Fantapolitica

genere letterario dove la situazione politica narrata è diversa da quella reale

La fantapolitica è un filone narrativo che si concentra nel descrivere un sistema politico o una situazione politica ipotetici, ambientati spesso in un futuro prossimo. Gli scrittori hanno frequentemente utilizzato la forma romanzata per commentare eventi, sistemi o teorie politiche, criticando direttamente la società del loro tempo o mettendo in scena una realtà alternativa, a volte fantastica.[1]

Carta politica immaginaria che illustra la situazione mondiale del 1984 di George Orwell
"Il futuro della Germania" secondo un pamphlet di propaganda ufficialmente distribuito dagli Alleati all'inizio del 1917. (pubbl. in The British Dominions Year Book 1918. Edward Salmon and James Worsfold. Londra: Eagle, Star and British Dominions Insurance Co.)

La fantapolitica, nelle opere odierne di letteratura e cinema, è spesso assimilata ad un sottogenere della fantascienza. Tali opere possono utilizzare riferimenti ad una ipotetica società del futuro o a fatti accaduti e persone esistenti, o descrivere l'evoluzione futura di una situazione politica presente.[2] Non mancano tuttavia esempi, anche classici, di romanzi fantapolitici ambientati in un mondo immaginario, in cui si fa ampio ricorso all'allegoria o si attribuiscono a personaggi o popoli evidentemente inventati vizi e difetti che l'autore intende "mettere alla berlina", in genere a scopo satirico o moraleggiante.

Il filone fantapolitico si incrocia con quello dell'utopia quando descrive situazioni sociali e politiche idealisticamente desiderabili. Quando le vicende sono ambientate in un ipotetico passato, "alternativo" a quello conosciuto dalla storia, si parla di ucronìa.

Tra le opere fantapolitiche di rilievo vi sono le distopie antitotalitarie della prima metà del Novecento, tra cui Il tallone di ferro (The Iron Heel, 1908) di Jack London, Qui non è possibile (It Can't Happen Here, 1935) di Sinclair Lewis e 1984 di George Orwell del 1948. Di uguale, se non maggiore, influenza, tuttavia vi erano già classici quali I viaggi di Gulliver (1726), Candido (1759) e La capanna dello zio Tom (1852). Non va dimenticato il romanzo di Philip K.Dick "La svastica sul sole", scritto nel 1961 e vincitore del Premio Hugo, in cui si immagina che Hitler abbia vinto la Seconda Guerra Mondiale e gli Stati Uniti d'America siano divisi in due parti, l'una asservita ai Giapponesi, l'altra ai nazisti.

Molte opere di fantapolitica letteraria e cinematografica della seconda metà del Novecento hanno invece per tema una terza guerra mondiale (come viene scatenata, oppure evitata, cosa succede subito dopo);[3] tra queste il film Il dottor Stranamore del 1963.

Per estensione, nel linguaggio comune e mediatico, si usa il termine fantapolitica nel senso dispregiativo di "politica non realistica", per stigmatizzare una ipotesi, una teoria o uno scenario politico che si ritiene irrealistico o utopico, illusorio o comunque frutto di una interpretazione non rigorosa dei fatti.

Esempi

Classici

 
Frontespizio della prima edizione de I viaggi di Gulliver (1726) di Jonathan Swift

Tra i classici si citano, a puro titolo esemplificativo:

Fantascienza

Autori

Note

Bibliografia

Fonti
Approfondimenti

Voci correlate

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