Monumenti e luoghi di interesse
Sono da segnalare principalmente il museo archeologico comunale Ferruccio Barreca, che custodisce importantissime testimonianze risalenti all'età neolotica, a quella nuragica, fenicio-punica e romana; la basilica minore di Sant'Antioco Martire, edificio paleocristiano di fondazione bizantina la cui prima pietra fu posta nel V secolo e presso il cui santuario sono presenti le uniche catacombe della Sardegna[13]; ancora, il forte sabaudo detto "Su Pisu", il Museo etnografico, gli ipogei punici successivamente adibiti ad abitazioni, il tofet (o tophet), la necropoli e i vari insediamenti nuragici.
Monumenti
- Di età prenuragica e nuragica:
- fonte sacra di Funtana Cannai
- nuraghe Feminedda
- nuraghe S'Ega Marteddu (in loc. Maladroxia)
- tomba dei giganti Su Niu 'e Su Crobu
- villaggio nuragico di Grutt'i Acqua
- menhir Su Para e Sa Mongia (in località Santa Caterina)
- domus de janas in località Is Pruinis
- Di età fenicio punica e romana:
- Necropoli punica (riutilizzata in età romana)
- Tophet (santuario fenicio a cielo aperto dove venivano conservati i resti sacrificali e quelli degli infanti)
- Mausoleo funerario Sa Presonedda
- Di età romana - paleocristiana:
- Basilica minore di S. Antioco Martire
- Catacombe di Sant'Antioco
- Ponte Romano
- Acquedotto
- Anfiteatro
- Di età moderna:
- Torre Canai o Cannai (1757)
- Forte sabaudo Su Pisu (1812)
Società
Evoluzione demografica
Abitanti censiti[14]

Cultura
Sagra di Sant'Antioco
Quindici giorni dopo la Pasqua si svolge la Sagra di Sant'Antioco, protettore dell'isola e santo patrono della Sardegna. Ogni anno dall'isola madre convengono decine di gruppi legati alle tradizioni dei loro rispettivi centri per sfilare lungo le strade di S.Antioco e onorare in tal modo il suo santo protettore. sabato precedente alla Sagra si svolge la sfilata de "Is coccoisi". Per l'occasione si produce questo particolare tipo di pane bianco lievitato detto "Coccòi de su Santu", dall'aspetto ornamentale e decorato infatti con motivi floreali e piccoli uccelli; "is coccois" vengono trasportati nell'omonima Basilica e per alcune settimane ivi lasciati in modo da abbellire il simulacro del santo e le sue reliquie. Queste sono conservate nella basilica di Sant'Antioco, anch'esse trasportate durante la processione. Posto sotto un reliquiario dorato è conservato quello che pare essere il teschio del santo, mentre in una teca è custodita una parte del femore e del bacino. La Sagra di Sant'Antioco è la più antica festa religiosa attestata in Sardegna. In un documento del 1520 a firma dell'allora Giudice di Cagliari, Sant'Antioco viene indicato come il santo patrono della Sardegna. L'origine della sagra attuale va riportata al 1615, anno di ritrovamento di quelle che si credono le reliquie del santo nelle catacombe sottostanti la basilica, per volere dell'allora arcivescovo di Cagliari Francisco d'Esquivel. In realtà recenti acquisizioni testimoniano lo svolgimento della festa in tempi molto più remoti. Un primo documento, attualmente depositato presso l'archivio della Corona D'Aragona in Barcellona e risalente al 1360, ci informa sulla rivendicazione da parte dell'allora Vescovo di Sulci, Francesco Alegre (1359-1364) dei diritti per sé sulla vendita del vino e la pesca in mare durante i giorni di festa. Mentre un ulteriore documento, successivo all'acquisizione sopra menzionata, e risalente al 1466, tratta di un privilegio reale, nello specifico del re di Spagna Giovanni, che su richiesta del Vescovo Giuliano di Iglesias conferma i privilegi al Vescovo sia durante la festa della chiesa di S.Antioco che al di fuori di essa. Il primo di agosto si celebra un'altra edizione della Sagra in onore del santo, certamente non meno suggestiva di quella primaverile, anche questa con processione religiosa e parata di gruppi in costume sardo. Il 13 novembre si celebra la ricorrenza religiosa con processione serale.
