Lingua polacca
La lingua polacca è una lingua slava occidentale parlata in Polonia e numerosi altri stati.
Polacco Polski | |
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Parlato in | Polonia, Australia, Austria, Azerbaigian, Bielorussia, Canada, Croazia, Repubblica Ceca, Estonia, Finlandia, Germania, Ungheria, Israele, Kazakistan, Lettonia, Lituania, Romania, Russia, Serbia, Slovacchia, Ucraina, Emirati Arabi, Stati Uniti d'America. |
Parlanti | |
Totale | 44 milioni |
Classifica | 23 |
Altre informazioni | |
Scrittura | Alfabeto latino |
Tipo | SVO |
Tassonomia | |
Filogenesi | Lingue indoeuropee Lingue slave Lingue slave occidentali Lingue lechitiche |
Statuto ufficiale | |
Ufficiale in | ![]() ![]() |
Regolato da | Consiglio della Lingua Polacca |
Codici di classificazione | |
ISO 639-1 | pl
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ISO 639-2 | pol
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ISO 639-3 | pol (EN)
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Glottolog | poli1260 (EN)
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Estratto in lingua | |
Dichiarazione universale dei diritti umani, art. 1 Wszyscy ludzie rodzą się wolni i równi pod względem swej godności i swych praw. Są oni obdarzeni rozumem i sumieniem i powinni postępować wobec innych w duchu braterstwa. | |
Distribuzione geografica
Il polacco è parlato come lingua madre da circa 44 milioni di persone[1] e in altri stati come: Australia, Austria, Azerbaijan, Bielorussia, Canada, Croazia, Repubblica Ceca, Estonia, Finlandia, Germania, Ungheria, Israele, Kazakistan, Lettonia, Lituania, Romania, Russia, Serbia, Slovacchia, Ucraina, Emirati Arabi, Stati Uniti d'America. È studiato come seconda lingua da 10.000 persone in tutto il mondo[2]
Lingua ufficialeKE BELLA VARSAVIA ,SOPRATUTTO IL MUSEO EBRAICO!!!!!
Il polacco è lingua ufficiale della Polonia.
Classificazione
Secondo Ethnologue,[3] la classificazione della lingua polacca è la seguente:
- Lingue indoeuropee
- Lingue slave
- Lingue slave occidentali
- Lingue lechitiche
- Lingua polacca
- Lingue lechitiche
- Lingue slave occidentali
- Lingue slave
Storia
Il polacco come lingua letteraria sorse tra il Quattrocento e il Cinquecento. L'ortografia si sviluppò gradualmente - molti autori ed editori proposero le proprie idee e modifiche. L'ortografia così inventata, con cambiamenti minori, viene usata ancora oggi.
Il polacco è sempre stato (e lo è ancora oggi) influenzato dalle lingue straniere, soprattutto il latino, il greco, il tedesco, l'italiano, il francese, il russo e l'inglese.
La base è slava, con una buona parte del vocabolario e della fraseologia che è di origine latina o greca, come alternative per poter ritrovarsi nell'odierno villaggio globale. I prestiti dall'italiano si possono trovare, come in altre lingue, in ambito culinario, ad esempio makaron (pasta, maccheroni), e musicale (specie classico): sonet (sonetto), solista (solista). Più interessanti sono i prestiti dei nomi di alcune verdure, come pomidor (pomodoro), cebula (cipolla), sałata (lattuga, da insalata), por (porro), cukinia (pronunciato zuchinia, zucchina) dovuti pare a Bona Sforza d'Aragona (1494 - 1557), figlia del duca di Milano Gian Galeazzo, regina di Polonia, che importò alcune verdure dall'Italia, oltre ad aver contribuito alla diffusione della cultura rinascimentale italiana.
Comunque fenomeni d'influenze come quelle sopra citate non sono una eccezione, essendo esse tipiche di tante altre lingue, influenzate in passato dall'Impero romano, più tardi dalla Chiesa cattolica e ultimamente dalla globalizzazione e da internet.
Invece molto più sorprendente nella lingua polacca o nelle altre lingue slave è l'influenza delle lingue slave spesso sulla base d'altre lingue non slave.
Un polacco, in media, conosce ed usa per comunicare circa 15.000 parole ma ne conosce e capisce ben 30.000 in tutto che però non usa. Ci sono anche le dovute eccezioni in cui viene dimostrato che è possibile conoscerne anche ben 100.000[4]. Secondo alcuni studi dell'Universita di Białystok, per parlare in polacco è necessario conoscerne solo 1.200[5]
Il sistema vocalico polacco non è particolarmente complesso e comprende 8 vocali, generalmente scritte nel sistema ortografico polacco come a, e, i, y, o, u, ą, ę. Le vocali a, e, i, o, u si pronunciano come in italiano (con suoni aperti per la e e la o) mentre la vocale y ha un suono intermedio tra una e chiusa italiana e una i (è molto simile al suono inglese in per esempio bit).
