La grande bellezza

film del 2013 diretto da Paolo Sorrentino

La grande bellezza è un film del 2013 diretto e sceneggiato da Paolo Sorrentino.

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Jep Gambardella (Toni Servillo) in una scena del film
Paese di produzioneItalia
Durata142 min
Rapporto2,35:1
Generedrammatico
RegiaPaolo Sorrentino
SoggettoPaolo Sorrentino
SceneggiaturaPaolo Sorrentino, Umberto Contarello
ProduttoreNicola Giuliano, Francesca Cima
Coproduttori: Fabio Conversi, Jérôme Seydoux
Produttori associati: Carlotta Calori, Guendalina Ponti, Romain Le Grand, Vivien Aslanian, Muriel Sauzay
FotografiaLuca Bigazzi
MontaggioCristiano Travaglioli
MusicheLele Marchitelli
ScenografiaStefania Cella
CostumiDaniela Ciancio
TruccoMaurizio Silvi
Interpreti e personaggi
«Le vedi queste persone? Questa fauna? Questa è la mia vita. E non è niente.»

È stato presentato in concorso al Festival di Cannes 2013[1]. Ha vinto il Premio Oscar come miglior film in lingua straniera[2], il Golden Globe come miglior film straniero, il BAFTA come miglior film in lingua straniera, quattro European Film Awards, cinque Nastri d'Argento e numerosi altri premi internazionali[3].

Trama

«A questa domanda, da ragazzi, i miei amici davano sempre la stessa risposta: "La fessa". Io, invece, rispondevo: "L'odore delle case dei vecchi". La domanda era: "Che cosa ti piace di più veramente nella vita?".

Ero destinato alla sensibilità. Ero destinato a diventare uno scrittore. Ero destinato a diventare Jep Gambardella.»

Jep Gambardella è un giornalista di costume e critico teatrale navigato, dal fascino innegabile, impegnato a districarsi tra gli eventi mondani di una Roma così immersa nella bellezza del passato, che tanto più risalta rispetto allo squallore del presente. Cimentatosi in gioventù anche nella scrittura, ha scritto un solo libro, L'apparato umano. Non ha più scritto altri libri - nonostante questa sua prima opera fosse stata apprezzata - per la sua pigrizia ma soprattutto perché sente che nella sua vita non c'è più nulla in cui credere e da comunicare ad altri che vivono come lui. Lo scopo della sua esistenza è stato quello di divenire non solo "un" mondano ma il primo dei mondani, come lui stesso confessa: «Quando sono arrivato a Roma, a 26 anni, sono precipitato abbastanza presto, quasi senza rendermene conto, in quello che potrebbe essere definito "il vortice della mondanità". Ma io non volevo essere semplicemente un mondano. Volevo diventare il re dei mondani. Io non volevo solo partecipare alle feste. Volevo avere il potere di farle fallire».

Frequenta ogni notte un siparietto confuso e statico di amici intimi e compagni di sventure («Siamo tutti sull'orlo della disperazione, non abbiamo altro rimedio che farci compagnia, prenderci un po' in giro»), tra cui Romano, scrittore teatrale mai realizzato e perennemente al guinzaglio di una giovane donna che lo sfrutta; Lello, ricco venditore all'ingrosso di giocattoli dalla parlantina sciolta e marito infedele di Trumeau; Viola, facoltosa borghese con un figlio pazzo; Stefania, egocentrica scrittrice radical chic; Dadina, la direttrice nana del giornale su cui Jep scrive.

Una mattina, Jep, tornando a casa da uno di quegli insipidi salotti, incontra il marito di Elisa che lo aspetta davanti alla porta. Elisa è morta, lasciandosi dietro solo un diario dove narra dell'amore, mai perduto, verso Jep, di cui il marito era stato per 35 anni un semplice surrogato, nient'altro che "un buon compagno", ora però libero di trovare consolazione nell'affettuosa accoglienza della sua domestica straniera.

Quest'episodio, unito al compimento del suo 65° compleanno, spinge Jep a una profonda e malinconica rivisitazione della sua vita, a una lunga meditazione su se stesso e sul mondo che lo circonda. E, soprattutto, innescano in lui un pensiero che, probabilmente, albergava nascosto in lui da molto tempo: «Ho una mezza idea di riprendere a scrivere».

Roma diventa così teatro onirico di feste, vignette, presagi e incontri casuali, da Ramona spogliarellista dai segreti dolorosi al cardinale Bellucci che si intende più di cucina che di fede; ma, soprattutto, diventa il vero palcoscenico di Jep, sempre più convinto della futilità e dell'inutilità della sua esistenza. Il sogno di recuperare la sua identità di scrittore e letterato, di ritornare a quell'innocente bellezza del primo amore adolescenziale, sembrano infrangersi di fronte allo spettacolo aberrante e miserabile con cui Jep ogni sera deve e vuole confrontarsi.

