Associazione Calcio ChievoVerona
L'Associazione Calcio ChievoVerona, comunemente nota come ChievoVerona o più semplicemente come Chievo, è una società calcistica italiana con sede nella città di Verona, più precisamente nell'omonima frazione. Fondata nel 1929 e ricostituitasi nel 1948,[1] milita in Serie A.
AC ChievoVerona Calcio ![]() | |
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Clivensi, Squadra della diga, Mussi volanti | |
Segni distintivi | |
Uniformi di gara | |
Colori sociali | ![]() |
Simboli | Cangrande della Scala, Diga |
Inno | Vola con noi Sonohra |
Dati societari | |
Città | Verona (Chievo) |
Nazione | ![]() |
Confederazione | UEFA |
Federazione | ![]() |
Campionato | Serie A |
Fondazione | 1929 |
Scioglimento | 1936 |
Rifondazione | 1948 |
Presidente | ![]() |
Allenatore | ![]() |
Stadio | Marcantonio Bentegodi (39.211 posti) |
Sito web | chievocalcio.tv |
Palmarès | |
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Titoli nazionali | 1 Campionato di Serie B 1 Campionato di Serie C1 1 Campionato di Serie C2 1 Campionato Interregionale |
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Si invita a seguire il modello di voce |
Il Chievo costituisce un unicum nel panorama calcistico italiano, essendo l'unico club proveniente dalle categorie regionali minori ad aver scalato l'intera piramide calcistica nazionale fino a giungere in A:[2] il sodalizio clivense è stato protagonista, nel tempo, di una notevole risalita dalle serie dilettantistiche, fino ad arrivare al vertice del calcio professionistico; conquistata la promozione in Serie C2 nel 1986, la società ha conosciuto una rapida ascesa, approdando dapprima nel 1989 in C1, e poi nel 1994 in B. Grazie alla storica promozione in Serie A, nel 2001 fu al centro di una grande attenzione mediatica e divenne conosciuto al grande pubblico: l'arrivo al vertice del calcio italiano di una formazione di quartiere veniva visto come una grande impresa e l'oculata gestione societaria del Chievo venne, da più parti, presa a modello.[3][4] Nel 2002 debuttò anche nel calcio europeo, disputando la Coppa UEFA, mentre nel 2006 prese parte ai preliminari della UEFA Champions League.[5] Il 30 gennaio 2011, nella partita Brescia-Chievo, la squadra clivense ha raggiunto le cento vittorie in massima serie.[6]
In dialetto veneto la squadra è chiamata El Céo,[7] anche se il soprannome più noto nel resto d'Italia è quello dei Mussi o I mussi che voła (vale a dire "Gli asini volanti"), ironicamente attribuitosi dagli stessi clivensi in risposta ad uno sfottò della tifoseria rivale dell'Hellas Verona.[8][9] La stampa veronese, spesso, fa riferimento alla formazione clivense definendola la squadra della diga; ciò è dovuto alla presenza, a Chievo, di un ponte diga sul fiume Adige, che col tempo è finito per diventare uno dei simboli non ufficiali del club.
Storia
Anni venti e trenta
L'Opera Nazionale Dopolavoro Chievo nacque nel 1929 su iniziativa di un gruppo di appassionati calcistici del borgo di Chievo, situato alle porte di Verona.[10][11] I colori sociali originari erano blu ed il bianco, ad alternanza su una maglia a quadri, con pantaloncini bianchi. All'inizio la società non fu ufficialmente affiliata alla FIGC, limitandosi a giocare amichevoli.
Dal 1931 il blu diventerà celeste, tant'è che, per molti anni, i giocatori di Chievo vennero chiamati i biancocelesti. L'8 novembre 1931, il Chievo giocò la sua prima partita ufficiale, contro il Domegliara, vincendola. Tuttavia, su reclamo degli avversari, la partita venne annullata (il recupero fu vinto dal Domegliara per 2-1). Nel 1933 la squadra vinse il Campionato Provinciale Liberi, accedendo alle finali venete, dove arrivò seconda. La squadra replicò il successo nella fase Provinciale due anni dopo. L'attività dell'O.N.D. Chievo terminò nel 1936, in seguito a irrisolti problemi finanziari che perduravano da diversi mesi.
Anni quaranta e cinquanta
Al termine della seconda guerra mondiale, nel 1948 la società venne rifondata come A.C. Chievo e si iscrisse alla Seconda Divisione.
Nel campionato 1950-1951 la squadra vinse il campionato regionale di Seconda Divisione. Nell'aprile 1952 fece il suo debutto in squadra Bruno Vantini, detentore del primato di reti con la maglia del club (che giocò con la maglia del Chievo fino al 1971). Nel 1957 la squadra si spostò intanto nel campo parrocchiale "Carlantonio Bottagisio", dove furono giocate le partite interne fino al 1986. Nel 1959, in seguito alla ristrutturazione dei campionati nazionali, il Chievo fu ammesso a giocare in Seconda Categoria; sempre in quell'anno, la squadra cambiò la denominazione, diventando Cardi Chievo (dal nome del nuovo sponsor), ed ottenne rapidamente la promozione in Prima Categoria. Il Chievo restò in questa serie fino al 1963, quando subì la prima retrocessione della sua storia.
Anni sessanta e settanta
Nel 1964 Luigi Campedelli, uomo d'affari e proprietario della Paluani, divenne presidente del Chievo. Nel corso degli anni successivi, egli cedette la carica presidenziale, pur rimanendo patron della società. Solo nel 1990 riassunse anche la carica di presidente. Sotto la gestione Campedelli il Chievo raggiunse il mondo professionistico, scalando poco a poco la piramide calcistica italiana. Nel 1965 i clivensi vinsero il campionato di Seconda Categoria ed ottennero la promozione. Dopo due stagioni in Prima Categoria, la squadra retrocesse nuovamente nel 1967. Nella stagione 1967-1968 il Chievo vinse ancora una volta il campionato di Seconda Categoria, trascinato dalle 19 reti dell'attaccante Bruno Vantini. Tuttavia la squadra decise di rinunciare alla promozione per problemi economici. Giocò ancora nella Seconda Categoria, vincendola anche nel 1969.
