Guerre della lega delio-attica

guerre tra la Lega delio-attica e l'Impero persiano (477-449 a.C.)

Le guerre della lega delio-attica (477-449 a.C.) furono una serie di campagne militari condotte dalla lega delio-attica, guidata da Atene, e i suoi alleati, contro l'impero achemenide: questi conflitti rappresentano una continuazione delle guerre persiane.

Guerre della lega delio-attica
parte delle guerre persiane
Le rovine di Delo, dove fu conservato il tesoro della lega delio-attica fino al 454 a.C.
Data477 a.C.449 a.C.
LuogoGrecia, Tracia, Asia Minore, Cipro ed Egitto
EsitoVittoria della lega delio-attica[1]
Pace di Callia
Modifiche territorialiLa Persia perde il controllo della Tracia, del mar Egeo e della costa orientale dell'Asia Minore
Schieramenti
Lega delio-attica e alleatiPersia e alleati
Comandanti
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L'alleanza tra le poleis greche, incentrata su Sparta e Atene, che aveva vinto la seconda guerra persiana, aveva inizialmente sfruttato questo successo catturando le guarnigioni persiane di Sesto (479) e Bisanzio (478), in Tracia. Dopo la conquista di Bisanzio, gli Spartani scelsero di non continuare la guerra, mentre Atene decise di andare avanti, costituendo attorno a sé una nuova alleanza, conosciuta come "lega delio-attica". Nel corso dei successivi trent'anni, Atene avrebbe progressivamente assunto una posizione più egemonica nella lega, che gradualmente si evolse in una sorta di impero ateniese.

Nel 470 a.C. la lega di Delo fece una campagna in Tracia e nell'Egeo per rimuovere le rimanenti guarnigioni persiane dalla regione, comandata soprattutto dal politico ateniese Cimone. Nella prima parte del decennio successivo, Cimone iniziò una campagna in Asia Minore, cercando di rafforzarvi la posizione greca: nella battaglia dell'Eurimedonte, in Panfilia, gli Ateniesi e la flotta alleata ottennero una doppia vittoria, distruggendo la flotta persiana e poi sbarcando dalle loro navi per attaccare e sbaragliare l'esercito nemico.

Verso la fine del 460 a.C. gli Ateniesi presero la decisione ambiziosa di sostenere una rivolta nella satrapia egiziana dell'impero persiano. Anche se le forze greche avevano ottenuto un successo iniziale, non furono in grado di catturare la guarnigione persiana a Menfi, nonostante un assedio triennale; i Persiani poi contrattaccarono, comandati da Megabizo, e la forza ateniese fu posta sotto assedio per un anno e mezzo, per poi essere distrutta. Questo disastro, insieme con la guerra in corso in Grecia, dissuase gli Ateniesi dal riprendere il conflitto con la Persia.

Nel 451 a.C., quando in Grecia fu concordata una tregua, Cimone fu in grado di guidare una spedizione a Cipro. Tuttavia, mentre assediava Kition, Cimone morì, e la forza ateniese decise di ritirarsi, ottenendo un'altra doppia vittoria nella battaglia di Salamina in Cipro al fine di tornare in patria. Questa campagna segnò la fine delle ostilità tra la lega e la Persia, e alcuni storici antichi sostengono che sia stato concordato un trattato di pace, la pace di Callia, per cementare la fine definitiva delle guerre tra Greci e Persiani.

Fonti

Le fonti disponibili

 
Busto di Tucidide, al Royal Ontario Museum.

Purtroppo la storia militare della Grecia tra la fine della seconda guerra persiana e la guerra del Peloponneso (479-431 a.C.) è scarsamente attestata dalle fonti antiche giunte fino a noi: questo periodo, a volte indicato come pentecontaetia dagli storici antichi, fu un periodo di relativa pace e prosperità per la Grecia.[2][3] La fonte più ricca e più vicina agli avvenimenti è la Guerra del Peloponneso di Tucidide, che è generalmente considerata dagli storici moderni come una fonte primaria affidabile.[4][5][6] Tucidide parla di questo periodo solamente in una digressione sulla crescita del potere ateniese negli anni precedenti la guerra del Peloponneso, quindi il racconto è breve, probabilmente selettivo, e totalmente mancante di date;[7][8] tuttavia, esso è usato dagli storici per ricostruire una struttura base del periodo, sulla quale si possono aggiungere i dettagli ricavati da altri scrittori o da fonti archeologiche.[7]

Molti dettagli in più su questi anni sono forniti da Plutarco, nelle sue biografie di Aristide e soprattutto di Cimone; Plutarco scrisse sei secoli dopo gli eventi in questione, quindi è una fonte molto secondaria, ma spesso nomina esplicitamente le sue fonti, permettendo un certo grado di verifica delle sue dichiarazioni.[9] Nelle sue biografie Plutarco si riferisce in modo esplicito a molte storie antiche piuttosto dettagliate riguardanti questo periodo che non sono giunte fino a noi, omesse nel breve resoconto di Tucidide.

La fonte principale esistente più tarda è la storia universale (Bibliotheca historica) scritta da Diodoro Siculo nel I secolo; gran parte degli scritti di Diodoro riguardanti questo periodo sembrano essere derivati dallo storico greco Eforo, molto precedente, che aveva scritto anche lui una storia universale.[10] Tuttavia, da quel poco che si sa di Eforo, gli storici generalmente si oppongono alla sua versione della storia: infatti, per questo periodo, sembra che egli abbia semplicemente riciclato le ricerche di Tucidide, ma giungendo a delle conclusioni completamente diverse.[6] Diodoro, che è stato spesso respinto dagli storici moderni,[11] non è quindi considerato una fonte particolarmente affidabile per questo periodo:[12] in effetti uno dei suoi traduttori, Oldfather, a proposito del resoconto di Diodoro della campagna dell'Euridonte afferma che "... i tre capitoli precedenti rivelano Diodoro nella luce peggiore...".[13]

Infine, riguardo a questo periodo, ci sono varie prove archeologiche, fra cui le utilissime iscrizioni contenenti gli elenchi dei tributi della lega di Delo.[4][14]