Riti della Settimana Santa
La processione del venerdì santo, di stampo catalano, è molto suggestiva. Un Cristo morto viene portato in processione al tramonto su un catafalco dorato, seguito dalla Madonna vestita a lutto. La mattina di Pasqua si svolge il rito de "S'incontru"; Cristo Risorto e la Madonna escono dalla chiesa di Sant'Antioco Martire e attraverso due strade diverse a passo veloce arrivano ai due lati opposti di Piazza Umberto. Qui s'incontrano mentre in segno di festa vengono sparati verso il cielo dei botti.
Costumi
I costumi tradizionali di Sant'Antioco vengono oggi indossati solo in occasione delle sagre religiose. Solo alcune fra le donne più anziane indossano ancor oggi, ogni giorno, una versione (pur parzialmente ridimensionata) del costume tradizionale. La tipologia dei costumi di Sant'Antioco cambia in base alla posizione sociale di chi li indossa. Su "bistiri a nostrana", ad esempio, era indossato dalle donne della borghesia agricola.
Comprende una gonna a pieghe, "sa fardetta de mesu grana", di colore rosso, in tessuto d'orbace finissimo, "su ventalliccu", il grembiule nero ricamato, "su gipponi", il corpetto stretto in raso o velluto, "sa camisa a polanias", la camicia bianca ricamata, "su panneddu", da mettere sulle spalle, "sa perr'e sera", il fazzoletto ricamato, "is bottinus" le scarpe rosse con il tacco, i gioielli: "sa gioia" (un ciondolo), "is arreccadas" (gli orecchini), "is aneddus" (gli anelli).
"Sa massaia", la donna di casa vestiva in modo più semplice e senza gioielli (a parte la fede). In questo vestito si ritrovano "su gipponi", "sa perr'e sera", "su ventalliccu". Sul capo una cuffia rossa "sa scuffia", ai piedi gli zoccoli in legno fasciati da una banda rossa: "is cappus".
Sobrio ma fiero il vestito de "Su massaiu", l'uomo, caratterizzato dai colori nero dei pantaloni "is cracciònis", tessuti in orbace e tenuti stretti in vita da una cintura in cuoio e dal bianco della camicia in lino ricamata: "sa camisa". Alla cintura viene sempre tenuto un fazzoletto piegato, di colore rigorosamente rosso.
Sul capo una "berritta" nera; le scarpe sono ricoperte da ghette, sempre nere, "is cràccias". Il corpetto nero, da indossare sopra la camicia ("Su cossu") è adornato da una doppia fila di monete dorate usate a mo' di bottoni. Il cappotto di lana marrone, "su gabbanu", bellissimo, comodo ed elegante, è più somigliante ad un mantello che a un cappotto, ma ha le maniche.
Musei
- Museo archeologico comunale "Ferruccio Barreca"
- Museo etnografico
- Museo del bisso
Personalità legate a Sant'Antioco
- Vitale, vescovo di Sulci vissuto nel V sec., partecipò al concilio di Cartagine nel 484.
- Efisio Melis Alagna, patriota, ufficiale d'artiglieria caduto in difesa del forte sabaudo dall'attacco dei saraceni, all'inizio del XIX secolo
- Efisio Piria, partigiano.
- Renzo Laconi (Sant'Antioco 1916 - Catania 1967), politico, deputato dell'Assemblea Costituente della Repubblica Italiana e in seguito della Camera dei deputati
- Gianni Salidu, Sant'Antioco (1941-2009), scultore.
- Antonello Cabras (Sant'Antioco 1949), politico, senatore della Repubblica Italiana ed ex presidente della Regione Autonoma della Sardegna.
- Flavio Ibba (Carbonia 1957), musicista compositore e produttore musicale, originario di Sant'Antioco.
- Fabrizio Trullu, musicista e compositore jazz, originario[ci ha vissuto o ne è originaria la famiglia?] di Sant'Antioco.
- Silvio Olla (Carbonia 1971 - Nasiriyya 2003), militare, residente a Sant'Antioco, caduto nella strage di Nassiriya
Geografia antropica
Frazioni
Il Comune di Sant'Antioco comprende anche le seguenti frazioni:
- Cannai
- Colonia
- Is Loddis
- Is Pruinis
- Maladroxia
- Mercuri
- Peonia Rosa
- Ponti
- Torre Cannai
- Villaggio Polifemo
Case Sparse
Economia
L'economia antiochense comprende vari settori, tra cui una modesta attività portuale (al contrario della notoria floridezza dell'antico porto), un'attività volta alla produzione del sale, alla pesca e naturalmente al commercio del pesce, all'artigianato tessile, all'allevamento ovino, al turismo per lo più stagionale (estivo), all'agricoltura, alla fabbricazione di barche e navi. Sull'isola è ancora viva la tradizione della navigazione "a vela latina"; Sant'Antioco è tra i pochissimi comuni in Italia in cui sopravvive la tradizione dei maestri d'ascia e la costruzione di barche presso piccole aziende a carattere familiare.