Nel 1970 il Chievo concluse in ottava posizione il campionato di Prima Categoria, cosa che gli consentì di poter partecipare alla Promozione nella stagione seguente. Dopo cinque stagioni in Promozione, nel 1975 i clivensi, guidati dal tecnico Nicola Ciccolo, vinsero il campionato, conquistando l'accesso alla Serie D. Nonostante il successo sul campo, il momento era delicato finanziariamente, in seguito all'abbandono dello sponsor Cardi. La squadra (che tornò a chiamarsi semplicemente A.C. Chievo), riuscì a superare le difficoltà e, nel 1976, concluse al decimo posto il suo primo campionato in D. All'inizio della stagione 1978-1979 la formazione venne affidata a Carlo De Angelis. L'annata 1979-1980 fu particolarmente difficile. L'allenatore De Angelis venne esonerato, sostituito da Angelo Barbi e successivamente richiamato. Ottennero la salvezza soltanto all'ultima giornata.
Anni ottanta e novanta
Nell'estate 1980 la squadra passò in consegna al tecnico Dario Baruffi, che la allenò fino al 1984. Nel 1981 la squadra prese il nome di Paluani Chievo, dal nome dello sponsor Paluani. Nella stagione 1984-1985 l'allenatore fu Emilio Zanotti, mentre nel 1985 venne richiamato in panchina Carlo De Angelis. Nel campionato 1985-1986 il Chievo si mantenne sempre nelle prime posizioni, contendondosi il primato col Bassano. Al termine del campionato, le due squadre dovettero disputare uno spareggio promozione a Brescia, che vide prevalere la squadra vicentina. Tuttavia, il 13 giugno 1986 una sentenza condannò il Bassano per illecito sportivo e il Chievo ottenne la promozione in Serie C2. Nel 1986, la squadra tornò a chiamarsi semplicemente A.C. Chievo e iniziò a giocare le gare interne allo Stadio "Bentegodi" di Verona. Nei tre campionati di Serie C2, la compagine veronese si piazzò per due volte al quarto posto (1987, 1988) e ottenne la promozione nel 1989, in seguito alla vittoria del proprio girone. Sulla panchina clivense succedettero a De Angelis, dimessosi nell'estate 1987, prima Luigi Busatta, che guidò la squadra nel 1988-1989, poi Gianni Bui, che portò il Chievo in Serie C1. In questi campionati fu fondamentale per la squadra l'apporto, in termine di reti, della coppia d'attacco Fiorio-Folli.
Nel 1990 Luigi Campedelli tornò presidente della società. Per identificare maggiormente la formazione con la città, egli decise di mutare la denominazione in A.C. ChievoVerona. In C1, per le prime due stagioni venne riconfermato Bui alla guida della squadra, che terminò al sesto posto in classifica nel 1990, mentre nel 1991 ottenne la salvezza all'ultima giornata e chiuse quattordicesima. La stagione 1991-1992 vide la terza chiamata di Carlo De Angelis sulla panchina del Chievo. La squadra si piazzò settima alla fine del campionato e l'attaccante clivense Riccardo Gori vinse la classifica marcatori con 13 reti. Il 15 settembre 1992 il presidente Luigi Campedelli morì improvvisamente per un attacco cardiaco. A succedergli nella guida della società fu il figlio Luca. Nel 1993 il Chievo terminò nuovamente settimo. Per la stagione successiva, Alberto Malesani fu nominato nuovo allenatore e il Chievo chiuse al primo posto nel girone conquistando la promozione in Serie B. Il ciclo di Malesani alla guida della squadra durò fino al termine del campionato cadetto 1996-1997. Nelle prime due stagioni in Serie B la squadra si piazzò al tredicesimo (1994-1995) e al quattordicesimo posto (1995-1996) e disputò i primi Derby della storia contro l'Hellas Verona. Il Chievo fu molto competitivo nel campionato 1996-1997, arrivando ad ambire alla promozione in Serie A, e si piazzò settimo. L'attaccante Raffaele Cerbone segnò 20 reti, ottenendo le prime posizioni della classifica marcatori. Nella stagione 1997-1998 fu Silvio Baldini a sostituire Malesani (passato alla Fiorentina) in panchina. Il Chievo terminò al decimo posto in campionato e Baldini lasciò la squadra. Per la stagione 1998-1999 la squadra fu affidata a Domenico Caso, il quale, tuttavia, venne sollevato dall'incarico a dicembre, a causa dei cattivi risultati conseguiti.[12] Il tecnico venne sostituito da Lorenzo Balestro e Luciano Miani. La coppia di allenatori riuscì a centrare la salvezza (la squadra chiuse undicesima) e venne riconfermata anche per il campionato 1999-2000, che il Chievo terminò al quindicesimo posto.
Anni duemila
Nell'estate del 2000, venne nominato nuovo allenatore Luigi Delneri, il quale aprì un ciclo di quattro anni e portò la squadra dalla serie cadetta alla qualificazione in Coppa UEFA. Nel campionato di Serie B 2000-2001 la squadra chiuse al terzo posto e fu promossa in Serie A.
