Renault R35
Il Renault R.35 è un carro armato leggero francese del periodo tra le due guerre mondiali.
Carro leggero modello 1935 "R35" | |
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Descrizione | |
Equipaggio | 2 |
Dimensioni e peso | |
Lunghezza | 4,20 m |
Larghezza | 1,85 m |
Altezza | 2,10 m |
Peso | 10,6 t |
Capacità combustibile | 167 litri |
Propulsione e tecnica | |
Motore | Renault V4 |
Potenza | 82 hp |
Rapporto peso/potenza | 7,74 hp/t |
Prestazioni | |
Velocità | 20 |
Autonomia | 130 |
Pendenza max | 40 % |
Armamento e corazzatura | |
Armamento primario | cannone Puteaux SA.18 da 37/21 con 100 colpi |
Armamento secondario | mitragliatrice Reibel M.6 M.le 1931 da 7,5 mm |
Corazzatura | 40 mm |
Note | prodotto in 1680 esemplari: 1540 R35, ~140 R40 |
Corazzati.it[1] | |
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Descrizione tecnica
Carro leggero per l'accompagnamento della fanteria, con due uomini d'equipaggio. Il pilota era seduto anteriormente a sinistra, mentre il capocarro/tiratore era all'interno della torretta montata al centro. Il carro pesava in ordine di combattimento 10.600 kg. Le sue dimensioni erano: lunghezza totale 4,20 m, larghezza 1.85 m; altezza 2,10 m, altezza minima dal suolo 0.32 m.
Il propulsore a benzina era un Renault a 4 cilindri in linea di 5.789 cc, raffreddato a liquido, erogante 85 CV a 2.200 giri/minuto. Il rapporto peso:potenza era pari a 125 kg/CV. L'impianto di alimentazione prevedeva un serbatoio da 107 litri, più uno di riserva di 60 litri. Il consumo di carburante era di 120 litri per 100 km su trada e 209 litri per 100 km fuori strada. Il motore era posizionato sul lato destro posteriore dello scafo, con il radiatore di raffreddamento sul lato sinistro. L'albero motore era collegato alla frizione a doppio disco e al cambio a quattro marce avanti, più la retromarcia, che mediante giunti cardanici. Trasmetteva il moto al differenziale con sistema di sterzo Cletrac (Cleveland Tractor), posizionato nella parte anteriore destra dello scafo. La velocità massima del mezzo era di 20 km/h su trada, che scendevano a 12,5-14 km/h fuori strada.
Il treno di rotolamento si componeva di due ruote motrici anteriori, due ruote di rinvio posteriori, dieci rulli rivestiti in gomma e sei rulli tendicingolo. Le sospensioni erano costituite da sei elementi elestici orizzontali. Lo scafo era costituito da tre sezioni, imbullonate tra di loro, e da un pavimento in lamiera da 14 mm. La torretta aveva uno spessore medio di 30 mm, che diventavano 40 nella parte anteriore. La corazzatura sul dorso dello scafo era di 14 mm. La torretta iniziale era una APX-R progettata dall'Atelier Puteaux, con sistema di puntamento L.713. Questa torretta era armata con un cannone Puteaux SA.18 da 37/21 mm, provenienti dalla radiazione dei carri leggeri renault FT-17.
In seguito fu introdotto il sistema di puntamento L.739 asservito ad un cannone Puteaux SA.18 Modéle 1937 da 37/21 mm con 100 colpi e la mitragliatrice MAC Reibel M.6 M.le 1931 da 7,5 mm (con 2.400 colpi), al posto della precedente MAC M.le 1934. L'arma secondaria era incorporata nello scudo del cannone, ma poteva essere rimossa e montata all'esterno della torretta. Nel corso della produzione vennero introdotte migliorie ai sistemi di visione a alla cupola del capocarro. Nel 1940, a partire dal 1.100 esemplare di produzione, venne aggiunta una coda per facilitare le operazioni di superamento delle trincee.
Versioni
Renault ZM: un prototipo completato secondo le specifiche iniziali, consegnato il 20 dicembre 1934.
R.35: versione base, prodotta in 1541 esemplari.
R.39: Nel primo dopoguerra il carro R.35 servì nella Gendarmerie, con la designazione R.39. I mezzi erano stati riarmati con il cannone SA 38. Vennero radiati dal servizio nel 1951, sostituiti dai carri americani M4 Sherman.
R.40: dapo i primi collaudi dell'R.35 ci si rese conto che il principale difetto del mezzo era rappresentato dalle sospensioni, che causavano una poco confortevole marcia ed una eccessiva usura dei cingoli. Soluzione alternative per eliminare tali difetti furono presentate dalla Lorraine e dell'AMX. Il 16 febbraio 1939 venne prescelta una delle tre o quattro soluzioni presentate dall'AMX. Essa prevedeva l'adozione di sei molloni verticali ed altrettante coppie di ruote, coperte da una protezione laterale di 8 mm. La nuova versione venne inizialmente designata Char Léger Modele 1935R modifié 1939, ma divenne nota anche come R.35/39, R.39, R.40 ed AMX-40.
Era previsto che il nuovo treno di rotolamento fosse installato a partire dal 1.501 carro di produzione, ma l'adozione fu installata a partire dal 1.541 carro. Nel frattempo si decise di installare la nuova torretta APX-R.1 (L.767) armata con un cannone Puteaux SA.38 da 37/35 mm, dotato di 90 colpi. Nel maggio 1940 ne erano entrati in servizio 90 esemplari, con una produzione complessiva di 145 carri (dei quali solo 120 completi, per ritardi nella consegna delle torrette), l'ultimo dei quali uscì dalla catena di montaggio il 20 giugno 1940.[2]
R.35 Fascine: versione ricavata per conversione di carri R.35, dotata di un telaio per sorreggere fascine, destinate a colmare fossati larghi 1.60-2 metri.