La ricostruzione della cronologia

Tucidide fornisce un elenco sintetico dei principali eventi che si verificarono tra la fine della seconda invasione persiana e lo scoppio della guerra del Peloponneso, ma quasi nessuna informazione cronologica.[15] Sono stati fatti vari tentativi per ricomporre la cronologia, ma non c'è una risposta definitiva: la premessa principale di questi tentativi è che Tucidide abbia descritto gli eventi nell'ordine cronologico corretto.[16]

L'unica data fermamente accettata è il 465 a.C., anno dell'inizio dell'assedio di Taso; essa è basata sui commenti fatti da un antico studioso anonimo a uno dei manoscritti esistenti delle opere di Eschine, il quale annotò che il disastro a Nove-Modi avvenne sotto l'arconte Lisiteo (in carica fra il 465 e il 464 a.C.).[7] Tucidide menziona questo attacco ai Nove-Modi come collegato all'inizio dell'assedio di Taso, e poiché afferma che l'assedio terminò dopo tre anni, esso risale di certo al 465-463 a.C.[17]

Allo stesso modo, lo studioso anonimo fornisce una data probabile per l'assedio di Eione: questa annotazione pone la sua caduta nell'arcontato di Fedone (in carica fra il 476 e il 475 a.C.).[18] L'assedio potrebbe quindi essere stato compreso, verosimilmente, o tra il 477 e 476 a.C. o tra il 476 e il 475 a.C. La battaglia dell'Eurimedonte, invece, può essere datata al 469 a.C. basandosi sull'aneddoto di Plutarco sull'arconte Apsefione (in carica fra il 469 e il 468 a.C.), che scelse Cimone e i suoi generali come giudici in una gara:[19] il collegamento è che Cimone aveva recentemente ottenuto una grande vittoria, molto probabilmente proprio la battaglia dell'Eurimedonte.[17] Tuttavia, dato che la battaglia dell'Eurimedonte sembra essere stata dopo l'assedio ateniese di Nasso (ma prima dell'assedio di Taso), la data è chiaramente in contrasto con quella di Nasso; così, mentre alcuni accettano come data il 469,[20][21] un'atra scuola di pensiero la posticipa al 467 a.C.;[22] una terza ipotesi, dal momento che la battaglia sembra essere precedente all'assedio di Taso, piazza la battaglia nel 466 a.C.[22]

La datazione di Nasso è strettamente connessa con altri due eventi contemporanei. Tucidide sostiene che Pausania, essendo stato privato del comando dopo l'assedio di Bisanzio, vi tornò come privato cittadino subito dopo e prese il comando della città fino alla sua espulsione da parte degli Ateniesi; egli poi attraversò il Bosforo e si stabilì a Colonae in Troade, fino a quando fu accusato di aver collaborato coi Persiani e richiamato a Sparta per essere processato. Tucidide, però, non fornisce alcuna cronologia di questi eventi.[23] Poco dopo, sempre secondo il suo resoconto, gli Spartani accusarono lo statista ateniese Temistocle, allora in esilio ad Argo, di complicità nel tradimento di Pausania; Temistocle allora fuggì da Argo, rifugiandosi forse in Asia Minore. Tucidide afferma che durante il suo viaggio, Temistocle finì per sbaglio a Nasso, in quel momento assediata dagli Ateniesi.[24] I tre eventi (tradimento di Pausania, fuga di Temistocle e assedio di Nasso), quindi, accaddero in rapida successione, e sicuramente dopo il 474 a.C. (la prima data possibile per l'ostracismo di Temistocle); essi sono generalmente collocati tra il 470 e il 469 a.C.,[25] ma se questa data è accettata ci sono diverse incongruenze nel racconto di Temistocle. Di conseguenza, è stata proposta una data molto più tarda per l'espulsione di Pausania da Bisanzio, e, tenendola per giusta, questi tre eventi andrebbero collocati intorno al 467 a.C., risolvendo il problema riguardo Temistocle e probabilmente spiegando anche alcuni dettagli incidentali citati nella biografia di Cimone scritta da Plutarco;[22] tuttavia, questa linea temporale modificata non è universalmente accettata dagli storici.

Le campagne in Egitto e a Cipro sono un po' più facili da datare. Tucidide dice che la campagna d'Egitto è durata sei anni e che, tre anni più tardi, gli Ateniesi e gli Spartani firmarono una tregua di cinque anni; questo trattato di tregua è noto per essere stato stretto nel 451 a.C., per cui la campagna d'Egitto si svolse fra il 460 e il 454 a.C.[26] La campagna di Cipro, che seguì direttamente la tregua, risale quindi al 451-450 a.C.[27]

Antefatto

  Lo stesso argomento in dettaglio: Guerre persiane e Rivolta ionia.
 
Mappa che mostra gli eventi principali della Rivolta Ionica e dell'invasione della Grecia da parte dei Persiani

Le guerre persiane avevano le loro radici nella conquista delle poleis greche dell'Asia Minore, e in particolare della Ionia, da parte dell'impero persiano di Ciro il Grande, poco dopo il 550 a.C. I Persiani trovarono gli Ioni difficile da governare, tanto che alla fine incoraggiarono l'instaurazione di un tiranno in ogni città ionica;[28] gli stati greci, in passato, erano stati governati spesso da tiranni, ma a quell'epoca questa era una forma di governo in declino.[29]

Attorno al 500 a.C. la Ionia sembra essere matura per una ribellione contro i tiranni, sostenuti dai Persiani. La tensione crescente sfociò in una rivolta, causata dalle azioni del tiranno di Mileto Aristagora: questi, nel tentativo di salvarsi dalla punizione che gli sarebbe stata inflitta dai Persiani per aver sostenuto una spedizione fallimentare nel 499 a.C., Aristagora scelse di dichiarare Mileto una democrazia.[30] Questo scatenò rivoluzioni simili tra gli Ioni e le altre popolazioni greche della regione, dando inizio alla rivolta ionia.[31] Atene ed Eretria si lasciarono trascinare in questo conflitto da Aristagora e, nel 498 a.C., contribuirono alla cattura e all'incendio della capitale della satrapia persiana, Sardi;[32] dopo questo fatto, la rivolta ionia continuò per altri cinque anni, prima di essere totalmente domata dai Persiani (493 a.C.). Tuttavia, con una decisione di grande importanza storica, il re persiano Dario il Grande decise che, nonostante la rivolta fosse stata estinta con successo, bisognava Atene ed Eretria per averla sostenuto:[33] la rivolta ionica aveva minacciato gravemente la stabilità del suo impero, e gli stati della Grecia continentale avrebbero continuato a minacciarne la stabilità se non fossero stati combattuti, quindi Dario cominciò così a meditare la completa sottomissione della Grecia, a cominciare con la distruzione di Atene ed Eretria.[33]

