Nemici... per la pelle

film del 1968 diretto da Denys de La Patellière

Nemici per la pelle (titolo originale: Le Tatoué) è un film franco-italiano del 1968 diretto dal regista Denys de La Patellière, interpretato da Louis de Funès e Jean Gabin. Il film è finito ottavo al box office del 1968 in Francia con 3 211 778 entrate.[1]

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File:Le tatoue.jpg
Jean Gabin e Louis de Funès
Paese di produzioneFrancia Francia (bandiera)
Durata85 min
Rapporto2,35:1
Generecommedia
RegiaDenys de La Patellière
SoggettoAlphonse Boudard
SceneggiaturaYves Agostini, Pascal Jardin (dialoghi)
ProduttoreMaurice Jacquin, Robert Dorfmann
FotografiaSacha Vierny
MontaggioClaude Durand
MusicheGeorges Garvarentz
ScenografiaRobert Clavel
CostumiJacques Cottin
TruccoJacky Bourban, Yvonne Gasperina, Anatole Paris
SfondiMarcel Dole
Interpreti e personaggi

Trama

Nello studio del pittore Dubois, Félicien Mézeray, un antiquario che si è arricchito nel commercio dei dipinti naïf, incontra Legrain, un ex legionario che si è recato dal pittore per farsi fare un ritratto. Sulla schiena del legionario è tatuato un autentico Modigliani. Come vedono il tatuaggio, subito due collezionisti americani, Smith e Larsen, si offrono di acquistarlo in contanti. Poiché l'ex-militare è riluttante a "vendere cara la pelle", Mezeray gli propone di restaurargli la casa di campagna in cambio della proprietà dell'opera d'arte, da prelevare naturalmente dopo la morte naturale del possessore. Quel che Mézeray ignora è che la casa in questione è un vasto castello in rovina dell'XI secolo, dimora ancestrale del misantropo e collerico ex legionario, che in realtà è l'ultimo conte de Montignac...[2]

Esterni e produzione

Il film è stato girato in Francia, presso le seguenti ___location:

 
Una Chenard & Walcker d'epoca

L'auto guidata da Jean Gabin è un'antica Chenard & Walcker del 1920.
Il racconto scritto da Roald Dahl e intitolato Pelle, apparso tra l'altro nell'antologia Storie impreviste, tratta di un argomento simile: un uomo anziano, Drioli, ha sulla pelle della schiena un ritratto della moglie tatuato una notte di bevute dal pittore Chaïm Soutine. Dopo la morte dell'artista, la pelle del vecchio è ambita dai mercanti d'arte. Sembrerebbe, inoltre, che la storia di questo film sia stata ispirata da una notizia del 1960, il cui contenuto proviene da una sentenza del Tribunale di Prima Istanza di Parigi il 3 giugno 1969.[5] Nella nota giudiziaria si afferma che un produttore cinematografico avrebbe stipulato un contratto con una ragazza, secondo cui quest'ultima doveva posare nuda nel film dopo che le fosse stato tatuato un'immagine su una natica. Il commentatore doveva poi annunciare al pubblico che detto tatuaggio sarebbe stato asportato e venduto al miglior offerente.[6].

Critica

 
Louis de Funès in scena

Anche se indubbiamente una pellicola di grande intrattenimento per tutta la famiglia, Nemici per la pelle non è altro che un'espediente per mettere insieme Louis de Funès e Jean Gabin, seguendo una dubbia moda del cinema francese del momento, in cui si cercava di accoppiare star importanti. De Funès, all'epoca di questo film, era già diventato il più popolare attore comico di Francia, parimenti adorato dal pubblico e dai cineasti. Eccelleva specialmente in commedie burlesque come Nemici per la pelle, avendo la capacità di iniettare una tremenda energia comica nelle sceneggiature più risibili e fiacche. In contrasto, la carriera di Jean Gabin era molto in declino. Essendo stato probabilmente il più grande attore del cinema francese negli anni 1930 e 1950, Gabin concluse la sua carriera in una serie di ruoli precari, che non presentavano l'attore al suo meglio – includendo partecipazioni in alcune commedie mal concepite, di cui Nemici per la pelle è un buon esempio.[7]

Tuttavia il film brilla per l'interpretazione di un Louis de Funès in piena forma, che quasi esplode dallo schermo con il suo frenetico entusiasmo e buon umore. Jean Gabin è il completo opposto, probabilmente nel suo ruolo più introverso e disimpegnato, anche se, stranamente, ciò sembra funzionare abbastanza bene. Non è difficile comunque rilevare una certa tiepidezza nel rapporto su schermo tra i due attori – forse una delle ragioni essendo il difficile rapporto di lavoro tra i due attori, che non riuscivano ad andare d'accordo praticamente in nulla. Sebbene de Funès ammirasse molto Gabin, si racconta che difficilmente parlassero tra di loro una volta fuori dal set, e che Gabin fosse facilmente turbato dall'incessante flusso di improvvisazioni di de Funès.[8] A dispetto di tutto questo, miracolosamente, il film ha tutt'ora un grande valore di intrattenimento - dovuto quasi interamente alla comprovata abilità umoristica di de Funès e alla musica vivace di Georges Garvarentz.[8][7]

Note

  1. ^ Cfr. scheda cinematografica e dati, su CBObox-office.
  2. ^ Per trama e altre informazioni, cfr. scheda cinematografica "The Tattooed One"", su IMDb; anche CBObox-office.
  3. ^ Le Paluel.
  4. ^ Cfr. Suresnes (92)
  5. ^ Cfr. Dalloz, 1969, p. 137 (presentazione della nota giudiziaria. L'autore sostiene che i vari fatti hanno ispirato il film.
  6. ^ La sentenza dispose la cancellazione della scena e il risarcimento danni alla ragazza, che aveva subito una interruzione totale di lavoro per diverse settimane, a causa dell'operazione chirurgica per la rimozione del tatuaggio stesso. Inoltre, il lembo di pelle doveva esserle restituito. La decisione applicava l'art. 1128 del codice civile: il divieto di stringere accordi che coinvolgano tutto o parte del corpo umano (res extra commercium) - principio di "inviolabilità del corpo umano".
  7. ^ a b Cfr. la critique di James Travers (2001), su Le Tatoué a Films de France (EN)
  8. ^ a b Vedi la recensione di Edoardo Caroni, Comicità alla francese. Il cinema di Louis de Funès, Bonanno Editore, 2012, pp. 55-62.

Collegamenti esterni

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