Fanfulla da Lodi

condottiero italiano
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Giovanni Bartolomeo Fanfulla
Monumento a Fanfulla da Lodi in piazzetta Raimondello Orsini a Lecce
SoprannomeFanfulla
NascitaBasiasco, tra il 1470 e il 1480
MorteTerracina, 1525
Dati militari
Paese servitoFirenze, Spagna e Sacro Romano Impero
Anni di servizio1494 - 1525
ComandantiFracasso Sanseverino, Paolo Vitelli, Prospero Colonna, duca di Termoli ed Ettore Fieramosca
Guerreassedio di Pisa del 1499, conflitto tra Spagna e Francia per il possesso del Regno di Napoli
Campagnecampagna in Puglia contro i Francesi
Battagliedisfida di Barletta, battaglia di Cerignola e di Gaeta, battaglia di Ravenna, battaglia di Villafranca e battaglia di Pavia
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Biografia

Noto principalmente, come avveniva per ogni uomo d'arme, per il soprannome e nome di battaglia. Gli storici non sono concordi sul nome reale e oscillano tra Bartolomeo Giovenale, Giovanni Fanfulla e Giovanni Bartolomeo Fanfulla, sotto quest'ultimo nome è ricordato varie volte nelle Cedole della Tesoreria di Napoli, che costituiscono i soli documenti probanti della sua esistenza e della sua attività. Tre città rivendicano il merito di avergli dato i natali Ferrara, Parma e Lodi, per la precisione un piccolo centro nel sudest lodigiano, Basiasco. Ma la leggenda ha voluto che Fanfulla fosse lodigiano, e come tale ne ha tramandato il ricordo. Anche le versioni sulla sua morte sono discordi. La più improbabile, per motivi di cronologia, lo vuole caduto nella battaglia di Marciano nel 1554; un'altra lo dice morto in Lombardia dopo il 1524, quasi certamente nella battaglia di Pavia il 24 febbraio 1525; secondo la cronaca di Fabio Vecchioni, sarebbe scomparso nel 1525 nella pianura di Terracina.

Fatta eccezione per la partecipazione alla disfida di Barletta, le sue vicende biografiche sono ricostruibili solo con approssimazione, data la discordanza delle fonti. Fu dapprima soldato di ventura, poi cavaliere e infine capitano di bandiera tra il 1499 e il 1525.

«Non v’è battaglia importante combattuta a cavallo del Cinquecento a cui Fanfulla non abbia partecipato, prima come semplice soldato di ventura e poi come Capitano di Bandiera (Alfiere) colla sua Lanza di cinquanta uomini d’armi direttamente sottoposti ai suoi comandi e al suo soldo»

Nella sua vita combatté per la città di Firenze (1499), Spagna (dal 1503) e Sacro Romano Impero (dal 1515) avendo come avversari Pisa (nel 1499) e la Francia dal 1503 in poi.

La fama di Fanfulla si deve principalmente al ritratto colorito di eroico soldato di ventura che ne fece Massimo d'Azeglio nel romanzo Ettore Fieramosca o La disfida di Barletta del 1883. Assieme a Ettore Fieramosca fu protagonista della famosa disfida di Barletta, che il 13 febbraio 1503 vide tredici guerrieri italiani confrontarsi con altrettanti francesi nell'ambito del conflitto tra Spagna e Francia per il possesso del Regno di Napoli. Secondo alcuni storici Fanfulla ebbe un ruolo decisivo nello scontro. Il Loffredo sosteneva che i francesi ebbero difficoltà per lo "strazio che de' loro cavalli vedean fatto dal Capoccio, dal Bracalone, dal Fanfulla" mentre il Giovio scriveva "Pareva nondimeno pareggiata la battaglia, ma con animo grande il Bracalone e dopo di lui il Fanfulla, cadendo loro i cavalli, rimasi a piedi, subito dato di mano agli spiedi, e valorosamente forando gli uomini e i cavalli, fecero inclinare la vittoria". Al termine dello scontro, viene armato cavaliere dal potestà spagnolo Consalvo di Cordoba.

Fanfulla è considerato uno dei simboli della città di Lodi e del suo territorio e per questo motivo molte società sportive lodigiane portano il suo nome: tra le principali si ricordano l'A.S.Ginnastica e Scherma Fanfulla 1874[1], l'Associazione Calcio Fanfulla 1874 e l'Atletica Fanfulla. Anche gli Amaretti Fanfullini, prodotto tipico di Lodi, devono il proprio nome a Fanfulla.

A Lecce, in piazzetta Raimondello Orsini, è presente una statua bronzea realizzata dallo scultore salentino Antonio Bortone.

Citazioni celebri

Hanno detto di lui:

  • "Il guerriero svelto di corpo e bizzarro d'ingegno, il cavaliere di ventura ricco d'ardimento, con qualche macchia forse, ma sicuramente senza paura e con una carica enorme di simpatia, vero simbolo dell'umano e italiano saper vivere" (Massimo D'Azeglio).
  • "Uomo valoroso. Disprezzava ogni pericolo della vita in battaglia"[2].
  • "Di animo altero e superbo"[2].
  • "Sprezzante d'ogni pericolo in battaglia" (Paolo Giovio).
  • "Fanfulla è il versante estroso ed imprevisto di una Lodi altrimenti nota come paciosa e lentigrada; la vitalità però c'è, esiste, si manifesta e sicuramente in campo sportivo. Quel poco o tanto di Fanfulla, spadaccino di buona ventura, che c'è ancora in tutti noi lodigiani, deve spingerci a far rinascere lo sport a Lodi" (Age Bassi, Lodi fra storia e cronaca, 1919-1945).

Riferimenti nella cultura di massa

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Note

Bibliografia

  • Massimo D'Azeglio, Ettore Fieramosca o La disfida di Barletta, 1833. [1]
  • Napoleone Gotti, Fanfulla, 1875, pubblicato da in appendice al periodico satirico "Il Fanfulla" fondato a Firenze nel 1870 e attivo a Roma dal 1871 al 1899.
  • Pia Piccoli Addoli, Il romanzo di Fanfulla (una sintesi riccamente illustrata da Gustavino dei due romanzi di Massimo D'Azeglio), 1940, UTET.
  • Pietro Novati, Fanfulla da Lodi, 1982, Ed. Lodigraf.

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