Il rendimento sorprendente nella prima stagione di massima serie portò la squadra al centro di una grande attenzione mediatica. La stampa iniziò a parlare di Miracolo Chievo. Il quinto posto nella Serie A 2001-2002, frutto di 54 punti (14 gare vinte, 12 pareggiate e 8 perse; 57 gol messi a segno e 52 subiti),[14] consentì alla squadra di partecipare alla Coppa UEFA 2002-2003, dove uscì al primo turno contro la Stella Rossa. Nella seconda e nella terza stagione in A della sua storia, il Chievo ottenne un settimo (2002-2003) ed un nono posto (2003-2004). Nel 2004 Delneri lasciò il Chievo e fu sostituito da Mario Beretta. Tuttavia, il tecnico milanese non concluse la stagione 2004-2005, venendo esonerato a tre giornate dal termine, con la squadra in piena lotta per non retrocedere. Al suo posto fu chiamato Maurizio D'Angelo, ex bandiera della squadra, che riuscì a salvare il Chievo dalla retrocessione. Per la stagione 2005-2006, la dirigenza decise di affidare la squadra a Giuseppe Pillon. Il Chievo era settimo alla fine del campionato, ma, dopo i fatti di Calciopoli e il conseguente sconvolgimento della classifica, scalò alcune posizioni ritrovandosi al quarto posto. Ciò consentì alla formazione clivense di disputare il terzo turno preliminare della Champions League 2006-2007, dalla quale fu subito eliminata per mano dei bulgari del Levski Sofia. Il Chievo passò dalla Champions League alla Coppa UEFA. I portoghesi dello Sporting Braga posero fine al cammino europeo della squadra veronese nel doppio confronto del primo turno. Queste eliminazioni, ma soprattutto l'avvio negativo in campionato,[15] convinsero i dirigenti a esonerare Pillon e a richiamare Luigi Delneri. Il tentativo dell'artefice del Miracolo Chievo di risollevare le sorti della squadra fu vano: il Chievo chiuse in diciottesima posizione e retrocesse in B.
Nella stagione 2007-2008 la squadra, guidata da Giuseppe Iachini, vinse il campionato e ottenne un immediato ritorno in A. Sergio Pellissier, autore di 22 reti, chiuse ai primi posti della classifica marcatori. Nel campionato 2008-2009, la dirigenza esonerò Iachini in novembre, con la squadra in fondo alla classifica. Al suo posto fu chiamato Domenico Di Carlo, il quale, soprattutto grazie ai punti realizzati nel girone di ritorno, riuscì a centrare l'obiettivo salvezza. Nella stagione 2009-2010 il ChievoVerona chiuse il girone d'andata a metà classifica, mantentendo sempre una decina di punti sulla zona retrocessione. La salvezza matematica arrivò con ben quattro giornate di anticipo, il 25 aprile a Firenze dopo aver battuto per 2 a 0 la Fiorentina. Alla fine il Chievo terminò la stagione al 14º posto, con 44 punti.
Anni duemiladieci
La stagione 2010-2011, sotto la guida tecnica di Stefano Pioli, che sostituisce Di Carlo accasato alla Sampdoria, vede il Chievo solitario in testa alla classifica a pieni punti dopo due giornate. Il 30 gennaio 2011, con la vittoria per 3-0 sul Brescia il Chievo festeggiò la 100ª vittoria in serie A; tornarono, allora, alla mente le parole pronunciate da Luigi Delneri il giorno della prima vittoria nel massimo campionato italiano avvenuta nell'agosto del 2001:
Successivamente si assestano su posizioni di metà classifica, fino al raggiungimento della salvezza con due giornate d'anticipo, pareggiando a Torino con la Juventus per 2-2 e chiudendo in 11ª posizione a 46 punti. Durante la stagione il Chievo raccoglie risultati importanti, come la doppia vittoria con il Napoli, i due pareggi con la Juventus, il punto con la Roma e la vittoria in casa con l'Inter. Nella stagione 2011-12 il Chievo, sotto la guida di Domenico Di Carlo, riesce a chiudere la stagione con 49 punti, al decimo posto. Da sottolineare sono i due pareggi ottenuti con la Juventus (che finì la stagione imbattuta), la vittoria col Napoli e il doppio successo col Catania. In questa stagione, inoltre, il capitano del Chievo Sergio Pellissier segnò, nella partita di ritorno col Novara, il suo 100° gol in maglia gialloblu. Il Chievo sfiorò anche la semifinale di Coppa Italia venendo eliminato beffardamente nei quarti di finale contro il Siena. La stagione 2012-2013 inizia ancora con Di Carlo in panchina ma dopo 5 sconfitte consecutive rimediate dalla seconda alla settima giornata di campionato il 2 ottobre l'allenatore viene esonerato e sostituito con l'ex centrocampista gialloblù Eugenio Corini. Il Chievo chiude la stagione con 45 punti, al dodicesimo posto; i risultati più importanti dell'anno sono le due vittorie con la Roma, quella con la Lazio e quella col Napoli. Al termine del campionato non viene trovato l'accordo con Corini per il rinnovo del contratto: il nuovo allenatore del Chievo nella stagione 2013-2014 sarà Giuseppe Sannino. Il campionato inizia con un pareggio 0-0 al Tardini contro il Parma; nelle prime 12 giornate il Chievo va però incontro a notevoli difficoltà che lo portano ad occupare l'ultima posizione in solitaria: il 12 novembre, dopo uno 0-0 interno col Milan, Sannino viene esonerato e al suo posto torna Corini. La prima partita della sua nuova gestione, il 23 novembre, vede il Chievo vincere 1-0 nel derby di Verona; prosegue quindi la risalita in classifica vincendo le due partite successive. In questo periodo il Chievo non subisce gol per 5 partite, stabilendo un nuovo record di imbattibilità del portiere.
Cronistoria
Cronistoria dell'Associazione Calcio ChievoVerona | |
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Colori e simboli
Colori
Nella storia della società clivense, due sono state le colorazioni principali della maglia del club: il biancoazzurro, utilizzato fino al 1956, ed il gialloblù, tuttora in uso. Nella stagione 1948-1949, i dirigenti, a causa delle ristrettezze economiche della squadra, appena rifondata, acquistarono maglie rossoblu.[16] Questa divisa venne utilizzata soltanto per un campionato (già dalla stagione successiva il Chievo tornò ad indossare maglie biancocelesti).
Di seguito sono riportati i modelli principali delle divise del ChievoVerona dal 1929 ad oggi:
Simboli ufficiali
Stemma
Dagli anni ottanta è presente sulle prime maglie ufficiali il simbolo di Cangrande I della Scala.