Panzerkampfwagen 35R 731 (f): designazione attribuita a 131 carri R.35 catturati dai tedeschi ed immessi in servizio come carri armati. Erano dotati di radio FuG 5 e mitragliatrice Mauser MG 34 da 7,92 mm.[2]
Munitionspanzer 35R (f): versione trattore d'artiglieria ricavata dalla Wehrmacht per conversione di carri R.35 catturati, cui era stata asportata la torretta.[2]
Munitionsschlepper 35R (f): versione trasporto munizioni ricavata dalla Wehrmacht per conversione di carri R.35 catturati.[2]
Zugkraftwagen 35R 731 (f): diversa vartiante della Wehrmacht come trattore per il traino dei pezzi d'artiglieria.[2]
4,7 cm PaK(t) auf Gw 35R(f) : semovente controcarro realizzata dai tedeschi in 174 esemplari per conversione di carri R.35 catturati. La torretta era stata asportata e sostituita da una sovrastruttura a cielo aperto, armata con un pezzo controcarro Škoda A6 da 47 mm.[2]
10,5 cm leFH 18 auf Gw 35R(f): semovente d'artiglieria realizzato dalla Becker con l'installazione di un obice leFH 18 da 105 mm in una sovrastruttura a cielo aperto.[2]
Mörserträger 35r(f): veicolo porta mortaio, equipaggiato con un mortatio sGrW 34 da 80 mm. Noto anche come 8 cm sGrW 34 auf PzKpwf 35R 731(f).
Panzerkampfwagen 40R 731 (f): designazione attribuita dai tedeschi ai carri Renault R.40 catturati. Vennero dotati di radio FuG 5 e mitragliatrice Mauser MG 34 da 7,92 mm.[2]
Renault 35 (Fr.): designazione attribuita dal Regio Esercito italiano ai 127 carri R.35 consegnati dai tedeschi. Noti anche come M.R.35, o genericamente R.35, vennero dotati di impianto radio Marelli RF.1CA.[2]
Storia
Il Renault R.35 era un carro leggero da accompagnamento della fanteria, che ricordava moltissimo il precedente Renault FT17 della Prima Guerra Mondiale. Il 2 agosto 1933 il Conseil Consultif de l'Armament dell'Armée de Terre emise una specifica relativa ad un "Char de 6 tonnes", destinato a sostituire i carri leggeri Renault FT-17 allora in servizio.
Le caratteristiche richieste erano: equipaggio di due uomini; armamento su una o due mitragliatrici da 7,5 mm o, in alternativa, un cannone da 37 mm; protezione massima di 30 mm; velocità massima su strada di 15-20 km/h; autonomia fuori strada non inferiore a 40 km; pendenza massima superabile 65%; possibilità di manovra su pendenze fino al 40%; altezza minima dal suolo di 0.35 m; massima trincea superabile 1,70 m; guodo superabile 1.20 m; raggio di sterzata di 4 m; frenata in 3 m alla velocità di 10 km/h, autonomia massima di otto ore. Il propulsore poteva essere sia a gasolio che a benzina, con alimentazione su due serbatoi, uno dei quali in grado di consentire un'ora di marcia.
Al concorso risposero 14 ditte e, dopo gli esami dei progetti preliminari, cinque di esse furono autorizzate a costruire dei prototipi. Si trattava delle ditte APX (Atelier de construction de Puteaux), Compagnie Générale de Construction de Locomotives (Batignolles-Châtillon), Forges et Chantier de la Méditerranée (FCM), Delaunay-Belleville e Renault. In realtà i concorrenti erano sei, in quanto la specifica emessa dal CCA era stata sollecitata dalla ditta Hotchkiss che aveva presentato un progetto relativo ad un "char d'accompagnement", il cui sviluppo era stato approvato il 30 giugno 1933.
Il 22 maggio 1934 il generale Velpry, ispettore generale dei corazzati, richiese che la corazzatura massima fosse aumentata a 40 mm, con conseguente aumento del peso massimo a 8 tonnellate. Louis Renault preferì completare il prototipo, designato Renault ZM, secondo la specifica iniziale, con corazzatura di 30 mm. Il nuovo carro fu presentato alla Commission d'Expériences du Materiel Automobile (CEMA) il 20 dicembre 1934. I collaudi avvennero a partire dal gennaio 1935, sotto la direzione del colonnello Keller. Dal 30 aprile al 30 maggio 1935 il carro fu provato sul pologono di Mourmelon, sotto la direzione del colonnello Lepoutre. Il giudizio fui complessivamente positivo.
A causa delle difficoltà incontrate dai carri concorrenti, l'APX 6 e il Batignoles-Châtillon CL 1935 non superarono la fase prototipica, l'FCM.36 giudicato vincitore del concorso fu prodotto solamente in 100 esemplari per decisione della ditta, che riteneva il prezzo troppo basso, mentre l'Hotckhiss H.39 ordinato in 100 esemplari fu, in seguito, bocciato dalla commissione esaminatrice (Commission d'Infanterie), ma venne accettato dalla cavalleria e la produzione poté continuare.
Il 25 aprile 1935 il prototipo Renault ZM era stato riconsegnato completo di corazzatura aggiuntiva e nuova torretta APX. Il 29 aprile fu emesso un primo ordine di produzione relativo a 300 esemplari. Il primo esemplare di serie fu consegnato il 4 giugno 1936 ed immesso in servizio sotto la designazione Char Léger Renault Modèle 1935 R (o R.35). Poiché il mezzo presentava notevoli differenze con il prototipo, dovette essere sottoposto nuovamente ad un intenso ciclo di valutazione.
Dopo la distribuzione ai reparti il mezzo risultò adeguato, ma la sua carriera operativa rimase sempre inficiata dalla sua concezione base di mezzo adattato a scortare la fanteria, troppo lento per contrastare i veloci carri tedeschi. Alla prova dei fatti il suo cannone era incapace di perforare anche le corazze dei carri leggeri PzKpfw II e molti R.35 furono abbandonati durante la ritirata francese del maggio 1940.