Le vocali ą ed ę rappresentano i vocali nasali /ɔ̃/ e /ɛ̃/ che non esistono in italiano, simili (ma non uguali) ai suoni trascritti in francese come -on e -in. Le vocali nasali erano presenti nella lingua proto-slava ma si sono perse in tutte le lingue slave moderne a parte il polacco.
Il sistema di consonanti polacche è complesso e comprende 35 consonanti. Ad esempio, alcune consonanti palatali polacche (ć dź ś ź) non esistono in italiano; le consonanti palatali (chiamate nella tradizione grammaticale slava molli) sono scritte con il segno grafico che in italiano corrisponde all'accento acuto usato per le vocali. Ovviamente tale segno grafico in polacco non ha nulla a che vedere con l'accento tonico, che in polacco cade solitamente sulla penultima sillaba delle parole (come in italiano). La distinzione tra consonanti dure (=non palatalizzate) e molli è di fondamentale importanza non solo per una corretta pronuncia ma anche perché parole terminanti con una consonante molle o dura seguono regole di declinazione diverse.
Possiamo segnalare che anche in italiano abbiamo due coppie di consonanti che esemplificano il concetto di opposizione tra consonanti molli e dure: n e gn (per esempio gnomo) e l e gl (per esempio egli).
Le differenze dialettali in polacco sono relativamente piccole. Tra quelli che maggiormente si distinguono ci sono il dialetto della Slesia e il dialetto montanaro, parlato nei rilievi montuosi dei Carpazi occidentali, anche detti Monti Tatra, nei pressi della nota località di Zakopane, vicino al confine slovacco.
Numero di locutori | |
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Paesi | Persone |
Polonia Stati Uniti Ucraina Germania Bielorussia Lituania Canada Brasile Israele Russia Kazakistan Lettonia Austria Slovacchia Rep. Ceca Ungheria Australia Romania Azerbaijan Estonia Finlandia |
38 000 000 2 438 000 1 151 000 1 000 000 403 000 258 000 225 000 150 000 100 000 94 000 61 500 57 000 50 000 50 000 39 000 21 000 13 783 10 000 1 300 600 non disponibile |
Accento
In polacco non esiste alcun accento grafico. Esiste bensì un segno diacritico che può assomigliargli (ń, ś, ć, ź) che comunque non ha nulla a che vedere con un accento, ma indica che quella consonante non è dura ma molle. L'accento tonico, come capita molto spesso anche in italiano, cade di regola sulla penultima sillaba (serwetka, tovagliolo; woda, acqua; zatrzymywać, fermare).
Grammatica
Nella lingua polacca non ci sono articoli (kapelusz può significare cappello, un cappello o il cappello a seconda del contesto). Ci sono due numeri grammaticali (singolare e plurale). Al singolare ci sono tre generi grammaticali (maschile, femminile, neutro). Al plurale, invece, funziona un'altra distinzione: tra il virile (persone maschili) e il non-virile (le altre persone, animali e oggetti). Per esempio il sostantivo mechanik (meccanico) è maschile e virile, kot (gatto) è maschile e non-virile, studentka (studentessa) è femminile e non-virile. Ci sono sette casi: nominativo, genitivo, dativo, accusativo, strumentale, locativo, vocativo. Nella coniugazione dei verbi ci sono tre tempi (presente, futuro, passato) e tre modi (indicativo, condizionale, imperativo). Come nella maggior parte delle altre lingue slave, anche in polacco si è conservato l'aspetto verbale che contraddistingue i verbi in perfettivi (dokonane), che designano un'azione compiuta, e imperfettivi (niedokonane), che indicano un'azione incompiuta, in via di svolgimento, abituale o ripetuta nel tempo.
Sostantivi
La classificazione suddetta per i sostantivi è più utile da un punto di vista strettamente grammaticale piuttosto che didattico. Didatticamente è molto più produttivo imparare le regole di derivazione della desinenza a seconda del caso, piuttosto che suddividere i nomi in classi. Il fatto che un nome sia personale o meno ha importanza in alcuni casi grammaticali mentre per altri è più importante che il suono consonantico finale (tema) sia duro o molle quindi si ricorderà la regola solo in tali casi; per altri si distingue tra esseri animati ed inanimati.