Nei due decenni successivi ci sarebbero due invasioni persiane della Grecia, comprendenti anche alcune delle più famose battaglie della storia. Durante la prima invasione la Tracia, la Macedonia e le isole dell'Egeo furono annesse dall'impero persiano, ed Eretria fu distrutta;[34] l'invasione, però, si concluse nel 490 a.C. colla decisiva vittoria ateniese nella battaglia di Maratona.[35] Nel periodo tra le due guerre Dario morì, lasciando il trono al figlio Serse.[36] Questi guidò la seconda invasione personalmente nel 480 a.C., a capo di una flotta e di un esercito enormi (anche se spesso sovrastimati):[37] le poleis che decisero di resistere furono sconfitte nelle battaglie gemelle delle Termopili (dove caddero i trecento spartani di Leonida) e di Capo Artemisio (dove affondò parte della flotta ateniese),[38] quindi tutta la Grecia (tranne il Peloponneso) cadde nelle mani dei Persiani, che però furono pesantemente sconfitti a Salamina, mentre tentavano di distruggere i resti della flotta greca.[39] L'anno successivo le poleis assemblarono il più grande esercito greco mai visto e sconfissero l'esercito persiano rimasto in Grecia nella battaglia di Platea, ponendo fine all'invasione persiana.[40]

Secondo la tradizione lo stesso giorno della battaglia di Platea la flotta greca sconfisse i resti malconci di quella persiana nella battaglia di Micale.[41] Questa azione segnò la fine della minaccia persiana e l'inizio della fase successiva delle guerre greco-persiane, il contrattacco greco:[42] dopo questa battaglia le poleis greche dell'Asia Minore si ribellarono di nuovo, e i Persiani non furono più in grado di riprenderne il controllo.[43] La flotta greca allora salpò per il Chersoneso Tracico, ancora sotto il controllo dei Persiani, e pose sotto assedio la città di Sesto.[44] Conquistatala, l'anno successivo i Greci inviarono un esercito per catturare la città di Bisanzio; l'assedio riuscì, ma il comportamento del generale spartano Pausania scontentò molti delle poleis alleati, tanto che Sparta lo richiamò in patria.[45] L'assedio di Bisanzio fu l'ultima azione dell'alleanza ellenica che aveva sconfitto l'invasione persiana, visto che, da quel momento in poi, a continuare la guerra contro i Persiani fu solo la lega delio-attica, capeggiata da Atene.

Lega delio-attica

 
Atene e il suo impero nel 431 a.C.. L'Impero Ateniese fu il diretto discendente della Lega di Delo

Dopo i fatti di Bisanzio, Sparta era ansiosa di porre fine alla sua partecipazione alla guerra:[45] gli Spartani erano del parere che lo scopo della guerra fosse già raggiunto colla liberazione della Grecia continentale e delle poleis dell'Asia Minore, e forse ritenevano anche che garantire la sicurezza a lungo termine di queste ultime sarebbe stato impossibile.[46] Dopo Micale il re Leotichida aveva proposto che tutti i Greci dall'Asia Minore migrassero in Europa come unico metodo di liberarli per sempre dal dominio persiano; Santippo, il comandante ateniese di Micale, respinse totalmente questa idea, dato che le città ioniche erano in origine colonie ateniesi e gli Ateniesi, in qualunque caso, le avrebbero protette.[46] Da quel momento in poi, colla partenza degli Spartani da Bisanzio, la guida dell'alleanza ellenica anti-persiana passò a tutti gli effetti agli Ateniesi.[45][46]

La libera alleanza di poleis che aveva combattuto contro l'invasione di Serse era stata dominata da Sparta e dai membri della lega peloponnesiaca; dopo che queste si furono ritirate, fu convocata un'assemblea sull'isola santa di Delo per istituire una nuova alleanza, volta a continuare la guerra contro i Persiani. Questa nuova alleanza, che includeva molte delle isole dell'Egeo, fu battezzata ufficialmente come la "Prima alleanza ateniese", comunemente conosciuta come la "Lega delio-attica" o "Lega di Delo". Secondo Tucidide l'obiettivo ufficiale della lega era di "vendicare i torti subiti devastando il territorio del re di Persia".[47] In realtà, questo obiettivo fu diviso in tre grandi sforzi: prepararsi ad ogni invasione futura, vendicarsi della Persia e organizzare un sistema di divisione del bottino di guerra. Ai membri fu permesso di scegliere fra l'offrire forze armate o il pagare una tassa al tesoro comune, che sarebbe stato custodito a Delo; la maggior parte dei membri scelse di pagare la tassa.[48] I membri della Lega giurarono di avere gli stessi amici e nemici e poi lasciarono cadere dei lingotti di ferro in mare per simboleggiare la permanenza della loro alleanza. Il politico ateniese Aristide, che trascorse il resto della sua vita ad occuparsi delle finanze della lega, secondo Plutarco morì pochi anni dopo nel Ponto, mentre stava decidendo quale sarebbe dovuta essere la tassa che i nuovi membri avrebbero dovuto pagare per entrare nella lega; da notarsi che, sempre il suo resoconto, morì piuttosto povero, segno della sua onestà nell'utilizzare i fondi a lui affidati.[49]

Campagne non contro i Persiani

Espansione militare della lega

  Lo stesso argomento in dettaglio: Lega delio-attica.

