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Veduta panoramica di Caldogno, Motta e Costabissara da Ignago. A destra si può notare il campanile della Chiesa Longobarda e, in lontananza, la Basilica Palladiana e la Chiesa di Monte Berico.
Costabissara
comune
Costabissara – Veduta
Costabissara – Veduta
Panorama di Costabissara dal Colle delle Pignare
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Veneto
Provincia Vicenza
Amministrazione
SindacoMaria Cristina Franco (lista civica Proposta per Costabissara) dal 16-5-2011
Territorio
Coordinate45°35′00″N 11°29′00″E
Altitudine51 m s.l.m.
Superficie13,21 km²
Abitanti7 131[1] (31-12-2010)
Densità539,82 ab./km²
FrazioniMotta
Comuni confinantiCaldogno, Gambugliano, Isola Vicentina, Monteviale, Vicenza
Altre informazioni
Cod. postale36030
Prefisso0444
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT024035
Cod. catastaleD107
TargaVI
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[2]
Nome abitantibissaresi
Patronosan Giorgio
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Costabissara
Costabissara
Costabissara – Mappa
Costabissara – Mappa
Posizione del comune di Costabissara all'interno della provincia di Vicenza
Sito istituzionale

Costabissara (Còsta in veneto[3]) è un comune italiano di 7.064 abitanti[4] della provincia di Vicenza, situato nella parte nord-occidentale della provincia stessa ed appartenente alla regione Veneto. Esso fa parte dell'hinterland, l'insieme dei comuni detti della cintura della città di capoluogo.

Originariamente, sembra addirittura prima dell'anno 1000, era denominata Costa Fabrica o Costa Favrega[5][6], nomi che etimologicamente significano costruzione sulla costa, cioè il declivio roccioso[7]. Questo nome è rimasto fino all'inizio dell'Ottocento quando, dopo sei secoli di possedimento da parte dei Conti Bissari è stata rinominata nell'odierna Costabissara[5].

Geografia fisica

Territorio

Posto ad un'altitudine di 51 metri sul livello del mare, è situato ai piedi delle colline bissaresi, parti terminali delle Prealpi e facente parte dei Lessini Meridionali Vicentini che comprendono il più noto Monte delle Pignare sede della celebre chiesa longobarda di San Giorgio e del cimitero. Il colle, precedentemente noto come Monte della Chiesa, è formato da rocce calcaree e presenta sulla sommità una dolina che gli dà l'aspetto di un vulcano[8]. Sulle colline adiacenti ha sede la famosa località di Madonna delle Grazie.

Il 70% del territorio appartiene alla Pianura Veneta, il 7% ad un fondovalle pedecollinare e il restante 23% è collina. Il paese è bagnato dal torrente Orolo, quasi sempre in secca, e da diversi rogge e fossi, anche per scopo idrico. La più famosa tra questi è la Roggia Bagnara o Roggia Rosa (in veneto: Rosa) che, con una serie di curve, attraversa l'intero paese. Il territorio di Costabissara è formato da una parte urbana, collocata al centro del territorio comunale. Il resto del paese è composto da campi. Non mancano tuttavia i quartieri più staccati dal centro, come le località Ca' Carraro, San Valentino, Fornaci, San Zeno, Pilastro, sulle colline, Pignare e Madonna delle Grazie e a Motta Fabrega, Botteghino, Villaraspa, Cadanotte e Motta bassa.

Costabissara confina:

Storia

I primi ritrovamenti

Non è stato rinvenuto nessun reperto che possa testimoniare la presenza dell'uomo a Costabissara prima dell'età del bronzo. Nella dolina presente sul monte delle Pignare, nel 1970, è stata scoperta una grande quantità di ceramica datata dell'Età del Bronzo (di cui la più antica circa del 1500 a.C.) facendo pensare che il primo insediamento umano nel territorio fosse costituito da una tribù di trenta individui[8]. L'esame dei reperti porta a pensare ad un'economia primitiva in grado però di integrare l'allevamento con l'agricoltura in suoli e ambienti eterogenei. Per quanto riguarda le abitazioni, poche informazioni sono state rinvenute, però pare logico pensare a capanne leggermente interrate con un basamento in pietra[9].

Successivamente si è assistito ad uno spopolamento della zona che andrà incontro ad una rioccupazione nei secoli X e IX a.C. portando alla creazione di due piccoli abitati: uno nella valletta del Tumulo a nord-est rispetto al colle delle Pignare e uno in pianura nella località di San Valentino, più a sud. In queste zone e in siti vicini si è potuto osservare un'evoluzione delle tecniche di allevamento e agricoltura: arature, costruzione di terrazze nei pendii e rotazione nell'uso del suolo. È stato inoltre rinvenuto alle Pignare, un forno di forma di tronco di cono scavato nell'argilla con residui di fusione e segni di fuoco nelle pareti[10].

Intorno al VIII secolo a.C. si assiste ad un nuovo spopolamento a favore di alcuni centri in pianura lasciando presenze sporadiche. È il periodo, infatti, della nascita dei grandi centri di Este e Padova e dell'inizio dello sviluppo di Vicenza avvantaggiata dalla vicinanza ai fiumi. A Costabissara di questo periodo non si sono ancora ritrovati reperti a testimonianza dell'esodo avvenuto. Dopo la formazione dei grossi centri, comincia l'occupazione dell'intero territorio con molti piccoli insediamenti nelle zone collinari più fertili e rioccupando i precedenti siti abitativi[11].

La romanizzazione

Nei secoli II e I a.C. ha inizio la romanizzazione che sfocia nell'assegnazione di terre ai veterani romani (in alcuni casi si parla anche di esproprio). Sono state datate ai primi due secoli d.C molte abitazioni romane sparse nelle varie aree fertili e suddivisioni del territorio legate alla centuriazione. La presenza romana è più evidente a Motta dove era presente l'acquedotto di Vicenza[12]. I ritrovamenti Romani hanno confermato la presenza di insediamenti stabili e l'importanza di un territorio che ospitava parte dell'acquedotto (passante per Villaraspa) che forniva Vicenza. Erano presenti diverse cave di pietra, marmo e calcare. Deriva da queste caratteristiche l'antico nome Costa Fabrica, mantenuto fino a tutto il XIII secolo.

La villa rustica romana

Un importante reperto per la ricostruzione storica di Costabissara fu scoperto nel 1970 nell'incrocio fra via Mascagni e via Carducci e consiste una un villa rustica romana che aveva funzione di fattoria per la coltivazione, l'allevamento e per la produzione industriale di tessuti, ceramica, attrezzi e carri. La villa sembra essere stata abitata dal I secolo al VI secolo, cioè durante il periodo imperiale di Roma. Fra i reperti ritrovati durante gli scavi della villa venne rinvenuta la discussa[13] statuetta del dio egiziano Anubi[14]. Fra gli altri oggetti rinvenuti: un peso da telaio, una lucerna, una fibula in bronzo, vasellame e 25 monete di cui una del periodo tardo repubblicano, mentre la maggior parte coniata nel IV secolo[12]. Ora gran parte dell'area è diventata un parco-giochi in cui sono state preservate le mura interrandole e segnalandone la presenza con un rocco di colonna e una stele di trachite.[14]

Alto medioevo

Nel 568 i Longobardi, capitanati da Alboino, entrano a Vicenza, seguendo la via Postumia, conquistandola. Questa è la premessa di numerosi mutamenti avvenuti nei costumi e nei luoghi di Vicenza e della periferia La loro successiva conversione al cattolicesimo portò alla costruzione della famosa chiesa protocristiana di San Zeno, sotto il regno di Teodolinda, alla Pieve di San Giorgio sul colle e della chiesetta di Santa Maria in Favrega[15].

