Viserba

frazione del comune italiano di Rimini
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Viserba è una frazione di Rimini 8556 abitanti situata a nord lungo la riviera adriatica.[1] La popolazione sale a 9937, considerando la zona artigianale Viserba Monte e a 18886, in un'area di 4,78 Kmq, comprendendo le frazioni di Rivabella, Viserbella, San Martino in Riparotta, Orsoleto e Case Nuove.[2]

Viserba
frazione
Viserba – Veduta
Viserba – Veduta
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Emilia-Romagna
Provincia Rimini
Comune Rimini
Territorio
Coordinate44°05′15″N 12°32′09.96″E
Altitudine3 metri m s.l.m.
Abitanti8 556 (31-12-2010)
Altre informazioni
Cod. postale47922
Prefisso0541
Fuso orarioUTC+1
Nome abitantiViserbesi
Patronosanta Maria
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Viserba
Viserba

Geografia

Sita a 4,07 km a nord dal centro storico di Rimini, Viserba si sviluppa principalmente lungo il litorale, in zona pianeggiante. A nord-ovest confina con Viserbella, a sud-est con Rivabella, mentre nell'entroterra con San Martino in Riparotta, tutte frazioni di Rimini.

Storia

Origini

Nel periodo attorno alla costruzione della consolare Popilia (132 a. C.), oggi nota come via Romea, la zona, bonificata dagli acquitrini, fu suddivisa col sistema della centuriazione, presentandosi particolarmente adatta per gli ortaggi per via dell'alluvionale prodotto dalle esondazioni del vicino fiume Marecchia, nonché la presenza di alcune fonti superficiali. Da qui una possibile origine della denominazione, da vis herbae per l'abbondanza, rigogliositá e vigore dell'erba, o dal carro chiamato veherba, ossia “trasportatore di erba” usato per i mercati di erbe locali.[3]

Un'altra possibile origine del nome si può ricondurre agli eventi che portarono Gaio Giulio Cesare ad attraversare il vicino Rubicone e la sua presa di potere. Arrivato a cavallo nel territorio dove oggi sorge Viserba, si ipotizza che pronunciò una di queste esclamazioni, opposte fra loro:

  • Vidi herbam (dal latino: "Vidi erba");
  • Vix herbam (dal latino: "Non vidi erba").

Con la crisi dell'impero Romano, le invasioni barbariche crearono grandi difficoltà agli insediamenti, come per la coltivazione. La zona ritornò lentamente a carattere acquitrinoso, causa anche l'abbandono della manutenzione dei campi e della rete idrografica (cura degli argini, canali ecc.), nonché un lungo periodo di aumento della piovosità, culminato poi nel X secolo col cambio dell'alveo del Marecchia, il quale produsse un ramo che sfociava sulla spiaggia di Viserba. La zona fu ribonificata dai monaci benedettini della Basilica di San Vitale a Ravenna. Forse a questo periodo è da attribuire l'ultima possibile origine del toponimo, ovvero fundus viserbae, nel senso di via acerba, cioè una strada aspra, difficoltosa. [4]

La denominazione della locale fonte Sacramora è dovuta al luogo di ritrovamento in prossimità (Sacra dimora) del corpo di San Giuliano Martire. Secondo la leggenda, fu martirizzato in Flaviade (Cilicia), gettato in un sacco in acqua e il suo corpo riemerse nei pressi dell'odierna Istanbul per essere poi traslato in un sarcofago. Sei secoli più tardi, sotto regno di Ottone I (961-973), il sarcofago con le reliquie cadde in mare, ma non affondò e prodigiosamente si arenò fino a un punto della costa poco a nord di Rimini, dove appunto sgorgava la sorgente. Le sue reliquie furono traslate nell'antica abbazia benedettina dei santissimi Pietro e Paolo, oggi parrocchia di San Giuliano Martire nell'omonimo borgo riminese.[5]

Dal medioevo alla belle époque

Nel XII secolo si correva lungo la strada della Sacramora il palio per onorare san Giuliano. Secondo il regolamento nel codice Torsani in cui nel XV secolo furono trascritti gli statuti trecenteschi di Rimini, il 22 giugno, nel giorno della sua festa, l’ufficialità municipale si recava a pregare nel relativo santuario e successivamente si doveva tenere il palio, per il quale i cavalli correvano dal ponte di Viserba a piazza Tre Martiri dove il traguardo era posto dalla parte di Porta S. Genesio (arco d’Augusto), circa all’altezza della chiesa dei Paolotti.[6]

Un rilevante complesso di archeologia industriale è la Corderia, già attiva nel XIX secolo: vasto opificio, che utilizzava le acque della Fossa Viserba.[7] Nel 1870, un capannone di 240 metri, la Corderia, decretò il passaggio dell’opificio da mulino a pillatolo di riso e torcitura da canapa.