Tucidide fornisce solo un esempio dell'uso della forza per estendere l'adesione alla Lega, ma dal momento che il suo resoconto non sembra essere integrale, presumibilmente ce ne furono più, certamente, Plutarco fornisce i dettagli di uno di questi casi.[17] Karystos, che avevano collaborato con i persiani durante la seconda invasione persiana, fu attaccato dalla Lega durante il 470 a.C., e alla fine accettò di diventare un membro.[50] Plutarco cita il destino di Faselis, che Cimone costrinse ad aderire alla lega durante la sua Campagna dell'Eurimdonte.[51]

Ribellioni interne

  Lo stesso argomento in dettaglio: Ribellione di Taso.

Nasso provò a lasciare la Lega nel 470/467 a.C., ma fu attaccato dagli Ateniesi e costretto a rimanere un membro.[50] Un destino simile attendeva i Tasiani (gli abitanti di Taso) dopo che cercarono di lasciare la Lega nel 465 a.C..[52] Tucidide non fornisce altri esempi, ma dalle fonti archeologiche è possibile dedurre che non ci siano stati ulteriori ribellioni negli anni successivi.[53] Tucidide ci fa' capire molto chiaramente che il comportamento degli Ateniesi nello schiacciare queste ribellioni portò in primo luogo all'egemonia di Atene sulla Lega, e infine al passaggio dalla lega di Delo all'Impero Ateniese.[48][54]

Conflitti in Grecia

  Lo stesso argomento in dettaglio: Prima guerra del Peloponneso.

Durante il periodo compreso fra il 479 e il 461, gli stati greci continentali erano almeno esteriormente in pace tra di loro, anche se divisi in fazioni filo- spartane e filo- ateniesi. L'alleanza ellenica esisteva ancora almeno come nome, e dal momento che Atene e Sparta erano ancora alleati, la Grecia aveva raggiunto un minimo di stabilità.[3] Tuttavia , in questo periodo, Sparta divenne sempre più diffidente e timorosa del crescente potere di Atene.[3] Fu questa paura, secondo Tucidide, che rese inevitabile la seconda Guerra del Peloponneso, più grande e più famosa della Prima.[55]

 
Pericle , il politico ateniese che governò Atene per gran parte della sua 'Età d'oro'.

Atene inviò truppe nel 462 a.C. per aiutare Sparta con la Rivolta di Messenia (c. 465-461 a.C.), secondo i termini della vecchia alleanza ellenica.[56] Gli Spartani tuttavia, nel timore che Atene potesse interferire nella situazione politica tra gli Spartani e i loro iloti, rimandò le truppe Ateniesi a casa.[56] Questo evento portò direttamente all'ostracismo di Cimone (che era stato alla guida delle truppe), all'ascesa dei democratici radicali (guidati da Efialte e Pericle) oltre le fazione aristocratica precedentemente dominanti (guidata da Cimone) ad Atene, e alla Prima guerra del Peloponneso tra Atene e Sparta (e i loro rispettivi alleati).[57]

Questo conflitto fu davvero una lotta solamente ateniese e non coinvolse gli alleati della lega di Delo. Dopo tutto, i membri della Lega avevano firmato per la lotta contro i Persiani, non contro dei compagni greci.[53] Tuttavia, sembra che almeno nella battaglia di Tanagra, un contingente di Ioni combatté con gli Ateniesi.[53] I conflitti in Grecia, nel corso di questi anni non sono, tuttavia, direttamente rilevanti per la storia della lega di Delo.

Si può notare, tuttavia, che la Prima guerra del Peloponneso potrebbe aver accelerato la transizione della Lega di Delo da una alleanza ateniese a un impero governato da Atene. Durante i primi anni della guerra, Atene e i suoi alleati non di Delo conseguirono una serie di vittorie.[58] Tuttavia, il crollo simultaneo della spedizione in Egitto della Lega di Delo nel 454 a.C. causò panico ad Atene, e portò ad una diminuzione dell'attività militare fino al 451 a.C., quando la tregua di cinque anni con Sparta si concluse.[59] Durante il panico, il tesoro della Lega fu spostato da Delo ad Atene, percepita come più sicura. Nonostante Atene avesse in pratica una posizione egemonica sul resto della Lega da quando fu sedata la ribellione di Nasso,[48] il processo con cui la Lega di Delo si trasformò gradualmente nell'Impero ateniese accelerò dopo il 461 a.C..[60] Il trasferimento del Tesoro di Atene è talvolta usato come una demarcazione arbitraria tra la Lega di Delo e l'Impero Ateniese. Un altra data di demarcazione per la Lega di Delo è la fine definitiva delle ostilità con i persiani nel 450 a.C., dopo la quale, nonostante il fatto che gli obiettivi dichiarati della Lega furono soddisfatti, gli Ateniesi rifiutarono di consentire agli Stati membri di lasciare l'alleanza.[61][62]

Campagne contro i Persiani

Tracia

Assedio di Eione

Secondo Tucidide, la campagna di apertura della Lega era contro la città di Eione, alla foce del fiume Strimone.[50] Dal momento che Tucidide non fornisce una cronologia dettagliata per la sua storia della lega, l' anno in cui questa campagna ha avuto luogo è incerto. L'assedio sembra essere durato dall'autunno di un anno fino all'estate del prossimo, con gli storici che sostengono sia il 477 e il 476 a.C.[54] che il 476 e il 475 a.C..[8] Eione sembra essere stata una delle guarnigioni persiane lasciati in Tracia durante e dopo la seconda invasione persiana, insieme a Doriskos..[63] La campagna contro Eione probabilmente dovrebbe essere vista come parte di una campagna generale volta a rimuovere la presenza persiana dalla Tracia.[17] Anche se non copre direttamente questo periodo, Erodoto allude a diversi tentativi falliti, presumibilmente ateniesi, di rimuovere il governatore persiano di Doriskos, Mascames.[63] Eione potrebbe essere stato degno di particolare menzione da Tucidide a causa della sua importanza strategica, erano disponibili abbondanti scorte di legname nella regione, e c'erano miniere d'argento lì vicino.[17] Inoltre, era vicino al luogo della futura colonia ateniese di Anfipoli, che fu sede di numerosi disastri futuri per gli ateniesi.[15]