Il 10 maggio 1940, giorno dell'attacco tedesco, in territorio francese i carri R 35 equipaggiavano 21 battaglioni, ognuno forte di 45 veicoli. In totale erano in servizio sulla linea del fronte 945 carri tra R.35 e R.40. Almeno 900 erano inquadrati in Groupements de Bataillons de Chars, suddivisi a livello di Armate:
- VIIe Armée
- GBC 510
- 9eBCC (R 35)
- 22BCC (R 35)
- GBC 510
- Ie Armée
- GBC 515
- 13BCC (H 35)
- 35BCC (R 35)
- GBC 519
- 38BCC (H 35)
- 39BCC (R 35)
- GBC 515
- IXe Armée
- GBC 518
- 6eBCC (R 35)
- 32BCC (R 35)
- 33BCC (FT 17)
- GBC 518
- IIe Armée
- GBC 503
- 3eBCC (R 35)
- 4eBCC (FCM 36)
- 7eBCC (FCM 36)
- GBC 503
- IIIe Armée
- GBC 511
- 5eBCC (R 35)
- 12BCC (R 35)
- GBC 513
- 29BCC (FT 17)
- 51BCC (Char 2C)
- GBC 520
- 23BCC (R 35)
- 30BCC (FT 17)
- GBC 532
- 43BCC (R 35)
- GBC 511
- IVe Armée
- GBC 502
- 20BCC (R 35)
- 24BCC (R 35)
- GBC 504
- 10BCC (R 35)
- 343 CAC (FT 17)
- 344 CAC (FT 17)
- GBC 502
- Ve Armée
- GBC 501
- 1rBCC (R 35)
- 2eBCC (R 35)
- 31BCC (FT 17)
- GBC 508
- 21BCC (R 35)
- 34BCC (R 35)
- GBC 517
- 19BCC (Char D2)
- GBC 501
- VIIIe Armée
- GBC 506
- 16BCC (R 35)
- 36BCC (FT 17)
- 17BCC (R 35)
- 18BCC (FT 17)
- GBC 506
- Armée des Alpes
- GBC 514
- Bataillon de Chars des Troupes Coloniales (FT 17)
- GBC 514
Queste unità di carri non disponevano di nessuna unità organica di fanteria o componenti di artiglieria e dovevano così cooperare con le divisioni di fanteria. Comunque 135 carri R.35 (appartenenti al 2°, 24° e 44° BCC di nuova formazione) furono assegnati il 15 maggio 1940 alla 4ª DCR provvisoria (Divisione Cuirassée de Réserve). Le due unità di più recente formazione, il 40° e 48° Bataillion Chars de Combat, sebbene non avessero ancora terminato l'addestramento, andarono a rinforzare la 2ª DCR, il primo reparto era equipaggiato con 15 R.35 e 30 R.440, il secondo con 16 R.35 e 29 R.40 che portavano la forza organica totale a 1.035 carri. In più il 1º e 2º Battaglione Corazzato della 10 Brigata di Cavalleria Blindata polacca, mentre si stavano addestrando con i carri Renault FT-17, ricevettero 17 carri R.35 ed approssimativamente 24 R.40 alla fine del mase di maggio. Alla stessa data il 1°, 6°, 25°, 34° e 39° BCC furono usati per ricostituire la 1ª DCR, il 10° BCC rinforzò la 3ª DCR e il 25° BCC fu riarmato con 21 R.35 e 24 R.40 (ex-polacchi). Approssimativamente 300 carri della riserva andarono ad equipaggiare i reparti operativi.
Due battaglioni di R.35 (63° e 68° BCC) con rispettivamente 45 e 50 carri si trovavano in Siria, 30 erano in Marocco, 26 in servizio con il 62° BCC e quattro in deposito. I carri che si trovavano in Siria combatterono contro l'invasione delle forze alleate (Operazione Exporter), nel 1941 militando poi nel 1e CCC delle forze francesi libere. I carri presenti in Nord Africa parteciparono ai combattimenti contro le forze anglo-americane , Operazione Torch, nel novembre 1942.
Nel primo dopoguerra il carro R.35 servì nella Gendarmerie, come "R 39" riarmati con il cannone SA 38. Vennero radiati dal servizio nel 1951, sostituiti dai carri americani M4 Sherman.
Vendite e esportazioni
Divenuta alleata dell'Asse nel marzo del 1941, la Bulgaria divenne oggetto di cessione di materiale bellico tedesco, nell'ambito del programma di potenziamento dell'esercito, in vista della sua partecipazione alle operazioni contro l'URSS. Il 23 gennaio 1941 la Germania accettò formalmente di consegnare 40 carri Renault R.35 di preda bellica. I carri arrivarono in Bulgaria nell'estate dello stesso anno, usati inizialmente come carri "scuola" per poi andare a formare la 4ª Compagnia Carri del 1º Battaglione. La consegna dei nuovi mezzi fu l'occasione per una riorganizzazione delle forze corazzate. Le quattro compagnie corazzate allora a disposizione vennero raggruppate in due battaglioni che andarono a costituire il 1º Reggimento Corazzato, al comando del tenente colonnello Geno K. Genov. Il reparto aveva un organico di 1.802 uomini, ed era stanziato a Camp Knias Simeone, 10 km ad ovest da Sofia. Il 22 giugno 1941 la Germania attaccò l'URSS, ma nonostante le forti pressioni tedesche, Re Boris III di Bulgaria si rifiutò di dichiarare guerra all'Unione Sovietica. Nel maggio 1942 il Reggimento venne riorganizzato, il 2º Battaglione disponeva a quell'epoca di tre compagnie con complessivi 40 R.35 (uno dotato di radio) e tre carri leggeri esploranti Ansaldo L.3/33, noti anche come CV.33.
Poiché le esercitazioni tenute dal reggimento evidenziarono i difetti degli R.35, considerati troppo lenti per operare insieme agli altri carri, si cominciò a pensare di sostituirli con mezzi più idonei. L'11 luglio 1942 arrivò in Bulgaria una missione militare tedesca, guidata dall'Oberstleutnant Karl August von Bülow. L'arrivo del generale Bülow coincise con una serie di manovre tenute dal reggimento nel mese di agosto. Gli esiti delle grandi manovre furono deludenti, e nel mese di ottobre il generale tedesco scrisse un rapporto in cui dichiarava che i problemi che ancora si verificavano erano da imputare al materiale in uso.
All'Oberst Heinrich Gade fu affidata l'organizzazione dei reparti corazzati bulgari. Egli consigliò l'OKW di fornire nuovo materiale, 12 carri PzKpfw IV e 20 semoventi controcarro StuG III, radiando nel contempo il materiale più anziano. Infatti Gade considerava del tutto inutili gli R.35, mentre i carri Vickers 6 ton dovevano venire declassati a veicoli per l'osservazione del tiro d'artiglieria e gli L.3/33 in ambulanze e veicoli portamunizioni. Sull'onda delle proposte di Gade, 79 tra ufficiali e sottufficiali vennero inviati alla scuola mezzi corazzati di Wünsdorf. Il Re Boris III non approvò la decisa riorganizzazione delle truppe corazzate, e ne consentì una più tranquilla. I carri R.35 non sarebbero stati radiati, ma appoggiati da alcuni semoventi StuG III avrebbero formato il 1º Battaglione del Reggimento Corazzato. La struttura definitiva fu approvata il 24 maggio 1943, e l'unità venne riclassificata come Brigata Corazzata, articolata su tre battaglioni con un totale di 36 carri Skoda LT-35, 38 inutilizzabili R.35 e 43 carri medi PzKpfw IV. I semoventi StuG III vennero raggruppati in un battaglione controcarro indipendente. Nell'agosto 1943 i reparti furono coinvolti in una grande esercitazione tenutasi nelle vicinanze di Sofia: i risultati furono pessimi. Il 28 agosto 1943 Re Boris III di Bulgaria moriva in circostanze misteriose, e gli succedeva il figlio di sei anni Simeone II. Il potere ad interim venne assunto dal primo ministro Bogdan Filov. Nei mesi successivi i tedeschi riuscirono a convincere i bulgari a radiare gli inefficienti R.35. Alla fine del 1943, tuttavia, i bulgari ricevettero molto materiale militare tedesco, e avanzarono la richiesta della cessione di ulteriori 10 carri R.35, 25 carri PzKpfw II e 10 carri PzKpfw III. Nessuno di questi venne consegnato, ma i tedeschi cedettero, nel febbraio 1944, 19 carri Hotchkiss H.39 e 6 SOMUA S.35.[3]
L'esercito croato ricevette dai tedeschi alcuni carri Renault R.35 già appartenenti all'esercito jugoslavo, seguiti da tre carri ex polacchi provenienti dall'Ungheria.
