Atlas Tyrolensis
L'Atlas Tyrolensis ("atlante del Tirolo") è la prima carta geografica del Tirolo realizzata su una misurazione geodetica. Fu realizzato su iniziativa del padre gesuita Ignaz Weinhart negli anni 1760-1770. Gli autori furono Peter Anich da Oberperfuss e il suo studente Blasius Hueber, i quali, a causa della loro origine contadina e della mancanza di una instruzione formale, erano anche soprannominati Bauernkartografen ("cartografi contadini").

Johann Ernst Mansfeld pubblicò il lavoro nel 1774 in forma di incisione in rame decorata. A causa della grande scala adottata (1:104.000), della sua precisione e della dimensione dell'area visualizzata, questa carta risulta essere uno dei più importanti risultati cartografici internazionali del XVIII secolo[1] ed era nota "all'epoca come la carta austriaca più significativa e più conosciuta a livello internazionale"[2]. A tuttoggi, essa rappresenta una fonte importante per la Geografia Storica, la Glaciologia e la Toponomastica del Tirolo.
Descrizione
L'Atlas Tyrolensis comprende la Contea del Tirolo, incluse le diocesi di Bolzano e Trento, un'area di 26.000 km², che è rappresentata in scala di circa 1:103.800. La carta, che raggiunge così una superficie di quasi 5 metri quadrati (217,5 x 226 cm), è divisa in 20 fogli[3]. Inoltre, il lavoro comprende una cartina panoramica (Registerbogen, scala circa 1:545.000) con griglia e due legende esplicative dei simboli[1]. Tuttavia, alcuni simboli utilizzati nella carta non sono presenti nella legenda[4]. L'atlante è diviso in due sezioni: la prima, Tirol gegen Norden ("il Tirolo verso nord"), copre sostanzialmente l'odierno Tirolo Settentrionale, il Tirolo Orientale e la parte settentrionale del Tirolo Meridionale (Südtirol), mentre la seconda, Tirol gegen Süden ("il Tirolo verso sud") copre la parte meridionale del Tirolo Meridionale e il Trentino. Queste parti si sovrappongono agevolmente una all'altra e sono rappresentate come unità separate solo in rapporto alla loro diversa storia di formazione[5].
La carta è dotata di una ricca decorazione artistica realizzata dal'incisore Johann Ernst Mansfeld. In alto a sinistra si trova il titolo della parte settentrionale decorato con un'aquila tirolese unitamente a una dea e tre putti con cacciagione, mercanzie e risorse minerarie.
Sullo sfondo una rappresentazione schematica della Martinswand vicino a Innsbruck simboleggia il paesaggio del Tirolo Settentrionale[6].
A destra in alto si trova una legenda con la scala in miglia comuni tedesche .
Nell'angolo in basso a destra si trova un vexillum, che corona un obelisco con un ritratto di Maria Teresa e un'aquila tirolese; sul vessillo si legge il seguente testo:
«Il Tirolo sotto il felice regime di Maria Teresa imperatrice romana augusta [, carta] disegnata corograficamente da Peter Anich e Blasius Hueber agricoltori di Oberperfuss. Curata da Ignaz Weinhart, professore di Matematica presso l'Università di Innsbruck. Incisa in rame da Johann Ernst Mansfeld, a Vienna 1774»
Ai piedi dell'obelisco, figure con diversi animali e prodotti simboleggiano i punti di forza economici del paese come l'allevamento del bestiame, la viticoltura, l'industria e il commercio[6]. Oltre a ciò, si osservano parti di paesaggio del Tirolo meridionale, tra cui la Festung Kofel (Covolo di Butistone, ora in Veneto).