La forza che attaccò Eione era sotto il comando di Cimone. Plutarco dice che Cimone prima sconfisse i persiani in battaglia, dopo di che essi si ritirarono nella città dove furono assediati.[64] Cimone poi espulse tutti i collaboratori dei traci dalla regione per far arrendere i Persiani con la fame.[64] Erodoto segnala che al comandante persiano, Boges, furono offerti dei termini secondo i quali avrebbe avuto la possibilità di evacuare la città e di tornare in Asia. Tuttavia, non volendo essere considerato un codardo da Serse, resistette fino all'ultimo.[63] Quando il cibo a Eione terminò, Boges gettò il suo tesoro nello Strimone, uccise tutta i suoi parenti e poi li immolò insieme a se stesso in un rogo gigantesco.[63] gli Ateniesi quindi presero la città e ridussero in schiavitù la popolazione rimanente.[50]

Sciro

Dopo l'azione a Eion, e possibilmente nella stessa campagna, gli Ateniesi, ancora sotto il comando di Cimone, attaccarono l'isola di Sciro. Questa non fu un azione anti-persiana, ma un'aggressione sensata su una popolazione indigena che si era data alla pirateria.[19][21] A seguito di questa azione, gli Ateniesi "liberarono l'Egeo", e mandarono coloni sull'isola per evitare che l'isola tornasse alla pirateria.[21]

Chersoneso

Cimone tornò un decennio più tardi per completare l'espulsione delle forze persiane dall'Europa. Questa azione sembra essersi verificato in concomitanza con l'assedio di Taso, e di conseguenza è generalmente datata al 465 a.C..[17] Evidentemente, anche a questo punto, alcune forze persiane stavano governando (o hanno riconquistato) una parte del Chersoneso con l'aiuto dei Traci nativi de luogo.[65] Cimone salpò per il Chersoneso con sole 4 triremi, ma riuscì a catturare le 13 navi dei Persiani, e poi procedette a cacciarli fuori della penisola.[65] Cimone poi fece colonizzare il Chersoneso (di cui suo padre, Milziade il Giovane, era stato tiranno prima dell'inizio delle guerre greco-persiane) dagli Ateniesi.[65]

Asia Minore

Una volta che le forze persiane in Europa furono in gran parte neutralizzate, sembra che gli Ateniesi abbiano cominciato a espandere la Lega in Asia Minore.[51][66]. Le isole di Samo, Chio e Lesbad sembrano essere diventate membre dell'alleanza Ellenica originale dopo Micale, e presumibilmente erano anche membri originali della lega di Delo.[67] Tuttavia , non è chiaro esattamente quando le altre città ioniche, o addirittura le altre città greche dell'Asia Minore,abbiano aderito, anche se certamente prima o poi tutte si unirono.[68]

La stessa campagna dell'Eurimedonte di Cimone sembra essere iniziata in risposta all'armamento di una grande e di un grande esercito persiano ad Aspendos, nei pressi della foce del fiume Eurimedonte.[51][66] Di solito si sostiene che i persiani fossero gli aspiranti aggressori, e la campagna che di Cimone fosse stata lanciata al fine di far fronte a questa nuova minaccia.[16][51][66][69] Cawkwell suggerisce che l'armarsi dei Persiani sia stato il primo tentativo organizzato di contrastare l'attività dei Greci dal fallimento della seconda invasione.[70] E' possibile che il conflitto all'interno dell' impero persiano abbia contribuito alla lunghezza del tempo impiegato per lanciare questa campagna.[70] Cawkwell suggerisce che le forze persiane riunite ad Aspendos mirassreo a muoversi lungo la costa meridionale dell'Asia Minore, catturando ogni città, finché alla fine la flotta persiana fosse stata di nuovo in grado di operare nel Mar Ionio.[66]

Plutarco dice che dopo aver sentito che le forze persiane si stavano radunando ad Aspendos, Cimone salpò da Cnido (in Caria) con 200 triremi. E' altamente probabile che Cimone avesse riunito questa forza perché gli Ateniesi avevano avuto qualche avvertimento a proposito di una vicina campagna dei Persiani con lo scopo di ri-sottomettere i greci Asiatici.[66] Secondo Plutarco, Cimone salpò con questi 200 triremi verso la città greca di Faseli (in Licia), ma gli fu rifiutato l'ingresso. Quindi iniziò a devastare le terre di Feseli, ma consigliata dalla flotta dell'isola di Chio, la popolazione di Feseli decise di entrare a far parte della Lega. Essi dovettero contribuire con delle truppe alla spedizione, e dovettero pagare agli Ateniesi dieci talenti.[51] Con la cattura di Faseli, la più lontana città greca Occidentale in Asia Minore (e appena ad ovest di Eurimedonte), effettivamente Cimone bloccò la campagna di Persia prima del suo inizio, negando ai Persiani la prima base navale che avrebbero avuto bisogno di controllare.[66] Prendendo un'ulteriore iniziativa, Cimone poi si spostò per attaccare direttamente la flotta persiana ad Aspendos.[51]

Battaglia dell'Eurimedonte

  Lo stesso argomento in dettaglio: Battaglia dell'Eurimedonte.


Egitto

Generalmente si pensa che la campagna Egiziana, come discusso sopra, sia cominciata nel 460 a.C.. Anche questa data comunque è soggetta a qualche dibattito, poiché a quel tempo Atene era già in guerra con Sparta nella Prima Guerra del Peloponneso. Ci si è chiesto se mai Atene avesse cominciato una compagna d'Egitto sotto questa condizione (di guerra con Sparta), e di conseguenza qualcuno ha suggerito che questa campagna sia cominciata prima della guerra con Sparta, nel 462 a.C..[71] Però questa data è generalmente rifiutata, e sembra che la campagna d'Egitto fu, per Atene, semplice un opportunismo politico.[72]

