Abd Allah al-'Adil

califfo almohade
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Abu Muhammad `Abdallah al-`Adil, (in arabo عبد الله‎?) (... – 4 ottobre 1227), è stato un califfo almohade , ex governatore della Spagna islamica, non accettò nel 1224 la nomina dello zio Abd al-Wahid I come califfo, si ribellò contro di lui, facendolo assassinare. Il suo colpo di stato inaugurò un periodo di instabilità che durò ben oltre la data della sua morte, nel 1227. Egli è considerato come uno dei più incapaci e disastrosi califfi Almohadi. Il suo operato divise gli Almohadi e mise in moto una serie di altre guerre intestine che portarono prima alla perdita di al-Andalus per mano dei Nasridi, che crearono il sultanato di Granada, e successivamente il crollo dello stesso Stato almohade.

Storia

 
Impero almohade nel 1200

Abu Muhammad Abdallah era un figlio del potente califfo almohade Yaqub al-Mansur, e quindi fratello del califfo Muhammad al-Nasir. Assieme ad altri fratelli Abdallah servì come governatore almohade in al-Andalus (Spagna islamica).[1]
Dopo la morte prematura di suo nipote, il giovane califfo Yusuf II al-Mustansir, che morì senza eredi, nel gennaio 1224 i burocrati di palazzo di Marrakesh, capeggiati dal visir Abu Said Uthman ibn Jami'i e dagli sceicchi delle tribù Masmuda elessero califfo l'anziano prozio, Abd al-Wahid I. Abdallah, che allora era governatore di Murcia, e i suoi fratelli, Abu al-Ala Idris (governatore di Cordova), Abu Musa (governatore di Malaga) e Abu l-Hasan (governatore di Granada), che formavano una potente cricca nella gerarchia almohade, furono sconvolti dalla rapidità di tale nomina e l'irritualità della stessa. Inoltre, Abd al-Wahid I, nonostante la sua età avanzata esigeva disciplina e ordine nell'impero almohade, tentò quindi di centralizzare l'impero, i suoi fratelli e i suoi nipoti avevano probabilmente sperato in un candidato meno esperto e più manovrabile, in modo che fossero liberi di governare autonomamente le province, come avevano fatto sotto il califfato di Yusuf II.
La dinastia almohade fino ad allora non aveva mai avuto un problemi dinastici. Dopo la nomina di Abd al-Wahid Abdallah fu raggiunto a Murcia dall'oscura figura di Abu Zayd ibn Yujjan, un ex potente burocrate di Marrakech, che fu qualche anno prima umiliato ed esiliato da al-Jami'i, e che stava scontando il suo esilio nei pressi di Chinchilla (Albacete).[1] Ibn Yujjan convinse Abdallah a contestare l'elezione e a ribellarsi, assicurandogli che aveva importanti alleati nel palazzo di Marrakech e tra gli sceicchi delle tribù Masmuda. In accordo con i suoi fratelli Abdallah presto si proclamò califfo almohade, prendendo il titolo califfale di "al-`Adil" ("il giusto" o "il giustiziere"), dopo aver conquistato Siviglia cominciò a fare i preparativi per marciare contro Marrakech ed affrontare Abd al-Wahid I. Al contempo ibn Yujjan si mise d'accordo con i suoi alleati nordafricani: prima della fine dell'estate, Abu Zakariya, lo sceicco della tribù Hintata, e Yusuf ibn Ali, governatore di Tinmal, si schierarono dalla parte di al-Adil, conquistarono il palazzo di Marrakech, deposero il califfo ed espulsero al-Jami'i e i suoi sostenitori. Il califfo deposto Abd al-Walid I fu ucciso per strangolamento nel settembre 1224.