Dopo l'arrivo di Carlo Magno nel 774 e della sua decaduta, inizia il periodo del feudalesimo e con esso l'aumento del potere delle famiglie locali e delle autorità religiose, in particolare i vescovi feudatari[16]. In questo periodo viene dato il diritto di costruire fortificazioni per proteggersi dalle ripetute invasioni unghere dando così vita ai tre castelli di Costabissara: il castello di Donna Berta, il castello di Pizamerlo (di cui non è rimasto più nulla) e il castello Sforza-Colleoni[15].

Il comune e il vicariato

Da sempre il Comune di Costabissara si reggeva sulle leggi dello statuto che regolava la Città di Vicenza con la possibilità per gli amministratori del luogo di aggiungere o modificare tali leggi senza mai contravvenire a quelle del capoluogo stesso[17]. I Vescovi di Vicenza avevano poi la possibilità di investire famiglie nobili del Feudo di Costa Fabrica, che godevano poi di privilegi e diritti speciali riconosciuti dalla Repubblica Veneta che di fatto rendevano Costa Fabrica un Vicariato a sè soggetto direttamente alla città di Vicenza[17].

I Vicari nominati, detti anche Podestà, esercitarono fino al 1406 un grande potere sulla terra di loro giurisdizione, avendo la facoltà di reggere il Comune senza il concorso di altri rappresentanti pubblici e usufruendo da solo della maggior parte dei benefici che discendevano dalle rendite annue del Comune stesso[18].

Questo durò fino al 1527 quando liti fra la Comunità di Vicenza e i Feudatari di Costa Fabrica portarono alla soppressione del Vicariato di Costa per aggregarlo al Vicariato di Thiene[18]. I nobili Bissari, che possedevano il feudo dal 1285, si opposero e ottennero dei Deputati della Repubblica l'annullamento del decreto e la dichiarazione esplicita che Costabissara «costituiva un Vicariato a parte soggetto in virtù di diritti d'antica consuetudine ai Feudatari della Villa»[19][20].

Le varie investiture e i Bissari

  Lo stesso argomento in dettaglio: Bissari.

Fino dai tempi più remoti (almeno dal 1067) Costa Fabrica viene annoverata tra i possedimenti dei Nobili Conti Maltraverso[21], già proprietari di Schio, Lonigo, Santorso, Montegalda e Barbarano nel Vicentino e aventi giurisdizioni anche nelle città di Treviso, Padova, Feltre, Cividale, Ravenna e altre città nella romagna[22].

Intorno al 1200 alcuni esponenti della famiglia Maltraverso decaddero per sospetti di eresia e del feudo venne investita la famiglia dei Conti Della Costa con il titolo di Cattanei o Castellani minori[23].

Con la caduta di Romano d'Ezzelino, la famiglia Della Costa decadde e, nel 1261, Giacomo Baretta venne investito dal Vescovo di Vicenza Beato Bartolomeo da Breganze con la condizione di non difendere mai gli eretici (in particolare i Patarini)[24]. Dopo poco tempo vennero investiti i Conti Lozzo, originari di Padova[24].

Il 5 gennaio 1285, Alberto Bibe di Padova, procuratore di Lozzo, rinunciò ai diritti per la villa di Costa Fabrica e il vescovo di Vicenza Bernardo Nicelli la consegnò a Gualdinello Bissari[25][16], che pagò al conte di Lozzo 4250 lire. L'investitura venne confermata con Decreto 26 novembre 1291 dal successore di Nicelli stesso, il Romano Pietro Saraceno[25]. Della famiglia dei Bissari, che portarono anche al cambio del nome del feudo, si ricordano gli esponenti Matteo e Pier Paolo Bissaro[25][26].

I Bissari possedevano anche la giurisdizione delle acque, affermata in un atto del 1565[27] e ribadito in altri documenti del 1595, 1632 e 1660[28].

Nel 1662, con l'aumento del potere della famiglia veneziana Repeta, i Bissari dovettero condividere il feudo di Costa Fabrica con loro[29]. Tale situazione, molto scomoda ai Bissari che si erano opposti, non dura a lungo: nel 1676 i Repeta perdono l'investitura feudale[30]. Un atto del 1697 afferma inoltre che i Repeta sono costretti a cedere i loro beni ai Bissari[31].

Nel 1859 muore il conte Girolamo Enrico Sforza, ultimo esponente maschio della famiglia Bissari. Il feudo venne quindi diviso fra le sorelle e i loro discendenti: Il castello passò al conte Guardino Colleoni, la futura Villa San Carlo a Cesare Biego mentre il resto della proprietà passò alle contesse nipoti Teresa Dal Bovo Brognoligo, Francesca Bonacossi e Gabriella Bissari[32][33][34]. Il castello nel 1894 venne venduto a Pia Zabeo moglie del marchese Aleduse De Buzzacarini[34] e la villa fu venduta alla signroa Elisa Conte Dalle Ore[32].

L'epoca napoleonica e il dominio austroungarico

Verso la fine del Settecento le Leggi Napoleoniche decretarono la soppressione del Vicariato e il Vicerè d'Italia Eugenio Beauharnais, con decreto 28 settembre 1810, costituì il Capoluogo Comunale con le frazioni di Gambugliano, San Lorenzo e Monteviale e successivamente formò il Comune Amministrativo con la sola frazione di Motta[35].

Con la caduta di Napoleone l'amministrazione comunale venne ulterirmente modificata dal Governo Austriaco. Dal Consiglio Comunale si sceglievano tra membri col titolo di Deputati per formare una Giunta il cui capo, non più chiamato Sindaco, diventava il Deputato politico. Tra i poteri del deputato politico vennero tolti l'ufficio dello stato civile per la celebrazione dei matrimoni che passò al Parroco[36].

Dal Regno d'Italia ad Oggi

 
Cancello d'entrata di Villa San Carlo

Dopo l'annessione del Lombardo-Veneto in seguito alla terza guerra di indipendenza, nel 1866, Costabissara divenne municipio. La Giunta divenne composta da un numero di assessori che si dividevano le varie materie dell'amministrazione e tornò il Sindaco al quale, dopo il 1870, si conferirono anche i poteri d'Ufficiale di Stato per la celebrazione dei matrimoni[36].