Ben presto anche il suo "circolo vizioso" si rompe: Ramona, con cui aveva instaurato un rapporto innocente e profondo, muore per un male incurabile; Romano, deluso dall'ingannevole attraenza di Roma, lascia la città salutando solo Jep; Stefania, umiliata da Jep che le aveva rivelato i suoi scheletri nell'armadio e le sue menzogne in faccia, abbandona la vita mondana della città (rincontrando Jep in seguito, mostrandosi caratterialmente cambiata); Viola invece, dopo la morte del figlio, dona tutti i suoi beni alla Chiesa cattolica e diventa una missionaria in Africa. Solo Lello, Trumeau e Dadina continuano a darsi alla mondanità, illudendosi di vivere una vita felice ed esclusiva.

La povertà di contenuti che scorge in queste feste trash e volgari lo induce, in un momento di ebbrezza, a un'amara confessione a cuore aperto: «Mi chiedono perché non ho più scritto un libro. Ma guarda qua attorno. Queste facce. Questa città, questa gente. Questa è la mia vita: il nulla. Flaubert voleva scrivere un romanzo sul nulla e non ci è riuscito: dovrei riuscirci io?». Sembra il segno di un fallimento durato un'intera vita.

Ma proprio nel momento in cui le speranze sembrano abbandonarlo definitivamente, ecco che l'illuminazione arriva: dopo un incontro, spinto da Dadina che vuole ottenere un'intervista, con una "Santa", una missionaria cattolica nel terzo mondo, Jep si reca all'Isola del Giglio per un reportage sul naufragio della Costa Concordia. E proprio qui, ricordandosi del suo primo incontro con Elisa in un flashback, si riaccende in lui un barlume di speranza: il suo prossimo romanzo è finalmente pronto per venire alla luce.

Sullo sguardo finalmente sereno di Jep, che osserva sorridente l'alba romana, si chiude il film, sulle note di The Beatitudes dei Kronos Quartet.

Produzione

Le riprese del film sono iniziate a Roma il 9 agosto 2012.[4][5] Le scene ambientate al mare sono state girate invece nei primi di settembre all'Isola del Giglio, presso il faro di Capel Rosso, visibile nel film.[6]

Colonna sonora

  1. Torino Vocalensemble – I Lie – 5:36 (musica: David Lang)
  2. Maya Beiser – World to Come IV – 3:54 (musica: David Lang)
  3. Else Torp – My Heart's in the Highlands (feat. Christopher Bowers-Broadbent) – 8:29 (testo: Robert Burns – musica: Arvo Pärt)
  4. Lele MarchitelliTime – 1:28
  5. Kronos QuartetThe Beatitudes – 5:25 (musica: Vladimir Martynov)
  6. Zbigniew PreisnerDies Irae – 4:54
  7. The Choir of the Temple Church – The Lamb – 3:33 (musica: John Tavener)
  8. Donald Johanos – Sinfonia in do maggiore - II (Andante adagio) – 9:35 (musica: Georges Bizet)
  9. Lele Marchitelli – River Flows – 1:56
  10. Dawn UpshawSinfonia n. 3 - III (Cantabile semplice) – 16:56 (musica: Henryk Górecki)
  11. Mikk Üleoja – Beata Viscera – 8:15
  12. Bob SinclarFar l'amore (feat. Raffaella Carrà) – 6:25 (Vittorio Sessa Vitali, Carmelo Carucci)
  13. Decoder Ring – More Than Scarlet – 2:50
  14. Gui Boratto – Take My Breath Away – 6:48 (Gui Boratto)
  15. Lele Marchitelli – Brain Waves – 2:03
  16. Damien JuradoEverything Trying – 3:26 (Damien Jurado)
  17. Tape – Parade (feat. Damien Lindelof) – 5:39 (Tape)
  18. Lele Marchitelli – Color My World – 3:06
  19. Antonello VendittiForever – 4:13 (Antonello Venditti)
  20. Lele Marchitelli – Surge of Excitement – 2:31
  21. Rachel'sWater from the Same Source – 6:18 (Rachel's)
  22. Lele Marchitelli – Settembre non comincia – 1:56
  23. Monica Cetti – Ti ruberò – 2:58 (Bruno Lauzi)
  24. Lele Marchitelli – Trumeau – 5:16
  25. La Banda Gorda – Que no se acabe el mambo – 3:44
  26. Studio Allstars – We No Speak Americano – 4:30 (Yolanda Be Cool)
  27. Exchpoptrue – Discoteca – 5:25 (Exchpoptrue)
  28. El Gato DJ – Mueve la colita – 3:54 (F. Attanasio, R. Nanni, L. Confetta)
  29. Lele Marchitelli – Ramona – 3:01

Distribuzione

Distribuzione cinematografica

Il film è uscito nelle sale italiane il 21 maggio 2013, contemporaneamente alla presentazione al 66º Festival di Cannes. Il giorno seguente è stato distribuito in Francia dalla Pathé.