I metodi sanguinari utilizzati d Abdallah al-`Adil e dai suoi sostenitori per prendere il potere scioccarono il resto degli Almohadi. Abdallah e i suoi fratelli persero alcune province spagnole: alcuni governatori locali che non accettarono di riconoscere l'usurpazione si ribellarono, come ad esempio Abu Zayd (governatore di Valencia), Abd Allah al-Bayyasi (governatore di Jaén), quest'ultimo con un piccolo gruppo di seguaci si accampò sulle colline di Baeza, in aperta ribellione contro al-`Adil.
In Marocco, molti sceicchi tribali delle tribù Masmuda, dopo che videro che la situazione nell'impero almohade stava precipitando, invocarono il loro decisivo ruolo decisionale, rifiutandosi di accettare l'usurpazione di al-`Adil, non riconoscendolo quindi come califfo, iniziarono invece a mostrare attenzione per la figura del nipote di al-`Adil, Yahya, un figlio di Muhammad al-Nasir. Con il serio pericolo che il suo colpo di mano gli si ritorcesse contro, Abdallah al-`Adil prese la decisione di mobilitare il grosso delle forze almohadi dalla Spagna islamica, attraversando lo stretto di Gibilterra, con l'intenzione di marciare contro Marrakech per imporsi sugli sceicchi.
Desideroso di partire per la sua spedizione in Maghreb, al-`Adil nell'inverno del 1124-25 intraprese una campagna per sconfiggere al-Bayyasi. La campagna si è rivelò un'umiliazione: la piccola banda di al-Bayyasi riuscì a respingere gli eserciti molto più numerosi inviati da al-`Adil.[1] Al-`Adil acquisì rapidamente una fama di incompetente dalle scarse capacità militare, la sua fama si diffuse rapidamente in tutto il Marocco, facendo crollare la sua popolarità anche tra i suoi alleati e dando coraggio ai suoi avversari. Determinato a conquistare Marrakech prima che fosse troppo tardi, al-`Adil decise di ignorare al-Bayyasi ed intensificò il trasporto delle truppe. Al-Bayyasi, nel frattempo, fece un'alleanza con - il fino ad allora neutrale - Ferdinando III di Castiglia. Ferdinando, soddisfatto dell'evacuazione delle truppe Almohadi, intuì l'opportunità che gli si presentò e decise di dare ad al-Bayyasi un grande esercito castigliano.
Nel 1225, al-Bayyasi, insieme all'esercito castigliano, scese dalle colline di Baeza. Con al-Andalus praticamente svuotata dalle truppe Almohadi, i castigliani devastarono le terre nei pressi di Jaén e la vega de Granada, entro la fine dell'estate, al-Bayyasi riuscì a conquistare Cordova.[1] Vedendo la situazione nella Spagna musulmana, Alfonso IX di León e Sancho II del Portogallo colsero anch'essi l'occasione per lanciare delle incursioni. I predoni portoghesi raggiunsero la periferia di Siviglia verso la fine del 1225.

Il califfo al-`Adil, e il suo ministro Abu Zayd ibn Yajjan assieme ai principali comandanti Almohadi si trovavano in quel momento proprio a Siviglia, ma non avevano abbastanza truppe per sfidare l'esercito cristiano.[1] Così i predoni portoghesi devastarono le zone periferiche della città impunemente. Alla fine, la popolazione civile di Siviglia, disgustata dall'inerzia dei governanti Almohadi, decise di prendere la situazione nelle proprie mani. Una sommossa popolare partì dalla città diretta contro i portoghesi. Fu un eccidio per i sivigliani: i soldati portoghesi massacrarono i cittadini male armati, pare che più 20.000 cittadini furono uccisi davanti alle mura di Siviglia.[1]
A causa del massacro di Siviglia e di altri disastri l'impopolarità di al-`Adil e dei suoi luogotenenti Almohadi raggiunse il suo picco. Ma presto la situazione sembrò cambiare. Al-Bayyasi aveva promesso tre fortezze di frontiera a Ferdinando III come pagamento in cambio dell'esercito che gli aveva fornito. Ma una delle fortezze, Capilla, non cedette. I castigliani posero la fortezza sotto un lungo e difficile assedio. La resistenza eroica di Capilla, e l'alleanza di al-Bayyasi con gli assedianti castigliani, ben presto fecero crollare la sua popolarità. In seguito ad una rivolta a Cordova, al-Bayyasi venne ucciso e la sua testa inviato ad al-`Adil a Marrakech.[1]
Ma Abdallah al-`Adil non poté assaporare questa vittoria per lungo tempo. Il 4 ottobre 1227 venne annegato in una vasca da bagno nel suo palazzo, e il suo nipote e rivale Yahya al-Mutasim venne nominato califfo almohade.

Note

  1. ^ a b c d e f g H. Kennedy (1996)

Voci correlate