Bruno Lauzi

cantautore, compositore e poeta italiano (1937-2006)
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Bruno Lauzi (Asmara, 8 agosto 1937Peschiera Borromeo, 24 ottobre 2006) è stato un cantautore, compositore, poeta, scrittore e cabarettista italiano. Artista poliedrico, interpretò e scrisse molte canzoni di successo, soprattutto per celebri interpreti femminili della musica italiana, come Mia Martini e Ornella Vanoni, oltre a cimentarsi nella poesia e nella letteratura[1].

Bruno Lauzi
Bruno Lauzi con l'inseparabile chitarra
NazionalitàItalia (bandiera) Italia
GenerePop
Folk
Jazz
Musica d'autore
Blues
Bossa nova
Periodo di attività musicale1961 – 2006
EtichettaGalleria del Corso, CGD, Ariston, Numero Uno
Sito ufficiale
«Ora dicono fosse un poeta / Che sapesse parlare d'amore
Cosa importa se in fondo uno muore / E non può più parlare di te»

Biografia

Nato sul suolo italiano dell'Eritrea, ma cresciuto a Genova, è considerato - insieme con Fabrizio De André, Umberto Bindi, Luigi Tenco e Gino Paoli - tra i fondatori e maggiori esponenti della cosiddetta scuola genovese dei cantautori. Nel libro Il caso del pompelmo levigato e nella sua autobiografia, Lauzi narra che la propria madre, Laura Nahum, era di origine ebraica - anche se sposò un cattolico, convertendosi, e occultò poi le proprie origini per sfuggire alle successive leggi razziali fasciste - e di conseguenza, secondo la legge ebraica, lo era anche lui etnicamente, anche se non culturalmente. Dal padre, liberale e antifascista ligure, ereditò un sentimento di tolleranza e il desiderio di libertà.[2] L'inclinazione artistica di Lauzi si manifesta piuttosto precocemente. Sono gli anni cinquanta quando, insieme all'amico Luigi Tenco, compagno di banco al ginnasio con il quale condivide la passione per le pellicole musicali e per il jazz, forma un gruppo musicale e inizia a scrivere i primi brani.

Nel 1960 Giorgio Gaber incide su 45 giri una sua canzone (con il testo di Mogol), Bella, che è il debutto, seppur solo come autore, di Lauzi.

L'inizio della carriera come cantautore avviene nel 1962: con lo pseudonimo di Miguel e i Caravana incide due canzoni in lingua genovese, dalle sonorità brasiliane (a causa della notevole similitudine ad orecchio fra genovese e portoghese), A Bertuela e U frigideiru, che oltre ad ottenere un discreto successo, gli apre le porte del cabaret: viene infatti chiamato al Derby Club di Milano per effettuare alcuni spettacoli.

File:Bruno Lauzi, Vanis Rebecchi, Sergio Endrigo e Gino Paoli.jpg
Bruno Lauzi con Vanis Rebecchi, Sergio Endrigo e Gino Paoli.

Il successo con il suo vero nome, però, avviene con una serie di canzoni: Ritornerai, Ti ruberò, Margherita, Viva la libertà, e Il poeta (scritta nel 1963 e considerata dalla critica uno dei manifesti della scuola genovese), che verrà incisa da Gino Paoli.

È del 1965 la sua unica partecipazione al Festival di Sanremo con il brano Il tuo amore, un valzer che riecheggia atmosfere francesi, che viene ignorato dalle giurie e non viene ammesso alla finale.

 
Bruno Lauzi

Al filone romantico Lauzi alterna spesso canzoni umoristiche, come la già citata O frigideiro e Garibaldi blues (cover con testo in italiano di Fever). Questo aspetto del suo talento creativo lo porterà successivamente a collaborare con comici e cabarettisti quali Lino Toffolo ed Enzo Jannacci, per i quali scrive diverse canzoni, tra cui Il metrò e Ragazzo padre.

Nel 1970 Lauzi inizia la collaborazione con Mogol e Lucio Battisti, che lo portano alla loro casa discografica, la Numero Uno, e scrivono a loro volta per lui diversi motivi di successo: Mary oh Mary, E penso a te, Amore caro, amore bello, L'aquila e Un uomo che ti ama. Alla Numero Uno l'artista conosce un giovane cantautore napoletano, Edoardo Bennato, con cui scrive Lei non è qui... non è là.