La legenda della parte meridionale si trova a sinistra, sotto al cippo con tre divinità fluviali. I simboli in essa rappresentati differiscono leggermente da quelli nella leggenda della parte settentrionale, perché, tra le altre cose, le sigle sono indicate in italiano, invece che in tedesco (per esempio, "M" per "Monte" invece di "B" per Berg). Sopra la legenda vi sono il testo Tirol gegen Süden ("Il Tirolo verso sud") e una scala espressa in diverse unità di misura (Wiener Werkschuhe, Innsbrucker Werkschuhe, miglio grande tedesco e miglio italiano)[6].
Rappresentazione cartografica
La riproduzione dei territori nell'Atlas Tyrolensis segue, come consueto in questo periodo, l'assonometria cavaliera, una forma di vista obliqua, che non distorce il piano di elevazione. Così, l'osservatore vede il paesaggio verticalmente dall'alto, ma i singoli oggetti da sud con un angolo di circa 45°. Per evidenziare meglio i contorni si utilizza una sfumatura, in cui l'angolo di incidenza della luce fittizia non è uniforme e cambia fra sud e ovest[7][1].
Gli oltre 50 simboli utilizzati si basano essenzialmente sulla carta del Regno di Boemia di Johann Christoph Müller (1720)[7].
Nell'Atlas Tyrolensis fiumi e laghi sono relativamente esatti, le foreste invece sono mappate in maniera piuttosto imprecisa, in modo che il valore della conoscenza circa l'estensione precedente della foresta è valutato in modo differente[8][9].
La posizione delle circa 570 cime registrate è correttamente indicata con anelli, ma le forme del terreno sono rappresentate solo in forma relativamente schematica. Tuttavia, la rappresentazione delle valli remote, delle regioni montuose ghiacciate, che erano appena di interesse prima dello sviluppo dell'alpinismo, è molto precisa per quel tempo. Ancora molto meticolosa è la rappresentazione di circa 1000 alpeggi, per la prima volta al mondo registrati con un proprio simbolo. Per Anich e Hueber, essi stessi contadini, essi avevano grande importanza[7]. Gli insediamenti sono differenziati per dimensione e forma giuridica (città, comune mercato, villaggio) e anche si evidenziano singole fattorie e locande[9].
Particolare attenzione è dedicata alle residenze nobiliari e alle istituzioni ecclesiastiche. Esse sono registrate in maniera molto differenziata l'una dall'altra; pure sono riportate le piccole cappelle e le rovine già completamente diroccate, così come a volte anche alcuni castelli inesistenti, solo presenti nei racconti popolari.
Riguardo alle strade, esse sono rappresentate come strade carrozzabili e "Samerschläge" e mulattiere non carrozzabili; parimenti, vi si desume la conoscenza sugli aspetti economici relativi a impianti minerari, uffici postali, mulini, sorgenti minerali, vigneti e carbonaie; al contrario, le informazioni militarmente rilevanti stanno sullo sfondo[9][6].
Tuttavia, sono rappresentati alcuni dettagli militari, come le fortificazioni, cosa piuttosto insolita per la cartografia dell'epoca dominata dal segreto militare. Inoltre, sono rappresentati i campi di battaglia storici con i loro simboli[7].
Storia dell'opera
Situazione iniziale
Prima di Peter Anich, l'area del Tirolo non era mai stata mappata in maniera estesa. Le precedenti mappe del territorio di Wolfgang Lazius (1561), Warmund Ygl (1605) e Matthias Burgklehner (1611) riportano tra le valli delle grosse lacune[7].
A metà del XVIII secolo, era stata affidata all'ufficiale Joseph von Sperges la realizzazione di una carta del Sud Tirolo (Provincia di Bolzano) in scala 1:121.000, che egli non poté completare a causa del suo trasferimento a Vienna. Su raccomandazione del padre gesuita Ignaz Weinhart, verso il 1759 Sperges commissionò al suo allievo Peter Anich la continuazione del lavoro, che fu infine completato nel 1762[3].
