Robson è una tecnologia sviluppata da Intel che, nelle intenzioni del produttore, è destinata a cambiare radicalmente le prestazioni dei PC portatili nell'utilizzo quotidiano a partire dal 2007.

A marzo 2006 Intel ha annunciato anche Snowgrass, una tecnologia molto simile a Robson, ma pensata espressamente per essere integrata nelle motherboard desktop.

Principi di funzionamento

Il nome completo di questa tecnologia è Robson NVM Cache Technology, ed è basata sull'utilizzo di una particolare memoria di sistema non volatile che opera in maniera analoga ad una cache. Questa memoria, registrando al proprio interno le informazioni e i dati che vengono tipicamente richiesti dal sistema, permette di velocizzarne l'esecuzione essendo di gran lunga più veloce degli hard disk moderni, i quali sarebbero mantenuti come grande memoria dati del sistema. La conseguenza è una risposta maggiormente pronta da parte del sistema e attese molto più ridotte nell'esecuzione delle ordinarie operazioni (Intel parla in questo caso di "Application Boost" da parte della tecnologia Robson), nonché il vantaggio di precaricare il sistema operativo diminuendo le attese all'accensione di quest'ultimo (in questo caso invece si parla di "Ready Disk"). I test hanno evidenziato che l'avvio del sistema operativo viene ridotto della metà rispetto all'utilizzo del solo disco rigido, circa 30 secondi. Intel ha dichiarato che, nelle sue intenzioni, l'utilizzo di Robson dovrebbe consentire di aprire qualunque applicazione in un tempo ridotto della metà rispetto a quello necessario senza l'utilizzo di questa memoria aggiuntiva, e il ripristino dallo stato di "sospensione" di un notebook dovrebbe avvenire anch'esso ridotto del 50%. A sostegno della sua tesi Intel ha evidenziato come le prestazioni dei processori negli ultimi 10 anni siano aumentate di ben 30 volte, mentre quelle degli hard disk solo di 1,5 volte.

In aggiunta ai vantaggi "velocistici" ve ne sono anche dal punto di vista della vita utile dell'hard disk che subirebbe un numero di accessi decisamente ridotto, con la possibilità addirittura di spegnere, in certi frangenti, tale unità per poi riaccenderla o per accedere a dati non contenuti nella memoria flash oppure per scriverci in un'unica volta una serie di files accumulati durante l'utilizzo del computer, invce che scriverli uno alla volta come accade nei sistemi sprovvisti della tecnologia Robson. Gli hard disk odierni possono consumare infatti fino al 20% su un sistema medio. Se la memoria flash può immagazzinare tutti i piccoli file a cui ha accesso in modo permanente il computer, l'hard disk sarà chiamato in causa meno frequentemente, tramutando i minori consumi in 15-30 minuti in più di batteria disponibili.

Implementazione hardware

Dal punto di vista hardware si tratta di un connubio tra parte hardware e software che prevede l'utilizzo di una memoria NAND Flash con capacità variabile da 64 MB sino a 4 GB, un nuovo controller e driver appositamente sviluppati che effettuano un "pre-caching" (ovvero un "pre-caricamanento") delle informazioni che potranno essere richieste dall'utilizzatore dall'hard disk in questa memoria.

Nella dimostrazione fatta da Intel a ottobre 2005, tale memoria era collegata al PC portatile per mezzo di uno slot mini-PCI; è presumibile però che a breve questo verrà soppiantato da uno di tipo mini-PCI Express, in grado di fornire una superiore banda passante complessiva al sistema. Sono previste inoltre implementazioni direttamente sulla motherboard e in futuro, quando il processo di miniaturizzazione lo consentirà, addirittura integrate nel southbridge del chipset.

I primi risultati

Nel corso della dimostrazione citata in precedenza, utilizzando un quantitativo di memoria Flash da 512 MB (dimensione consigliata da Intel come ottima nel rapporto costo/prestazioni), il sistema con tecnologia Robson è stato in grado di avviare un'applicazione dopo 2,9 secondi dal comando dato dall'utente. La stessa operazione, in un notebook identico ma sprovvisto di tale tecnologia, ha richiesto 8 secondi di tempo.