La satrapia egiziana dell'Impero Persiano era particolarmente incline alla rivolta, una delle quali si era verificata di recente, nel 486 a.C.. [73][74] Nel 461 o 460 a.C., iniziò una nuova ribellione sotto il comando di Inaros, un re libico che viveva al confine con l'Egitto. Questa ribellione si espanse rapidamente per il paese, che fu ben presto in gran parte nelle mani di Inaro.[75] Inaro in quel momento si affidò alla Lega di Delo per l'assistenza nella lotta contro i Persiani. C'era una flotta di 200 navi già in viaggio per Cipro, a cui gli Ateniesi fecero cambiare rotta verso l'Egitto per supportare la rivolta.[75] In effetti, è possibile che la flotta fosse stata spedita a Cipro, in primo luogo, perché, con l'attenzione persiana focalizzata sulla rivolta egiziana, sembrava un momento favorevole per combattere a Cipro.[72] Questo dovrebbe contribuire in qualche modo a spiegare la decisione degli Ateniesi apparentemente sconsiderata di combattere guerre su due fronti.[72][76] Tucidide sembra sottintendere che l'intera flotta fu deviata verso l'Egitto, comunque si è ipotizzato che una flotta così grande sarebbe stata inutile, e qualche parte di essa rimase presso la costa dell'Asia Minore durante questo periodo.[72] Ctesias suggerisce che gli Ateniesi inviarono 40 navi, mentre Diodoro dice 200, in apparente accordo con Tucidide.[77][78] Fine suggerisce una serie di ragioni per cui gli Ateniesi potrebbe essere stati disposti a impegnarsi in Egitto, nonostante la guerra in corso altrove:

  • L'occasione di indebolire Persia,
  • Il desiderio di una base navale in Egitto,
  • L' accesso all'enorme fornitura di grano del Nilo, e
  • dal punto di vista degli alleati Ionici, la possibilità di ripristinare i proficui rapporti commerciali con l'Egitto.[72]

In ogni caso, gli Ateniesi arrivarono in Egitto , e risalirono il Nilo per unirsi con le forze di Inaro. Il re persiano Artaserse nel frattempo aveva assemmblato una forza di soccorso per schiacciare la rivolta, sotto il comando di suo zio Acemene. Diodoro stima che questo esercito fosse composto da 300'000 uomini, Ctesias da 400'000, ma queste cifre probabilmente sono esagerate.[77][78]


Battaglia di Pampremide

Secondo Diodoro, l'unica fonte dettagliata di questa campagna, la forza di soccorso persiano aveva piantato si era stabilita vicino al Nilo.[78] Anche se Erodoto non tratta di questo periodo nella sua storia, egli la cita in un flashback: "[Io] ho visto anche i crani dei Persiani che furono uccisi a Papremis che furono uccisi da Inaro il Libanese con il figlio di Dario Achemenede".[79] Questo prova che questa battaglia accadde realmente, e fornisce un nome per essa, cosa che Diodoro non fa. Pampremis (o Papremis) sembra essere stata una città sul delta del Nilo, e un centro di culto per l'equivalente egiziano di Ares/Marte.[80] Diodoro ci dice che una volta che gli Ateniesi furono arrivati, loro e gli egiziani accettarono battaglia dal Persiani. All'inizio i Persiani furono avvantaggiati dalla loro superiorità numerica, ma alla fine gli Ateniesi sfondarono le linee Persiane, sbaragliando l'esercito persiano che fuggì. Dei gruppetti dell'esercito persiano comunque trovarono rifugio nella cittadella di Memphis (chiamata ' Il Castello Bianco') e non si riuscì a cacciarli.[78] La relazione compressa che Tucidide ci da su questo argomento è: "E sconfiggendo presso un fiume e i due terzi di Memphis, si diressero all'attaccò del terzo rimanente, che è chiamato "Castello Bianco".[75]

Assedio di Menfi

Gli Ateniesi e gli egiziani così stabilirono di assediare il castello bianco. L'assedio evidentemente non progredì bene, e probabilmente durò per almeno quattro anni: Tucidide dice che tutta la loro spedizione duro sei anni,[81] e di questo tempo gli ultimi 18 mesi furono trascorsi assediando Prosoptis.[82]

Secondo Tucidide, in un primo momento Artaserse inviò Megabazus per cercare di corrompere gli spartani a invadere l'Attica, per far spostare le forze Ateniesi dall'Egitto.[82] Quando questo riuscì, invece riunì un grande esercito sotto (confusamente) Megabizo, e lo spedì in Egitto . Diodoro racconta più o meno la stessa storia, con più dettagli: dopo il tentativo fallito di corruzione, Artaserse mise Megabizo e Artabazo a capo di 300.000 uomini, con le istruzioni di sedare la rivolta. Essi andarono prima dalla Persia alla Cilicia e raccolsero una flotta di 300 triremi dai cilici, dai fenici e dai ciprioti, e fecero allenare il loro esercito per un anno. Poi finalmente si diressero verso l'Egitto.[83] Tucidide non menziona Artabazo, che secondo Erodoto ha preso parte alla Seconda Guerra Persiana, Diodoro potrebbe essersi sbagliato a proposito della sua presenza in questa campagna.[84] E' chiaramente possibile che le forze persiane abbiano trascorso un molto tempo allenandosi, in quanto gli ci vollero quattro anni per rispondere alla vittoria egiziana a Pampremis. Nonostante nessun autore dia molti dettagli, è chiaro che, quando Megabizo finalmente arrivò in Egitto, egli fu in grado di sconfiggere rapidamente l'assedio di Memphis, sconfiggendo gli Egiziani in battaglia, e di cacciare gli Ateniesi da Memphis.[82][85]


Assedio di Prosopitide

Gli Ateniesi si ritirarono e si stabilirono nell'isola di Prosopitis nel delta del Nilo, dove erano ormeggiate le navi.[82][85] Là, Megabizo li assediò per 18 mesi, fino a quando finalmente fu in grado di drenare il fiume da intorno all' isola da canali di scavo, in modo da "legare l'isola alla terraferma".[82] Nel racconto di Tucidide i persiani poi attraversaro l'ex fiume e arrivarono all'ex isola catturandola.[82] Solo pochi dell'esercito ateniese, marciando attraverso la Libia verso Cirene sopravvissero e tornarono ad Atene.[81] Nella versione di Diodoro, tuttavia, il drenaggio del fiume spinse gli egiziani (che Tucidide non cita) a disertare e ad arrendersi ai Persiani. I Persiani, non volendo sostenere pesanti perdite nell'attaccare gli Ateniesi, gli permisero invece di andarsene liberamente a Cirene, da dove tornarono ad Atene.[85] Dal momento che la sconfitta della spedizione egiziana causo un vero e proprio panico ad Atene, tra cui il trasferimento del Delo tesoro ad Atene, è più probabile che sia corretta la versione di Tucidide.[86]