Più in generale per questa lingua, è più semplice imparare le regole caso per caso piuttosto che tentare di raggruppare le parole in classi (metodo invece molto utile in latino). Ad esempio si può riassumere lo strumentale con poche regole[6]:
- maschile e neutro singolare: -em; femminile singolare ą
- plurale (tutti i casi): -ami
è anche vero che non tutti i casi sono così semplici.
a) Nome maschile di cosa inanimata: czas, tempo
Note: Acc = nom.; voc. s. = loc. s.; des. gen.: -a, -u
Caso (przypadek) | Singolare (liczba pojedyncza) | Plurale (liczba mnoga) |
Nominativo (mianownik) | czas | czasy |
Genitivo (dopełniacz) | czasu | czasów |
Dativo (celownik) | czasowi | czasom |
Accusativo (biernik) | czas | czasy |
Strumentale (narzędnik) | czasem | czasami |
Locativo (miejscownik) | czasie | czasach |
Vocativo (wołacz) | czasie | czasy |
b) Nome maschile virile: inżynier, ingegnere
Note: acc.=gen.: -a; voc. s.=loc. s.; nominativo pl.: -owi
Caso (przypadek) | Singolare (liczba pojedyncza) | Plurale (liczba mnoga) |
Nominativo (mianownik) | inżynier | inżynierowie |
Genitivo (dopełniacz) | inżyniera | inżynierów |
Dativo (celownik) | inżynierowi | inżynierom |
Accusativo (biernik) | inżyniera | inżynierów |
Strumentale (narzędnik) | inżynierem | inżynierami |
Locativo (miejscownik) | inżynierze | inżynierach |
Vocativo (wołacz) | inżynierze | inżynierowi |
c) Nome maschile di cosa animata (non virile): kot, gatto
Note: simile al virile ma senza desinenza -owie
Caso (przypadek) | Singolare (liczba pojedyncza) | Plurale (liczba mnoga) |
Nominativo (mianownik) | kot | koty |
Genitivo (dopełniacz) | kota | kotòw |
Dativo (celownik) | kotu | kotom |
Accusativo (biernik) | kota | koty |
Strumentale (narzędnik) | kotem | kotami |
Locativo (miejscownik) | kocie | kotach |
Vocativo (wołacz) | kocie | koty |
d) Nome femminile: firma, ditta
Note: acc. -ę, strum. ą; voc.: -o, -u
Caso (przypadek) | Singolare (liczba pojedyncza) | Plurale (liczba mnoga) |
Nominativo (mianownik) | firma | firmy |
Genitivo (dopełniacz) | firmy | firm |
Dativo (celownik) | firmie | firmom |
Accusativo (biernik) | firmę | firmy |
Strumentale (narzędnik) | firmą | firmami |
Locativo (miejscownik) | firmie | firmach |
Vocativo (wołacz) | firmo | firmy |
e) Nome femminile con consonante finale: wilgoć, umidità
Note: nom.=acc.
Caso (przypadek) | Singolare (liczba pojedyncza) | Plurale (liczba mnoga) |
Nominativo (mianownik) | wilgoć | wilgocie |
Genitivo (dopełniacz) | wilgoci | wilgoci |
Dativo (celownik) | wilgoci | wilgociom |
Accusativo (biernik) | wilgoć | wilgocie |
Strumentale (narzędnik) | wilgocią | wilgociami |
Locativo (miejscownik) | wilgoci | wilgociach |
Vocativo (wołacz) | wilgoć | wilgoci |
f) Nome neutro con desinenza in -o: wino, vino
Caso (przypadek) | Singolare (liczba pojedyncza) | Plurale (liczba mnoga) |
Nominativo (mianownik) | wino | wina |
Genitivo (dopełniacz) | wina | win |
Dativo (celownik) | winu | winom |
Accusativo (biernik) | wino | wina |
Strumentale (narzędnik) | winem | winami |
Locativo (miejscownik) | winie | winach |
Vocativo (wołacz) | wino | wina |
g) Nome neutro con desinenza in -e: czytanie, lettura
Caso (przypadek) | Singolare (liczba pojedyncza) | Plurale (liczba mnoga) |
Nominativo (mianownik) | czytanie | czytania |
Genitivo (dopełniacz) | czytania | czytań |
Dativo (celownik) | czytaniu | czytaniom |
Accusativo (biernik) | czytanie | czytania |
Strumentale (narzędnik) | czytaniem | czytaniami |
Locativo (miejscownik) | czytaniu | czytaniach |
Vocativo (wołacz) | czytanie | czytania |
Aggettivi
Per quanto riguarda il singolare, i generi sono così disposti: maschile, femminile, neutro. Per il plurale i generi sono rispettivamente maschile virile (męskoosobowy) e non virile (niemęskoosobowy). All'accusativo singolare maschile sono segnate tra parentesi le uscite per gli aggettivi che si riferiscono a nomi il cui accusativo è uguale al genitivo (v. kot, inżynier).