Fonte di numerose polemiche, protrattesi nel tempo, è stata l'associazione del simbolo della Scala degli Scaligeri al ChievoVerona. Negli anni duemiladieci, l'utilizzo è stato rivendicato dai sostenitori dell'Hellas Verona e ritenuto un plagio, poiché dal 1971 è questo il principale stemma della società rivale e dei suoi supporter, le Brigate Gialloblu. Successivamente ad un comunicato della curva Sud dell'Hellas,[17] nel 2011 il presidente clivense Luca Campedelli ha risposto in merito, precisando che non solo il simbolo rappresenta la città tutta in quanto effigie della famiglia scaligera, ma che la Scala è presente fin dagli anni trenta sulle maglie del ChievoVerona (come hanno testimoniato fotografie d'epoca); la rivendicazione sarebbe quindi da considerarsi solo come un fenomeno di "invidia" e "disturbo" verso il club.[18]
Da notare che alcuni tifosi clivensi – anche se consapevoli dei simboli originariamente utilizzati – preferiscono farsi riconoscere attraverso i colori bianco e celeste, o attraverso il simbolo della diga di Chievo.
Inno
L'inno ufficiale del Chievo si intitola Vola con noi, realizzato dai Sonohra nel settembre 2013.[19]
Strutture
Stadio
Il Chievo, durante la sua storia, ha giocato le partite interne di campionato su quattro diversi terreni di gioco. Da quando la squadra è nel calcio professionistico (1986), le partite casalinghe vengono disputate allo Stadio "Bentegodi" di Verona.
Sul campo "Stefani" il Chievo giocò la prima partita ufficiale della sua storia (l'8 novembre 1931) e vinse due Campionati Provinciali Liberi (nel '33 e nel '35). Nel periodo di utilizzo del campo "Cardi e Biondani" la squadra vinse il campionato di Seconda Divisione ('51) e disputò svariati tornei di Prima Divisione. Nel 1957, il Chievo cambiò ancora terreno di gioco e si spostò sul "Carlantonio Bottagisio", molto caro ai sostenitori clivensi, soprattutto quelli di vecchia data. Su questo campo di gioco, infatti, la squadra ha compiuto buona parte della scalata delle serie dilettantistiche. Prende nome dal cavalier Bottagisio, che cedette gratuitamente il terreno, di sua proprietà, alla parrocchia. Il parroco don Silvio Venturi aiutò la gente del paese nell'adattamento del terreno a campo di calcio. Tuttora, all'ingresso del “Bottagisio”, è presente la scritta “Campo sportivo parrocchiale”. Fu utilizzato per le partite interne di campionato dal 1957 al 1986. Durante questo periodo numerosi furono gli interventi di manutenzione. Oggi, il campo ospita partite e allenamenti di una parte delle giovanili, mentre la prima squadra vi disputa partite amichevoli soltanto in occasione di particolari eventi celebrativi. È situato in Chievo, a ridosso del fiume Adige. Nei ventinove anni di utilizzo del "Bottagisio", la squadra ottenne quattro promozioni dalla Seconda Categoria alla Prima ('60, '65, '69; la squadra rinunciò alla promozione ottenuta nel '68 per problemi di bilancio), due retrocessioni dalla Prima Categoria alla Seconda ('63, '67) e l'ammissione al campionato di Promozione ('70). Nel '75 ottenne la promozione in Serie D. Il "Bottagisio" ospitò le gare interne dei clivensi anche nel corso degli undici campionati di D giocati dalla squadra.
Nel 1986, il Chievo conquistò la promozione in C2. Il campo storico non era adeguato per ospitare partite professionistiche, quindi il Chievo andò a giocare al "Bentegodi". Risalgono al periodo di utilizzo di quest'impianto le promozioni in C1 ('89), B ('94) e A ('01, '08), oltre alla retrocessione in cadetteria del 2007. Il "Bentegodi" ha ospitato anche le gare interne del Chievo nelle manifestazioni europee: Champions League nel 2006, Coppa UEFA nel 2002 e nel 2006.
Centro di allenamento
Il ChievoVerona si allena presso il Centro Sportivo Veronello a Calmasino di Bardolino dal 1984, con l'eccezione del triennio 2010-2013, durante il quale la squadra si è allenata sui campi del Park Hotel Paradiso a Peschiera del Garda.[20] Il complesso sportivo di Veronello è intitolato a Saverio Garonzi, dirigente clivense dal 1983 al 1986[21], che ne commissionò la costruzione.[22]
Società
Nel corso degli anni, la società ha cambiato la propria denominazione in varie occasioni. In due periodi della sua storia (1959-1975 e 1981-1986), nella denominazione della squadra clivense è comparso il nome della ditta sponsorizzatrice. Nel 1990, l'allora presidente Luigi Campedelli decise di cambiare in ChievoVerona la denominazione del club, per identificarlo maggiormente con la città di Verona.