Durante la prima guerra mondiale, Costabissara viene assegnata alle retrovie militari e dopo la conquista austriaca di Asiago venne invasa dai profughi. Nella Villa Buzzaccarini (l'odierno castello) aveva sede un piccolo ospedale francese e in Villa San Carlo il Comando di Brigata e di Divisione. Con la disfatta di Caporetto, Costabissara entra a far parte della seconda linea e vengono costruite trincee e fortificazioni per la difesa dal nemico austro-ungarico. La popolazione raggiunge il numero di 5.000 abitanti a causa dei profughi che arrivano con tutta la famiglia. Nella scuola infantile venne creata una scuola di tiratori e sulla Pignare un campo di addestramento per il lancio delle bombe.

Durante la guerra scoppiò l'epidemia di influenza spagnola, che a Costabissara fece solo 6 morti.

Al termine della guerra, Costabissara contava 23 morti, di cui 12 caduti e 11 morti per malattia o in prigione, oltre a 4 dispersi.

Monumenti e luoghi di interesse

Chiese

Chiesa parrocchiale di San Giorgio

 
La Facciata della Chiesa ‘’nuova’’ di San Giorgio
  Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa di San Giorgio Martire (Costabissara).

Realizzata tra il 1910 e il 1920, la chiesa nuova di Costabissara venne pensata per facilitare la partecipazione alle S. Messe da parte della popolazione di pianura (in continua crescita). Il terreno su cui sorgono la chiesa e la canonica, venne regalato dalla signora Elisa Conte al curato del tempo, don Guglielmo Stringari, che fu il fautore della chiesa. La chiesa parrocchiale di San Giorgio è la principale del paese, sede della maggior parte delle celebrazioni della Comunità.

Chiesa parrocchiale di San Cristoforo

 
La chiesa di San Cristoforo

La chiesa di San Cristoforo venne inaugurata l'8 settembre 1965.Venne costruita al posto della vecchia chiesa del 1400 abbattuta per favorire l'allargamento della strada statale su cui si affacciava.

Chiesa longobarda di San Giorgio

  Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa longobarda di San Giorgio.

La Chiesa longobarda di San Giorgio (detta anche Pieve di San Giorgio o chiesetta vecchia di San Giorgio) è la chiesa originaria di Costabissara e sorge sul Monte delle Pignare, di fianco al cimitero e non molto distante da Villa San Carlo e il castello. Il suo campanile, che batte ancora le ore per il paese, può essere visto da qualsiasi punto della pianura sottostante.

Costruita, come dice il nome, in epoca longobarda, è stata chiesa parrocchiale fino al 1920, anno in cui vennero terminati i lavori alla nuova chiesa del paese. Da allora venne usata saltuariamente sia per la posizione scomoda alla comunità che per la grandezza non più adeguata. Dall'11 marzo 2012 la chiesetta è stata messa a disposizione della Diocesi Ortodossa rumena di Vicenza[37].

Di origini incerte[38][39], tra il XV e il XVII secolo venne ricostruita in stile romanico aggiungendo un pronao, un abside, un tetto a capanna e una nuova soffittatura barocca di cui rimangono ancora le tracce. Nel 1859 viene ricostruita la sagrestia, viene demolita l'antica abside in cotto e ricostruita in pietra, viene rifatto il pavimento e abbattuto il pronao e vennero aggiunti i portali, rosoni e pinnacoli attuali di imitazione gotica[40][41].

La chiesa ora si presenta con la faccia rivolta ad ovest e l'abside ad est. Ha uno stile archiacuto. La porta principale è a sesto acuto e presenta degli stipiti finemente lavorati e terminanti con delle gugliette. Il timpano sormontato dalla croce presenta una affresco di Pietro Zappella che rappresenta la Madonna del Carmelo, cioè la Vergine col Bambino in atto di porgere ai fedeli il tradizionale Scapolare[42].

Chiesetta di Madonna delle Grazie

  Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesetta di Madonna delle Grazie.

Durante la Prima Guerra Mondiale la paura per il conflitto e le prime disfatte (prima fra tutte Caporetto) portarono gli abitanti di Costabissara a formulare voto (in realtà furono addirittura due: nel 1917 e nel 1918[43] di costruire una chiesa sul colle Zovo[44][45].

Al termine della guerra, tra il 1919 e il 1921, la chiesetta venne costruita.

Chiesetta di San Zeno

  Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesetta di San Zeno (Costabissara).

La chiesetta paleocristiana dedicata a San Zeno è sita sui colli bissaresi e formata da un'unica aula rettangolare. Costruita nei secoli VI-VII circa, la sua consacrazione è collegata al culto di San Zenone, il vescovo africano di Verona, a cui furono intitolate numerose chiese del Vicentino e del Veronese.

Mal conservata fino al 2010, è stata poi restaurata dall'amministrazione comunale.

Chiesa del Termine

Questo edificio non più esistente sorgeva nella zona a confine tra Costabissara e Vicenza chiamata anticamente Termine[46]. Giacomo Bissari, in un documento del 4 maggio 1547 dà ordine ai suoi figli di terminare la chiesetta[46], testimoniandone la presenza. Tale obbligo fu rimarcato ai discendenti nel 1651[47] anche da un certo Spinella Bissari, figlio di Girolamo Bissari e discendente di Giacomo[47]. La chiesa non fu mai completata e nemmeno consacrata[47]. Nel 1919 venne inglobata in un edificio nella piccola via che si stacca a sud dall'incrocio fra Strada Costabissara e via Fornaci[47]. Questo edificio fu poi ristrutturato nei primi del 2000 per farne un'abitazione.

Chiesa di San Pietro

«Marmoreum hoc Domicilium Lycaeum pandit, non Sepulchrum, Co. Iacobi Bissari Cineres silentium erudiunt umbrarum. Auream decoravit Iurisprudentiam, quam ab avitis serpentibus didicit melius, ut justius viveret; Moriens se Astree junxit in Coelis Anno Dom, MDCXIC»
«Questo marmoreo domiclio apre il liceo non il sepolcro; le ceneri del Conte Iacopo Bissaro ammaestrano il silenzio dell'ombre. Fu di ornamento all'aurea Giurisprudenza che meglio imparò dalle fonti avite per vivere più giustamente, morendo si congiunse ad Astrea in Cielo, l'anno 1689»
«Ablue cum manibus mantes divine Sacerdos; Quid juvat infecta mente lavare manus?»
«Lavati colle mani la mente o divin Sacerdote; che giova lavar le mani se la mente rimane infetta?»

La chiesa di San Pietro, non più esistente, era una piccola chiesa sita sul pianoro a cui ha donato il nome tra la fattoria De Buzzacarini e la vecchia canonica della Pieve di San Giorgio[49], vicino all'odierno castello e a Villa San Carlo.

Ufficiata agli inizi del Settecento, la più antica testimonianza scritta risale 1288[50] e già agli inizi del Novecento non ne rimaneva più nessuna traccia[51]. In buone condizioni fino al 1518, il 3 giugno 1530, durante una visita pastorale, il vescovo di Vicenza ne impone la sistemazione[51]. Successive visite pastorali del 1639, 1748 e 1768 riportano una mansioneria di tre messe a settimana, poi aumentate a quattro[51].