a) nowy, nuovo
Caso (przypadek) | Singolare (liczba pojedyncza) Maschile, femminile, neutro |
Plurale (liczba mnoga) Maschile virile, non virile |
Nominativo (mianownik) | Nowy, nowa, nowe | Nowi, nowe |
Genitivo (dopełniacz) | nowego, nowej, nowego | nowych, nowych |
Dativo (celownik) | nowemu, nowej, nowemu | nowym, nowym |
Accusativo (biernik) | nowy(-ego), nową, nowe | nowych, nowe |
Strumentale (narzędnik) | nowym, nową, nowym | nowymi, nowymi |
Locativo (miejscownik) | nowym, nowej, nowym | nowych, nowych |
Vocativo (wołacz) | nowy, nowa, nowe | nowi, nowe |
b) ostatni, ultimo
Caso (przypadek) | Singolare (liczba pojedyncza) Maschile, femminile, neutro |
Plurale (liczba mnoga) Maschile virile, non virile |
Nominativo (mianownik) | ostatni, ostatnia, ostatnie | ostatni, ostatnie |
Genitivo (dopełniacz) | ostatniego, ostatniej, ostatniego | ostatnich, ostatnich |
Dativo (celownik) | ostatniemu, ostatniej, ostatniemu | ostatnim, ostatnim |
Accusativo (biernik) | ostatni(-iego), ostatnią, ostatnie | ostatnich, ostatnie |
Strumentale (narzędnik) | ostatnim, ostatnią, ostatnim | ostatnimi, ostatnimi |
Locativo (miejskownik) | ostatnim, ostatniej, ostatnim | ostatnich, ostatnich |
Vocativo (wołacz) | ostatni, ostatnia, ostatnie | ostatni, ostatnie |
Sistema di scrittura
L'alfabeto è costituito da 32 lettere che includono 9 vocali e 23 consonanti arricchite da segni diacritici come l'ogonek (Ą ą Ę ę), l'accento acuto (ć, ń, ó, ś, ź), la barra obliqua (Ł ł), il Punto sovrascritto (Ż ż). Fa inoltre uso di 7 digrammi, detti dwuznaki (ch [x], cz [ʨ], dz [dz], dź [ʤ], dż [ʥ], rz [ʑ], sz [ɕ]) e 1 trigramma, detto trójznak (dzi [ʤ]).
Premi Nobel per la letteratura di lingua polacca
- Henryk Sienkiewicz (1905, Polonia)
- Władysław Stanisław Reymont (1924, Polonia)
- Czesław Miłosz (1980, Polonia)
- Wisława Szymborska (1996, Polonia)
Note
- ^ World Almanac and Book of Facts. 1999. Mahwah, N.J.: World Almanac Books (dato riportato dall'Ethnologue)
- ^ buwiwm.edu.pl
- ^ (EN) Lewis, M. Paul, Gary F. Simons, and Charles D. Fennig (eds), Polish, in Ethnologue: Languages of the World, Seventeenth edition, Dallas, Texas, SIL International, 2013.
- ^ poradnia.pwn.pl
- ^ fakty.interia.pl
- ^ I casi della lingua polacca con delle spiegazioni per gli italiani
Bibliografia
- Encyklopedia języka polskiego, S. Urbańczyk, M. Kucały, wyd. 3, Breslavia 1999. ISBN 83-04-04507-9
- Gramatyka współczesnego języka polskiego, R. Grzegorczyk, R. Laskowski, H. Wróbel, Wydawnictwo Naukowe PWN, Varsavia 1998. ISBN 83-01-12386-9
- Zarys składni polskiej, Zenon Klemensiewicz, Varsavia 1963.
- Wykłady z polskiej składni, Renata Grzegorczyk, Varsavia 1996. ISBN 83-01-12185-8
- Zarys z fonetyki i fonologii współczesnego języka polskiego, Marek Wiśniewski, Toruń 2001. ISBN 83-231-1272-X
- Języki indoeuropejskie, L. Bednarczuk, t. I, Varsavia 1986. ISBN 83-01-06559-1
- Składnia współczesnego języka polskiego, Zygmunt Saloni, Marek Świdziński, PWN, Warszawa 1985. ISBN 83-01-05629-0
- O pochodzeniu Słowian w świetle faktów językowych, Z. Gołąb, Wyd. Universitas, Kraków 2004. ISBN 83-242-0528-4
- Fonetyka polska, Maria Dłuska, PWN, Varsavia – Cracovia 1981. ISBN 83-01-03196-4
Voci correlate
Altri progetti
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