Periodo | Denominazione |
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1929 - 1936 | O.N.D. Chievo |
1948 - 1959 | A.C. Chievo |
1959 - 1975 | A.C. Cardi Chievo |
1975 - 1981 | A.C. Chievo |
1981 - 1986 | A.C. Paluani Chievo |
1986 - 1990 | A.C. Chievo |
dal 1990 | A.C. ChievoVerona |
Organigramma societario
- Luca Campedelli - Presidente
- Michele Cordioli - Vice presidente
- Giovanni Sartori - Responsabile area tecnica
- Marco Pacione - Team manager
- Fabio Moro - Assistant team manager
- Michele Sebastiani - Segretario generale
- Giancarlo Fiumi - Segretario onorario
- Lorenzo Balestro - Coordinatore area tecnica
- Enzo Zanin - Responsabile commerciale
- Simone Fiorini - Area commerciale
- Daniele Partelli - Area marketing
- Alberto L'Episcopo - Area marketing
- Federica Menegazzi - Addetto stampa
- Tommaso Franco - Addetto stampa
- Patrizio Binazzi - Travel manager
- Elisabetta Lenotti - Amministrazione
- Federica Oliboni - Amministrazione
- Maria Prearo - Amministrazione
- Giulia Maragni - Segreteria
- Marco Zamana - Biglietteria
- Diego Avanzi - Responsabile relazioni con i tifosi
Sponsor
- 1981-2003 Paluani
- 2003-2005 Paluani, Columbia TriStar Films Italia[24][25][26]
- 2005-2007 Paluani, Cattolica, Ferroli, Banca Popolare di Verona, Soglia Hotels
- 2007-2009 Paluani, Cattolica, Banca Popolare di Verona, Soglia Hotels
- 2009-2011 Paluani, Banca Popolare di Verona, Merkur-Win
- 2011-oggi Paluani, Banca Popolare di Verona, Midac Batteries
Allenatori e presidenti
- 1931-1932 Nestore Carli
- 1932-1933 Guido Busani
- 1933-1934 Severino Dal Pozzo
- 1934-1936 Alvise Laurini
- 1948-1949 Mario Brazzoli
- 1949-1950 Umberto Rognini
- 1950-1954 Lelio Cavalleri
- 1954-1955 Giuseppe Fraccaroli
- 1955-1957 Lelio Cavalleri
- 1957-1958 Guglielmo Dal Negro
- 1958-1959 Guglielmo Dal Negro, Carlo Dal Negro
- 1959-1960 Carlo Dal Negro
- 1960-1961 Carlo Dal Negro, Luigi Turrini
- 1961-1962 Lelio Cavalleri
- 1962-1963 Carlo Bonaconsa, Lelio Cavalleri
- 1963-1964 Lelio Cavalleri
- 1964-1967 Francesco Broggiato
- 1967-1968 Bruno Vantini
- 1968-1969 Lino Ottolini
- 1969-1970 Francesco Broggiato
- 1970-1971 Francesco Broggiato e Lino Ottolini
- 1971-1972 Lorenzo Ferrante e Ottolini, Broggiato
- 1972-1973 Gastone Roverato
- 1973-1974 Gastone Roverato, Nicola Ciccolo
- 1974-1978 Nicola Ciccolo
- 1978-1979 Carlo De Angelis
- 1979-1980 Carlo De Angelis, Angelo Barbi, Carlo De Angelis
- 1980-1984 Dario Baruffi
- 1984-1985 Emilio Zanotti
- 1985-1987 Carlo De Angelis
- 1987-1988 Pierluigi Busatta
- 1988-1991 Gianni Bui
- 1991-1993 Carlo De Angelis
- 1993-1997 Alberto Malesani
- 1997-1998 Silvio Baldini
- 1998-1999 Domenico Caso, Balestro e Miani
- 1999-2000 Lorenzo Balestro e Luciano Miani
- 2000-2004 Luigi Delneri
- 2004-2005 Mario Beretta, Maurizio D'Angelo
- 2005-2006 Giuseppe Pillon
- 2006-2007 Giuseppe Pillon, Luigi Delneri
- 2007-2008 Giuseppe Iachini
- 2008-2009 Giuseppe Iachini, Domenico Di Carlo
- 2009-2010 Domenico Di Carlo
- 2010-2011 Stefano Pioli
- 2011-2012 Domenico Di Carlo
- 2012-2013 Domenico Di Carlo, Eugenio Corini
- 2013-oggi Giuseppe Sannino, Eugenio Corini
- 1931-1936 Antonio Recchia
- 1948-1952 Alessandro Recchia
- 1952-1953 Giulio Compri
- 1953-1955 Lodovico Iorio
- 1955-1956 Guglielmo Bianconi
- 1956-1957 Mario Vantini
- 1957-1958 Domenico Zivelonghi
- 1958-1959 Arturo Spada
- 1959-1961 Luigi Vantini
- 1961-1962 Arturo Spada
- 1962-1964 Luigi Vantini
- 1964-1965 Luigi Campedelli
- 1965-1969 Umberto Bottacini
- 1969-1975 Lodovico Iorio
- 1975-1976 Giuseppe Montresor
- 1976-1980 Giuseppe Campedelli
- 1980-1981 Franco Bottacini
- 1981-1986 Fernando Righetti
- 1986-1990 Bruno Garonzi
- 1990-1992 Luigi Campedelli
- 1992-oggi Luca Campedelli
Giocatori
Capitani
- Beniamino Montagni (1989-1991)
- Rolando Maran (1991-1995)
- Maurizio D'Angelo (1995-2002)
- Lorenzo D'Anna (2002-2007)
- Sergio Pellissier (2007-oggi)
Il ChievoVerona e le Nazionali di calcio
Di seguito i calciatori del Chievo convocati nella Nazionale di calcio dell'Italia:
- Simone Perrotta - 19 presenze (1 gol)
- Nicola Legrottaglie - 5 presenze (1 gol)
- Massimo Marazzina - 3 presenze
- Franco Semioli - 2 presenze
- Sergio Pellissier - 1 presenza (1 gol)
- Roberto Baronio - 1 presenza
Maglie ritirate
Jason Mayélé Attaccante |
Palmarès
Competizioni nazionali
- 1993-1994 (girone A)
- 1988-1989 (girone B)
- 1985-1986 (girone C)
- Promozione Veneta: 1
- 1974-1975 (girone A)
- Seconda Categoria Veneta: 4
- 1959-1960 (girone A); 1964-1965 (girone A); 1967-1968 (girone A);[27] 1968-1969 (girone A)
- Seconda Divisione Veneta: 1
- 1950-1951 (girone A)
- Seconda Categoria Veronese Sezione Propaganda FIGC: 2
- 1934-1935 (girone unico); 1935-1936 (girone unico)
- Seconda Categoria Veronese ULIC: 2
- 1932-1933 (girone A); 1934-1935 (girone unico)
Statistiche e record
Partecipazione ai campionati
Livello | Categoria | Partecipazioni | Debutto | Ultima stagione | Totale |
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1º | Serie A | 12 | 2001-2002 | 2013-2014 | 12 |
2º | Serie B | 8 | 1994-1995 | 2007-2008 | 8 |
3º | Serie C1 | 5 | 1989-1990 | 1993-1994 | 5 |
4º | Serie D | 3 | 1975-1976 | 1977-1978 | 6 |
Serie C2 | 3 | 1986-1987 | 1988-1989 | ||
5º | Serie D | 3 | 1978-1979 | 1980-1981 | 8 |
Campionato Interregionale | 5 | 1981-1982 | 1985-1986 |
Statistiche individuali
In grassetto sono riportati i giocatori tuttora in forza al ChievoVerona. La classifica delle presenze, tiene conto solo del periodo professionistico a partire dal 1986-87. Dati relativi al solo campionato.