Negli anni settanta, Lauzi è tra i primissimi personaggi dello spettacolo a intervenire in trasmissioni delle prime televisioni private, allora agli albori. A Telebiella si esibisce in un concerto precedentemente rifiutato dalla RAI. La sua presenza nella piccola emittente piemontese avrà grande riscontro sulla stampa nazionale. Il 30 giugno del 1995, a pochi giorni dalla scomparsa di Mia Martini, partecipa all'"Omaggio a Mia Martini" organizzato a Lamezia Terme, cantando "Piccolo Uomo", che trasforma per l'occasione in "Piccola Donna". Lo spettacolo è trasmesso da RAI Due in differita il 20 luglio.

Negli ultimi anni di vita, nonostante la sofferenza per la malattia che l'aveva colpito (una grave forma di malattia di Parkinson) Lauzi conserva intatta la sua straordinaria verve, la schiettezza e il grande senso dell'ironia, che lo porta persino a indirizzare una lettera a Mr. Parkinson[3]. In questo ambito promuove diverse iniziative per la raccolta di fondi per lo studio e l'assistenza agli ammalati di Parkinson e pubblica dischi e poesie appositamente dedicati.
Colpito da un cancro al fegato in aprile, muore nell'ottobre 2006.

A giugno del 2005 era uscito il suo ultimo romanzo, dal titolo curioso "Il caso del pompelmo levigato", edito da Bompiani, mentre nel 2006 aveva partecipato alla realizzazione del disco-tributo ... a Pierangelo Bertoli (pubblicato per ricordare il cantautore di Sassuolo) interpretando Sera di Gallipoli.

Al suo nome è stata dedicata l'edizione 2006 del Premio Tenco ed è stato istituito il Premio Lauzi, che si svolge ogni anno dal 2008 ad Anacapri.[4]

Il figlio Maurizio è anch'egli un musicista.

Un artista controcorrente

 
La piastrella del Muretto di Alassio autografata da Lauzi

Lauzi è stato sempre un uomo controcorrente, e, tra le sue passioni, oltre alla musica e alla letteratura, vi erano la politica, il calcio (era tifoso della Sampdoria) e la ricerca dei funghi, tanto da definirsi "poeta fungaiolo".[5] Ivano Fossati lo ha definito "un vero anticonformista": a partire dalla politica, di cui negli ultimi anni amava scrivere anche su giornali e alcuni siti internet, fino agli aspetti musicali. Amava differenziarsi dagli altri cantautori, non disdegnando di interpretare brani di altri autori, pur scrivendo brani stupendi per molti interpreti.

L'interesse per la politica

Negli anni sessanta e settanta, mentre molti tra i più noti cantautori, come gli amici De André, Paoli e Tenco, "militavano" in vario modo a sinistra, Lauzi scelse di fare comizi e prodigarsi per il Partito Liberale, ironizzando anche su Mao Zedong, con Arrivano i cinesi (1969).[6] Nel 1977, con la musica e la società in piena recrudescenza politica, scrisse Io canterò politico, una canzone-invettiva contro i cantautori politici di sinistra (salvando tra tutti solo Guccini), che fu presentata al Premio Tenco.[7] Bruno Lauzi fu anche iscritto per molti anni al partito e attivo militante per lo stesso, fino al 1988, in cui lasciò i liberali in polemica per l'appoggio al governo di Giovanni Goria (anni dopo presenzierà invece al congresso dell'Unione di Centro liberale e continuerà a scrivere di politica), inviando al XX congresso un messaggio ironico per il segretario: "Da questo momento smetto di essere un militante liberale. Tornerò nel partito a due condizioni: la mia elezione a segretario del PLI oppure che Altissimo impari a suonare la chitarra".[8]

L'unico impegno ufficiale di Lauzi, dopo il periodo del PLI, fu quello civile di sostegno all'Associazione Italiana Parkinsoniani, quando fu colpito dalla patologia.

Autore e interprete

Come autore, Bruno Lauzi firma indimenticabili brani soprattutto per voci femminili: per Mia Martini compone Donna sola, Piccolo uomo (poi ripresa da Lauzi stesso), Neve bianca, Per amarti, Almeno tu nell'universo; per Ornella Vanoni Alibi, L'appuntamento e La casa nel campo; per Marcella Bella scrive Più soffia il vento e Verde smeraldo; per Anna Identici Una rosa da Vienna (Festival di Sanremo 1966); per Mina Radio, Mi fai sentire così strana, Racconto, Devo dirti addio. Nel 1981 scrive per Orietta Berti la canzone La barca non va più, partecipante al Festival di Sanremo 1981.