Dopo la capitolazione della Francia, nel giugno 1940, le truppe tedesche si impadronirono di 843 carri Renaul R.35. Di essi 131 furono immessi in servizio attivo presso le Panzerdivision, designati Panzerkampfwagen 35R 731 (f). Questi carri furono principalmente usati per addestramento dei conducenti o attività di sicurezza. La maggior parte di essi fu più tardi riconvertita, dopo averli privati della torretta, in trattori d'artiglieria o carri trasporto munizioni.
Un numero considerevole, secondo alcune fonti almeno 174 esemplari, venne convertito in un cacciacarri armati con un pezzo anticarro da 47 mm per sostituire presso i reparti il precedente Panzerjäger I. Il mezzo così ottenuto venne designato 4,7 cm PaK(t) auf Panzerkampfwagen 35R(f) ohne Turm. La versione cacciacarri aveva la torretta sostrituita da una sovrastruttura corazzata aperta che montava un cannone anticarro P.U.V. vz. 36 (Škoda A6) da 47 mm. I carri furono convertiti dalla Alkett tra maggio e l'ottobre 1941, tentando di ottenere un veicolo equivalente al Panzerjäger I. Purtroppo il risultato della conversione non ebbe particolare successo, principalmente a causa della scarsa velocità del carro R.35 e del peso in sovraccarico. Le torrette asportate da questi carri furono integrate nelle difese del Vallo Atlantico ed usate per la protezione delle spiagge Alcuni cacciacarri operarono in URSS durante le prime fasi dell'Operazione Barbarossa, ma la maggior parte di essi fu rischierata nei territori occupati, come le Isole del Canale, i Paesi Bassi (con il Pz.Jg.Abt.657, appartenente alla Panzer Kompanie 224) e in Francia.
Furono proprio i mezzi schierati in Francia ad avere impiego bellico durante le fasi successive alla sbarco in Normandia con la Schnelle Brigade 30 (cinque cacciacarri appartenenti alla 3ª Compagnia dello Schnelle Abteilung 517). Il 6 giugno 1944 i cacciacarri delle unità della riserva furono mandati in combattimento nelle vicinanze di Sainte-Mère-Église nel tentativo di opporsi agli sbarchi aerotrasportati americani in Normandia. Sostenendo un contrattacco dal 1057º Reggimento Granatieri, un carro R.35 penetrò nel posto di comando del 1º Battaglione del 505º Reggimento Fanteria Paracadutisti dell'US Army prima di essere distrutto dal fuoco di un bazooka. Nel tentativo di contrastare l'aviosbarco alleato ad Arnhem, Operazione Market-garden, i cacciacarri appartenenti al Pz.Jg.Abt. 657 della 59ª Divisione di fanteria si opposero con coraggio alle truppe della 101ª Divisione Aerotrasportata americana.
Altri possibili utilizzatori dei cacciacarri 4,7 cm PaK(t) auf Panzerkampfwagen 35R(f) ohne Turm includono la 346ª Divisione di Fanteria in Normandia. Quattordici carri R.35, usati per addestrare i conducenti, equipaggiarono il 100. Panzer-Ersatz-Bataillon in seno alla 7ª Armata dell'esercito tedesco nel 1944.
Vista la precaria dotazione di mezzi corazzati del Regio Esercito, il 30 dicembre 1940, il generale tedesco Wilhelm Ritter von Thoma offrì agli italiani la cessione di 350 carri Renault R.35 di preda bellica. Il 15 gennaio 1941 l'offerta venne incrementata a 500 esemplari, dei quali 140 di pronta consegna. La Direzione Generale della Motorizzazione spedì in Francia un'apposita commissione per ispezionare i carri. Il rapporto della commissione, datato 23 gennaio 1941, riferì che i carri risultavano idonei all'impiego, risultando però notevolmente lenti e privi di radio. I primi 20 esemplari furono caricati sui treni il 24 aprile 1941 e trasferiti in Italia. Lo Stato Maggiore dell'Esercito decise di assegnarli al 4º Reggimento Fanteria Carrista, su sei battaglioni, incaricandolo dell'addestramento degli equipaggi. La prima intenzione dello Stato Maggiore fu di inviare un plotone di Renault R.35 ed uno di SOMUA S.35, accompagnati da quattro autoblindo AB40 del Reggimento Nizza Cavalleria in Africa Settentrionale. Il 27 luglio 1941 si costituisce in Siena, presso il deposito del 31º Reggimento Fanteria Carrista, il 131º Reggimento Fanteria Carrista nel quale vengono inquadrati i battaglioni carri CI e CII, con materiali Renault R35, e CC con mezzi Somua S.35, ceduti dal 4º Reggimento. Il 15 agosto successivo il Reggimento viene dislocato in Friuli, inserito nella 131ª Divisione corazzata "Centauro".
Il 27 agosto 1941 la decisione di inviare i carri in Africa Settentrionale venne abbandonata per la scarsa disponibilità di munizioni e parti di ricambio. Nel frattempo le autorità tedesche decisero di utilizzare i carri R.35 di preda bellica e comunicarono alle autorità italiane che avrebbero ceduto un totale di 124 carri R.35. Nel settembre 1941 ne risultavano in servizio complessivamente 109, suddivisi nei battaglioni CI e CII del 131º Reggimento Corazzato, basati a Scordia (Catania).