L'Atlas Tyrolensis in alta risoluzione
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Quadrante a nordovest
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Quadrante a nordest
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Quadrante a sudovest
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Quadrante a sudest
Note
- ^ a b c Wilfried Beimrohr, [online (PDF; 554 kB) Die Tirol-Karte oder der Atlas Tyrolensis des Peter Anich und des Blasius Hueber aus dem Jahre 1774] , a cura di Tiroler Landesarchiv, 2006, pp. 3–4. URL consultato il 22 novembre 2011.
- ^ Ingrid Kretschmer, Johannes Dörflinger, Franz Wawrik: Österreichische Kartographie. Von den Anfängen im 15. Jahrhundert bis zum 21. Jahrhundert., Institut für Geographie und Regionalforschung der Universität Wien, Vienna, 2004, ISBN 3-900830-51-7, pag. 80.
- ^ a b Wilfried Beimrohr, [online (PDF; 554 kB) Die Tirol-Karte oder der Atlas Tyrolensis des Peter Anich und des Blasius Hueber aus dem Jahre 1774] , a cura di Tiroler Landesarchiv, 2006, pp. 1–2. URL consultato il 22 novembre 2011.
- ^ Hans Kinzl: Der topografische Gehalt des Atlas Tyrolensis. In: Hans Kinzl (a cura di), Peter Anich 1723-1766, Innsbruck, Wagner, 1976, pp. 65ff, ISBN 3-7030-0040-9.
- ^ Hans Kinzl: Der topografische Gehalt des Atlas Tyrolensis. In: Hans Kinzl (a cura di), Peter Anich 1723-1766, Innsbruck, Wagner, 1976, p. 173, ISBN 3-7030-0040-9.
- ^ a b c d Wilfried Beimrohr, [online (PDF; 554 kB) Die Tirol-Karte oder der Atlas Tyrolensis des Peter Anich und des Blasius Hueber aus dem Jahre 1774] , a cura di Tiroler Landesarchiv, 2006, pp. 7–8. URL consultato il 22 novembre 2011.
- ^ a b c d e Hans Kinzl, Zur Karte von Tirol des Peter Anich und des Blasius Hueber. In: Max Edlinger (a cura di), Atlas Tyrolensis, Innsbruck, Tyrolia, 1986, p. 18, ISBN 3-7022-1607-3.
- ^ Hans Kinzl, [online (PDF; 1,8 MB) Die Darstellung der Gletscher im Atlas Tyrolensis von Peter Anich und Blasius Hueber (1774)] , a cura di Geologische Gesellschaft in Wien, Wien, 1955, pp. 91ff. URL consultato il 22 novembre 2011.
- ^ a b c Wilfried Beimrohr, [online (PDF; 554 kB) Die Tirol-Karte oder der Atlas Tyrolensis des Peter Anich und des Blasius Hueber aus dem Jahre 1774] , a cura di Tiroler Landesarchiv, 2006, pp. 5–6. URL consultato il 22 novembre 2011.
Bibliografia
- Max Edlinger (a cura di), Atlas Tyrolensis, Innsbruck, Tyrolia, 1986, p. 16, ISBN 3-7022-1607-3.
- Hans Kinzl: Der topografische Gehalt des Atlas Tyrolensis. In: Hans Kinzl (a cura di), Peter Anich 1723-1766, Innsbruck, Wagner, 1976, ISBN 3-7030-0040-9.
- Franz Heinz Hye: Peter Anich und Blasius Hueber. Die Geschichte des „Atlas Tyrolensis“ (1759–1774). In: Hans Kinzl (a cura di), Peter Anich 1723–1766, Innsbruck, Wagner, 1976, ISBN 3-7030-0040-9.
Voci correlate
Altri progetti
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Collegamenti esterni
- (DE) Wilfried Beimrohr, Die Tirol-Karte oder der Atlas Tyrolensis des Peter Anich und des Blasius Hueber aus dem Jahre 1774, Tiroler Landesarchiv, 2006. Ultimo accesso 12-01-2011