Possedeva tre altari: uno maggiore (comprensivo di una tela di Alessandro Maganza) dedicato a San Pietro e due laterali entrambi fatti costruire dal conte Giacomo Bissari. Uno (costruito nel 1679) era dedicato ai Santi Valentino e Bovo, l'altro (costruito nel 1682) alla Vergine del Carmelo e ai Santi Francesco e Gaetano.[48]

Chiesetta di Santa Maria Favrega

Costruita intorno al secolo VIII e custodita per secoli dalla famiglia Bissari, è sita in Motta. Nel 1880 venne totalmente riedificata.

Chiesetta di Sant'Antonio da Padova

Sita in Cà Gardellina a Motta è datata 1709 e vi sono presenti numerose sculture attribuite a Giacomo Cassetti.

Altre chiese o strutture religiose

Oratori

Oratorio di Sant'Apollonia

  Lo stesso argomento in dettaglio: Oratorio di Sant'Apollonia.

Piccola chiesetta barocca nella zona urbana, venne costruita da don Teodoro Bacchi intorno al 1642.

Oratorio di San Valentino

  Lo stesso argomento in dettaglio: Oratorio di San Valentino.

Piccola chiesetta barocca in zona San Valentino, venne costruita dai nobili Repetta nel 1684 e fu benedetta nel 1685[53]. Dal 14 febbraio 1943 è presente una statua in gesso di San Valentino donata dalla signora Elisa Conte Delle Ore[54].

Oratorio di San Giovanni Battista

«Marmoreum hoc domicilium caelum pan..it non sepulcru.. comitis iac..bi Bissary cine.. silentium erudiunt .. ..m ab
Avit.. sepetius didicit me... iustus viveret oriens astrae ae oiunxit in caelum Anno D.ni MDCLXXIX - XII Kal. Feb
Aet suae an XXXXIX»
«In questa dimora marmorea il cielo accolga le ceneri non sepolte dell'amico Jacopo Bissari ... si sa che visse giustamente, la Vergine lo riunisca a sè nel cielo. Febbraio Anno Domini 1679. All'età di 49 anni»

L'Oratorio di San Giovanni Battista fu fatto costruire nel 1645 dal Conte Ostilio Bissaro dopo che Gerardo Bissari, nel suo testamento del 1501 lasciò un lascito per la sua costruzione[55]. Rimase senza ufficiatura fino all'inizio dell'Ottocento anche se nel 1748[57] possedeva un cappellano con una mansioneria di tre messe a settimana[58].

Non ha subito modifiche nel corso del tempo e presenta un'unica sala con una volta a botte e numerosi dipinti. La pala che adornava l'unico altare e che ora è posta sopra la porta d'ingresso è un opera di Alessandro Maganza.[55]

É stato anche questo edificio di proprietà, per un periodo imprecisato, della signora Elisa Conte Delle Ore[58].

Ville

Villa San Carlo

  Lo stesso argomento in dettaglio: Villa San Carlo.

In origine di proprietà della famiglia Bissari, la villa è situata sul Pianoro di San Pietro e risale al XVIII secolo. È circondata da un immenso parco con moltissimi tipi di piante, comprese specie esotiche e fusti secolari (il cedrus libani ha più di quattrocento anni), che insieme ad un laghetto e alcune voliere formano un vero e proprio orto botanico[59]. La Loggia Belvedere in stile dorico venne fatta costruire da Camillo Bissari.

Acquistata dalla diocesi di Vicenza e inaugurata nel 1964[60], dopo radicali lavori di ristrutturazione e adattamento, la villa è attualmente adibita a casa per esercizi spirituali.

Ogni anno nel parco, a fine estate, si svolge la Fiera degli Uccelli. Oltre all'esibizione degli uccelli è presente anche quella di animali da cortile, cavalli pony, ed un'esposizione canina aperta a tutte le razze.

Cà Gardellina

Nota anche come Villa De Sandri-Bortolan, è un complesso in aperta campagna e in località Cà Gardellina, zona pianeggiante di Motta. Esso è formato dal corpo padronale, cui si affiancano la cappella gentilizia, una torre colombara e le barchesse per gli usi agricoli. La cappella gentilizia, dedicata a Sant'Antonio da Padova, è la chiesetta di Sant'Antonio.

Castelli

Costabissara, come testimoniano le investiture delle varie famiglie nobiliari, è stata sin da subito un feudo vescovile e di conseguenza lo era anche il castello[61].

Il Mantese ricorda come, nei libri dei feudi, si faccia riferimento sempre ad un solo castello che sorgeva poco sopra l'attuale chiesetta di San Zeno, sul colle noto come mons castri[61]. Tale struttura corrisponde all'antico Castello di Donna Berta, di cui rimane oggi solo un pezzo della muraglia[62].

Sono ricordati però anche altri due castelli: Castello di Pizamerlo (non è più esistente) e uno che corrisponde al Castello Bissari Sforza Colleoni odierno[62][63].

Castello di Donna Berta

Il castello di Donna Berta, antico castello vescovile di Costabissara[61][62] si trovava sul colle di San Zenone[63] (noto anche con il nome di mons castri[61]), all'incirca al secondo tornante della strada che porta a Madonna delle Grazie.

La costruzione potrebbe risalire ai primi anni del X secolo, a seguito delle famose invasioni degli Ungari e come molti altri castelli del vicentino. Non è mai stata scoperta la ragione per cui sin dall'antichità abbia questo nome[64]. Alcune teorie parlano di un legame con la località "sopra il sassso di Donna Berta", un punto della costa collinare sotto Piazzale della Vittoria a Monte Berico[62]; altre rimandano a Donna Berta di Lotaringia marchesa di Toscana, personaggio italiano di spicco dell'epoca, grazie alla quale si ebbe la costruzione di tale fortificazione[65]. Le sole memorie che abbiamo su questo castello sono in due feudi di beni datati 1288 e 1302[66] e in un'investitura vescovile del 1316[67].

Pare quindi evidente che all'inizio del Trecento il castello fosse ancora presente e che avesse superato gli assalti ezzeliniani prima e padovani del 1311-1314poi. Il fatto che non se ne parli durante la Guerra della Lega di Cambrai e alle battaglie del 1513 fa supporre che il castello resistette a lungo durante gli anni dal momento che solo nel 1860 cadde l'ultimo pezzo di muraglia che ne permetteva la visione anche da lontano.[62][63] Le mura sud sono ancora visibili lungo il sentiero che dal tornante porta alla chiesetta di San Zeno. È uno dei due lati più lunghi del rettangolo di mura che delineavano il castello e che misuravano circa 80 metri, contro i 40 dei più corti. L'angolo vicino al tornante reggeva il torrione e lì le mura hanno uno spessore di quasi 3 metri. L'entrata al castello si intravede a metà delle mura Sud[65]. Queste mura sono le ultime tracce che si potevano rinvenire già ad inizio del Novecento, come attesta la testimonianza visiva del Dalla-Cà[68].