Nel gennaio 1942 il 131º Reggimento, reso autonomo, è inviato in Sicilia alle dipendenze del XVI Corpo d'Armata, ad eccezione del CI battaglione assegnato al XII Corpo d'Armata, e del CC battaglione che è trasferito in Sardegna al XIII Corpo d'Armata.
In un rapporto del 30 giugno 1942, conservato presso l'Ufficio Storico dello S.M.E. si può leggere che: Da un esame tecnico dei carri M.R.35 è stata riscontrata una notevole usura di tali mezzi e la necessità di lavori e parti di ricambio nuove per rimetterli in efficienza. [...] Nel frattempo è necessario che da parte dei dipendenti vengano risparmiati al massimo i carri M.R.35 evitando di muoverli nelle ore calde, quando il consumo dei rulli delle sospensioni e il riscaldamento del differenziale è più forte, limitando l'istruzione all'indispensabile.[4].
In seguito i carri del battaglione CI furono assegnati ai Gruppi Mobili Difesa Aeroporti D, E, F e G, mentre quelli del CII vennero assegnati ai Grupi Mobili A, B e C, tutti inquadrati nell'ambito della 6ª Armata del generale Alfredo Guzzoni. Ecco la disloccazione dei Gruppi Mobili:
- Gruppo A, inquadrato nel XII Corpo d’Armata, disloccato a Paceco e comprendeva: Compagnia Comando del XII battaglione carri L, 4ª compagnia del CII battaglione carri R/35 e 1ª compagnia del CXXXIII battaglione semoventi 47/32.
- Gruppo B, inquadrato nel XII Corpo d’Armata, disloccato a Santa Ninfa e comprendeva: Compagnia Comando CXXXIII battaglione semoventi 47/32, 6ª compagnia del CII battaglione carri R/35 e 3ª compagnia del CXXXIII battaglione semoventi 47/32.
- Gruppo c, inquadrato nel XII Corpo d’Armata, disloccato a Portella Misilbesi e comprendeva: Compagnia Comando CIII battaglione carri R/35, 5ª compagnia del CII battaglione carri R/35.
- Gruppo D, inquadrato nel XVI Corpo d’Armata, disloccato a Misterbianco e comprendeva: Compagnia Comando CI battaglione carri R/35 (2 carri), 3ª compagnia del CI battaglione carri R/35 (16 carri).
- Gruppo E, inquadrato nel XVI Corpo d’Armata, disloccato a Niscemi e comprendeva: 1ª compagnia del CI battaglione carri R/35.
- Gruppo F, inquadrato nel XVI Corpo d’Armata, disloccato a Rosolini e comprendeva: 2ª compagnia del CI battaglione carri R/35 (meno 1 plotone).
- Gruppo G, inquadrato nel XVI Corpo d’Armata, disloccato a Comiso e comprendeva: 1º plotone della 1ª compagnia del CI battaglione carri R/35.
- Gruppo H, inquadrato nel XVI Corpo d’Armata, disloccato a San Pietro Caltagirone e comprendeva: 2ª compagnia carri Fiat 3000 (9 mezzi che operavano caricati su autocarri)
Secondo quanto scrisse il Gen. Faldella nel suo libro "1943, lo sbarco e la difesa della Sicilia" i carri italiani avevano ben poche possibilità di contrastare gli anglo-americani: "... il complesso di 100 carri italiani aveva un valore bellico assolutamente trascurabile. Che dire poi delle due compagnie carri 3000 costruiti più di vent'anni prima e che, a mala pena, quando si mettevano in moto procedevano alla velocità di un paio di chilometri all'ora? Il XII Corpo d'Armata li impiegò interrati come postazioni corazzate di mitragliatrici ed il XVI li assegnò ad un gruppo mobile su autocarri ...".
Al momento dello sbarco anglo-americano in Sicilia (sbarco anglo-americano), nel luglio 1943, i carri R.35 del Gruppo Mobile E vennero inquadrati nella Divisione Livorno e impiegati in un contrattacco su Gela. Il gruppo aveva la sua base a Niscemi ed era stato mandato all'offensiva per diretto ordine del generale Guzzoni. Il Generale di Corpo d'Armata Alfredo Guzzoni, già comandante del corpo di spedizione in Albania nel 1939 e successivamente esautorato perché aveva sposato una donna ebrea. Richiamato in servizio a 66 anni gli fu assegnato il Comando della 6ª Armata in Sicilia, isola che il Generale non aveva mai visitato in vita sua.[5] Il comando della Divisione Livorno costituì due colonne corazzate impiegando 32 carri R.35, 16 carri L.35 ed alcuni vecchi Fiat 3000, contando di ricevere appoggio e protezione sui fianchi da parte della Panzerdivision Hermann Goering, dotata di carri PzKpfw IV e 17 nuovissimi carri pesanti PzKpwf VI Tiger.
Tra le forze italiane e tedesche mancò il coordinamento e a Gela arrivò solamente il Gruppo Mobile E, dotato di 15 carri Renault R.35. Scrisse lo storico Hugh Pond: "Il reparto che si avvicinava [ai ranger americani] era il Gruppo Mobile "E"" della Divisione "Livorno", composto di trentadue Renault 35 francesi da dieci tonnellate, di sedici carri da tre tonnellate e da alcuni Fiat della prima guerra mondiale. Il gruppo aveva la sua base a Niscemi ed era partito al contrattacco per diretto ordine del generale Guzzoni. Il capitano Giuseppe Granieri, che comandava una squadra, si gettò a tutta velocità contro Gela, con i suoi carri verniciati di nero. Era un'occasione d'oro per i caccia bombardieri: decine di carri armati allo scoperto, in una pianura aperta, ma nonostante le urgenti segnalazioni delle truppe di terra, nessun aereo alleato apparve. I comandi delle forze aeree avevano emanato istruzioni severe perché qualunque richiesta di appoggio dal cielo dovesse essere trasmessa con almeno dodici ore di anticipo, ma in quel caso sarebbe stato necessario accorrere in dodici minuti, non in dodici ore. Il colonnello Darby chiese l'appoggio dell'artiglieria navale, poi ordinò ai suoi uomini di scendere nelle trincee e di aspettare finché i carri non fossero tanto vicini da poter sparare dalle feritoie. Non avevano molte probabilità di mettere fuori combattimento i carri, con quel sistema, ma con un po' di fortuna sarebbero forse riusciti a mettere fuori combattimento i conducenti e l'equipaggio. Ma prima che le navi avessero potuto aggiustare il tiro, molti carri erano già entrati in città e sparavano senza fermarsi, facendo roteare le torrette e rovesciando proiettili su tutti i bersagli possibili, con un'audacia che destò l'ammirazione persino degli spericolati Rangers..".[6].
