San Donato Val di Comino è un comune italiano di 2.133 abitanti della provincia di Frosinone nel Lazio. Fa parte del circuito turistico de I borghi più belli d'Italia, e nel 2004 ricevette la ”Bandiera Arancione”, del Touring Club Italiano per ospitalità e qualità degli eventi organizzati. Si trova all'interno del Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise. Il paese è uno dei crocevia per il passaggio dal versante laziale a quello abruzzese tramite il valico Forca d'Acero.

San Donato Val di Comino
comune
San Donato Val di Comino – Veduta
San Donato Val di Comino – Veduta
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Lazio
Provincia Frosinone
Amministrazione
SindacoAntonello Antonellis (centrosinistra) dal 14-6-2004
Territorio
Coordinate41°42′00″N 13°49′00″E
Altitudine721 m s.l.m.
Superficie35,74 km²
Abitanti2 133[1] (31-12-2010)
Densità59,68 ab./km²
Comuni confinantiAlvito, Gallinaro, Opi (AQ), Pescasseroli (AQ), Settefrati
Altre informazioni
Cod. postale03046
Prefisso0776
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT060062
Cod. catastaleH824
TargaFR
Cl. sismicazona 1 (sismicità alta)[2]
Nome abitantisandonatesi
PatronoSan Donato Vescovo e Martire,
Santa Costanza Martire (compatrona)
Giorno festivo7 agosto
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
San Donato Val di Comino
San Donato Val di Comino
San Donato Val di Comino – Mappa
San Donato Val di Comino – Mappa
Posizione del comune di San Donato Val di Comino nella provincia di Frosinone
Sito istituzionale

Geografia fisica

Territorio

Sul territorio comunale si trova la Forca d'Acero, un valico appenninico posto a 1.538 m s.l.m. sull'Appennino centrale lungo lo spartiacque appenninico primario tra Abruzzo e Lazio, e il Colle Nero, 1.991 m., un rilievo dei monti Marsicani.

Lo sviluppo del paese è più accentuato verso ovest, per i seguenti fattori:

  • L'orografia, che rende il pendio del terreno di detto versante meno ripido rispetto al vallone di Forca d'Acero.
  • Il clima, che consente al detto versante di essere più riparato dai freddi venti che spirano da nord, lungo il vallone.

Clima

Storia

Le origini

Secondo alcune fonti, da tempo variamente discusse, le sue origini sono da ricollegarsi alla storia di Cominium, un avamposto sannita, distrutto nel 293 a.C. dagli eserciti di Roma, che sarebbe stato ubicato nella Valle di Comino, in particolare nel territorio contrassegnato oggi dai comuni di Alvito, Vicalvi e, appunto, San Donato Val di Comino[3]. Qui l'edificazione di un primo santuario dedicato al culto di San Donato appare coeva, o comunque di poco successiva, al 304, anno del martirio dell'allora vescovo di Arezzo.

Il territorio cominese appartenne, in seguito, ai Longobardi, nell'ambito della cosiddetta Langobardia Minor. Non a caso, secondo gli Scrittori di cose italiche, il primo documento noto che registra la presenza del toponimo del centro in oggetto (Ecclesiam Sancti Donati in territorio Cumino) risale al 778[4], anno della cessione fattane da Ildebrando, duca di Spoleto, al Monastero di San Vincenzo al Volturno. Le vicende successive sono inscindibilmente legate agli esiti della battaglia del Garigliano del 915, da cui prese le mosse la migrazione delle popolazioni di quei territori che, partendo da Itri, si diressero verso i monti al confine tra Lazio e Abruzzo[5].

Toponimo

Nel dialetto locale è chiamato «Sande Renàte», come il santo patrono, con trasformazione della d intervocalica in r, secondo una tendenza abbastanza accentuata del dialetto sandonatese, o «Sandrënnàte»[6][7]. Nei paesi vicini, invece, è conosciuto come «Sandënàtë».

 
Panorama di San Donato Val di Comino

Monumenti e luoghi d'interesse

Torre medievale

 
Torre medievale di San Donato Val di Comino

La torre, di dimensioni 5.40x5.40x12 di altezza, è isolata dalle restanti abitazioni e si erge nel punto più alto del borgo.

Eretta su uno sperone roccioso, essa permette una visuale di buona parte della Valle di Comino e del territorio circostante.
Non esistono accessi al piano terra.
L'ipotesi di un accesso, posto ad un'altezza di circa 7 metri, sembra confermata dalla presenza a quel livello dello stipite destro dell'apertura inserito nello stesso cantonale e dalla discontinuità del muro con evidente rattoppo effettuato successivamente.[8]
La collocazione, la mole e la posizione dei punti di osservazione ne fanno un organismo autonomo utile per controllare il valico di Forca d'Acero, offrendo anche, in passato, una sicura difesa a chi "l'abitava".
La torre di San Donato, edificata ed orientata in base alla declinazione del sole, come una bussola, indica i quattro punti cardinali, la collocazione dell'Abbazia di Montecassino e la posizione della nostra stella nel giorno degli Equinozi e dei Solstizi.