Castello di Pizamerlo

Il castello di Pizamerlo, terzo e ultimo castello esistito a Costabissara e viene citato per ragioni storiche non esistendoci da secoli più nessuna prova fisica della sua esistenza[64]. Prendeva il nome del colle su cui sorgeva ed era non molto distante dal Castello di Donna Berta, fra la Chiesetta di San Zeno e di San Giorgio[64].

Castello Bissari Sforza Colleoni

  Lo stesso argomento in dettaglio: Castello Bissari Sforza Colleoni.
 
Cancello dell'entrata superiore del castello

Il Castello Bissari Sforza Colleoni, precedentemente noto anche come Villa De Buzzacarini o il Castello[62], è originario del 1100 circa ed era già esistente all'arrivo dei Bissari. Essi lo ricostruirono al loro arrivo, nel 1285, dopo la distruzione avvenuta ad opera di Ezzelino III. Nel 1859, dopo l'estinzione della famiglia Bissari, passa nelle mani del conte Guardino Colleoni che ne cura la ricostruzione richiedendo anche un'iscrizione lapidaria che ne riassume la storia[69].

Successivamente fu del Conte De Buzzaccarini[70][64][71] e dal 1973 è di proprietà della famiglia Putin[72].

Altri edifici storici

Casa Repeta

«...una casa accopo, teza da paglia, ara e horto in contrà della Piazza appresso la via comune e li eredi di via Bissaro...»

Casa Repeta o Repetta è un abitazione sita in via Roma, poco distante dall'Oratorio di Sant'Apollonia.

La struttura quattrocentesca è stata più volte modificata nel corso del tempo. In una mappa del 1541 viene citata come di proprietà di "messer Peroto Repeta", mentre in una data 1570 viene indicata come "m.co sartorio Repeta"[73]. Nell'Ottocento diviene un'osteria e diventa di proprietà di Francesco Sassatelli[73]. La famigli Serbelloni la prende in eredità per poi passare al Monte di Pietà di Vicenza nel 1950[73].

L'aspetto che rende la casa degna di nota è la presenza di un affresco sulla facciata raffigurante un leone alato con due code, lo stemma del casato dei Repeta (che uno studio araldico ha ritenuto di far risalire alla prima metà del Settecento) e un paesaggio collinare nello sfondo[73].

Lo stemma, infatti, sembra che appartenga ai fratelli Enea e Scipione Repeta: le trombe e il liuto vicino allo stemma rappresentano Scipione, un marchese che si impegnò come consigliere comunale per valorizzare musica e teatro[73]; le zampe del leone sullo stemma ricordno Enea, un soldato al servizio della Repubblica di Venezia[74].

Lo sfondo, invece, rappresenta la Costabissara collinare dell'epoca: parte di villa San Carlo con la sua Loggia Belvedere, la Pieve di San Giorgio e un palazzo non più presente[74].

Fattoria De Buzzacarini

 
Facciata della fattoria su via Sant'Antonio. A destra è visibile il cancello del castello.

La Fattoria De Buzzacarini sorge nelle vicinanze di Villa San Carlo e del Castello Bissari Sforza Colleoni ed è formato da più strutture di epoche diverse, accollate e con entrate indipendenti. La parte più antica dà sulla strada e risale al XV secolo[75] ed è riconoscibile per via degli angoli decorati con pietra bugnata, come gli ingressi[76].

La struttura poggia su un sotterraneo con volta a botte da cui diparte un cunicolo non più percorribile completamente che dovrebbe portarsi alla vicina villa. Tale cunicolo dovrebbe far parte di una serie di collegamenti di orgine medievale che portano anche al castello.[77]

Ostarià de Franco Grumello

L'Ostarià de Franco Grumello[78] non più presente si trovava in via Montegrappa, poco distante dalla Strada Provinciale del Pasubio (n° 46)[78]. Sorgeva sulla Strada Regia da Vicenza che portava a Schio o Thiene (le attuali via Fogazzaro e via Piave)[78]. La casa è già presente nella mappa del Magnifico Conte Franceschini Vincenzo del 1563 e in una datata 20 giugno 1596 dove è indicata come osteria[78].

Nei documenti napoleonici del 1809 la casa raffigura di proprietà di un certo "Pace Fabio del fu Antonio" e appare divisa in due parti, la casa e una boaria che sembra essere stata costruita nel 1790[79][80][81]. Tra il 1809 e il 1813 sembra sia stato costruito un altro piccolo edificio adiacente di 4 m per 6 m con la probabile funzione di colombaia di cui si erano perse le tracce prima ancora che l'edificio venisse abbattuto[82].

Dopo ulteriori rilievi nel Catasto Napoleonico del 1811 e 1823 l'edificio cambiò più volte proprietario: nel 1838 passò a Francesco Tecchio, l'11 aprile 1838 diventa di Gaetano Sbardelà e nel 1841 passa a "Sacchiero Pietro prete Leone" e prete Giovanni Battista[82]. Il catasto austriaco dal 12 aprile 1850 aggiunge fra i proprietari anche il fratello Pietro Salvatore. Il decreto n.1263 dell'8 agosto 1885 dell'Intendenza di Finanza registra l'aggiunta di un aratorio, un prato e un orto. Al momento dell'abbattimento il proprietario era Ermenigildo Brodesco.

Nel 1995 l'edificio viene definitivamente abbattuto e costruito l'attuale locale Billabong.

Casa Maistrello

Casa Maistrello, costruita nel XVI secolo circa, è una fattoria appartenuta ai Maistrello, una delle famiglie più antiche e importanti di Motta[83]. Il loro nome compare nei documenti dal 1508, in una mappa del 1601 e in due mappe del 1721 e 1751 in cui le proprietà sono attribuite ad un certo Gerolamo Maistrello[84].

Particolarità della casa è la presenza, nello spigolo sinistro della facciata posteriore, di un mattone un tempo appartenuto all'acquedotto romano di Vicenza che passava per Motta[83].

Società

Popolazione

Gli abitanti residenti nel comune ammontano, alle stime del 31 dicembre 2010, a 7.131 unità. Tra queste esiste una perfetta parità tra numero di maschi e femmine (49,9% M - 50,1% F)[85]. La popolazione straniera rappresenta il 7,0% dei residenti[85] (si veda la sezione relativa per i dettagli).

L'età media è di 40,3 anni, cioè molto alta rispetto alla media dei comuni italiani[85]. Tuttavia oltre i tre quarti della popolazione ha un'età compresa tra i 15 e i 64 anni[86].

Nel decennio 2001-2011, Costabissara ha visto una costante crescita demografica, con un incremento annuale che è andato dal +1,53% al +5,43%[87]. Il tasso di crescita medio è quindi del 2,84%, uno dei più alti d'Italia[87]: ciò è dovuto non solo ad una migrazione nel territorio comunale, ma anche ad un saldo naturale positivo[85][87].

Le famiglie censite sono 2.835, con una media di 2,52 componenti per nucleo[85].

