Mezzojuso (Menzijusu in siciliano[4]) è un comune italiano di 2977 abitanti della provincia di Palermo.

Mezzojuso
comune
Mezzojuso – Stemma
Mezzojuso – Veduta
Mezzojuso – Veduta
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Sicilia
Città metropolitana Palermo
Amministrazione
SindacoSalvatore Giardina dal 6-5-2012
Territorio
Coordinate37°52′00″N 13°28′00″E
Altitudine550 m s.l.m.
Superficie49 km²
Abitanti2 976[1] (30-11-2012)
Densità60,73 ab./km²
FrazioniPignaro
Comuni confinantiCampofelice di Fitalia, Cefalà Diana, Ciminna, Corleone, Godrano, Marineo, Villafrati
Altre informazioni
Cod. postale90030
Prefisso091
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT082047
Cod. catastaleF184
TargaPA
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[2]
Cl. climaticazona D, 1 526 GG[3]
Nome abitantimezzojusari
PatronoSan Nicola
Giorno festivo6 Dicembre
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Mezzojuso
Mezzojuso
Mezzojuso – Mappa
Mezzojuso – Mappa
Posizione del comune di Mezzojuso all'interno della provincia di Palermo
Sito istituzionale

Geografia fisica

Collocato nell'entroterra del capoluogo, da cui dista 41 km, ed è adagiato su una boscosa collina, sul declivio orientale della maestosa Rocca Busambra.

Storia

Accanto ad un nodo stradale in cui non manca la vegetazione e l'acqua, sorge un luogo di sosta e di ristoro, diviene villaggio, da cui prende nome il feudo in cui sorge, e Ruggero II il Normanno, scacciati i Saraceni, lo dona, intorno al 1132, al Monastero di San Giovanni degli Eremiti di Palermo. Il villaggio, ingranditosi e popolatosi, ha la sua Universitas e dopo la guerra del Vespro (1282) manda i suoi rappresentanti al primo Parlamento di Palermo. Il nome del villaggio, Manzil Yūsuf (Residenza di Yūsuf), dopo molte variazioni grafiche e fonetiche, diventa l'odierno Mezzojuso.

Dopo l'epoca del Vespro, non si ha più notizia sin quasi alla fine del XV secolo. I primi profughi balcanici (circa 1.200), principalmente militari, stabilitisi nel casale di Mezzojuso durante la migrazione degli albanesi in Sicilia, non lo trovano di certo in floride condizioni e sono essi a farlo risorgere a nuova vita. Nel 1501 stabilizzarono la loro posizione, ed il Monastero ha modo di ripopolare il casale e bonificare il feudo.

Il nobile pisano Giovanni Corvino (o Corbini) ottiene in enfiteusi, nel 1527, il feudo di Mezzojuso, che divenuto baronia, passa, nel 1587, allo spagnolo don Blasco Isfar Corlglies. Don Giuseppe Groppo Scotto, nel 1619, viene fatto Marchese di Mezzojuso, e, infine, nel 1639, don Blasco Corvino Sabea viene elevato alla dignità di Principe di Mezzojuso, la cui feudalità si estingue con la morte, nel 1832, di don Francesco Paolo Corvino Filingeri. Nella rivolta contro i Borboni (1848-1860) è fra i principali centri organizzativi. Qui viene fucilato il patriota Francesco Bentivegna il 21 dicembre 1856. Dal 2 al 4 agosto 1862 Mezzojuso accoglie Garibaldi. Gli abitanti del luogo si chiamano mezzojusari.

L’economia del paese si basa essenzialmente sulla coltivazione dei tradizionali seminativi come il grano il duro, la sulla, i cereali, l’olio extra vergine, proveniente da vecchi e nuovi impianti di oliveti, e dall’allevamento di ovini, bovini e caprini.

Società

Abitanti censiti[5]

Amministrazione

Altre informazioni amministrative

Il comune di Mezzojuso fa parte delle seguenti organizzazioni sovracomunali: unione di comuni "Pizzo Marabito".

Monumenti e luoghi di interesse

Chiese

Nella piazza principale del paese sorgono le due matrici: quella dell'Annunziata, di rito latino, costruita circa nel 1572 ed in seguito rimaneggiata; e la Chiesa di San Nicolò di Mira, di rito bizantino-greco, che fu fondata nel 1516 dagli esuli albanesi, e anche questa ha subito successivamente, negli ultimi tempi, delle alterazioni. Infatti all'interno oggi troviamo icone dell'iconostasi bizantina e un Crocifisso d'avorio del XVIII secolo all'altare maggiore.

All'estremità del paese sorge il monastero basiliano di Santa Maria delle Grazie, eretto nel 1501 e alterato nel '700 su progetto di Nilo Gizza, padre basiliano. L'interno è ricco di icone di stile tardo-bizantino, le cui due tavole maggiori raffigurano il "Redentore Cristo Re dei Re e Sommo Sacerdote" e la "Vergine". Sulle pareti della navata vi sono sei medaglioni con affreschi di santi e vescovi: Partenio, Gregorio il Teologo, Spiridione, Epifanio, Cirillo, Nicola e Atanasio. Oltre alle icone, c'è anche il sarcofago di Andrea Reres, fondatore del Monastero eretto nel 1609, affinché vi abitassero monaci e chierici professanti il rito orientale e fosse assicurato il tramandarsi e la conservazione immacolata delle usanze orientali. Il Monastero Basiliano ospita una biblioteca con rarissimi codici greci e cinquecentine. Il Cenobio Basiliano, che per un periodo fece assurgere Mezzojuso ad Atene delle colonie albanesi per la quantità dei libri custoditi, è sede di un laboratorio del restauro del Libro Antico. Aperto nel 1966 dai monaci Basiliani di Grottaferrata, viene gestito ora da Matteo Cuttitta, abilitato dal' Istituto Centrale di Patologia del Libro di Roma.

