Cappuccetto Rosso

fiaba
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Cappuccetto Rosso è una delle fiabe europee più popolari al mondo, di cui esistono numerose varianti; è stata trascritta, tra gli altri, da Charles Perrault (col titolo Le Petit Chaperon Rouge) e dai fratelli Grimm (Rotkäppchen). Pur essendo generalmente considerata adatta a essere raccontata ai bambini, contiene riferimenti non troppo celati ad argomenti come violenza e cannibalismo (in alcune versioni della fiaba, infatti, Cappuccetto Rosso mangia a sua insaputa la carne della nonna). La storia è incentrata sul contrasto fra il mondo luminoso sicuro del villaggio e quello oscuro e insidioso della foresta, un'antitesi tipicamente medievale.

Cappuccetto Rosso in un'immagine di Gustave Doré

Trama

La versione più nota della fiaba è quella dei fratelli Grimm, nella versione del 1857. Cappuccetto Rosso è una bambina che deve portare un cestino di vivande alla nonna ammalata. Nel bosco la bambina incontra un lupo che la inganna facendosi rivelare dove abita la nonna; precedendo Cappuccetto Rosso, il lupo si reca dalla nonna e la divora. All'arrivo di Cappuccetto Rosso, il lupo si fa trovare a letto, e con questo inganno riesce a divorare anche la bambina. L'arrivo di un taglialegna però risolve la situazione: quest'ultimo gli taglia il ventre e Cappuccetto Rosso e la nonna ne escono illese.

Origini e varianti

 
Cappuccetto Rosso e il lupo travestito da nonna in un'illustrazione di Gustave Doré

La storia di Cappuccetto Rosso può essere fatta risalire alla tradizione orale di diverse regioni europee. Si sa che la fiaba era narrata già nel XIV secolo in Francia. "La finta nonna" è il titolo di una antica versione italiana della fiaba, in cui Cappuccetto Rosso riesce a sconfiggere il lupo (o meglio un orco femmina in questa versione) basandosi esclusivamente sulla propria astuzia. Alcuni sostengono che questa versione sia più vicina all'originale, e che il personaggio del taglialegna sia stato aggiunto successivamente per suggerire l'idea maschilista che nonna e nipote non potessero salvarsi senza l'aiuto di un uomo.[senza fonte]

In ogni caso, la versione scritta più antica della fiaba è Le Petit Chaperon Rouge, apparsa nella raccolta di fiabe I racconti di mamma l'oca di Charles Perrault nel 1697. La versione di Perrault è più sinistra di quella successiva (e meglio nota) dei Grimm. In questa versione Cappuccetto Rosso è "una ragazza attraente e di buona famiglia" che finisce mangiata dal lupo insieme alla nonna, senza alcun lieto fine. Al termine del racconto, Perrault fornisce una spiegazione esplicita della morale, dalla quale non è difficile estrarre l'evidente contenuto sessuale:

«Da questa storia si impara che i bambini, e specialmente le giovanette carine, cortesi e di buona famiglia, fanno molto male a dare ascolto agli sconosciuti; e non è cosa strana se poi il Lupo ottiene la sua cena. Dico Lupo, perché non tutti i lupi sono della stessa sorta; ce n'è un tipo dall'apparenza encomiabile, che non è rumoroso, né odioso, né arrabbiato, ma mite, servizievole e gentile, che segue le giovani ragazze per strada e fino a casa loro. Guai! a chi non sa che questi lupi gentili sono, fra tali creature, le più pericolose!»

La versione di Perrault della fiaba, incluse le conclusioni morali, fu raccontata quasi identica da Collodi, nella sua raccolta di fiabe I racconti delle fate.

Nel XIX secolo, due versioni tedesche della fiaba furono raccontate ai fratelli Grimm da Jeanette Hassenpflug (17911860) e Marie Hassenpflug (17881856). I Grimm trasformarono una delle due versioni nella storia principale, e la seconda in un seguito. La prima, col titolo Rotkäppchen, fu inclusa nella prima edizione della loro raccolta Kinder- und Hausmärchen (1812). In questa versione la ragazza e sua nonna venivano salvate da un cacciatore interessato alla pelle del lupo. Nella seconda storia, Cappuccetto Rosso e sua nonna, grazie all'esperienza acquisita con il primo lupo, riuscivano a catturarne e ucciderne un altro.

