La variante di Lüneburg

romanzo scritto da Paolo Maurensig
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La variante di Lüneburg è un romanzo di Paolo Maurensig scritto nel 1993.

La variante di Lüneburg
AutorePaolo Maurensig
1ª ed. originale1993
Genereromanzo
Lingua originaleitaliano

Trama

Il filo rosso della narrazione è costituito dal tema degli scacchi, la cui leggendaria storia fa anche da prologo al romanzo. Dieter Frisch, un ricco uomo d'affari sui sessanta anni, grande appassionato di scacchi, viene ucciso. Un lungo flash-back spiega le cause e le modalità di questo decesso. Su un treno, dove il signor Frisch sta viaggiando, la sera del venerdì precedente la sua morte, egli sta giocando, come al solito, una partita a scacchi con un suo collaboratore, quando nel loro scompartimento un giovane entra ed inizia a seguire la loro partita. Più tardi Frisch rivolgerà la parola a questo ragazzo, Hans Mayer, scoprendo che il ragazzo è un campione di scacchi. Inizia qui la storia di Hans, che racconta come si è avvicinato al mondo degli scacchi, e come un certo Tabori («un uomo che ha giocato all’inferno») gli abbia fatto da maestro, portandolo ai massimi livelli di gioco, per poi sparire nel nulla. Hans, dopo due anni di totale dedizione agli scacchi, orfano del suo "tutore", non riesce più a giocare, ha addirittura una crisi di nervi ogni volta che si confronta con la scacchiera. Tabori finalmente, dopo un anno, si fa vivo. È stato male e probabilmente non ha più molto da vivere; vorrebbe adottare Hans, e svelargli il suo misterioso passato. Ascoltato il racconto di Tabori, Hans deciderà di vendicare il suo padre adottivo: deve trovare un uomo e raccontargli una storia. La storia di Tabori: nato in una famiglia ebrea dove il gioco degli scacchi era una tradizione che si tramandava di padre in figlio, fin dalla più tenera età si dimostrò versatissimo al gioco. Una volta entrato nel circuito dei tornei, ebbe un grosso successo, ma i tempi stavano cambiando e l’ascesa del nazismo portò ben presto l’antisemitismo anche nell’ambiente degli scacchi. Il primo con cui Tabori ebbe a scontrarsi fu un ragazzo che lo disprezzava perché egli era ebreo. Questo fu solo il primo episodio di tanti, fino a che il precipitare degli eventi, lo condusse in un campo di concentramento. Qui, nell’abbrutimento più totale, Tabori non trovò altro modo di rimanere lucido se non quello di concentrare la sua mente sugli scacchi, iniziando a giocare un’interminabile partita contro un immaginario essere supremo. Un giorno venne convocato da un alto ufficiale del campo, che si sarebbe rivelato essere quello stesso ragazzo che era il suo peggior nemico al tempo dei tornei di scacchi. L’ufficiale non aveva nessuno al proprio livello con cui confrontarsi, e ordinò quindi al prigioniero di diventare il suo avversario. Tabori però temeva la vittoria, non potendo immaginare la reazione di quest'uomo che aveva potere di vita e di morte su di lui. Tre volte Tabori non ebbe il coraggio di vincere, e per tre volte di notte fu costretto ad assistere ad orrende esecuzioni di altri internati. Quando, finalmente, ottenne spiegazioni, divenne chiaro che l’ufficiale nazista usava, come posta in gioco, la vita di altri prigionieri. Da quel momento ebbe inizio, tra i due antagonisti, una gara senza respiro che durò fino alla liberazione del campo da parte degliAlleati.

