Pearà

piatto della cucina veneta

La pearà, termine veneto che significa "pepata", è una salsa realizzata con pane raffermo grattugiato, midollo di bue, burro, brodo di carne e abbondante pepe. Alcune ricette riportano l'uso di olio di oliva e del Parmigiano reggiano o del Grana padano come ulteriore ingrediente da mescolare alla pearà a fine cottura.
Nella ricetta originale il formaggio non è contemplato, così come riportato dallo scrittore veronese Dino Coltro nel volume "La cucina tradizionale Veneta".
Per una realizzazione perfetta è fondamentale una lenta e lunga cottura (che può durare anche ore). Questa salsa è tradizionalmente accompagnata al bollito misto, detto anche lesso. La diffusione di questa salsa, tipico accompagnamento del lesso delle domeniche o del Natale, è limitata al Veneto,quasi esclusivamente nella provincia di Verona. Non è da confondere con la peverada, salsa a base di fegatini di pollo, da cui differisce molto.

Pearà
Origini
Luogo d'origineItalia (bandiera) Italia
RegioneVeneto
Zona di produzioneVerona
Dettagli
Categoriasalsa

Storia

Le origini di questo piatto povero e contadino sono ignote; la leggenda narra che fu il cuoco di corte di Alboino, re dei Longobardi, a inventarla perché aveva bisogno di un cibo in grado di ridare forza a Rosmunda, la moglie del re,sposata contro voglia, che si stava lasciando morire di fame, dopo essere stata costretta a bere nel cranio,trasformato in coppa, come trofeo del padre Cunimondo re dei Gepidi ucciso in battaglia dallo stesso Alboino.[1]

Oggigiorno, comunque, l'esecuzione di questo piatto cambia da paese a paese, addirittura si diversifica nei vari nuclei familiari, portando alla creazione di numerose varianti. Comunque, la più vicina alla ricetta originale della pearà è quella che si cucina nella Bassa veronese.

Note

Altri progetti