Energy manager

Versione del 21 feb 2014 alle 14:15 di Giulmar (discussione | contributi) (L'obbligo è esteso a tutti i settori diversi da quello industriale, non solo a civile e trasporti (art. 19 comma 1 L. 10/91))

L'energy manager è una figura professionale di alto profilo, istituita per legge, il cui compito è analizzare e ottimizzare il bilancio energetico delle aziende, sia pubbliche che private, che superino un determinato consumo energetico annuo.

Descrizione

La gestione delle fonti di energia nelle attività di tipo industriale è regolamentata dalla Legge 10/1991, la quale prevede all’art. 19 la presenza dell’ Energy manager (in Italia sono sole poche migliaia), nelle aziende con consumi rilevanti e quindi solitamente di grande dimensione. Il contesto industriale italiano è tuttavia caratterizzato da piccole e medie imprese, che avrebbero la necessità di razionalizzare i propri consumi attraverso interventi costo-efficienti, in grado di comportare bassi investimenti e di far risparmiare l’azienda nel tempo. L’efficienza energetica riguarda sia azioni trasversali di “good house keeping” sia interventi caratterizzati dalla specificità ambientale dei luoghi di lavoro e produzione industriale. Un approccio integrato prevederebbe l’analisi delle prestazioni energetiche dei singoli processi industriali, da cui individuare soluzioni specifiche di riduzione dei consumi e dei costi, oltre che le soluzioni tecnologiche più opportune.

Per tutti gli interventi la presenza di una figura professionale come l’Energy Manager garantisce un miglioramento delle possibilità di investimento tecnologico e tutti i possibili risparmi nei processi energivori. L’Energy Manager deve avere solide basi di elettrotecnica, termotecnica ed economia, oltre ad avere una conoscenza impiantistica e una propensione all’innovazione tecnologica.

Contesto, mansioni e aree di intervento

A termine di legge 10/91 alla nomina dell’Energy Manager sono obbligati tutti i soggetti operanti nel settore industriale che nell’anno precedente abbiano consumato più di 10.000 tonnellate equivalenti di petrolio e tutti i soggetti operanti in tutti gli altri settori che ne abbiano consumate più di mille. La nomina va rinnovata ogni anno, pena sanzioni sia per mancata nomina sia per ritardato rinnovo. Tutti i consumi necessari per la produzione o per i servizi, vanno valutati suddividendoli tra le diverse fonti, usi e utenze finali. Per fare questo è necessario convertire le varie fonti energetiche (benzine, gas, GPL, olio combustibile, ecc…) in un'unica unità di misura che è il Tep (tonnellata equivalente di petrolio). In base all’analisi delle prestazioni energetiche globali, l’Energy Manager deve definire gli obiettivi da conseguire, realizzare gli Audit periodici di controllo e reperire dati aggiornati. In sintesi i compiti dell’Energy Manager sono:

  • Programmare la gestione dell’energia;
  • Redigere il piano degli investimenti, a seguito dell’individuazione degli obiettivi specifici di risparmio energetico;
  • Monitorare la realizzazione operativa degli interventi di razionalizzazione;
  • Redigere un piano di contabilizzazione dell’energia, in grado di controllare tutte le possibilità di risparmio;
  • Redigere il Contingency Plan, che consiste in tutte le possibili azioni correttive in grado di modificare le scelte errate in corso d’opera.

Mercato libero dell’energia

Un intervento che richiede di operare sulla pianificazione dei processi industriali è quello di analizzare orari, picchi e prezzi reali per l’acquisto di energia nel mercato liberalizzato. Da tempo l’utenza industriale può scegliere da chi comprare l’elettricità sul libero mercato, anche i piccoli artigiani, l’unico requisito è possedere la partita IVA. Le tariffe migliori si possono reperire anche su Web, andando direttamente dal fornitore senza intermediari, verificando che esso sia una società ufficiale, soggetta a controlli e verifiche. In questo mercato non esiste un costo prestabilito del kWh, in quanto il prezzo dell’energia varia continuamente, seguendo:

  • L’andamento del prezzo del petrolio, del cambio /$ e delle principali commodity energetiche;
  • La situazione politica internazionale;
  • Le indicazioni dettate dall’Autority;
  • Le percentuali obbligatorie da fonti rinnovabili.