Al Computex di Taipei di giugno 2006 una nuova dimostrazione da parte di Intel ha riguardato la versione beta di Windows Vista in cui venivano aperti dozzine di programmi e più task. Su un sistema normale l'avvio di tutti i programmi ha richiesto 2 minuti e 45 secondi, sul sistema dotato della tecnologia Robson solamente 1 minuto e 10 secondi. È necessario tenere presente però che la versione di Windows Vista utilizzata era una vecchia beta, in quanto l'ultima versione disponibile presenta una serie di problemi di stabilità. Sembra quindi che sia necessario ancora molto lavoro da parte sia di Intel che di Microsoft per riuscire a rendere l'utilizzo di questa tecnologia disponibile al vasto pubblico.

L'arrivo di Robson sul mercato

A febbraio 2006 sono emerse alcune voci secondo cui Intel avrebbe deciso di implementare la tecnologia Robson nella sua futura piattaforma mobile per i sistemi Centrino Duo basati sul processore con core Merom, il successore della CPU Yonah alla base dei primi processori dual core destinati ai portatili, Core Duo. Tale piattaforma, destinata a prendere il posto dell'attuale Napa, è conosciuta con il nome di Santa Rosa e arriverà sui mercati nel mese di marzo 2007. Malgrado gli attuali problemi di compatibilità con le versioni preliminari di Windows Vista, Intel si è dichiarata ottimista sulla possibilità che per i primi mesi del 2007 tutti i problemi vengano risolti.

Il costo di implementazione della tecnologia Robson, da parte dei produttori, dovrebbe partire da circa 20 $ per il modello con meno memoria, di conseguenza non dovrebbero esserci grossi rincari per quanto riguarda i consumatori finali.

Per quanto riguarda l'implementazione per il mondo dei Macintel, ovvero gli ultimi sistemi di Apple basati sul processore Core Duo di Intel, non è stato annunciato nulla, ma tutto fa pensare che in futuro anche questi sistemi beneficeranno della nuova tecnologia.

Progetti simili di altre case

Intel non è la sola compagnia che sta sperimentando la memoria flash per incrementare le prestazioni e ridurre i consumi energetici. Per esempio, Samsung ha svelato un hard disk ibrido nel corso del 2005 che combina fino a 1 GB di memoria flash con gli hard disk tradizionali. A giugno 2006 anche Seagate ha annunciato lo sviluppo di un hard disk ibrido in tutto analogo a quello di Samsung.

Microsoft sta utilizzando la memoria flash per migliorare le prestazioni dei computer. L'azienda ha anche descritto la caratteristica "SuperFetch" di Windows Vista, la quale caricherà precedentemente le librerie di sistema più utilizzate durante il normale avvio del sistema operativo. Le periferiche di archiviazione, come le chiavette USB potranno essere utilizzate per estendere lo spazio di memoria virtuale del computer, cioè come cache di sistema.

Intel: perché Robson è migliore delle altre tecnologie analoghe

Sulla scia delle dichiarazioni di Samsung e Microsoft, Intel ha voluto sottolineare come la tecnologia Robson permetta di fruire di tutte le funzionalità, legate all'uso di memoria flash, integrate in Windows Vista, contemporaneamente. Il primo vantaggio risiede nella possibilità di sfruttare i benefici del ReadyDrive senza disporre di un disco ibrido. Allo stesso tempo il quantitativo di memoria fungerebbe anche da cache di sistema, rendendo di fatto inutile l'utilizzo di periferiche esterne. Altro vantaggio consisterebbe nell'aggiornabilità dei moduli Robson, inseriti sulla scheda madre in stile modulo RAM e non saldato. Questo permetterebbe l'aggiornamento del quantitativo di memoria, qualora vi fosse l'esigenza di qualcosa in più.

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