Bini (famiglia)
I Bini sono un'antica famiglia patrizia di Firenze.
Storia familiare
Originari di Passignano in Val di Pesa, si stabilirono a Firenze nel Duecento, in via Romana. I primi esponenti notabili risalgono al XIV secolo, con alcuni suoi componenti che ricoprirono ruoli nelle magistrature della Repubblica fiorentina. Nel 1362 Pietro Bini fu il primo di quindici priori della famiglia.
Era dei Bini la casa che Cosimo il Vecchio acquistò per la vedova di Baccio d'Anghiari, Annalena, divenuta poi cota come casa di Annalena. Nel 1483 Lucrezia Bini andò in sposa a Giannozzo Pucci. In omaggio alla coppia Lorenzo il Magnifico regalò le quattro tavole come le storie di Nastagio degli Onesti commissionate appositamente a Sandro Botticelli. In una di queste è raffigurato un banchetto di nozze con gli stemmi Pucci e Bini.
Bernardo di Pietro Bini, che visse nel XVI secolo, fu tesoriere di papa Leone X: a sue spese venne rinnovato in Firenze lo spedalizzo di santo Spirito in via Romana, chiamato poi di San Sebastiano de' Bini. In quegli anni i Bini furono committenti di Filippino Lippi e Baccio d'Agnolo e, più tardi, del Maestro di Serumido, di Pier Francesco Boschi, di Giovanni Bilivert.
Suo figlio primogenito fu monsignore Tommaso Bini, autore di lettere apostoliche e proposto del Capitolo del Duomo di Firenze, che ricevette da Giulio II la commenda dell'ospedale di Santo Spirito in Saxia in Roma nel 1509. Per il papa la sua famiglia fu tesoriera e amministratrice dei fondi per la fabbrica di San Pietro in Vaticano e per il mausoleo del papa, a cui lavorava Michelangelo.
Secondogenito fu invece Giovan Battista (m. 1522), che si dedicò agli studi di legge, fino a diventare giureconsulto, arrivando a venire nominato Protonotario apostolico, Abbreviatore e Famigliare di Leone X. Dopo essere diventato reggente della Cancelleria apostolica, nel 1518 tornò a Firenze, dove ottenne la prepositura del Capitolo fiorentino e la nomina a cavaliere di San Pietro.
Nel XVII secolo visse il venerabile Pietro Bini (m. 1635), elemosiniere segreto di papa Urbano VIII dal 1624, e fondatore della prima Compagnia dei padri Filippini, sentiti l'arcivescovo di Firenze Pietro Niccolini e il granduca Ferdinando II de' Medici, nel 1633. La nuova congregazione venne approvata da Urbano VIII con bolla del 1637.
Bernardo di Lorenzo (1628-1686) fu un uomo politico con il titolo di cavaliere. Fu commissario di Arezzo, Volterra, Prato e Pistoia. Nel 1686 divenne senatore, un titolo nel granducato del tutto simbolico ma di altissimo valore onorifico.
Il ramo principale della famiglia si estinse nel 1843, lasciando erede la famiglia Smaghi di Montepulciano, che da allora prese il doppio cognome "Bini Smaghi".
Possedimenti
La famiglia Bini possedeva vari palazzi soprattutto nella zona di via Romana, dove si trova l'oratorio di San Sebastiano de' Bini, tra cui quello passato poi ai Torrigiani, dove oggi ha sede il Museo della Specola. Sulla collina di Fiesole essi avevano la villa La Torraccia.
Una cappella Bini si trova nella basilica di Santo Spirito, decorata ancora dall'originale pala quattrocentesca di Francesco Botticini.
Stemma
Lo stemma dei Bini era in campo azzurro allo scaglione dorato, accompagnato in capo da due rose dorate e in punta da un monte a sei cime.
Bibliografia
- Lorenzo Cantini, Saggi istorici d'antichità toscane, Stamperia albizziniana, Firenze, 1797
- Divo Savelli, Santa Lucia de' Magnoli a Firenze, la chiesa, la Cappella di Loreto, Parrocchia di Santa Lucia de' Magnoli, 2012.
Voci correlate
Altri progetti
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