Launch Escape System

sistema per portare in salvo l'equipaggio di caso di guasto del razzo
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Il Launch Escape System (LES) è un missile montato in punta di una capsula spaziale equipaggiata, a sua volta montata su di un razzo vettore. Lo scopo del sistema è quello di separare, in caso di emergenza, la capsula spaziale dal razzo vettore e di lanciarla ad una distanza sufficientemente lontana per garantire l'incolumità dell'equipaggio. In pratica il LES consisteva in un missile a carburante solido, 23400 kg, montato su una torre sopra il veicolo. Nel caso dell'aborto di un lancio, il LES si sarebbe attivato per un secondo, allontanando il modulo Mercury dal veicolo di lancio difettoso. Il modulo sarebbe poi sceso con il suo sistema di recupero con paracadute. Sin da quando il LES fu montato in punta alle capsule spaziali, dopo l'interruzione dell'iniettore del motore (BECO), il LES non era più utile e veniva separato dal veicolo, mediante l'utilizzo di un ulteriore missile a carburante solido (per esempio per il Mercury questo fu di 360 kg) che si attivava per 1,5 secondi onde evitare che lo stesso si staccasse e colpisse la capsula stessa. Il LES viene usato esclusivamente in situazioni di imminente pericolo come per esempio il pericolo dell'esplosione del razzo vettore.

Immagine del testaggio del LES per l'Apollo

Nella storia, il LES venne usato per il programma Mercury ed il programma Apollo. A tutt'oggi invece viene usato per il programma spaziale russo Soyuz. Fino ad oggi l'unica situazione di emergenza nella quale il LES dovette essere usato fu il 26 settembre 1983 durante il tentativo di lancio della missione Soyuz T-10-1 quando il razzo vettore prese fuoco poco prima dell'inizio della missione. Il LES funzionò a perfezione e fu in grado di salvare la capsula e l'equipaggio staccandosi dal razzo vettore solo pochi secondi prima che lo stesso esplodesse.

Per il programma spaziale russo Vostok e per quello americano Gemini entrambi i veicoli spaziali furono dotati di appositi sedili in grado di catapultare l'equipaggio fuori dall'abitacolo della capsula atterrando con un apposito paracadute. Anche per gli Shuttle europei del tipo Hermes, nonché per quelli russi del tipo Buran, fu previsto di equipaggiare gli stessi con i sedili catapulta se fossero effettivamente volati nello spazio con un equipaggio, fatto comunque mai avvenuto. Come dimostrato dal Soyuz-T10 un LES deve essere in grado di portare una capsula spaziale dalla rampa di lancio ad un'altezza sufficiente per garantire che gli appositi paracaduti si possano aprire correttamente. Di conseguenza deve essere dotato di grandi, potenti e pesanti missili a carburante solido; gli ingegneri costruttori di capsule spaziali preferirono programmare l'uso di sedili catapultabili, particolarmente perché sono evidentemente più leggeri e potrebbero essere usati, in determinante circostanze, anche durante la fase di rientro in atmosfera e nella fase di atterraggio. Il LES formato dal missile a carburante solido non dava questa possibilità.

descrizione del LES per il programma Apollo.

Anche lo Space Shuttle americano fu inizialmente dotato di sedili catapultabili, che vennero rimossi in seguito ai voli di testaggio che avevano dimostrato l'affidabilità del veicolo spaziale. Solo dopo la catastrofe dello Shuttle Challenger (STS-51), tutti i veicoli spaziali rimasti vennero nuovamente dotati di sedili catapultabili per consentire agli equipaggi una eventuale evacuazione dalla finestra principale, anche se questo sistema può essere usato esclusivamente quando lo Shuttle si trova in posizionamento controllato.