Evoluzione demografica

Abitanti censiti[88]

Etnie e minoranze straniere

Gli stranieri residenti nel comune al 31 dicembre 2009 risultano 474; di seguito sono riportate le provenienze e le unità (tra parentesi la percentuale sulla popolazione totale)[89]:

  1.   Romania, 79 (1,11%)
  2.   Serbia, 70 (0,98%)
  3.   Albania, 62 (0,87%)
  4.   Marocco, 39 (0,55%)
  5.   Bosnia ed Erzegovina, 29 (0,41%)
  6.   Moldavia, 25 (0,35%)
  7.   Nigeria, 13 (0,18%)
  8.   Bangladesh, 11 (0,15%)
  9.   Germania, 10 (0,14%)
  10.   Filippine, 10 (0,14%)
  11.   Brasile, 9 (0,13%)
  12.   Cuba, 8 (0,11%)
  13.   Tunisia, 8 (0,11%)
  14.   Cina, 7 (0,10%)
  15.   Perù, 7 (0,10%)

Qualità di vita

Il reddito medio pro capite dei bissaresi è di 14.844 € annui, il terzo più alto di tutta la provincia di Vicenza[90].

Culture

Istruzione

Scuole

Nel territorio comunale sono presenti una scuola dell'infanzia paritaria, una scuola elementare (intitolata a Fedele Lampertico) e una scuola media (intitolata a Giuseppe Ungaretti), entrambe statali.

Media

Radio

Dal 1983 fino alla prima metà degli anni novanta è stato presente sul suolo bissarese lo Studio 2 di Radio Collina, una piccola emittente privata locale.

Stampa

Il Foglio di Costabissara e Motta è un piccolo periodico indipendente che tratta di temi locali[91].

Geografia antropica

Frazioni

Costabissara presenta un'unica frazione, Motta che è situata lungo la Strada Provinciale del Pasubio (n° 46) procedendo verso Schio o Thiene.

Altre località

Il territorio di Costabissara comprende le località:

  • Ca' Carraro
  • San Valentino
  • Fornaci
  • San Zeno
  • Pilastro
  • Pignare
  • Madonna delle Grazie

mentre a Motta sono presenti:

  • Fabrega
  • Botteghino
  • Villaraspa
  • Cadanotte
  • Motta bassa.

Economia

Il settore primario è rappresentato dalla coltivazione di cereali, frumento, ortaggi, foraggi, frutta, uva da vino e dall'allevamento bovino[92].

Il settore secondario è sviluppato soprattutto nei comparti della lavorazione e conservazione dei prodotti ortofrutticoli[92]. Storica presenza bissarese è l'azienda artigiana dolciaria Loison, nata in paese nel 1938.

Il settore terziario è presente con qualche filiale bancaria.

Infrastrutture e trasporti

Strade

A 2 km dal centro urbano e per un pezzo del territorio comunale passa la Strada provinciale 46 del Pasubio (SP 46 ), ex strada statale 46 del Pasubio (SS 46).

Mobilità urbana

L'AIM di Vicenza serve il centro urbano e la frazione di Motta con la linea 6.

Le Ferrovie Tramvie Vicentine servono la parte di paese sulla SP46 (e quindi anche Motta) con due gruppi di linee:

  • linee in direzione di Schio (principalmente la 13, ma anche la 14):
  • linee in direzione di [Thiene]] (principalmente la 17, ma anche 18 e 23).

Amministrazione

 
Municipio di Costabissara

La legge 25 marzo 1993 n. 81[93]ha introdotto l'elezione diretta del Sindaco insieme a quella dei Consiglieri, mentre prima il Primo Cittadino veniva eletto dal Consiglio Comunale eletto dal popolo. Le elezioni del 1990 sono state per Costabissara le ultime in cui l'elezione del sindaco non è avvenuta direttamente. Prima di tale data, quindi, la data di elezione non coincide necessariamente con quella della nomina per via della votazione che doveva essere fatta in sede di consiglio (potevano passare anche alcuni mesi): è riportata la data della nomina. Durante la storia del paese, si è anche assistito a quinquenni amministrati da più di un sindaco dei quali il primo è stato con molta probabilità destituito dal Consiglio Comunale stesso.

Molte informazioni sono state raccolte da una serie di quadri (trascritti o stampati) che riportano sindaci, assessori, consiglieri e (eventualmente) i commissari prefettizi delle amministrazioni del secondo dopoguerra appesi nella Sala Consiliare del Municipio e visibili al pubblico. Altre provengono dal Sito del Ministero dell'Interno.

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
1946 1951 Francesco De Buzzacarini
Domenico Valente
Sindaco [94]
1951 1956 Domenico Valente
Vittorio Maran
Sindaco [94]
1956 1960 Pietro Zocche Sindaco [94]
1960 1964 Pietro Zocche
Sebastiano Lora
Sindaco [94]
1964 1970 Vittorio Marchetti Sindaco [94]
1970 1975 Armando Arnaldi
Esutacchio Arnaldi
Sindaco [94]
1975 1980 Vittorio Marchetti Sindaco [94]
1980 12 maggio 1985 Giuseppe Rizzi DC Sindaco [94][95]
11 luglio 1985 6 maggio 1990 Giovanni Maria Forte DC Sindaco [94][96][97]
4 luglio 1990 23 aprile 1995 Giovanni Maria Forte DC Sindaco [94][96][98]
24 aprile 1995 26 luglio 1995 Giovanni Maria Forte Lista civica (Proposta per Costabissara) Sindaco [94][96][99][100]
26 luglio 1995 19 novembre 1995 Rinaldo Argentieri - Comm. pref. [94]
20 novembre 1995 28 marzo 1996 Rosaria Cuti Lista civica (Proposta Forte per Costabissara) Sindaco [94][101][102][103]
28 marzo 1996 1 dicembre 1996 Francesco Castronovo - Comm. pref. [94]
2 dicembre 1996 14 maggio 2001 Rossella Lorenzi Lega Nord - Liga Veneta Sindaco [94][104][105]
14 maggio 2001 29 maggio 2006 Giovanni Maria Forte Lista Civica (Proposta per Costabissara) Sindaco [94][96]
29 maggio 2006 16 maggio 2011 Giovanni Maria Forte Lista Civica (Proposta per Costabissara) Sindaco [94][96][106]
16 maggio 2011 in carica Maria Cristina Franco Lista civica (Proposta per Costabissara) Sindaco [94][107]

Sport

Calcio

La principale squadra di calcio della città è l' U.S.D. Costabissara che milita nel girone C veneto di 1° Categoria; la società è gemellata con l' Associazione Sportiva Cittadella.

L'altra squadra di calcio della città è l' U.S.D. Bassan Team Motta che milita nel girone E di Seconda Categoria.

Pattinaggio

L'Associazione Sportiva Dilettantistica Costabissara Pattinaggio Libertas è nata nel 1986 ed effettua corsi di pattinaggio per bambini e ragazzi.[108]

Curiosità

Secondo un articolo apparso su La Repubblica, il presidente della Russia, Vladimir Putin è di origini di Costabissara[109].

