Funtana Meiga
Funtana Meiga è un villaggio costiero, frazione di Cabras, in provincia di Oristano.
Funtana Meiga frazione | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Provincia | ![]() |
Comune | Cabras |
Territorio | |
Coordinate | 39°53′48″N 8°25′23″E |
Altitudine | 28 m s.l.m. |
Abitanti | |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 09072 |
Prefisso | 0783 |
Fuso orario | UTC+1 |
Cartografia | |
Situazione
Si trova situato nella costa centro-occidentale dell´isola di Sardegna, nella "Riserva Naturale di Flora e Fauna di Seu", appartenendo alla famosa "Area Marina Protetta Penisola del Sinis-Isola di Mal di Ventre"; questi spazi naturali sono molto valorati e potrebbe dirsi che unici al Mediterraneo.
Storia
Il suo nome proviene dal dialetto sardo e significa "Fontana" o "Sorgente d´acqua" "medicinale" o "miracolosa".
Con tutta sicurezza, anche se il villaggio attuale è relativamente recente, ospitò nella antichità classica una sorgente d´acqua termale molto apprezzata fino al punto di conservare fino ai nostri giorni il nome.
Esisteva già, secondo gli ultimi ritrovamenti, in epoca degli antichi coloni fenici e prima di loro nei tempi delle primitive popolazioni autoctone dell´isola, una sorgente di acque curative dedicata ai geni ancestrali protettori della salute dove persone di tutte le zone venivano per offrire sacrifici e doni a cambio di salute.
Il Sinis, infatti, deve il suo nome al famoso gigante, figlio di Poseidone, dio del mare nella mitologia greca, che con la sua straordinaria forza costruì o aiutò a costruire i primitivi nuraghi (costruzioni megalitiche) che abbondano nella zona più che in qualsiasi altra parte dell´isola anche se molti sono notevolmente deteriorati. Sinis innalzò queste fortezze in pietra per lottare contro un pericolo che veniva dal mare (possibilmente l´origine di questa leggenda abbia la sua radice nelle incursioni che un'antica coalizione di popolazioni, nel periodo della Guerra di Troia chiamati "Popoli del mare", fecero sbarcando nelle coste di questa penisola).
Questa fonte o sorgente si ha conservato fino ai nostri giorni sommersa nel mare a 10 metri scarsi dalla riva, nel luogo dove prima c'era una villa romana del primo secolo avanti Cristo. Per localizzarla senza problemi soltanto è necessario vedere agli uccelli e le vespe scendere fino alla superficie del mare e vedere come bevono l´acqua dolce che sale a pressione imponendosi per medio metro circa a quella salata. Questo curiosissimo fenomeno si apprezza meglio nei giorni che il mare e completamente calmo.
Intorno
Nel villaggio abita gente tutto l´anno, con un mare molto bello e un supermercato, anche se è veramente, un luogo molto tranquillo e apprezato per passare le vacanze estive.
Circondato da campi di coltivazioni tradizionali, grandi spazi di dune (alcune di grande altezza, arrivando fino a 15 metri) ed estensioni abbastanza grandi di vegetazione adattata alle dune tipicamente mediterranea (palme nanne, rosmarino, lentischio, timo, ecc...) che arriva fino alla riva del mare.
Praticamente tutto il litorale di Funtana Meiga si caratterizza per essere di acque poco profonde con spiagge di sabbia molto fine combinate con frammenti di conchiglie marine e grannelli di quarzo bianco portati per le correnti da spiagge come Is Arutas o Mari Ermi, a poca distanza da Funtana Meiga.
La spiaggia del villaggio è anche di poca profondità, con una sabbia chiara finissima e un'acqua molto pulita e trasparente con riflessi che vano dal verde smeraldo fino all´azzurro turchese, senza alghe e libera di posidonia.
A pochissima distanza possiamo vedere le rovine dell´antichissima città fenicio-punica di Tharros, conosciuta come la seconda Cartagine per la sua incredibile ricchezza e importanza nel passato e i suoi resti di epoca romana e paleocristiana; da segnalare anche diversi nuraghi (costruzioni megalitiche dell´ettà del bronzo), necropoli puniche e romane, una magnifica chiesa cristiana primitiva e tre torri di vigilanza spagnole d´epoca medioevale così come zone da incredibile interesse naturalistico e paesaggistico come il Capo San Marco o la laguna di Mistras.
Collegamenti esterni
Bibliografia
- Angiolillo, Simonetta. L´Arte Della Sardegna Romana
- Brigaglia, Manlio. Tola, Salvatore (a cura di). Dizionario storico-geografico dei Comuni della Sardegna, 3 (M-O), Sassari, Carlo Delfino editore, 2006. ISBN 8-871-38430-X
- Cannas, Marilena. Riti Magici e Amuletti, Malocchio in Sardegna
- Casula, Franco Cesare. La Storia di Sardegna, Sassari, Carlo Delfino Editore , 1994
- Fadda, Antonio F.. Murru, Renzo. Dettori, Carlo. Satta, Maria Grazia. Sinis, la penisola del silenzio, COEDISAR, Cagliari, 1993
- Floris, Francesco (a cura di). Grande Enciclopedia della Sardegna, Sassari, Newton&ComptonEditori, 2007
- Graves, Robert. I Miti Grechi
- Hard, Robin. El Gran Libro De La Mitología Griega 2ª Edición
- I Fenici. Direzione scientifica di Sabatino Moscati. Ed. Bompiani
- Liori, Antonangelo. Demoni, miti e riti magici della Sardegna; Edizioni Della Torre, Newton Compton
- Nonnis, Giuseppe Luigi. Marinai Sardi Nella Flotta Di Roma Antica. T&A Edizioni
- Pazzona, Giuseppe. Cominotti, Giuseppe. Architetto e pittore (1792-1833), Sassari, Delfino, 2011, ISBN 978-88-7138-590-7
- Pinna, Mario. La penisola del Sinis; Studi Sardi, Cagliari, 1949