Il Santuario di San Donato Val di Comino

 
Santuario di San Donato Val di Comino

In principio il Santuario[9] fu eretto come piccola Abbazia benedettina dipendente dall'Abbazia di Montecassino.

Pertanto, il primo documento in cui viene nominato è del 778 d.c.[10]; l'anno in cui il Duca di Spoleto, Ildebrando, concedeva la chiesa ed il territorio di San Donato al Monastero di San Vincenzo al Volturno.
Dell'originale "aecclesia" non ci sono tracce, in quanto numerose modificazioni e ristrutturazioni hanno portato il Santuario all'aspetto attuale.
La lunghezza dell'edificio è di 26 metri, la larghezza è di 12 metri e infine la cupola è di 18 metri di altezza.
Il Santuario è costituito da 3 navate, di cui la centrale contiene affreschi che rappresentano i momenti più significativi della vita santo.
Nel 1859 vennero iniziati i lavori di costruzione del campanile adiacente e vennero ultimati nel 1921.
L'altezza del campanile è di 17 metri.
Nel 1915 fu eseguito l'ultimo restauro del Santuario dall'artista Fiorini di Sora, guidato dal canonico Luigi Ippoliti, creatore dell'inno popolare dedicato a San Donato Vescovo e Martire.
Il Santuario, è stato restaurato recentemente, attraverso il rinvigorimento dei colori degli affreschi e delle decorazioni interne.

Porta Orologio

 
Porta Orologio

La Porta Orologio fu costruita nel 1200, spostando l'accesso alla cittadella fortificata "Castrum", verso il basso.

A destra della porta principale, ancora oggi è possibile notare la primitiva porta, costruita intorno al seicento.
Insieme alla Porta del Colle, la sua funzione principale, è quella di rispondere alle esigenze di difesa dell'abitato, perché dal Medioevo in poi, la popolazione cresceva e costruiva le proprie abitazioni lungo le mura preesistenti.
Esse, venivano erette in modo tale da poter formare un'altra cinta muraria, proprio come gli anelli annuali di un albero.
Il borgo medievale non è costituito da vere mura di difesa, come molte cittadine edificate in quei secoli.
Gli spazi collettivi erano racchiusi e controllati da case che venivano costruite con una disposizione a schiera, l'una addossata all'altra e costituivano un efficace mezzo di protezione contro scorrerie e malviventi.
Ancora oggi, nonostante le modificazioni avvenute nei secoli, è possibile leggere le cerchia murarie che compongono il nucleo originario del paese.
Infine, sotto la Porta Orologio, sono presenti tre croci, scolpite nella pietra, che vengono attribuite a tre briganti che vennero impiccati nel XVI secolo dal Capitano Antino Tocco.
Esso, aveva una milizia formata soprattutto da sandonatesi che "maneggiavano bene l'armi, et sono coraggiosi, et combattono volentieri con questi tristi, quando s'incontrano con loro havendo con essi particolare odio, et inimicitia, per haver qualche volta li banditi ammazzati de la genti di San Donato"

Le mura poligonali di San Fedele

 
Mura poligonali di San Fedele

In tempi antichi la zona di San Fedele potrebbe essere stata interessata dal culto della dea Mefite.[11]

Ciò sarebbe confermato da alcuni elementi caratterizzanti: il primo è senza dubbio la fonte.
La dea mefite era una divinità italica il cui culto era collegato con gli inferi, con le esalazioni sulfuree, (che sono presenti nella zona) e con le fonti.
Il secondo elemento è dato dal ritrovamento di una piccola colonna, situata nella chiesa del Santuario di Canneto, su cui è incisa una scritta, che è stata interpretata come segue: "Numerio Satrio Stabilione, liberto di Numerio, e Publio Pomponio Salvio, liberto di Publio, fecero dono a Mefite".
Infine l'ultimo elemento è dato dal ritrovamento di un reperto archeologico, conservato nel museo della civiltà contadina di San Donato.
Il reperto presenta un ritratto femminile, parzialmente sfigurato, che suggerisce l'ipotesi di un neofita cristiano che si presume abbia voluto cancellare materialmente il culto pagano dalla zona.
Si ritiene che le mura siano i resti della cinta muraria di Cominium, importante città sannita distrutta dai Romani nel 293 d.c.