L'attacco italiano venne fermato dal tiro delle artiglierie da 152 mm dell'incrociatore leggero americano USS Boise (CL-47), che distrusse dieci carri. Altri due furono messi fuori combattimento dai Rangers del 1st e 2rd Battalion del Col. William O. Darby, uno da un cannone controcarro da 37 mm e uno da un bazooka.[7]
Anche i rimanenti R.35 inquadrati negli altri repareti vennero decimati. Cinque carri del Gruppo D andarono perduti a Palazzolo Acreide, e quattro del Gruppo F a Rosolini (Siracusa). L'occupazione anglo-americana della Sicilia costituì la fine dell'impiego del carro R.35 in seno al Regio Esercito.
Riportatosi sul continente a metà agosto, dal 1 settembre il 131º Reggimento è assegnato alla ricostituita Divisione Corazzata Centauro II, poi sciolta a seguito degli eventi dell'armistizio dell'8 settembre 1943. Dei rimanenti 18 carri rimasti sul continente, quattro vennero demoliti in porve di resistenza o per prelevarne organi meccanici, mentre dei rimanenti 14 esemplari non vi è rimasta traccia.[2]
Nell'ambito di un programma di cessioni di materiale militare a paesi amici il governo francese consegnò, nell'aprile 1940, 54 carri Renault R.35 all'esercito jugoslavo. Durante i combattimenti sostenuti dall'esercito jugoslavo contro i tedeschi, i carri R.35 parteciparono agli scontri del 13 e 14 aprile 1941 tra le truppe jugoslave e la 11ª Panzerdivision tedesca. Numerosissimi carri andarono distrutti, mentre alcuni di essi vennero catturati e successivamente ceduti alla Croazia.
Nel 1938, visto il precipitare della situazione internazionale, il governo polacco acquistò due esemplari di carro R.35 da impiegare per valutazione, in vista della sostituzione dei Vickers /TP allora in servizio. La commissione esaminatrice polacca non trovò il carro soddisfacente, in quanto i test condotti evidenziarono tutti i difetti del carro. La preferenza venne data all'acquisto del SOMUA S.35, ma il governo francese si rifiutò di esportare questo carro. Da parte polacca venne respinta una proposta per l'acquisto di carri armati leggeri Hotckhiss H-35 e medi Char D1. Con la guerra contro la Germania ormai alle porte, e visto anche il ritardo nella produzione di carri armati leggeri registrato dall'indusria polacca, nell'aprile 1939, con una decisione d'emergenza, furono ordinati 100 carri R.35. I primi 50 (o secondo alcune fonti 49), arrivarono via mare nel porto polacco di Gdynia nel luglio 1939, insieme a tre carri Hotckhiss H.39 acquistati per valutazione. La maggior parte fu essi fu immessa in servizio con il 12º Battaglione Corazzato (12.Batalionu Pancernego), a Łucka. L'addestramento del repato si svolse sotto la suepervisione di due ufficiali francesi, i Maggiori M. Malaguettiego e G. de Froment.
Il 1º settembre 1939 la Germania attaccò su tutta la frontiera polacca. All'atto della mobilitazione generale, i carri del 12.Batalionu Pancernego vennero sparsi nei villaggi vicini a Łucka, fino al completamento degli organici, terminato il 7 settembre.
In seguito alla mobilitazione generale i carri R.35 disponibili andarono a cosittuire il 21º Battaglione Carri Leggeri (21.Batalion Czołgów Lekkich), che faceva parte della riserva generale a disposizione del Comandante in Capo dell'Esercito polacco. Il comandante del battaglione era il Maggiore (Mjr) Jerzy Łucki. Il battaglione era strutturato su una compagnia comando, tre compagnie carri (ognuna con 13 mezzi) e una compagnia autonoma (6 carri). Tale unità venne inviata dal comando supremo a rinforzare l'"Armię Małopolska” che doveva difendere la testa di ponte rumena. Il comando dell'armata decise che battaglione avrebbe rinforzato la 10ª Brigata di Cavalleria Motorizzata (10.Brygadę Cavalleria Zmot). Il trasporto dei carri sarebbe avvenuto per ferrovia, ma a causa dei bombardamenti tedeschi e di problemi con il materiale rotabile, il battaglione fu inviato a Dubna, dove giunse il 14 settembre. Il successivo trasporto dei carri per ferrovia avvenne il 15 settembre, ed il 12º Battaglione raggiunse Radziwiłłowa nello stesso giorno. A quel tempo si era deciso che la 10. Brygady Cavalleria Zmot, rinforzata dai carri R.35 avrebbe difeso la cosiddetta testa di ponte rumena ("przedmościa rumuńskiego”). Il percorso di marcia del reparti fu: 15 settembre Zolochiv-Stanisławów, 16 settembre tappa a Brzeżany, marcia notturna da Podhajce a Monasterzyska; il 17 settembre da Klubowce a Niżniowa.
Il 17 settembre l'Armata rossa attaccò alle spalle l'esercito polacco, e l'unità fu divisa in due tronconi. Sei carri della compagnia autonoma rinforzarono le difese dell'azienda Obrony Narodowej a Stanisławowie. Il giorno successivou questa unità combatte una battaglia per mantenere aperta la strada in direzione del confine rumeno, ed 18 settembre i quattro carri superstiti ripararono in Romania. In totale il confine tra Polonia e Romania venne superato da 34 carri Renault R.35 che furono internati dalla autorità rumene. Due o tre carri R.35 del 21. Batalionu Czołgów Lekkich della 10.Brygady Kawalerii Zmot, insieme alla totalità di essa, attraversarono il confine con l'Ungheria.