Note

  1. ^ Dato Istat - Popolazione residente al 31 dicembre 2010.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani, Torino, UTET, 2006, p. 275.
  4. ^ Fonte: ISTAT - Bilancio demografico al 31/08/2010 Statistiche demografiche ISTAT.
  5. ^ a b Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore dallaca19
  6. ^ Nella letteratura si trovano entrambe le diciture anche nelle versioni fuse di Costafabrica o Costafabrega, anche se le fonti più autorevoli su tali argomenti (come il Dalla-Cà) usano tenerli separati.
  7. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore villa14
  8. ^ a b Da Il Foglio di Costabissara e Motta; anno IV, numero 6 link
  9. ^ Sito del Gruppo Archeologico Bissari - Archeologia a Costabissara, L'Età del bronzo - periodo medio e recente
  10. ^ Sito del Gruppo Archeologico Bissari - Archeologia a Costabissara, L'Età del bronzo - periodo finale e la prima età del ferro
  11. ^ Sito del Gruppo Archeologico Bissari - Archeologia a Costabissara, Il periodo paleoveneto
  12. ^ a b Sito del Gruppo Archeologico Bissari - Archeologia a Costabissara, Il periodo romano
  13. ^ Appena scoperta la statuetta sembrò rivelare un importantissimo significato storico per la presenza di una fusione fra la cultura romana e quella egiziana nel Veneto. La questione venne dibattuta a lungo fino alla chiarificazione data dall'archeologa Elena Pettenò in occasione della presentazione del suo libro Nel segno di Anubis il 20 ottobre 2012. Da Il Foglio di Costabissara e Motta; anno IV, numero 17, link
  14. ^ a b Da Il Foglio di Costabissara e Motta; anno III, numero 40 link
  15. ^ a b Sito del Gruppo Archeologico Bissari - Archeologia a Costabissara, Il periodo altomedioevale
  16. ^ a b Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore villa15
  17. ^ a b Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore dallaca15
  18. ^ a b Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore dallaca16
  19. ^ Da documenti esistenti nel 1904 nell'Archivio del Nobile Conte Colleoni-Porto, p. 16
  20. ^ Il Mantese nella sua descrizione dei castelli medievali raggruppa Costabissara sotto il Vicariato di Thiene
  21. ^ Silvetro Castellini ricorda come, in un documento del 1067, viene annoverata anche Costa Fabrica fra i vari castelli posseduti dai Conti Maltraverso nel Vicentino, p. 20
  22. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore dallaca20
  23. ^ Dalla-Cà cita come fonti: "Castellini, Storia di Vicenza, Tomo VII, libro X, pag. 124, Vicenza, 1784" e "Pagliarino, Croniche di Vicenza, volume unico, pag. 346, Vicenza 1663", p. 20
  24. ^ a b Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore dallaca22
  25. ^ a b c Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore dallaca23
  26. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore dallaca24
  27. ^ Un atto ritrovabile negli Annali Bissari n°84 Inventario (Tomi 3°, 4°, 5°, 1594-1769) di Gian Domenico Maria Scolari riporta: «...I nobili signori conti Pietro Paolo e consorti Bissari notificano al magistrato Dei Beni Inculti, che come investiti dal vescovo sin dall'anno 1285 godono della giurisdizione dell'acqua in qualunque sorta esistente nella villa di Costafabbrica... ...usando essa come loro pare e piace a benefizioe dei loro beni...», p.83
  28. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore balistreri83
  29. ^ Un atto ritrovabile negli Annali Bissari n°84 Inventario (Tomi 3°, 4°, 5°, 1594-1769) di Gian Domenico Maria Scolari riporta: «...Stante supplica presentata al Mons. vescovo di Vicenza Giuseppe Curian del nobile Sig. e Co. Niccola Repetta, resta il detto Sig. Co. Niccola investito del feudo del quale erano investiti li suoi maggiori, ed è la metà proindivisa con l'altra metà possa essa dal Co. Girolamo ed altri Bissari...», p.83
  30. ^ Un atto ritrovabile negli Annali Bissari n°84 Inventario (Tomi 3°, 4°, 5°, 1594-1769) di Gian Domenico Maria Scolari riporta: «...Li signori conti Scipione ed Enea Repetta nell'anno 1676 venti aprile ottennero l'investitura della metà del feudo della Costa proindivisa con li nobili signori conti Bissari. A tale investitura s'opposero i conti Bissari, quali dimandando il taglio di detta investitura, il Magistero Sopra Feudi pronuncia a favor Bissari il taglio della medesima...», p.85
  31. ^ Un atto ritrovabile negli Annali Bissari n°84 Inventario (Tomi 3°, 4°, 5°, 1594-1769) di Gian Domenico Maria Scolari riporta: «...Li nobili conti signori fratelli Repetta vendono alla nobile signora contessa Elisabetta Chieregata nonché al conte Giacomo Bissari e alli Conti Enea e Gaetano Bissari tutti i beni che posseggono in Costafabbrica, Monteviale ecc. con l'obbligo alli compratori di pagare ogni anno ducati duemiladuecento per ducati ventiduemilacinquecento che è il residuo del prezzo promettono pagare l'anno pro a ragione del cinque e mezzo per cento.», p.85
  32. ^ a b Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore dallaca10
  33. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore dallaca11
  34. ^ a b Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore dallaca25
  35. ^ Come risulta dal Volume I di una statistica pubblicata da Luigi Forti a Bassano nel 1828, p. 17
  36. ^ a b Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore dallaca17
  37. ^ Qui un accenno all'argomento.
  38. ^ Un'ipotesi, formulata da Giovanni Mantese nelle Memorie storiche della chiesa vicentina, volume I, pagina 198, la indica come antecedente al 1000, p. 3
  39. ^ La fonte scritta più antica risale al 1186 ne La Conferma di Papa Urbano III al Privilegio di Pistore in cui viene citata la chiesa parrocchiale di Costa Fabrica (il nome del tempo di Costabissara)
  40. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore longobardi5
  41. ^ Da Costabissara, Memorie storiche, p. 33
  42. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore dallaca31
  43. ^ Nel 1918 il voto venne precisato: "qui ove sorge questo capitello costruiremo una chiesa dedicata a Maria Madre di Dio dispensatrice di tutte le Grazie se i nostri paesi resteranno preservati da invasione nemica.", p. 17
  44. ^ Da Chiesa senza confini, La Madonna delle Grazie, p. 17
  45. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore capitelli17
  46. ^ a b Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore balistreri67
  47. ^ a b c d Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore balistreri69
  48. ^ a b c d e Da Costabissara, Memorie storiche, p. 45
  49. ^ Le posizioni sono testimoniate da racconti orali raccolti dal Dalla-Cà agli inizi del Novecento., p. 44
  50. ^ Una registrazione del feudo del 4 giugno 1288 dice: «Item una petia terre aratoria... in hora Sancti Petri apud stradam, et apud viam communem», p. 44