Approfondimenti

Il ritmo del romanzo è serratissimo, è come un thriller, soprattutto la parte del campo di concentramento, dove ci ritroviamo solo nelle ultime pagine: all’improvviso siamo immersi in un luogo dove „la vita vale meno di una fava“ e la violenza è all’ordine del giorno, in questo punto la tensione è veramente altissima. C’è anche l’elemento tipico dei gialli, perché fino alla fine noi non riusciamo a capire con precisione come muore Frisch: in che modo il racconto di Hans lo ha spinto al suicidio? Sembra quasi che alla fine del racconto della storia di Tabori, Hans abbia giocato una partita (che non ci viene raccontata perché ne conosciamo già il risultato) contro Frisch e che abbia vinto grazie alla variante di Lüneburg. Partita in cui questa volta la posta in gioco era la vita dei due giocatori, quindi Frisch una volta tornato a casa non può fare altro che suicidarsi. Alcuni elementi del genere fantastico danno inoltre al racconto il tono di una leggenda (così come la narrazione si apre con una leggenda). Ad esempio quella „sorta di facoltà di chiaroveggenza“ di Tabori, che dice: „Quand’ero bambino avevo la facoltà di scoprire il grado d’influenza che il gioco esercitava sull’individuo che mi stava dinanzi, solo fissandolo qui, in mezzo alla fronte“ . Queste affermazioni danno al racconto una sfumatura d’irrealtà, così come la descrizione della „Scacchiera del dolore“, quando Hans ci dice: “restai folgorato - letteralmente folgorato “. Per non parlare della storia che Tabori ci racconta: „un nostro avo...si era giocato e aveva perso a scacchi un carico... aveva voluto che da allora ogni primogenito della sua schiatta eccellesse in questo gioco“ , qui siamo nell’ambito della tradizione orale delle favole.

È interessante notare che l’incontro tra Hans e Frisch sul treno, si sviluppa come una partita: Hans cerca di attirare l’attenzione di Frisch, per coinvolgerlo nel racconto, ed esulta quando sente di esserci riuscito ( „Era la mossa che Mayer aspettava....gli succedeva la stessa cosa quando giocava a scacchi“ ), quando poi restano soli Hans cambia posto „mettendosi di fronte all’altro come un avversario, con il fare di chi si appresti a concludere rapidamente la partita “. Infine quando Frisch gli chiede: „..Quel Tabori, l’ha più rivisto?“, „trasparve l’intima soddisfazione dello scacchista che veda realizzarsi...mossa dopo mossa, tutto ciò che aveva previsto e pensi: Ecco il finale! “ ora può finalmente compiere la sua vendetta e raccontare la storia di Tabori:„Avrei dovuto portare la partita fino in fondo “. Da queste frasi possiamo capire che tra i due si sta svolgendo una battaglia, e che anche se non giocano una partita sulla scacchiera, ne giocano in realtà una durante tutto il loro incontro.

Frisch all’inizio del romanzo dice: „Quale amore o compassione si può provare per un pezzo di scacchi sacrificato al gioco?“ “Colto da un’incontenibile nostalgia per il passato: tutti stavano ormai sguazzando nella loro sconfitta “. Si tratta della sconfitta nazista. Da queste poche frasi riusciamo a capire che lui non è pentito di quello che ha fatto, anzi prova un certo rimpianto per i vecchi tempi, in altre parole è ancora un nazista in tutto e per tutto. Questa condizione giustifica una punizione ad una tale distanza di tempo su un uomo che ci viene inizialmente descritto come una distinto signore anziano (vedi il caso Priebke in Italia ). Egli infatti non prova alcun senso di colpa, ha solo la consapevolezza di avere dei nemici, e teme perciò un attentato: „se doveva temere qualcosa era solo dai vecchi“.

Le vicende di Hans e quelle di Tabori spesso si svolgono parallelamente: a) Tutti e due chiedono spontaneamente al proprio maestro di essere iniziati al mondo degli scacchi ( Hans a Tabori dice „vorrei che m’insegnasse a giocare a scacchi“, e Tabori al padre: “chiesi a mio padre d’insegnarmi a giocare a scacchi“); b) tutti e due hanno un crollo in una camera d’albergo e tutti e due vengono mandati via dal direttore ; c) da notare che Hans da piccolo abbia visto un nano giocare a scacchi scambiandolo per un bambino ( „quello che mi era sembrato un bambino era in realtà un adulto: un nano“ ), e che al contrario Tabori da bambino veniva scambiato per un nano che sapeva giocare bene a scacchi ( “chi sosteneva che non avevo 11 anni, bensì trenta, e che ero un nano camuffato da bambino“ ).

Critica

Il romanzo deve certamente molto della sua ispirazione alla Novella degli scacchi di Stefan Zweig, di cui per certi versi ricalca esattamente molti elementi[1]; del resto Maurensig ha ammesso di avere letto e studiato Zweig[2].

Il ritmo da thriller del romanzo trova il suo culmine nella parte ambientata nel campo di concentramento di Bergen Belsen, che descrive un luogo dove «la vita vale meno di una manciata di fave» e la violenza è all'ordine del giorno.

Alcuni elementi del genere fantastico danno inoltre al racconto il tono di una leggenda (così come la narrazione si apre con una leggenda).

Edizioni

Note

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