Altri carri armati del 12º Battaglione (2 o 3 R-35) e 3 R-35 e 1 H-35 (o tre carri H-35) presenti presso l'Ufficio tecnico di ricerca su blindati (Biura Badań Technicznych Broni Pancernej) costituirono una compagnia indipendente carri R-35 (Samodzielną Kompanię Czołgów R-35) al comando del tenente Józefa Jakubowicz, che il 16 settembre era incorporata nel gruppo operativo "Dubno". Il 19 settembre nella città di Krasne si combatté una battaglia tra le forze polacche ed i nazionalisti ucraini, seguita il giorno dopo da una con una colonna corazzata sovietica. Due carri andarono persi, uno distrutto ed uno bruciato. Questa unità prese parte anche alla battaglia di Kamionkę Strumiłową del 22 settembre, subendo alcune perdite, ma distruggendo diversi veicoli tedeschi. Entro il 25 settembre l'unità aveva perso tutti i suoi carri.[8]
La seconda fornitura di 50 carri R.35 non arrivò mai in Polonia, fu dapprima dirottata verso il porto rumeno di Costanza, ma le autorità negarono il passaggio e i carri vennero spediti in Tunisia, dove riarmarono alcuni reparti, nell'ottobre dello stesso anno.
Dopo la sconfitta della Polonia numerosissimi soldati ed ufficiali riuscirono a raggiungere la Francia e l'Inghilterra. Nel 1940 in Francia si decise di costituire alcuni reparti corazzati con personale polacco. Nel maggio 1940 arrivarono i primi 45 carri R.35 che costituirono la dotazione del 1º Battaglione Cavalleria Corazzata della 10ª Brigata di Cavalleria (10.Brygady Kawalerii Pancernego), comandata dal Gen. Maczek. I carri erano un misto di vecchi e nuovi. Il 2° +Battaglione riceverre 21 R.35 e 24 R.40, ma dopo qualche giorno dovette cederli ad una unità francese (25° BCC). Il 1º Battaglione, al comando del maggior S. Glińskiego, partecipò ai combattimenti contro i tedeschi. Insieme agli altri reparti della brigata, tra il 12 ed il 17 giugno 1940, i carri polacchi parteciparono ai combattimenti di Champaubert e Montbard. Nei giorni successivi, la brigata si disperse, ed i carri furono distrutti dal loro equipaggio. Dieci giorni dopo aver ceduto i carri armati al 25° BCC francese, il 2 ° Battaglione ricevette, il 10 giugno 1940, una dotazione di 19 carri R.40. La 1ª compagnia, sotto il comando del maggiore Chabowskiego, prese parte ai combattimenti sostenuti dalla 7ª Armata francese. A seguito del ritiro delle truppe francesi i carri furono incendiati dia propri equipaggi il 14 giugno. La 2ª compagnia ricevette 18 carri R.40 che usò fino al 18 giugno. Non ci sono informazioni sull'uso di questi carri. Probabilmente il 19 giugno 1940 la 3ª compagnia ricevette una dotazione di 13 carri R.40, ma non ci sono informazioni confermate su questo argomento.[9]
Nel 1937 il governo rumeno, visto il precipitare della situazione internazionale, aveva approvato un piano di riarmo che prevedeva la produzione su licenza estera di carri armati. Nel dicembre di quell'anno venne firmato un accordo con il governo francese che prevedeva la produzione su licenza di 200 carri medi Renaul R.35. Il rapido aggravamento della situazione internazionale rallentò le consegna dei componenti per l'assemblaggio dei carri, e le forze armata rumene ricevettero solamente 41 carri R.35.
Il 1º settembre 1939 la Germania invase la Polonia, con le truppe tedesche che dilagarono rapidamente per il Paese. Il 17 settembre, in attuazione dell'accordo Ribbentrop-Molotov, la Polonia venne attaccata anche dall'URSS. Questo fatto segnò la sconfitta polacca e, seguendo gli ordini impartiti dall'alto comando polacco, circa 100.000 tra soldati, sbandati e profughi polacchi si riversarono in Romania. Tra di essi vi era l'intero 305º Battaglione carri polacco forte di 34 Renault R.35. Gli uomini del reparto proseguirono verso la Gran Bretagna, mentre i mezzi corazzati furono internati e consegnati all'esercito rumeno.
Alla fine del 1939 l'esercito rumeno giunse, quindi, ad avere in servizio un totale di 75 carri armati R-35, in servizio nel 2º Reggimento carri, costituito il 1º novembre 1939. Diverse migliorie vennero apportate ai carri, come la sostituzione della mitragliatrice Chatellerault da 7,5 mm con una ZB da 7,92 mm, l'adozione di sospensioni migliorate o la sostituzione delle ruote in gomma con ruote metalliche durevoli progettate dal tenente colonnello Constantin Ghiulai.
Il 12 ottobre 1940, in attuazione dell'accordo firmato dal governo del generale Antonescu con i diplomatici del Terzo Reich arrivò in Romania una missione militare tedesca seguita, poi, da 370.000 soldati della Wehrmacht. Seguendo le indicazioni degli istruttori tedeschi i due reggimenti corazzati rumeni andarono a formare la 1ª Divisione Corazzata. Questa grande unità comprendeva i due reggimenti corazzati (ognuno forte di due battaglioni su tre compagnie e una seziona antiaerea) e un reggimento motorizzato. Le compagnie del 1º Reggimento contavano cinque plotoni, ognuno con tre carri Skoda R-2, mentre quelle del 2º Reggimento avevano tre plotoni di Renault R.35.
La differenza di velocità tra gli Skoda R-2 e i Renault R.35 impediva una manovra omogenea tra i reparti, e così la struttura della Divisione Corazzata venne rivista mantenendo in organico solo il 1º reggimento, mentre il 2° divenne autonomo.
Dal momento che le caratteristiche operative dei carri armati R.35 erano diverse da quelle dei più moderni R-2 del 1º Reggimento Carri, poco prima del 22 giugno 1941 venne deciso di mantenere in servizio presso la 1ª Divisione Blindata il 1º Reggimento Corazzato, mentre il 2º Reggimento venne trasferimento presso la 4ª Armata dell'esercito Il 22 giugno 1941 scattò l'Operazione Barbarossa e le forze armata rumene invasero il territotio dell'Unione Sovietica al fianco dei reparti tedeschi. I carri R.35 del 2º Reggimento Corazzato vennero utilizzati nelle operazioni di conquista della Bessarabia, della Bucovina settentrionale e durante l'assedio di Odessa. Anche se avevano una notevole corazzatura, a causa della bassa velocità e del piccolo calibro dei cannoni, gli R.35 furono usati solo per il ruolo di supporto della fanteria. Alla fine del ciclo operativo gli R.35 vennero ritirati dal servizio attivo e destinati all'addestramento o a azioni di sicurezza. Dopo la campagna del 1941 il 2º Reggimento carri fu mandato in riserva, mentre il personale di formazione transitava nel 1º Reggimento Carri con compiti di sorvegliare la regione della Transnistria (costituita dal sud dell'Ucraina , dal Dniester al Bug).