Per questo motivo è sempre difficile scegliere tra chi propone un prezzo fisso o un prezzo indicizzato del kWh. Una volta si aveva un valore di riferimento stabilito dall' AEEG, ora questo non è più possibile. Per i piccoli consumatori esiste un prezzo di Salvaguardia che è soggetto a gara ed è diverso per ogni regione d'Italia. Per i grandi consumatori, l'unico riferimento è il mercato. Oltre al prezzo della Materia Prima (energia) che può essere soggetto a trattativa, in fattura vengono indicati tutti gli oneri che servono per la gestione del sistema. Le principali voci della fattura che determinano l'imponibile sono:

  • Materia prima
  • Perdite di rete (in funzione del tipo di fornitura, BT, MT o AT)
  • Costi di distribuzione
  • Oneri generali di sistema (componenti A e UC)
  • Costi di dispacciamento
  • Imposte erariali ed addizionali regionali

(L'iva viene applicata anche alle imposte). Il mercato libero è sempre in movimento, di conseguenza l’Energy Manager deve periodicamente verificare se ci siano fornitori più competitivi.

Orari di consumo

Altro elemento generale che consente dei risparmi è la valutazione dei propri consumi e degli orari in cui avvengono. Il prezzo dell'energia elettrica in Italia dipende infatti dalla domanda e dall'offerta e viene definito, ora per ora, dal valore di mercato. Il mercato è gestito dal GME, (Gestore dei Mercati Energetici) che, oltre alla Borsa dell'energia elettrica, gestisce anche la borsa del Gas ed i mercati ambientali (CV, TEE, Emission Trading) Alcuni fornitori vendono l’energia allo stesso prezzo, indipendentemente dall’orario e dal giorno, altri fanno tariffe divise in 3 Fasce di utilizzo ed altri ancora fanno proposte Peak-Off Peak. Di conseguenza è importante individuare chi sono i fornitori che praticano le tariffe vantaggiose, di valutare attentamente le loro offerte e scegliere quelle maggiormente adatte alla propria organizzazione del lavoro. Solitamente, il prezzo in fascia notturna e festiva risulta essere più contenuto rispetto a quello delle ore centrali della giornata L’Energy Manager, o chi per esso, deve periodicamente verificare l’opportunità di risparmio dato dalle modifiche di orario (differimento) dei consumi.

Applicazioni

La aziende in cui è obbligatorio l’energy manager, in un’ottica di risparmio sui processi Industriali, sono quelle in cui i processi sono particolarmente energivori, i più noti sono di categorie produttive diverse:

  • Alimentare
  • Alluminio
  • Carta
  • Cemento
  • Chimica
  • Ceramica
  • Conciario
  • Farmaceutica
  • Lavorazione del marmo
  • Meccanica (fabbricazione e lavorazione dei prodotti in metallo)
  • Plastica
  • Siderurgia
  • Tessile

Nel settore del terziario, le categorie più interessate ad avere un energy manager sono:

  • Sanità
  • Ipermercati
  • Alberghi
  • Uffici

Va tenuto presente che gli investimenti per il miglioramento dell’efficienza energetica, a carico dell'energy manager, si differenziano da quelli per il miglioramento della produzione. Infatti, gli investimenti energetici sono meno sensibili ai rischi di un andamento negativo dei mercati di riferimento; se gli ordini calano gli investimenti fatti per incrementare la produttività divengono totalmente inutili, mentre un investimento per ridurre la spesa energetica non viene sfruttato al massimo delle sue potenzialità ma garantisce comunque un certo risparmio. Inoltre l'energy manager si caratterizza come la figura ideale per l'implementazione di un sistema di gestione dell'energia, per esempio realizzato secondo i dettami della norma UNI CEI EN ISO 50001:2011. Va ricordato infine che la figura dell'energy manager si sovrappone parzialmente a quella dell'esperto in gestione dell'energia (EGE), figura professionale che può essere certificata ai sensi della norma UNI CEI 11339.

Bibliografia

Voci correlate