Nel settembre 2013 il film esce in Inghilterra, dove riceve un ampio consenso,[7] e in novembre negli Stati Uniti.

Dopo la vittoria al Golden Globe 2014, il 16 gennaio 2014, il film ritorna nuovamente nelle sale cinematografiche delle principali città italiane.[8]

Nei titoli di coda del film il regista ringrazia Giulio Brogi e Fiammetta Baralla per la partecipazione. Le scene in cui erano presenti gli attori sono state tagliate nella versione distribuita del film. La scena con Brogi, nei panni di un anziano regista riguardava un colloquio tra quest'ultimo e il protagonista Jep[9] mentre Fiammetta Baralla aveva interpretato la vecchia madre di Sabrina Ferilli.

Accoglienza

Incassi

Nella prima settimana di programmazione in Italia il film ha incassato 2 262 228 €. L'incasso totale è stato di 6 694 548 €[10]. Dopo la ridistribuzione nelle sale, il film raggiunge un incasso di 7 096 059 €.[11]

Critica

È stato osservato che mentre la critica cinematografica internazionale ha giudicato in genere positivamente il film di Sorrentino, quella italiana si è divisa in giudizi severi:

«Magari La grande bellezza si accontentasse di essere un brutto film. È piuttosto "un'esperienza emotiva inedita", come ha scritto Walter Veltroni sul Messaggero di ieri.[12]»

o di grande apprezzamento:

«È un film disorganico, opulento, frammentario e sfacciato, ma anche bello da ridurti in lacrime, questo omaggio alla Capitale firmato da Paolo Sorrentino.[13]»

Contrasto di giudizi che è stato variamente interpretato,[14] ma che nelle valutazioni negative sembra ricollegarsi al motivo ricorrente della supposta presunzione ed ambizione del regista di proporre una sua visione, quasi un seguito de La dolce vita di Federico Fellini,[15] che trova invece accoglienza nell'immaginario degli spettatori stranieri che apprezzano questa riproposizione. Viene però notato che in realtà:

«La grande bellezza sta a La dolce vita come la via Veneto di oggi sta alla via Veneto del 1959. Adesso è solo una strada di hotel di lusso dove è vano ricercare il clima notturno di un tempo: i caffè affollati di artisti e intellettuali, le scorribande di divi e fotografi, i night-club frequentati da una variegata fauna di nobili, perdigiorno e letterati.[16]»
«La dolce vita è entrato nella storia perché fu un corto circuito tra l'immaginazione di Fellini e una Roma vera, viva, esagerata, in un certo senso già felliniana di suo. I paparazzi e i divi c'erano davvero, gli scrittori di talento che si dissipavano e lavoravano per il cinema pure [...].[12]»

Si rimprovera inoltre al regista una compassata freddezza e distanza dai personaggi della sua storia e dalla bellezza di Roma che è la grande protagonista incombente in tutto il film:

«Il Fellini della Dolce vita, cui si pensa immancabilmente, aveva una pietas profonda verso i suoi personaggi, e quella compassione permetteva allo spettatore di allora come di adesso, di agire una qualche proiezione emotiva. La grande bellezza di Sorrentino è invece abissale, freddissima, distanziata, un ologramma sullo sfondo.[17]»

Per altri invece proprio la rivisitazione dei temi felliniani nella visione di Sorrentino costituisce il maggior titolo di merito del film:

«Con tutte le rughe, gli eccessi, la sovrabbondanza di scene e "finali", il difficile paragone con Fellini e quant'altro gli si voglia attribuire come difetto io da semplice appassionato spettatore dico Capolavoro Indimenticabile!! Perché davvero emozionante e sincero.[18]»

Mariarosa Mancuso su Il Foglio fa notare come nelle scene degli incontri e delle feste sulle terrazze romane non sia stato incluso nessun personaggio che abbia a che fare con la politica,[19] a differenza, ad esempio, de La terrazza di Ettore Scola, a cui la pellicola di Sorrentino è stata paragonata: «[Nel film di Scola] la politica e cultura erano già un pretesto di vite intaccate da indifferenza e corruzione.»[20]