Nel corso del 1943, la ditta Concordia di Ploesti fu incaricata di aggiornare e modificare 33 carri R.35 disponibili. Nella torretta venne installato un pezzo controcarro sovietico da 45 mm. Il carro così ottenuto fu denominato Vanatorul de Care R.35. Agli inizi del 1944 le continue offensive sovietiche avevano ormai compromesso la situazione bellica rumena. Nel mese di agosto i bombardamenti aerei Alleati e le offensive di terra sovietiche fecero collassare il fronte rumeno. Verso la fine del mese di agosto del 1944 una compagnia di carri R-35 partecipà alle battaglie per il controllo dei campi petroliferi Popescu, nelle vicinanze di Ploesti . Il 23 agosto scoppiò la rivolta a Bucarest ad il generale Antonescu fu arrestato. Il 31 agosto 1944 i sovietici entrarono a Bucarest. Il 14 settembre il Re Michele II firmò l'armistizio con gli Alleati, dichiarando contemporaneamente guerra alla Germania. Nella primavera del 1945 erano in servizio 28 carri tra R.35 originali e Vanatorul de Care R.35, tutti appartenenti al 2º Reggimento carri. Durante i combattimenti nella valle del fiume Hron, tra il 26 e il 27 marzo 1945, otto carri R-35 andarono distrutti e altri due rimasero danneggiati. I carri R-35 del 2º Reggimento parteciparono ad ulteriori combattimenti in Cecoslovacchia ed Austria, venendo definitivamente radiati solo dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale.[10].
Dopo l'indipendenza delle Siria dal mandato francese, cinque carri R.35 entrarono a far parte del neocostituito esercito siriano. I cinque carri appoggiarono le truppe siriane in un attacco, senza successo, al kibbutz ebreo di Degania, nella Galilea, il 20 maggio 1948. I difensori dil kibbutz, armati con un cannone anticarro da 20 mm e bombe molotov, riuscirono a mettere fuori combattimento tre R.35, causando il ritiro delle rimanenti forze terrestri. Uno dei carri R.35 immobilizzato, rimase vicino al kibbutz come monumento commemorativo della guerra arabo-israeliana del 1948 . Alcuni dei veicoli siriani erano stati riarmati con un cannone britannico da 40 mm.
Nel giugno 1940, con la sconfitta dell'esercito francese, 12 carri Renault R.35 appartenenti al 45º Corpo d'Armata entrarono in territorio svizzero, dove furono internati. I carri, revisionati dall'indutria locale, entrarono in servizio con la designazione Leichter Panzer 35, (Lpz35).
Le autorità ungheresi sequestrarono tre carri R.35 polacchi che avevano cercato rifugio al di là del confine rumeno. Dopo essere stati sottoposti a valutazione tecnica da parte dei tecnici ungheresi, sembra che siano stati ceduti alla Croazia.
Nell'ambito di un programma di cessioni di materiale militare a paesi amici il governo francese consegnò 100 carri Renault R.35 all'esercito turco. La cessione avvenne in due lotti di 50, uno consegnato nel febbraio 1940 ed uno nel marzo dello stesso anno.
Note
- ^ Carro Leggero Renault R 35, su corazzati.it. URL consultato il 14 ottobre 2013.
- ^ a b c d e f g h i j Sgarlato, Nico. Renault R.35 Char Léger Modele 1935R. Eserciti nella Storia n.57, Delta Editrice, Parma, gennaio-febbraio 2010
- ^ Ludi, Giovanni. Le forze corazzate bulgare. Eserciti nella Storia n.62, Delta Editrice, Parma, maggio-giugno 2011
- ^ NICOLA PIGNATO, Atlante mondiale dei mezzi corazzati VOL 2. Parma, 1971
- ^ Hugh Pond. Sicilia!, Longanesi & C. Editore, Milano 1971
- ^ Hugh Pond. Sicilia!, Longanesi & C. Editore, Milano 1971
- ^ Hugh Pond. Sicilia!, Longanesi & C. Editore, Milano 1971
- ^ Kiński Andrzej Czołg lekki Renault R-35/R-40 cz. 1, Nowa Technika Wojskowa Nr 9/2001
- ^ Kiński Andrzej Czołg lekki Renault R-35/R-40 cz. 2, Nowa Technika Wojskowa Nr 10/2001
- ^ Cantamutto, Adriana. Le forze corazzate rumene 1919-1945. Eserciti nella Storia n.66, Delta Editrice, Parma, gennaio-febbraio 2012
Bibliografia
- Axworthy, Mark; Scafeș, Cornel e Crăciunoiu, Cristian. Third Axis. Fourth Ally. Romanian Armed Forces in the European War, 1941-1945. Arms and Armour, London, 1995. ISBN 1854092677
- Cantamutto, Adriana. Le forze corazzate rumene 1919-1945. Eserciti nella Storia n.66, Delta Editrice, Parma, gennaio-febbraio 2012.
- Cantamutto, Adriana. Le forze corazzate polacche. Eserciti nella Storia n.58, Delta Editrice, Parma, marzo-aprile 2010.
- Chant, Christopher. World Encyclopedia of the Tank, Sutton Publishing, 2002.
- Danjou, Pascal. Renault R35/R40, Editions du Barbotin, Ballainvilliers, 2005
- Kiński Andrzej Czołg lekki Renault R-35/R-40 cz. 1, Nowa Technika Wojskowa Nr 9/2001
- Kiński Andrzej Czołg lekki Renault R-35/R-40 cz. 2, Nowa Technika Wojskowa Nr 10/2001
- Ludi, Giovanni. Le forze corazzate bulgare. Eserciti nella Storia n.62, Delta Editrice, Parma, maggio-giugno 2011.
- Pignato, Nicola. Atlante mondiale dei mezzi corazzati Vol. 2. Ermanno Albertelli Editore, Parma, 1971.
- Hugh Pond. Sicilia!, Longanesi & C. Editore, Milano 1971.
- Scafeș, Cornel I; Scafeș, Ioan I; Șerbănescu. Trupele Blindate din Armata Română 1919-1947. Horia VlBucurești: Editura Oscar Print (25 august 2005).
- Sgarlato, Nico. Gli R.35 del Regio Esercito. Eserciti nella Storia n.57, Delta Editrice, Parma, gennaio-febbraio 2010
- Sgarlato, Nico. Renault R.35 Char Léger Modele 1935R. Eserciti nella Storia n.57, Delta Editrice, Parma, gennaio-febbraio 2010.
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