Aggiornato al 2 febbraio 2014
- 369 Sergio Pellissier (2000 e 2002-oggi)
- 354 Lorenzo D'Anna (1994-2007)
- 330 Maurizio D'Angelo (1988-1991, 1991-2003 e 2003-2004)
- 313 Salvatore Lanna (1996-2007)
- 301 Luciano (2000-2003 e 2004-2013)
- 280 Rolando Maran (1986-1995)
- 272 Enzo Zanin (1986-1995)
- 242 Ivan Moretto (1988-1999)
- 239 Federico Cossato (1997-2008)
- 232 Fabio Moro (1999-2000 e 2000-2010)
- 232 Valter Curti (1987-1995)
- 159 Bruno Vantini (1952-1971)
- 108 Sergio Pellissier (2000 e 2002-oggi)
- 59 Riccardo Gregorotti (1973-1976)
- 55 Silvino Martinelli (1948-1955)
- 48 Federico Cossato (1997-2008)
- 47 Flavio Fiorio (1986-1990)
- 45 Massimo Marazzina (1996-2000)
- 42 Michele Cossato (1986-1987, 1988-1990 e 1991-1997)
- 39 Arnaldo Circa (1960-1966)
- 38 Riccardo Gori (1990-1995)
Tifoseria
Storia
Il gruppo principale organizzato della tifoseria clivense è il "North Side 1994".[28] Il nome del gruppo letteralmente tradotto è "settore Nord", adottato per distinguersi dall'opposta fazione cittadina, la tifoseria dell'Hellas.[28] Tuttavia la curva Nord dello stadio veronese non è però concessa a causa di prescrizioni di sicurezza ed è adibito a settore ospiti, tant'è che il gruppo da anni rivendica invano il posizionamento degli stessi supporters clivensi nel suddetto settore.[28]
Il gruppo nasce nel 1994 in seguito alla promozione in Serie B del Chievo, esponendo il primo striscione il 6 Novembre 1994 a Cesena.[28] Il simbolo inizialmente era la rosa dei venti, abbandonata però a favore di Marvin the Martian, famoso personaggio dei cartoni animati Looney Tunes, adottato perché il Chievo e la sua tifoseria vennero definiti dei marziani nel panorama del calcio professionistico italiano.[28]
Alle porte del nuovo millennio il gruppo, che aveva conosciuto una progressiva crescita parallelamente alla scalata nei campionati della formazione clivense, in seguito alla diffida di alcuni fra i principali membri avvenuta successivamente ad una partita contro il Napoli, conobbe un periodo buio che sembrava presagire a un imminente scioglimento, crisi superata tuttavia con la promozione del Chievo in Serie A.[28] Le prime trasferte europee avvennero nel 2002, in seguito alla qualificazione dei gialloblu in Coppa UEFA, e portarono il gruppo in importanti città continentali quali Braga, Belgrado e Sofia.[28]
Gruppi ormai sciolti in curva sono gli Ultras Chievo e i Cani Sciolti. Nel 2010 in curva si forma un nuovo gruppo, quello dei "The Followers" che prende posto in uno dei balconcini della curva, mentre nel 2011 si vede nascere, dalla scissione di una parte di sostenitori del "North Side", un nuovo gruppo chiamato "Chievo 1929", che ripropone un ritorno all'origine, in tema di colori sociali e nome della società. Nel 2013 sempre dalla scissione di una parte di sostenitori del "North Side" si forma un nuovo gruppo con mentalità ultras, "Gate 7".
Gemellaggi e rivalità
Nella stagione 2013-2014 è nato un gemellaggio con i tifosi del Sassuolo; nel pre-partita 110 tifosi del Coordinamento amici del Chievo ed un gruppo di sportivi tifosi della squadra emiliana si sono incontrati nella sede del club Gli Antenati alla Bocciofila sassolese per pranzare insieme.[29] Esistono inoltre delle forti amicizie con i supporter dell'AlbinoLeffe e del Monza.[30][31]
L'unica vera rivalità dei tifosi clivensi è indubbiamente quella cittadina coi sostenitori dell'Hellas Verona.[30][31] Va da sé che fino al 2001, fra Chievo e Hellas non era mai esistito un reale rapporto competitivo: i più blasonati scaligeri erano il baluardo attorno al quale era ruotato per quasi tutto il Novecento il calcio veronese, mentre i Mussi erano ancora visti come una piccola squadra di quartiere che da decenni si barcamenava nelle serie inferiori, giocando stabilmente nelle categorie nazionali soltanto dal 1975. La prima promozione in Serie B del Chievo era arrivata solamente nel 1994, così tra le tifoserie clivensi e scaligere – per ovvie ragioni numeriche e logistiche – non vi è di fatto mai potuta essere una vera rivalità sportiva; all'epoca i rapporti tra le due curve erano talmente amichevoli che, in occasione della decisiva trasferta di Carrara del '94 per l'approdo della squadra della diga in cadetteria, centinaia di supporter dell'Hellas si aggregarono a quelli del Chievo per sostenere congiuntamente la piccola realtà di borgata.[32] Peraltro, gli stessi tifosi clivensi hanno sempre evitato di inimicarsi altri gruppi ultras, mantenendo un profilo neutrale,[33] in antitesi rispetto a quelli del Verona che ne avevano invece fatto una delle loro prerogative.[34]
L'arrivo in Serie A del Chievo nella stagione 2001-2002 iniziò però a cambiare le cose: permise innanzitutto al capoluogo veneto di diventare la quinta città italiana (dopo Milano, Roma, Torino e Genova) a poter vantare un derby in massima serie – chiamato il derby della Scala o, più raramente, il derby dell'Arena –, e inoltre mise per la prima volta realmente sullo stesso piano le due società, sconvolgendo le gerarchie fin lì in essere. Negli otto precedenti in seconda serie, Chievo e Hellas si erano divisi tre successi a testa e due pareggi (la più larga vittoria fu realizzata dai Mastini nella stagione 1997-1998, quando i Mussi persero 0-4 nel girone di ritorno).[35]
La prima stracittadina in massima serie si disputò il 18 novembre 2001 – col Chievo, non senza sorpresa, primo in classifica[36] –, e venne fatta sua dal Verona, che vinse 3-2 coi gol di Oddo, Lanna (autorete) e Camoranesi, rimontando il doppio vantaggio iniziale clivense a opera di Eriberto e Corini.[37] Nonostante i mutati equilibri di forza tra le due formazioni veronesi, vi era ancora un clima di armonia e rispetto tra le reciproche curve. Il vero punto di svolta nella nascente rivalità si verificò in occasione del derby di ritorno, giocato formalmente in casa dai Mussi, e da loro vinto grazie a una doppietta di Cossato:[38] la rottura insanabile della concordia cittadina viene fatta ricondurre al momento della lettura delle formazioni, quando lo speaker del Chievo introdusse i cugini sotto il nome di «Hellas Verona 1991», facendo riferimento all'anno del fallimento del club scaligero; a fine stagione, la qualificazione europea ottenuta dalla squadra della diga (a fronte della retrocessione dell'Hellas in Serie B) fece il resto.[32]