Non mancano però anche successi interpretati da artisti di sesso maschile: Mino Reitano (Cento colpi alla tua porta), Pino Donaggio (La voglia di vivere), I Nomadi (So che mi perdonerai), Piero Focaccia (Permette signora), Michele (Ti giuro che ti amo).

Un altro aspetto dell'attività di Lauzi come autore sono gli adattamenti in italiano di canzoni di lingua straniera. Tra queste ricordiamo L'appuntamento e Dettagli, scritte da Roberto Carlos e portate al successo in Italia da Ornella Vanoni, Quanto t'amo di Johnny Halliday, Lo straniero e molte altre di Georges Moustaki, Champs Elysées di Joe Dassin, Il mondo è grigio, il mondo è blu di Eric Charden e una decina di brani di Paul Simon, tutti racchiusi in un unico album del 1974.

Pur essendo cantautore, Lauzi non ha disdegnato di interpretare canzoni scritte da altri: oltre alle già citate canzoni di Mogol e Battisti, nel 1974 incide Onda su onda, scritta da Paolo Conte che diventa un successo rilanciato dalle emittenti radiofoniche. Ad esso si aggiungono poi, tra gli altri motivi, Genova per noi, sempre di Conte, Angeli di Lucio Dalla, Naviganti di Ivano Fossati, Molecole di Mario Lavezzi.

Il 1989 è forse l'anno che decreta il suo massimo successo artistico come autore: Almeno tu nell'universo, scritta in coppia con Maurizio Fabrizio e interpretata da Mia Martini, vince infatti il premio della critica al Festival di Sanremo 1989 e diventa un classico della canzone italiana.

Tra le altre sue canzoni più conosciute si ricordano anche quelle scritte per bambini e ragazzi. Nel 1976 pubblica Johnny Bassotto, la tartaruga... e altre storie che contiene brani come Virgola (scritta con Michelangelo La Bionda), La tartaruga e Johnny Bassotto (quest'ultima interpretata dall'amico Lino Toffolo). L'anno successivo, Cicciottella, scritta per Loretta Goggi e La buona volontà per il 20º Zecchino d'Oro. Nel 2002 riprenderà il filone con La gallina brasiliana, sulla musica di Riccardo Zara per il 45º Zecchino d'Oro.

Sempre nel 2002 per Mina scrive Certe cose si fanno, inclusa nell'album della cantante cremonese dal titolo Veleno.

Negli anni novanta, Lauzi - la cui carriera si è sviluppata prevalentemente lontano dalla città nella quale ha trascorso l'infanzia e l'adolescenza - si è riavvicinato a Genova avviando una collaborazione con i Buio Pesto, per i quali ha scritto il brano Meno ma ("Meno male") e inciso la propria canzone "O Frigideiro" per il primo album del gruppo. Con i Buio Pesto Lauzi duetta in concerto a Lavagna nel luglio 2005 e partecipa alla stesura del copione e alla realizzazione della pellicola Invaxön - Alieni in Liguria.

Nel 2006, come suo ultimo lavoro, scrive una canzone per Viola Valentino dal titolo Barbiturici nel thè.

Alla sua morte ha lasciato numerosi brani musicali e testi letterari inediti, alcuni di questi pubblicati postumi in anni recenti.[9]

Discografia

33 giri

CD

Postumi

45 giri

Opere letterarie

Anche se, ovviamente, molto meno conosciute, numerose sono le opere letterarie di Bruno Lauzi:

Poesie

  • I mari interni Edizioni Crocetti, 1994
  • Riapprodi Edizioni Rangoni, 1994
  • Versi facili Edizioni marittime, 1999 (raccolta delle due precedenti opere)
  • Esercizi di sguardo Edizioni marittime, 2002

Pubblicate postume

  • Agli immobili cieli, 2010, edito dall'associazione Il dorso della balena (contenente poesie edite ed inedite)[11]

Prose

  • Della quieta follia dei piemontesi, Edizioni Club di Papillon, 1997
  • Il caso del pompelmo levigato, romanzo, Edizioni Bompiani, 2005

Uscite postume

  • Tanto domani mi sveglio. Autobiografia in controcanto Gammarò Editori 2006 ISBN 88-95010-10-8

Note

Altri progetti

Collegamenti esterni

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