Viserba come località balneare

Attorno al 1885 è l'ingegnere bolognese Giambattista Bavassano e alcuni capomastri Riminesi, fra cui Sante Polazzi e successivamente il costruttore riminese Sante Palazzi, cominciano ad intravedere la possibilità di fruttare la crescente diffusione delle talassoterapia (il primo stabilimento balneare a Rimini fu aperto nel 1848) e della villeggiatura litoranea iniziando a costruire villini per la facoltosa ed emergente borghesia,[8] facendosi promotori dello sviluppo urbanistico e viario, finora costituito, oltre dalla via della Sacramora e la consolare Romea più a nord, da poco più di di viuzze di collegamento tra orti.

Tra i villini, si ricorda quello edificato nel 1892 da Luigi Graziosi, di Santarcangelo, che funse da esempio prototipale di architettura gentilizia della zona litoranea.[9]

Nel 1909 Viserba ebbe una stazione ferroviaria della linea Rimini, Ravenna, Ferrara, Venezia, che era stata costruita a partire dal 1889, la quale diede un ulteriore deciso impulso allo sviluppo del luogo, nel frattempo impreziositosi di diversi villini. Sopravvissuta è Villa Bonci, residenza del grande tenore Alessandro Bonci, rivale del celebre Enrico Caruso.

 
via Dati nel 1956 visione notturna

In aggiunta alla chiesa di Santa Maria Vergine, a Viserba Monte, e della chiesa di san Vicinio, nel 1908, in luogo di una vecchia cappella alle dipendenze del parroco della vicina San Martino in Riparotta, si iniziò la costruzione della chiesa di s. Maria a Mare, la cui edificazione su disegno dell’ing. Ballarini e portato a termine nel 1910, per poi essere espansa dall’arch. Meloncelli nel 1929.

Nel 1881 Viserba contava 796 abitanti, di cui 86 nel borgo posto lungo la consolare Romea, e i restanti sparsi nelle campagne.[4] Nel 1936 erano già 3.150 e nel 1950 divennero 5.123.

Autonomia amministrativa

Nel 2011 si è svolta una raccolta firme per indire un referendum sulla separazione di Viserba da Rimini quale Comune autonomo. Delle 5.000 firme necessarie ne sono state raccolte 4.908.[10]

Personalità legate a Viserba

Sport

Baseball

Uno dei più competitivi giocatori di baseball italiani, Alessandro Maestri, che attualmente gioca in Giappone, è nato a Viserba.

Basket

Nella disciplina basket, Viserba è rappresentata dalla Pallacanestro Taz Viserba, società amatoriale fondata nel 2002, partecipante al Campionato amatoriale NBU, organizzato dalla Uisp Rimini.

Pallavolo

A livello pallavolistico, la squadra femminile di rappresentanza è la Greenline Pretelli Viserba, promossa per la prima volta in A2 nel campionato 2012/2013.

Note

  1. ^ Comune di Rimini - uff. Statistica, bollettino 2010 - Statistica - Comune di Rimini (PDF), su statistica.comune.rimini.it, 2011. URL consultato il 14 dicembre 2013.
  2. ^ Andrea Lattanzi, Vento di secessione dal nord: Viserba 'sogna' il divorzio, su ilrestodelcarlino.it, 8 novembre 2010. URL consultato il 14 dicembre 2013.
  3. ^ Viserba, città di sole e di pace, su perfettaletizia.it. URL consultato il 13 dicembre 2013.
  4. ^ a b / Guida turistica Viserba, su 7mates.com. URL consultato il 14 dicembre 2013.
  5. ^ Santi e Beati della Chiesa di Rimini, su diocesi.rimini.it. URL consultato il 13 dicembre 2013.
  6. ^ Alessandro Serpieri, Quei cavalli di San Giuliano. Il palio di Viserba, lungo la strada della Sacramora, in Il Ponte, 2 marzo 1997. URL consultato il 13 dicembre 2013.
  7. ^ Tonini Luigi, Guida illustrata di Rimini, Tipografia Emilio Renzetti (ristampa Bruno Ghigi Editore), 1893.
  8. ^ Storia, su playatamarindo.it, 1º ottobre 2011. URL consultato il 14 dicembre 2013.
  9. ^ collana Novecento riminese. Nuova serie Manlio Masini, Viserba nelle cronache della Belle époque. I primi passi di «un piccolo centro balneare celebre per i suoi villini, la spiaggia morbida e l'acqua potabile...», e Panozzo Editore, 2001, isbn 8886397852.
  10. ^ Il sogno-secessione di Viserba sfuma per 92 firme, su ilrestodelcarlino.it, 1º ottobre 2011. URL consultato il 14 dicembre 2013.

Collegamenti esterni