Patrizi Naro Montoro
I Patrizi Naro Montoro sono una famiglia della nobiltà romana originata nel ramo maschile tuttora fiorente dalla famiglia Naro, appartenente al patriziato municipale romano.
Stemma dei Patrizi Naro Montoro | |
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Storia
La famiglia è nota fin dal sec. XIV con Paolo Naro che ricopriva la carica di Conservatore nel 1385[1] assurgendo, per cariche pubbliche civili, ecclesiastiche, e patrimonio, a notevole fama e ricchezza nella città.
Con Bernardino Naro, figlio di Fabrizio, capofamiglia del ramo di Sant'Eustachio, e fratello del cardinale Gregorio, che acquisì la redditizia carica venale di Cancelliere del Popolo romano, I Naro acquistarono la contea di Mustiolo presso Civitella di Romagna nel 1638[2]. Dai Capponi presero il feudo di Mompeo nel 1646, su cui ebbero il titolo di Marchese. Marchesi di Baldacchino dal 1640 sul feudo di Mustiolo che rivendettero nel 1647, e confermati nella dignità nel 1746 con la bolla "Urbem Romam" di Benedetto XIV, la famiglia godeva all'interno della Corte Pontificia del titolo di Vessillifero dei Cavalleggeri e delle Lance Spezzate di Santa romana Chiesa sin dal 1668 nella persona del marchese Gio. Battista Naro[3].
Nel 1750, a seguito del matrimonio di Francesco con Porzia, figlia ed erede di Giovanni Chigi Montoro e Maria Virginia Patrizi[4], la famiglia ne ereditò i cognomi e il blasone[5], anteponendo al proprio il cognome Patrizi per gli obblighi connessi alla successione fidecommissaria (tra i beni vi era il palazzo in piazza san Luigi dei Francesi, loro residenza, e il palazzo Montoro nella via omonima, già vicolo di Corte Savella, e i marchesati di Paganico, Castel Giuliano e Sasso|.
Giovanni Patrizi Naro Montoro, figlio di Francesco e Porzia, sposò la principessa Cunegonda di Saxe-Lausitz, nipote di Augusto III di Polonia, da cui nacque il futuro cardinale Costantino Patrizi Naro; fu nominato, da Pio VII, senatore di Roma poi principe assistente al trono pontificio.
Nel 1816 i Patrizi Naro Montoro, come molte altre famiglie baronali romane, rinunciarono ai diritti feudali su Mompeo, Sasso e Castel Giuliano, mantenendone tuttavia i titoli.
Palazzi
Ancora oggi sono noti il palazzo che costituisce la loro residenza, in piazza san Luigi dei Francesi (di fronte all'omonima chiesa), il palazzo Naro detto di Santa Chiara tra via Torre Argentina, via Nari e via Monterone. Altro palazzo era in piazza Campo Marzio, rione di cui erano originari, altro ancora il villino sede dei noti Atelier degli Artisti al n. 54 di via Margutta, che in passato aveva preso dalla famiglia prese il nome di Via Nara[6].
Personaggi illustri
- Cardinali
- Militari
Note
- ^ Giampiero Brunelli, «Gregorio Naro», in Dizionario Biografico degli Italiani Volume 77 (2012), Istituto dell'Enciclopedia italiana Treccani
- ^ Giampiero Brunelli, «Bernardino Naro», in Dizionario Biografico degli Italiani Volume 77 (2012), Istituto dell'Enciclopedia italiana Treccani
- ^ Gaetano Moroni, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica..., vol. 96, p. 110.
- ^ Sulle vicende della quadreria Patrizi, si veda Anna Maria Pedrocchi in La Quadreria Patrizi, la Repubblica of the Arts e il testo La Quadreria Patrizi, cultura senese nella storia del collezionismo romano del Seicento (Edizioni ALCON, Milano, 2000), pubblicato dalla stessa autrice in collaborazione con Marina Minozzi.
- ^ Lo stemma dei Naro era costituito da tre crescenti rovesciati ordinati in palo, come si può vedere nella cappella Naro in Santa Maria sopra Minerva
- ^ U. Gnoli, Topografia e toponomastica di Roma medievale e moderna, 1939, v. alla voce
- ^ Giampiero Brunelli, «Giovan Battista Naro», in Dizionario Biografico degli Italiani Volume 77 (2012), Istituto dell'Enciclopedia italiana Treccani