Fontane

Merita particolare attenzione, in piazza Principe Corvino, la Fontana Vecchia, ornata da cinque mascheroni di pietra.

Cultura

Personalità legate a Mezzojuso

Festività e tradizioni

La più significativa manifestazione è quella del periodo prima di Pasqua, con il "Mastru di Campu", che si svolge l'ultima domenica di Carnevale. Vi partecipano un centinaio di personaggi indossanti costumi d'epoca, che impersonano il re, la regina, il barone, il segretario, la baronessa, il tamburinaio, il comandante dell'artiglieria, ed il personaggio principale del "Maestro di Campo", che lotta contro il re.

Dopo svariati assalti al castello reale (ovviamente si tratta solo di un palco di legno) e dopo avere ricevuto una ferita, in conseguenza della quale fa la caratteristica "caduta", il Mastro di campo alla fine vince la sfida e conquista il cuore della regina.

Tra le festività vi sono, inoltre, i riti della Settimana Santa nelle Chiese greco-bizantine; la festa di S. Giuseppe (19 marzo e 27 Agosto); la festa del SS. Crocifisso (la terza domenica di Maggio) con "a cunnutta" o processione delle Torce; la festa della Madonna dei Miracoli (8 Settembre).

Carnevale

Mastro di Campo

Si svolge ogni anno, nell'ultima domenica di Carnevale, "Il Mastro di Campo", nella pubblica piazza. Si tratta della festa più importante per Mezzojuso, di una rara permanenza su quelle antiche rappresentazioni in forma pantomimica, che si usavano svolgere nelle piazze. Di questa pantomima trattò già nel XVIII secolo, il Villabianca, ma la inquadra a Palermo, presso gli antichi quartieri del centro storico della città, si presume siano la Kalsa o l'Albergaria, dove era nota come “Atto di Castello”.

Il Mastro di campo posto alla testa di una piccola armata, deve marciare verso il castello e prendere con sé la Regina. Mentre il Re si prepara alla difesa, e le truppe si combattono tra loro, il Mastro di Campo, inerpicato su di una scala deve tentare il rapimento della Regina, ma viene respinto dalle guardie che lo fanno cadere giù. A Mezzojuso, questa antica tradizione presenta caratteristiche per certi versi analoghe a quelle dell'antica pantomima di Palermo, ma arricchita da elementi propri della tradizione locale. Appare infatti un figurante col volto coperto da una maschera rossa, che cerca di conquistare la sua amata regina, arroccata nel castello. Egli infine riesce a conquistare la sua amata.

La pantomima trae origine da un fatto veramente accaduto nel '400, quando la vedova di Martino il Giovane, Bianca di Navarra, rifiutò di cedere la reggenza dell'isola a Bernardo Cabrera, conte di Modica e gran giustiziere del Regno. Bernardo Cabrera, diede quindi l'assalto al castello di Solanto, presso Palermo, dove si era rifugiata la regina. Il racconto tratto dal fatto storico, da cui trae origine la pantomima del "Mastro di Campo" avrebbe quindi nel tempo subito delle sostanziali modificazioni dettate dalla fantasia, che avrebbero portato la bella Regina ad essere innamorata del Mastro di Campo. In realtà Bianca di Navarra, non voleva proprio sapere nulla di cedere alle lusinghe del Cabrera.

L'evento si svolge nella pubblica piazza cittadina con la partecipazione di numerosi figuranti, è molto atteso da tutta la cittadinanza, ed è rappresentato sin dal XVII secolo. Si tramanda oralmente e propone dei personaggi abbigliati con costumi spagnoleggianti siciliani. Nel corso dei secoli, l'evento ha subito delle modifiche, come quelle relative all'intervento del personaggio storico "Giuseppe Garibaldi" e di alcuni suoi uomini garibaldini. Sembra che questa particolare innovazione abbia avuto origine alla fine dell'800, quando apparve un figurante vestito appunto da Garibaldi. Tale evento scosse lo spirito patriottico degli spettatori, che applaudirono tanto fragorosamente alla novità, da far sì che nelle edizioni successive si riproponesse sempre la figura del condottiero dei due mondi, Garibaldi. La partecipazione dell'eroe nazionale, e dei suoi uomini, è molto attiva: i garibaldini ingaggiano una bella battaglia con le guardie saracene del castello. Altri caratteristici personaggi di tale pantomima sono gli alleati del Mastro di Campo, i briganti ed i guerriglieri che vogliono sovvertire l'ordine rappresentato dalla Corte del Re ed il "Diavolo Pecoraio", un figurante rivestito di pelli di pecora che rappresenta il reale avversario dell'eroe della pantomima. Nonostante le modificazioni suesposte, c'è da dire che i caratteri dei protagonisti sono pressoché identici a quelli delle rappresentazioni originali, e il Mastro di Campo continua ad essere rappresentato come una figura grottesca, irreale, mentre la regina è come una donna dolce e mite. Alla fine tutte le maschere scendono dal palco adibito a Castello e si cominciano a diffondere le note martellanti delle danze della Tubiana, che si rifanno ad un antico ballo di Carnevale, tipicamente siciliano.

Cucina

Note

  1. ^ [1] - Popolazione residente al 30 novembre 2012.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani, Milano, GARZANTI, 1996, p. 393.
  5. ^ Dati tratti da:

Altri progetti

Collegamenti esterni

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