La Roccia dei Tedeschi

 
La roccia dei tedeschi

La Roccia dei Tedeschi, uno spuntone che si staglia dai lati di Monte Pizzutto (la montagna che si erge al di sopra di San Donato), era una postazione militare utilizzata dall'esercito tedesco in ritirata, in previsione di una sconfitta maturata sul fronte di Cassino, interessato dalla Linea Gustav.
I cunicoli e le torrette di avvistamento erano stati realizzati dagli scalpellini sandonatesi rastrellati dalle piazze del paese, e il loro lavoro veniva barattato in cambio del pasto.
Avere l'occasione di poter entrare la prima volta nei cunicoli e affacciarsi dalle torrette di avvistamento, anche a distanza di sessanta anni, ci fa provare una certa ansia e un fascino misto di emozioni che ci fanno rivivere e riflettere sui momenti drammatici della nostra storia.
Nel centro della rupe, lungo una frattura, è presente un ciliegio, piantato lì in memoria di quei soldati.
Il luogo può essere raggiunto attraverso un sentiero realizzato dal CAI di San Donato Val di Comino


Aree naturali

Società

Evoluzione demografica

Abitanti censiti[12]

Cultura

Persone legate a San Donato Val di Comino

Economia

Turismo

La natura incontaminata, le strutture ricettive,la posizione strategica rispetto a Roma, Napoli ed i centri naturalistici della Ciociaria, fanno di San Donato Val di Comino un centro turistico del Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise.

Agricoltura

Il territorio comunale è luogo di produzione di alcuni vini regolamentati dal disciplinare Atina DOC.

Artigianato

Un tempo a San Donato erano fiorenti le attività artigianali: lavorazione della pietra, del legno e del ferro.
Gli scalpellini incominciavano la loro attività, che veniva tramandata di padre in figlio, dopo un lungo e intenso periodo di apprendistato.
Visibili segni dell'arte degli scalpellini si possono ammirare sui portali, sugli stipiti e sui capitelli finemente lavorati.
Verso la fine del 1800, l'arte degli scalpellini si estrinsecò nella costruzione di eleganti tombe gentilizie; nel 1900 nella realizzazione di fontane che furono sistemate nelle zone più popolose della cittadina, in angoli riparati o in nicchie appositamente costruite.
Dopo la Seconda guerra mondiale molti scalpellini lavorarono alla ricostruzione dell'Abbazia di Montecassino.
Successivamente, per carenza di commissioni, una folta rappresentanza di essi emigrò oltreoceano, soprattutto negli Stati Uniti.
Opere dei nostri artisti della pietra si trovano anche in Francia.
Di grande importanza a San Donato, erano anche i mobili in noce lavorati e intarsiati finemente da da abili falegnami.
L'arte del ferro battuto era di certo un'altra chicca che caratterizzava il piccolo centro.
Esso presenta una svariata produzione di oggetti, che possiamo ammirare: lampadari, cancelli,batacchi e ringhiere.
Fra le attività artigianali completamente scomparse va segnalata la lavorazione di stoffe di lana cardata e colorata.

Tempo libero

Il paese offre molte opportunità di svago e divertimento tra le quali:

  • Escursioni naturalistiche
  • Visita al Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise
  • Visite guidate nel centro storico
  • Percorsi in bici
  • Sci da fondo a Forca d'Acero
  • Utilizzo degli impianti sportivi: un campo da calcio scelto da numerose squadre professionistiche per i loro ritiri, tennis, calcetto, pallavolo, ed una piscina immersa nella più verde campagna.
  • Volare in deltaplano

Amministrazione

Nel 1927, a seguito del riordino delle Circoscrizioni Provinciali stabilito dal regio decreto N°1 del 2 gennaio 1927, per volontà del governo fascista, quando venne istituita la provincia di Frosinone, San Donato Val di Comino passò dalla provincia di Caserta a quella di Frosinone.

Fa parte della Comunità Montana "Valle di Comino"

Gemellaggi

Note

  1. ^ Dato Istat - Popolazione residente al 31 dicembre 2010.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Sulle vicende di Cominium e sulle diverse ipotesi di ubicazione si vedano, tra gli altri, R. Almagià, La Val di Comino o Cominese. Contributo al glossario dei nomi territoriali italiani, in «Bollettino della Società Geografica Italiana», 1911, fasc. 1; T. Vizzaccaro, Atina e la Val di Comino, Lamberti, Cassino 1982; A. La Regina, I Sanniti, in «Italia omnium terrarum parens», Scheiwiller, Milano 1989, pp. 401-423.
  4. ^ L.A. Muratori, Rerum Italicarum scriptores, t. I, Milano 1725, p. 373
  5. ^ A tal proposito, l'erudito alvitano Giulio Prudentio scrisse nella sua Discrittione d'Alvito et suo Contato (1574) quanto segue: «Santo Donato è terra di passo, et hebbe principio da Itri, dove ancor hoggi l'una Terra con l'altra se portano affettione, et se usa tra essi certa libertà e franchigia». Tale "Descrizione" è trascritta in D. Santoro, Pagine sparse di storia alvitana, vol. 1, Jecco, Chieti 1908, pp. 227-257 (citazione a p. 243).
  6. ^ Cucuzzo F., Nenna sea
  7. ^ Idem
  8. ^ San Donato Val di Comino, I luoghi dell'abitare-Antonio Antonellis,1994
  9. ^ Santuario di San Donato Val di Comino
  10. ^ L.A. Muratori, Rerum Italicarum scriptores, t. I, Milano 1725, p. 373
  11. ^ Tracce archeologiche a San Fedele
  12. ^ Dati tratti da:

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

Template:Provincia di Frosinone