Battaglia di Mendesio

Come un disastroso ìfinale per la spedizione, Tucidide menziona il destino di uno squadrone di cinquanta triremi inviate per soccorrere l'assedio di Prosopitis. Ignaro del fatto che gli Ateniesi avevano infine ceduto, la flotta fu posizionata alla foce Mendesiana del Nilo, dove fu prontamente attaccata dalla terra, dal mare e dalla marina fenicia. La maggior parte delle navi furono distrutte, con solo una manciata che riuscì a fuggire e tornare ad Atene.[81]

Cipro

 
Mappa che mostra gli antichi regni di Creta

Nel 478 a.C. gli Alleati avevano, secondo Tucidide, salparono verso Cipro e "sottomisero la maggior parte dell'isola".[87] Non è chiaro cosa Tucidide intendesse con questa frase. Sealey suggerisce che si verificò semplicemente una razzia con lo scopo di raccogliere quanto più bottino possibile dalle guarnigioni persiane a Cipro.[88] Non ci sono fonti secondo le quali gli Alleati avrebbero provato a conquistare l'isola, e poco dopo navigarono a Bisanzio.[87] Certamente, il fatto che la Lega di Delo abbia fatto ripetutamente campagne a Cipro suggerisce che l'isola non fosse presidiata dagli alleati nel 478 a.C., o che i presidi fossero stati rapidamente espulsi.

La volta successiva in cui Cipro è menzionato è in relazione al 460 a.C., quando una flotta della Lega fece una campagna lì, prima che gli fu ordinato di dirigersi verso l'Egitto per sostenere la ribellione di Inaro, con le conseguenze fatali di cui abbiamo già parlato.[82] Il disastro egiziano avrebbe portato gli Ateniesi a firmare una tregua di cinque anni con Sparta nel 451 a.C.. Essendosi liberata dal dover combattere in Grecia, La Lega era di nuovo in grado di spedire una flotta per fare una campagna a Cipro nel 451 a.C.,sotto il comando del recentemente rinominato Cimone.[27]

Assedio di Kition

Cimone salpò per Cipro con una flotta di 200 navi fornita dagli Ateniesi e dai loro alleati. Tuttavia, 60 di queste navi furono inviate in Egitto su richiesta di Amirteo, il cosiddetto "Re delle Paludi" (che rimase ancora indipendente, e si oppone al dominio persiano).[27] Il resto della flotta assediò Kition a Cipro, ma durante l'assedio, Cimone morì (non si sa se a causa di una ferita o di una malattia).[89] Agli Ateniesi mancavano i viveri, e apparentemente sotto le istruzioni date da Cimone sul letto di morte , gli Ateniesi si ritirarono verso il Salamina in Cipro.[27][89]

Battaglia di Salamina in Cipro

  Lo stesso argomento in dettaglio: Battaglia di Salamina in Cipro.
 
Le rovine di Salamina in Cipro

L'esercito ateniese fu tenuto all'oscuro della morte di Cimone.[89] 30 giorni dopo aver lasciato Kition, gli Ateniesi e i loro alleati furono attaccati da un esercito persiano composto da Cilici, Fenici e Ciprioti, mentre salpavano da Salamina in Cipro. Sotto il 'comando' del defunto Cimone, sconfissero quest'esercito in mare, e anche in una battaglia terrestre.[27] Essendosi così si liberati con successo, gli Ateniesi tornarono in Grecia navigando, insieme al distacco che era stato mandato in Egitto.[27]

Queste battaglie rappresentarono la fine delle guerre greco-persiane. Non ci sarebbe alcun conflitto diretto tra la Persia e la Grecia fino al 396 a.C., quando il re spartano Agesilao guerreggiò brevemente in Asia Minore.[89]

Pace coi Persiani

  Lo stesso argomento in dettaglio: Pace di Callia.

Conseguenze ed eventi successivi

In Grecia

Come già notato, verso la fine del conflitto con la Persia, il processo con cui la Lega di Delo divenne l'Impero ateniese raggiunse la sua conclusione. [61]Gli alleati di Atene non furono liberati dai loro obblighi di fornire denaro o navi, nonostante la cessazione delle ostilità.[62] in Grecia, la prima guerra del Peloponneso tra le potenti alleanze di Atene e di Sparta, che aveva continuato in modo alterno sin dal 460 a.C., si concluse definitivamente nel 445 a.C., con l'accordo di una tregua di trenta anni. [90] Tuttavia, la crescente ostilità tra Sparta e Atene avrebbe portato, solo 14 anni dopo, allo scoppio della seconda guerra del Peloponneso.[91] Questo conflitto disastroso, che si trascinò per 27 anni, avrebbe alla fine portato alla distruzione del potere ateniese, allo smembramento dell'impero ateniese, e alla creazione di una egemonia spartana sulla Grecia.[92] Tuttavia, non soffrì solo Atene: il conflitto indebolì notevolmente tutta la Grecia.[93]

Sabotaggio dei greci da parte di Artasersee dei suoi successori

Ripetutamente sconfitto in battaglia dai Greci, e afflitto da ribellioni interne che ostacolavano la sua capacità di combattere i Greci, dopo il 450 a.C. Artaserse (e in seguito i suoi successori) adottò una politica basata sul divide et impera.[93] Mentre questi imperatori persiani evitavano di combattere i Greci direttamente, provavano a mettere Atene contro Sparta, corrompendo regolarmente i politici di entrambe le città per raggiungere il loro obiettivo. In questo modo, si assicurarono che i Greci rimanessero distratti da conflitti interni, e non fossero in grado di dirigere le loro attenzioni alla Persia.[93] Non ci fu nessun conflitto aperto tra i greci e la Persia fino al 396 a.C., quando il re spartano Agesilao invase brevemente l'Asia minore, come Plutarco sottolinea, i Greci erano troppo occupati a distruggere il loro stesso potere per combattere contro i "barbari".[89]

La Pace del Re fa perdere alla Grecia ciò che aveva guadagnato

Se le guerre della Lega di Delo spostarono l'equilibrio di potere tra la Grecia e la Persia a favore dei greci, poi il successivo mezzo secolo di conflitto interno in Grecia fece molto per ripristinare l'equilibrio di potere a favore della Persia. Nel 387 a.C., Sparta, di fronte a una alleanza di Corinto, Tebe e Atene durante la guerra di Corinto, chiese aiuto alla Persia per consolidare la propria posizione.