Negli anni successivi, complice la buona gestione societaria Campedelli-Sartori sulla sponda clivense, e quella tribolata Pastorello-Cannella su quella scaligera,[39] il Céo rimase una presenza fissa nella massima serie italiana, mentre il Verona iniziò un lento declino. Dopo la retrocessione dell'Hellas in Serie C nel 2007, s'iniziò perfino a parlare seriamente di una fusione tra le due formazioni;[40] il tutto con l'appoggio della politica e dei banchieri cittadini, che paventavano l'idea di unire le capacità societarie clivensi[41] con la tifoseria numericamente ed economicamente molto più fruttuosa dei veronesi.[42] A opporsi al progetto Hellas Chievo Verona[32] (inizialmente portato avanti in segreto) furono i tifosi – piccoli gruppi di supporter dei Mussi, assieme alla maggioranza del tifo scaligero –, e l'allora presidente veronese Martinelli.[43]
La "guerra dei simboli" scoppiata nell'estate del 2010 e combattuta a suon di comunicati stampa[44][45] riportò in auge la discussione tra le opposte fazioni sportive riguardante i colori e gli stemmi societari impiegati dal Chievo. I Butei già rimproveravano ai Mussi l'uso degli stessi colori sociali – il giallo e il blu delle insegne comunali (quando le tinte originali del Chievo erano il bianco e l'azzurro)[46] –, il giocare nello stesso stadio (dopo l'abbandono del vecchio campo parrocchiale "Carlantonio Bottagisio" nel 1986) e l'aggiunta, nel 1990, del nome della città alla propria denominazione sociale (diventando ChievoVerona). In questo contesto, alla vigilia della stagione 2010-2011 la società della diga, durante la sua campagna abbonamenti, tra i vari simboli promozionali utilizzò un cavaliere con un drappo su cui era rappresentato lo stemma della dinastia scaligera, la Scala: questo fece montare nuovamente la protesta dei sostenitori dell'Hellas,[47] i quali identificavano il simbolo come proprio dagli anni settanta e vedevano quindi il tutto come un tentativo del Chievo di prendere idealmente il posto e l'identità del Verona nell'immaginario collettivo, emulandone i simboli e i colori.[48] Il presidente clivense Campedelli replicò sostenendo che l'antica Scala fosse da intendere come rappresentante di tutta Verona e provincia,[49] dimostrando come il Chievo sfoggiasse la Scala sulle proprie maglie da gioco fin dagli anni trenta. La tifoseria scaligera rimase però ferma sulle proprie posizioni,[50] così la questione-simboli contribuì a rinfocolare questa recente rivalità cittadina che nel 2013, col ritorno in Serie A del Verona, vede entrambe le realtà cittadine nuovamente sullo stesso livello sportivo.
Organico
Rosa
Rosa e numerazione aggiornate al 7 febbraio 2014.[51]
Template:Inizio rosa di calcio
|- | style="text-align: right;" | | style="text-align: center;" | | style="text-align: center;" |P |Christian Puggioni
|- | style="text-align: right;" | | style="text-align: center;" | | style="text-align: center;" |D |Alessandro Bernardini
|- | style="text-align: right;" | | style="text-align: center;" | | style="text-align: center;" |D |Dario Dainelli
|- | style="text-align: right;" | | style="text-align: center;" | | style="text-align: center;" |D |Claiton
|- | style="text-align: right;" | | style="text-align: center;" | | style="text-align: center;" |D |Michele Canini
|- | style="text-align: right;" | | style="text-align: center;" | | style="text-align: center;" |C |Tomasz Kupisz
|- | style="text-align: right;" | | style="text-align: center;" | | style="text-align: center;" |C |Dejan Lazarević
|- | style="text-align: right;" | | style="text-align: center;" | | style="text-align: center;" |C |Ivan Radovanović
|- | style="text-align: right;" | | style="text-align: center;" | | style="text-align: center;" |C |Simone Bentivoglio
|- | style="text-align: right;" | | style="text-align: center;" | | style="text-align: center;" |A |Victor Obinna
|- | style="text-align: right;" | | style="text-align: center;" | | style="text-align: center;" |C |Roberto Guana
|- | style="text-align: right;" | | style="text-align: center;" | | style="text-align: center;" |D |Boštjan Cesar
|- | style="text-align: right;" | | style="text-align: center;" | | style="text-align: center;" |D |Simone Aldovrandi
|- | style="text-align: right;" | | style="text-align: center;" | | style="text-align: center;" |C |Adrián Calello
|- | style="text-align: right;" | | style="text-align: center;" | | style="text-align: center;" |D |Gennaro Sardo |} | style="vertical-align:top; width:50%" |
|}
Staff tecnico
- Area tecnica
- Luca Nember - Direttore sportivo
- Eugenio Corini - Allenatore
- Francesco Baiano - Allenatore in seconda
- Paolo de Toffol - Preparatore portieri
- Giovanni Asnaghi - Preparatore atletico
- Luigi Posenato - Preparatore atletico
- Giovanni Cusatis - Collaboratore tecnico
- Luca Lomi - Collaboratore tecnico
- Francesco Troise - Collaboratore tecnico
- Rinaldo Danese - Accompagnatore ufficiale
- Silvano Danese - Magazziniere
- Gianfranco Filippi - Magazziniere
- Marco Castorani - Magazziniere
- Area sanitaria
- Francesco De Vita - Responsabile sanitario
- Giuliano Corradini - Medico sociale
- Antonio Agostini - Massofisioterapista
- Alfonso Casano - Massofisioterapista
- Alessandro Verzini - Massofisioterapista
- Settore giovanile
Note
- ^ Fonte: Chievo Verona 1929-2000 di F.Bottacini, pag. 22
- ^ Tutte le altre 59 società che abbiano ad oggi partecipato alla Serie A, gareggiavano già negli anni trenta in uno fra i campionati nazionali di A, B o C.