Promozione

Il 9 aprile 2013 è stato diffuso online il primo teaser trailer del film.[21]

Riconoscimenti

  • 2014 - Chlotrudis Awards
  • 2014 - International Cinephile Society Awards
    • Nomination Miglior film
    • Nomination Miglior film straniero
  • 2013 - Dallas-Fort Worth Film Critics Association Awards
    • Nomination Miglior film straniero
  • 2013 - Toronto International Film Festival
    • Nomination Special Presentations
  • 2013 - Florida Film Critics Circle Awards
    • Nomination Miglior film straniero
  • 2014 - Cinemanila International Film Festival
    • Premio Lino Brocka per il Miglior film
  • 2014 - Denver Film Critics Society Awards
    • Nomination Miglior film straniero
  • 2013 - Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani (SNCCI)
    • Film della critica

Note

  1. ^ Cannes 66: ecco tutti i film del Festival di Cannes 2013, su badtaste.it. URL consultato il 21 dicembre 2013.
  2. ^ Il precedente premio Oscar per il miglior film straniero assegnato alla cinematografia italiana risale al 1999 per La vita è bella di Roberto Benigni che fu premiato anche come miglior attore protagonista. Il film ricevette un terzo premio Oscar per la migliore colonna sonora.
  3. ^ Elenco dei premi vinti su IMDb.
  4. ^ Servillo & Sorrentino, per Roma a caccia di "Grande bellezza", su lastampa.it, 9 agosto 2012. URL consultato il 21 dicembre 2013.
  5. ^ Cinema, Sorrentino inizia le riprese - Servillo e Ferilli nel nuovo film su Roma, su ilmessaggero.it, 10 agosto 2012. URL consultato il 21 dicembre 2013.
  6. ^ La grande bellezza, ciak al Giglio e sbarcano Sorrentino e Servillo, su lanazione.it, 7 settembre 2012. URL consultato il 21 dicembre 2013.
  7. ^ Paolo Sorrentino e "La grande bellezza" conquistano l'Inghilterra, su ilcinemaitaliano.com, 13 settembre 2013. URL consultato il 21 dicembre 2013.
  8. ^ La Grande Bellezza, dopo i Golden Globe ritorna nelle sale cinematografiche, su ilfattoquotidiano.it, 13 gennaio 2014. URL consultato il 4 marzo 2014.
  9. ^ Su youtube la scena mancante - Un taglio cancella Brogi, volto-feticcio dei Taviani, su ilgiornale.it, 22 maggio 2013. URL consultato il 24 dicembre 2013.
  10. ^ Dettagli degli incassi su MoviePlayer.
  11. ^ Cinema: La grande bellezza supera i 7 mln euro d'incasso, su asca.it, 13 febbraio 2014. URL consultato il 4 marzo 2014.
  12. ^ a b Nanni Delbecchi, La grande bellezza come La dolce vita? Ma per favore, su ilfattoquotidiano.it, 30 maggio 2013. URL consultato il 3 marzo 2014.
  13. ^ Alessia Starace, Recensione La grande bellezza (2013), su movieplayer.it. URL consultato il 3 marzo 2014.
  14. ^ Beppe Severgnini, Perché «La Grande Bellezza» piace tanto agli stranieri (e lascia perplessi alcuni italiani)?, su corriere.it, 13 gennaio 2014. URL consultato il 3 marzo 2014.
  15. ^ Carlo Rienzi, La grande bellezza ... è una grande delusione, su huffingtonpost.it, 13 gennaio 2014. URL consultato il 3 marzo 2014.
  16. ^ Alessandra Levantesi Kezisch, Caro Sorrentino, l’Italia di oggi non è all’altezza della "Dolce vita", su lastampa.it, 21 maggio 2013. URL consultato il 3 marzo 2014.
  17. ^ Dario Zonta, Un carnevale escheriano, mai realmente tragico ma solo miseramente grottesco, su mymovies.it, MyMovies. URL consultato il 3 marzo 2014.
  18. ^ Luciano Stella, Grande Bellezza e Grande Emozione (perché tante critiche?), su huffingtonpost.it, 17 gennaio 2014. URL consultato il 3 marzo 2014.
  19. ^ Mariarosa Mancuso, La grande bellezza, su ilfoglio.it, 25 maggio 2013. URL consultato il 4 marzo 2014.
  20. ^ Natalia Aspesi, La Repubblica, 21 maggio 2013.
  21. ^ La Grande Bellezza - Il primo teaser trailer del nuovo film di Paolo Sorrentino!, su blog.screenweek.it, screenweek.it, 9 aprile 2013. URL consultato il 4 marzo 2014.

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