Sport
Pallavolo
A Sant'Antioco ha sede la VBA Olimpia Sant'Antioco, società che negli anni novanta prese parte a un campionato di serie A1 e a vari campionati di serie A2 maschile, nel 2012-13 militante in serie B1.
Personalità sportive legate a Sant'Antioco
- Giuseppe Lai (Sant'Antioco 1963[15]), pallavolista, già giocatore e allenatore dell'Olimpia Sant'Antioco.
Note
- ^ a b Dato Istat - Popolazione residente al 31 dicembre 2010.
- ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
- ^ Toponimo ufficiale in lingua sarda ai sensi dell'articolo 10 della Legge n. 482 del 15.12.1999, adottato con Delibera di Consiglio Comunale n. 37 del 30.09.2010 [1]
- ^ Salvatore Colomo, Sardegna - Guida alle Coste, Cagliari, Società Editrice L'Unione Sarda, 2010.
- ^ Laura Campo, rivista turistica "Bell'Italia" n. 291 - luglio 2010, pag. 42.
- ^ Cfr. P.Bartoloni, Il museo archeologico comunale "F.Barreca" di S.Antioco, Carlo Delfino editore, Sassari 2007 (integraz. a cura di M.Tst.).
- ^ Cfr Polibio, Storie libro I; Tito Livio, Historiae; anonimo del Bellum Africanum
- ^ cfr. per es. F.Cenerini, Sulci romana, in: Sant'Antioco, annali 2008.
- ^ Cfr. M.Zaccagnini, L'isola di Sant'Antioco: ricerche di geografia umana, Fossataro, Cagliari 1972 (integraz. M.T.)
- ^ Cfr. P.Bartoloni, Il Museo archeologico... cit. pag. 39.
- ^ Cfr. G.Pinna, Sant'Antioco, Ricerca e storia dell'identità, Zonza editori, Cagliari 2007, pag. 85
- ^ Cfr. per es. R.Lai, M.Massa, Sant'Antioco da primo evangelizzatore di Sulci a glorioso Protomartire "Patrono della Sardegna" (ed. Arciere, Cagliari 2011).
- ^ cfr. per es. A. Chastel, Storia dell'arte italiana, Laterza, Roma-Bari 2007, pag. 34. (integr. M.T.)
- ^ Dati tratti da:
- Popolazione residente dei comuni. Censimenti dal 1861 al 1991 (PDF), su ebiblio.istat.it, ISTAT.
- Popolazione residente per territorio – serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno.
- ^ Giuseppe Lai, in legavolley.it. URL consultato il 10 gennaio 2013.
Bibliografia
- Manlio Brigaglia, Salvatore Tola (a cura di), Dizionario storico-geografico dei Comuni della Sardegna, 4 (O-S), Sassari, Carlo Delfino editore, 2006, ISBN 8-871-38430-X.
- Francesco Floris (a cura di), Grande Enciclopedia della Sardegna, Sassari, Newton&ComptonEditori, 2007.
- G.Pinna, Sant'Antioco. Ricerca e storia dell'identità, Zonza editori, Cagliari 2007.
- S.Moscati, Fenici e Cartaginesi in Sardegna, Ilisso, Nuoro 2005.
- P.Bartoloni, Il museo archeologico comunale "F.Barreca" di Sant'Antioco, Carlo Delfino editore, Sassari 2007.
- A.La Marmora, Itinerario dell'isola di Sardegna, Ilisso, Nuoro 1997.
- M.Zaccagnini, L'isola di Sant'Antioco: ricerche di geografia umana, Fossataro, Cagliari 1972.
- C. Tronchetti, S. Antioco, Sassari, Carlo Delfino editore, 1991.
- R.Turtas, La diocesi di Sulci tra il V e il XIII secolo, Sandalion, Quaderni di cultura classica, cristiana e medievale. Università degli studi di Sassari, estratto 1995.
- Strabone, Geografia (libri V-VI, "L'Italia"), Bur, Milano 2001.
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