- ^ Fonte:La Gazzetta dello Sport, 28 agosto 2001
- ^ Fonte:Corriere della Sera, 19 settembre 2002
- ^ La partecipazione al terzo turno preliminare della UEFA Champions League 2006-2007 arrivò per via delle contemporanee penalizzazioni e retrocessioni di altri club, nell'ambito dello scandalo Calciopoli.
- ^ Fonte:La Gazzetta dello Sport, 30 gennaio 2011
- ^ Ovi duri personalizzati per l'Hellas e el Céo, in larena.it, 16 settembre 2011.
- ^ Fonte: Chievo in A: i `Mussi` tornano a volare Yahoo! Sport
- ^ Nel 2001, in occasione della prima promozione in Serie A, un "musso alato" comparve anche nel sito web ufficiale della società.
- ^ "Portale del Comune di Verona
- ^ La storia del ChievoVerona, su chievoverona.it.
- ^ Chievo, via Caso, su archiviostorico.gazzetta.it, 15-12-98. URL consultato il 12-01-09.
- ^ Fonte: Repubblica.it. Intervista rilasciata da Luca Campedelli il 4 giugno 2001.
- ^ FootStats
- ^ Chievo, torna Delneri Torino fatale a Pillon, su archiviostorico.gazzetta.it, 16-10-06. URL consultato il 12-01-09.
- ^ Fonte: chievoverona.it[collegamento interrotto]
- ^ La Scala non si tocca, ecco il volantino, in tggialloblu.it, 1º marzo 2011.
- ^ Intervista al Presidente Luca Campedelli, in chievoverona.tv, 10 marzo 2011.
- ^ "Vola con noi", l'inno del ChievoVerona realizzato dai Sonohra, in http://www.youtube.com/, 27 settembre 2013. URL consultato il 4 febbraio 2014.
- ^ Il Chievo a Veronello, in TGGialloblù, 29 luglio 2013. URL consultato il 30 luglio 2013.
- ^ Fonte: Chievo Verona 1929-2000 di F. Bottacini, pag. 91
- ^ La Scheda di Saverio Garonzi, in Hellastory.net. URL consultato il 30 luglio 2013.
- ^ Il ChievoVerona rinnova con Givova fino al 2017, https://www.passionemaglie.it/, 28 marzo 2012. URL consultato il 4 febbraio 2014.
- ^ Il Chievo è stata la prima squadra di calcio in Italia a raggiungere un accordo di sponsorizzazione con una major cinematografica; alcuni dei film comparsi sulle maglie della squadra furono: Terminator 3, Bad Boys II, Resident Evil: Apocalypse, Spider-Man 2, Anaconda
- ^ Sodalizio Columbia TriStar-Chievo, in Mymarketing.net, 05 novembre 2004. URL consultato il 30 luglio 2013.
- ^ Per la prima volta in Italia una squadra di calcio è sponsorizzata da una major di distribuzione cinematografica, in Quotidiano.net, 11 settembre 2003. URL consultato il 30 luglio 2013.
- ^ Rinuncia alla promozione in Prima Categoria Veneta per problemi di bilancio.
- ^ a b c d e f g NORTH SIDE 1994, su northside1994.it, http://www.northside1994.it/. URL consultato il 4 febbraio 2014.
- ^ Sassuolo e Chievo, gemellaggio tra tifosi, su sport.modenaonline.info, http://sport.modenaonline.info/. URL consultato il 13-01-2014.
- ^ a b Tifonet
- ^ a b Tifoserie venete
- ^ a b c Luca Bianchin; Matteo Fontana, Il derby dell'Arena, i 5 atti che hanno cambiato Verona, in La Gazzetta dello Sport, 23 novembre 2013, p. 8.
- ^ Informazioni sulla tifoseria del Chievo
- ^ La storia degli anni d'oro del tifo veronese
- ^ Verona - Chievo 4-0
- ^ Il primo confronto in Serie A tra veronesi
- ^ Rimonta incredibile: Verona batte Chievo 3-2
- ^ Il Verona si fa rimontare e il Chievo vince il derby: 2-1
- ^ fantasmi dal passato
- ^ No alla fusione
- ^ Cosa rappresenta il Chievo nella società attuale?
- ^ I dettagli del progetto "fusione"
- ^ La scelta individualista di Martinelli
- ^ Hellas e Chievo di nuovo in conflitto
- ^ Comunicati stampa
- ^ Chievo torna al biancazzurro?
- ^ I simboli sono sacri
- ^ La scala non si tocca!
- ^ La replica di Campedelli alle accuse di emulazione
- ^ La scala non si tocca!
- ^ Squadra – Rosa 2013/14, su chievocalcio.tv. URL consultato il 5 febbraio 2014.
Bibliografia
- F. Bottacini, Chievo Verona 1929-2000, Unitgroup, 2000. [1][collegamento interrotto]
- M. Vitale - G. P. Ormezzano, Fenomeno Chievo, Libri Scheiwiller, 2002. ISBN 88-7644-318-5
- F. Calzia, Quelli che i mussi, Frilli, 2004. ISBN 88-7563-014-3
Voci correlate
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