  51. ^ a b c Da Costabissara, Memorie storiche, p. 44
  52. ^ Come testimonia la Visita Pastorale del 3 settembre 1748 del Vescovo Ant. Mar. Priuli., pp. 48-49
  53. ^ Da Costabissara, Memorie storiche, p. 40
  54. ^ Da Costabissara, memorie e rilievi degli edifici di un tempo, p. 112
  55. ^ a b c Da Costabissara, memorie e rilievi degli edifici di un tempo, p. 103
  56. ^ Da Costabissara, memorie e rilievi degli edifici di un tempo, p. 104
  57. ^ Come testimonia la Visita Pastorale del 3 settembre 1748 del Vescovo Ant. Mar. Priuli.
  58. ^ a b Da Costabissara, Memorie storiche, p. 48
  59. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore villa51
  60. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore villa39
  61. ^ a b c d I castelli medioevali del vicentino, p. 219
  62. ^ a b c d e f I castelli medioevali del vicentino, p. 220
  63. ^ a b c Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore dallaca27
  64. ^ a b c d Dalla-Cà, Costabissara, Memorie storiche, p. 28
  65. ^ a b Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore foglioV5
  66. ^ Nel Codice B de' Feudi, pagg. 172-173 in data 4 giugno 1288 si legge:«Item una petia terre aratorie et buschive, que potest esse quatuor campi in hora vallis apud... montem Castri, etc..., Item unum sedimem in hora vallis... apud montem Castri, etc.»; nel Codice C-I de' Feudi a pag. 149 si legge:«Item una pecia terre aratorie et buschive, etc., in hora vallis apud montem qui dicitur pizamerlum... et montem Castri». Entrambe le memorie sono riportate da Maccà nel suo Storia del Territorio Vicentino, Tomo VII, capitolo 1, pag. 10 edito a Caldogno nel 1813., p. 28
  67. ^ Tale documento, dopo aver ricordato un «sedimen dominicale cum domo murata» situato in «ora platee», quindi una residenza signorile, indica «una pecia terre... apud montem pizamerlum et apud d. Guidonem de Lucio (da Lozzo) et montem castri», p. 220
  68. ^ «Presentemente, recatomi io stesso sul luogo per le opportune constatazioni, ho trovato che non vi rimangono che le tracce di una mura di cina costruita a tre quarti della parte superiore del Castello, tracce che vengono poi a mancare totalmente dalla parte orientale.», p. 28
  69. ^ «Quest'antico castello di Costa Fabrica dei Della Costa, di Jacopo Baretta e di Guidone da Lozzo, dall'ira di Ezzelino III quasi distrutto, dal 1285 al 1859 feudo dei Conti Bissari, il loro discendente Conte Guardino Colleoni demoliti i circostanti edifici ad aprirgli maggiore orizzone ricompose a medioevale aspetto accrebbe ed ornò - 1877 -», p. 29
  70. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore dallaca2
  71. ^ Da Costabissara, memorie e rilievi degli edifici di un tempo, p. 45
  72. ^ Da Costabissara, memorie e rilievi degli edifici di un tempo, p. 47
  73. ^ a b c d e Da Costabissara, memorie e rilievi degli edifici di un tempo, p. 65
  74. ^ a b Da Costabissara, memorie e rilievi degli edifici di un tempo, p. 66
  75. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore balistreri51
  76. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore balistreri53
  77. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore balistreri54
  78. ^ a b c d Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore balistreri75
  79. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore balistreri76
  80. ^ Un'iscrizione lapidea sull'estremità superiore dell'ingresso nel lato est dell'abitazione recita: «Post ivdicatam indivisibilitatem per binas conformes lite aere proprio peracta Fabius Pacius svo qvoq svmptv instavravit ornivitq. Anno MDCCXC»., p. 77
  81. ^ Dall'estimo n°1854 denominato Nota delle Case del Vicariato di Thiene 1799-1800 si legge: «Casa domenicale del sig. Fabio Pace, una casa abitata dal medesimo con casa di boaria continente una boaria»., p. 78
  82. ^ a b Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore balistreri78
  83. ^ a b Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore balistreri89
  84. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore balistreri90
  85. ^ a b c d e Comune di Costabissara - Dati di Sintesi, su urbistat.it. URL consultato il 5 agosto 2012 (archiviato dall'url originale il 16 luglio 2012).
  86. ^ Costabissara (VI) - Italia: Informazioni, su comuni-italiani.it. URL consultato il 5 luglio 2012.
  87. ^ a b c Comune di Costabissara - Popolazione, su urbistat.it. URL consultato il 5 agosto 2012 (archiviato dall'url originale il 29 giugno 2012).
  88. ^ Dati tratti da:
  89. ^ Comune di Costabissara - Stranieri, su urbistat.it. URL consultato il 5 agosto 2012 (archiviato dall'url originale il 28 giugno 2012).
  90. ^ Statistiche Costabissara, su comuni-italiani.it. URL consultato il 5 agosto 2012.
  91. ^ Sito del periodico
  92. ^ a b Da italiapedia.it
  93. ^ Dal sito del Ministero dell'Interno il testo di legge
  94. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r Informazioni prese da quadri appesi nella Sala Consiliare del Municipio riguardanti tutte le amministrazioni del secondo dopoguerra
  95. ^ Dal sito del Ministero dell'Interno
  96. ^ a b c d e Pagina di Giovanni Maria Forte nel sito del Ministero dell'Interno
  97. ^ La data di elezione è il 12 maggio
  98. ^ La data di elezione è il 6 maggio
  99. ^ Giornale di Vicenza, domenica 2 aprile 1995, pagina 27
  100. ^ In una lettera (del 24 luglio 1995) ai cittadini il sindaco Giovanni Maria Forte comunica che presenterà le proprie dimissioni al Consiglio Comunale il 27 luglio 1995.
  101. ^ Pagina di Rosaria Cuti nel sito del Ministero dell'Interno
  102. ^ Giornale di Vicenza, mercoledì 15 novembre 1995, pagina 24
  103. ^ In una lettera (protocollo n. 2827 del 28 marzo 1996) ai cittadini il sindaco Rosaria Cuti comunica che il Consiglio Comunale si è sciolto per le dimissioni di 10 consiglieri del gruppo di maggioranza "Proposta Forte per Costabissara".
  104. ^ Pagina di Rossella Lorenzi (riportata erroneamente come Lorenza Rosselli) nel sito del Ministero dell'Interno
  105. ^ Giornale di Vicenza, martedì 3 dicembre 1996, pagina 23
  106. ^ Giornale di Vicenza, venerdì 19 maggio 2006, pagina 27
  107. ^ Pagina di Maria Cristina Franco nel sito del Ministero dell'Interno
  108. ^ Qui il sito dell'associazione dove è presente anche l'elenco delle gare effettuate.
  109. ^ Giampaolo Visetti, Putin, lo zar che venne da Vicenza, su ricerca.repubblica.it, La Repubblica, 7 dicembre 2005.

Bibliografia

  • La restaurata Chiesa di San Giorgio in Costabissara, 16 ottobre 2005, edito a cura della parrocchia del paese con contributi dei gruppi locali
  • 7º centenario dei Bissari, Testimonianze per il centenario, maggio 1985, edito a cura del Comune di Costabissara

Altri progetti

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