41 capricci per viola

raccolta di capricci per viola di Bartolomeo Campagnoli
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I 41 capricci per viola sono una raccolta composta da Bartolomeo Campagnoli, pubblicata a Lipsia intorno al 1815, poco successiva ai 12 studi per viola di Hoffmeister. Si tratta di una delle composizioni più importanti e conosciute di Campagnoli e di una delle raccolte più importanti della didattica violistica.

Gli studi affrontano un'ampia categoria di questioni tecniche per la mano sinistra e per l'arco, coprendo le problematiche del repertorio solistico, cameristico e orchestrale dell'epoca, al punto da essere definiti come i Kreutzer-Fiorillo della viola[1]. Negli studi n. 19 e 20 si ritrovano scale e arpeggi, nel n. 7 il colpo d'arco staccato. Ottave e altri intervalli, salti di corda e arpeggi caratterizzano i n. 16, 17, 37, le terze e le seste sono affrontate nello studio n. 2. Trova molta importanza anche lo studio del cantabile e in numerosi capricci la parte rapida e tecnica è preceduta da un'introduzione lenta che impegna lo studio del legato e delle doppie corde (n. 1, 2, 24, 34)[2]. Molti dei capricci si concludono sulla dominante, e questo permette in molti casi un immediato collegamento armonico fra un capriccio e il successivo[3].

Karl Albert Tottman ha realizzato un accompagnamento al pianoforte per i capricci[4]. Il capriccio n. 17, un tema con variazioni in mi minore, è il più musicale e consistente della raccolta ed è particolarmente adatto ad una esecuzione come pezzo da concerto; un accompagnamento al pianoforte per questo capriccio è stato realizzato e pubblicato da Grazyna Bacewicz[5].

Note

  1. ^ Riley, p. 196.
  2. ^ Riley, p. 212.
  3. ^ Luca Sanzò, prefazione a Bartolomeo Campagnoli, 41 capricci per viola, Ricordi, 1995, pp. v-xi, ISMN 979-0-041-82911-1.
  4. ^ Bartolomeo Campagnoli, arr. Albert Tottmann, 41 capricci op. 22 per viola e pianoforte, Braunschweig, Henry Litolff's Verlag, ca. 1900.
  5. ^ Riley, p. 213.

Bibliografia

  • Maurice Winton Riley, Storia della viola, ed. it. a cura di Elena Belloni Filippi, Firenze, Sansoni, 1983.

Collegamenti esterni

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