Muslim ibn 'Aqil
Muslim ibn ʿAqīl al-Hāshimī (in arabo مسلم بن عقيل الهاشمي?; Medina, 642/643 (22 E.) – Kufa, 10 settembre 680) è stato un Sahaba, figlio d'un cugino di Maometto.
Figlio di ʿAqīl b. Abī Ṭālib,[1], era quindi un cugino primo di al-Ḥusayn b. ʿAlī.
Partecipò nel luglio del 657 alla battaglia di Ṣiffīn assieme ai suoi cugini al-Ḥasan b. ʿAlī, al-Ḥusayn b. ʿAlī e ʿAbd Allāh b. Jaʿfar (figlio del fratello di ʿAlī, Jaʿfar b. Abī Ṭālib), nell'ala destra (maymana) dell'esercito califfale.[2]
Assurge però agli onori della storia islamica sciita quando suo cugino rispose positivamente ai pressanti inviti degli abitanti di Kufa (di prevalenti sentimenti alidi ma assai incostanti nella loro condotta politico-religiosa) a venire nella loro città per organizzare un'opposizione al potere omayyade, di per sé ritenuto usurpatore e fautore di una politica biasimevolmente "innovatrice" (bidʿa) nel momento in cui il primo Califfo Muʿāwiya b. Abī Sufyān aveva disposto che a succedergli fosse il figlio Yazīd, un giovane senza particolari doti e meriti, che così avrebbe guadagnato la massima carica della Umma islamica semplicemente per meriti familiari e non personali come in passato.
Accompagnò infatti il cugino nello spostamento da Medina a Kufa, facendo parte del suo seguito, composto esclusivamente dai familiari, amici intimi, parenti simpatizzanti e schiavi. Non un esercito, dunque, ma un gruppo di un centinaio di civili, molti dei quali ancor giovani e giovanissimi.
Avvicinandosi alla città irachena, al-Ḥusayn incaricò il cugino di andare in avanscoperta,[3] non fidandosi del tutto delle magniloquenti promesse di sostegno avanzate dai Kufani al nipote del Profeta.
Muslim entrò in città il 9 luglio 680 (5 Shawwal 60E.), recandosi subito nell'abitazione di al-Mukhtar ibn Abi 'Ubayd,[4] ma capì ben presto che dei 18.000-30.000 seguaci che avevano promesso il loro sostegno ad al-Ḥusayn erano tutt'altro che disposti a mantenere la parola date e che, anzi, non erano troppo distanti dal tradirlo apertamente.
Yazid I intanto aveva scritto al nuovo Wālī di Kufa, suo cugino ʿUbayd Allāh b. Ziyād[5] di catturare senza indugio Muslim b. ʿAqīl ed eventualmente di metterlo a morte".[6]Passò di casa in casa, con la polizia di ʿUbayd Allāh b. Ziyād alle sue calcagna. Ibn Ziyād infiltrò allora un suo uomo, Maʿqīl, consegnandogli 3.000 dirham che egli avrebbe dovuto consegnare nella moschea principale a qualche devoto alide giustificando tale somma come un dono per Muslim.
Finì con l'essere individuato e fu subito messo a morte il 9 Dhu l-Hijja del 60 E. (10 settembre 680),[7] e fu immediatamente inumato sul retro della Grande Moschea di Kufa, dove era stato assassinato 19 anni prima suo zio ʿAlī.[8] mentre la sua testa mozzata fu spedita dal Governatore a Damasco.
Note
- ^ Fratello rimasto pagano di ʿAlī.
- ^ Ibn Aʿtham al-Kūfī, Kitāb al-futūḥ (Il libro delle conquiste), 8 voll., Haydarābād, Dāʾirat al maʿārif al-ʿuthmāniyya, 1968-75/1388-95, III, p. 32.
- ^ Barnaby Rogerson, The Heirs of Muhammad, Woodstock, NY, The Overlook Press, 2006.
- ^ Julius Wellhausen, The Religio-Political Factions in Early Islam, New York, Univ. of Hull, 1975.
- ^ Che aveva sostituito il poco deciso al-Nuʿmān ibn Bashīr.
- ^ S.v. «Muslim b. Aḳīl b. Abī Ṭālib»" (E. Kohlberg), in: The Encyclopaedia of Islam. 2nd ed. Online.
- ^ http://www.hujjat.org/index.php?option=com_content&id=142:hadhrat-muslim-ibn-aqeel-a&catid=28&Itemid=100013
- ^ Hundreds of thousands’ Friday assemblage in Masjid-e-Uzma Kufa, in Jafariyanews.com. URL consultato il 20 November 2008.