Note

  1. ^ Lega delio-attica sull'Enciclopedia Britannica.
  2. ^ Finley, p. 16.
  3. ^ a b c Kagan, p. 77.
  4. ^ a b Sealey, p. 264.
  5. ^ Fine, p. 336.
  6. ^ a b Finley, pp. 29-30.
  7. ^ a b c Sealey, pp. 248-250.
  8. ^ a b Fine, p. 343.
  9. ^ Per esempio Temistocle, 25 si riferisce direttamente a Guerra del Peloponneso, I, 137.
  10. ^ Fine, p. 360.
  11. ^ Green, p. XXIV.
  12. ^ Cawkwell, p. 134.
  13. ^ Oldfather, note a Diodoro, XI, 62.
  14. ^ Fine, pp. 357-358.
  15. ^ a b Sealey, p. 248. Errore nelle note: Tag <ref> non valido; il nome "Sea248" è stato definito più volte con contenuti diversi
  16. ^ a b Fine, p. 344. Errore nelle note: Tag <ref> non valido; il nome "Fine344" è stato definito più volte con contenuti diversi
  17. ^ a b c d e f Sealey, p. 250.
  18. ^ Fine, p. 337.
  19. ^ a b Plutarch, Cimon, 8
  20. ^ Perrin, note a Plutarco, Temistocle, 25.
  21. ^ a b c Kagan, p. 45. Errore nelle note: Tag <ref> non valido; il nome "Kag45" è stato definito più volte con contenuti diversi
  22. ^ a b c Fine, pp. 338-342.
  23. ^ Fine, p. 339.
  24. ^ Tucidide, I, 135-137.
  25. ^ Fine, p. 341.
  26. ^ Fine, p. 351.
  27. ^ a b c d e f Tucidide, I, 112.
  28. ^ Holland, pp. 147-151.
  29. ^ Fine, pp. 269-277.
  30. ^ Erodoto, V, 35.
  31. ^ Holland, pp. 155-157.
  32. ^ Holland, pp. 160-162.
  33. ^ a b Holland, pp. 175-177.
  34. ^ Holland, pp. 183-186.
  35. ^ Holland, pp. 187-194.
  36. ^ Holland, pp. 202-203.
  37. ^ Holland, pp. 240-244.
  38. ^ Holland, pp. 276-281.
  39. ^ Holland, pp. 320-326.
  40. ^ Holland, pp. 342-355.
  41. ^ Holland, pp. 357-358.
  42. ^ Lazenby, p. 247.
  43. ^ Tucidide, I, 89.
  44. ^ Erodoto, IX, 114.
  45. ^ a b c Tucidide, I, 95.
  46. ^ a b c Holland, p. 362.
  47. ^ Tucidide, I, 96.
  48. ^ a b c Tucidide, I, 99. Errore nelle note: Tag <ref> non valido; il nome "TI99" è stato definito più volte con contenuti diversi
  49. ^ Plutarco, Aristide, 25-26.
  50. ^ a b c d Thucydides I, 98
  51. ^ a b c d e f Plutarch, Cimon, 12
  52. ^ Thucydides I, 100
  53. ^ a b c Fine, p. 359. Errore nelle note: Tag <ref> non valido; il nome "Fine358" è stato definito più volte con contenuti diversi
  54. ^ a b Kagan, p. 44.
  55. ^ Thucydides I, 23
  56. ^ a b Thucydides I, 102
  57. ^ Kagan, pp. 73-74.
  58. ^ Sealey, pp. 268-271.
  59. ^ Sealey, pp. 271-273.
  60. ^ Kagan, p. 48.
  61. ^ a b Holland, pp. 366-367.
  62. ^ a b Sealey, p. 282.
  63. ^ a b c d Herodotus VII, 107
  64. ^ a b Plutarch, Cimon, 7
  65. ^ a b c Plutarch, Cimon, 14
  66. ^ a b c d e f Cawkwell, p. 133.
  67. ^ Herodotus IX, 106
  68. ^ Sealey, p. 247.
  69. ^ Powell, p. 19-20.
  70. ^ a b Cawkwell, p. 132.
  71. ^ Kagan, p. 82.
  72. ^ a b c d e Fine, p. 352.
  73. ^ Holland, p. 203.
  74. ^ Sealey, p. 269.
  75. ^ a b c Thucydides I, 104
  76. ^ Kagan, p. 81
  77. ^ a b Ctesias, Persica, 36 (from Photius's Epitome)
  78. ^ a b c d Diodorus XI, 74
  79. ^ Herodotus III, 12
  80. ^ Herodotus II, 63
  81. ^ a b c Thucydides I, 110
  82. ^ a b c d e f g Thucydides I, 109
  83. ^ Diodorus XI, 74-75
  84. ^ Herodotus VIII, 126
  85. ^ a b c Diodorus XI, 77
  86. ^ Holland, p. 363.
  87. ^ a b Thucydides I, 94
  88. ^ Sealey, p. 242
  89. ^ a b c d e Plutarch, Cimon, 19
  90. ^ Kagan, p. 128.
  91. ^ Holland, p. 371.
  92. ^ Xenophon, Hellenica II, 2
  93. ^ a b c Dandamaev, p. 256.

Bibliografia

Fonti primarie
Fonti secondarie
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  • John Van Antwerp Fine, The ancient Greeks: a critical history, Harvard University Press, 1983, ISBN0-674-03314-0.
  • Moses Finley, Introduction, in Thucydides — History of the Peloponnesian War (translated by Rex Warner), Penguin, 1972, ISBN 0-14-044039-9.
  • Peter Green, Alexander the Great and the Hellenistic Age, Phoenix, 2008, ISBN978-0-7538-2413-9.
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