I Grimm continuarono a rivedere la storia nelle edizioni successive; quella meglio nota è la revisione finale, del 1857, con il taglialegna che sostituisce il cacciatore.

Cappuccetto Rosso, nelle sue varianti, può essere messa in relazione con altre fiabe e miti analoghi. Il tema delle vittime estratte sane e salve dalla pancia del lupo, in particolare, si trova quasi identico nella fiaba russa Pierino e il lupo, ed è una variante di un'idea almeno antica quanto il Libro di Giona. Un concetto analogo è riproposto in Pinocchio, dove il burattino di legno trova il padre Geppetto nella pancia del pescecane.

Analisi e interpretazioni

 
Cappuccetto Rosso e il lupo in un'illustrazione di J. W. Smith

Fra le fiabe classiche, Cappuccetto Rosso è una di quelle che si prestano di più a un'analisi del sottotesto, ovvero dei messaggi impliciti o nascosti. Già Bruno Bettelheim ha evidenziato come la fiaba si presti a una interpretazione freudiana. Se è evidente la presenza di contenuti sessuali nella storia (si veda il passo di Perrault citato sopra), le interpretazioni discordano sostanzialmente solo su quello che potrebbe essere inteso come significato principale (ovviamente, è soprattutto verosimile che numerosi significati si siano sommati durante l'evoluzione storica della fiaba). La maggior parte delle proposte enfatizza uno di due temi:

  • La prostituzione. La fiaba potrebbe essere intesa come un'esortazione a non esercitare il "mestiere". Quella della "giovane donna nel bosco" è uno stereotipo che in molte tradizioni viene metaforicamente associato alla prostituzione; nella Francia del XVII secolo, tra l'altro, la "mantellina rossa" era un segnale esplicito in questo senso.[senza fonte]
  • La maturità sessuale. In questa interpretazione, la mantella rossa rappresenta le mestruazioni e l'ingresso nella pubertà, che conduce la bambina nella "profonda e oscura foresta" della femminilità; il lupo, l'uomo (visto come predatore sessuale da cui guardarsi).[senza fonte]
  • L'antropofagia. Altre interpretazioni si focalizzano sull'elemento antropofago: la fiaba ha origine nel contesto di un'Europa periodicamente flagellata da terribili carestie durante le quali si segnalarono diversi casi di cannibalismo (siano d’esempio il caso della carestia francese del X secolo e della Grande carestia del 1315-1317). Il fatto che nelle versioni più antiche della fiaba la figura antropofaga fosse interpretata da un'orchessa, un elemento mostruoso ma antropomorfo e di sesso femminile, anziché da un lupo (un animale di sesso maschile, la cui antropofagia, pur connotata negativamente, rientra nell’ordine naturale delle cose) danno supporto a queste interpretazioni ed al fatto che la fiaba, nella sua forma orale, si sia evoluta nel corso del tempo, per andare a rispondere a diverse esigenze formative.

Adattamenti cinematografici

Rivisitazioni e parodie

Filatelia

A Cappuccetto Rosso, il 7 dicembre 1975, è stato dedicato un francobollo policromo e dentellato, emesso dalla Repubblica Italiana dal valore nominale di L. 100, compreso nella serie della XVII Giornata del Francobollo.[1]

Nel 2004, la sua immagine è stata riprodotta nel francobollo, policromo e dentellato, dal valore nominale di 0,60 €uro, emessa dalla Repubblica di San Marino, il 20 agosto dello stesso anno, dedicata alle "Favole".[2] Alla stessa serie appartengono anche francobolli che ritraggono le immagini di Hansel e Gretel, Pinocchio e Il gatto con gli stivali.[3]

Note

Altri progetti

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