Contea di Sommatino
La contea di Sommatino fu un feudo, vicino alla contea di Caltanissetta, eretto in baronia nel 1296 e in contea il 12 ottobre 1625, dal re di Spagna Filippo IV, fino al 1812.
Si avvicendarono alla sua guida le seguenti famiglie: i Tagliavia, i Lo Porto o Del Porto e, soprattutto, i Lanza di Trabia.[1]
Contea di Sommatino | |
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Dati amministrativi | |
Lingue parlate | negli atti ufficiali: latino, spagnolo, siciliano |
Capitale | Sommatino |
Dipendenze | Regno di Spagna |
Politica | |
Forma di Stato | contea |
Forma di governo | monarchia |
Nascita | 12 ottobre 1625 con Gaspare Lo Porto |
Causa | elevazione da baronia a contea da parte di Filippo IV di Spagna |
Fine | 1812 con Giuseppe II Lanza di Trabia |
Causa | eversione del feudalesimo con la promulgazione della Costituzione siciliana |
Territorio e popolazione | |
Bacino geografico | Sicilia centrale |
Massima estensione | 34,68 km quadrati nel secolo XVII |
Popolazione | 700 abitanti nel secolo XVII |
Economia | |
Valuta | onza |
Commerci con | feudi vicini |
Religione e società | |
Religione di Stato | cattolicesimo |
Classi sociali | nobili, clero, contadini, minatori |
Evoluzione storica | |
Preceduto da | baronia di Sommatino |
Succeduto da | Regno delle Due Sicilie |
Territorio
Sommatino è localizzata in un ambiente collinare interno, nella parte occidentale del fiume Salso e dista 26 km da Caltanissetta, della cui provincia fa parte.
In epoca feudale, la baronia era costituita dai piccoli feudi Bruca, Canalotto, Capraria, Fornelli e Mintina.[2]
Cenni storici
La prima notizia sullo status feudale di Sommatino la si trova nella lista dei feudatari, ai quali Federico III di Sicilia, nel 1296, richiedeva i tributi. La famiglia più agiata, in quel periodo, era quella dei Tagliavia, arrivata nella penisola al seguito di Enrico VI di Svevia.[3]
I Tagliavia furono baroni fino all'ultima discendente, Antonia, che sposò Gerlando Lo Porto o Porto o Del Porto. Costoro erano una nobile famiglia originaria di Vicenza: un ramo di essa, nella persona di Nicolò, si stabilì in Messina, ripartendosi in due linee, a Girgenti e a Palermo. A quest'ultima apparteneva il citato Gerlando che il 12 luglio 1456 fu investito del territorio sommatinese. Fu il pronipote Gastone che fece costruire il paese.[4]
Nel Seicento furono erette molte chiese e il borgo conobbe un certo sviluppo.
In seguito alla morte di Gaspare Del Porto, nel 1637, che, il 12 ottobre 1625, era stato elevato al rango di conte da Filippo IV di Spagna, in mancanza di eredi diretti, si aprì una dura lotta di successione da parte dei congiunti collaterali: alla fine la contea verrà attribuita ad Ottavio Lanza e a Giovanna Lucchesi e Spinola.[5]
Il dominio feudale dei Lanza era grandissimo e comprendeva importanti centri come Mussomeli, Trabia e Camastra. I conti della stirpe che si avvicendarono furono otto, fino al 1812, con Giuseppe II, quando il principe Francesco di Borbone (futuro re Francesco I delle Due Sicilie) fece approvare dal parlamento palermitano la Costituzione siciliana che avrebbe attuato l'eversione della feudalità.[6]
I Lanza di Trabia lasciarono una decisa impronta alla struttura di Sommatino che si espanse intorno al loro barocco palazzo (accanto alla Torre Civica, con la parte terminale liberty) e agli altri edifici civili e religiosi che gravitavano intorno alla famiglia comitale che, spesso, soggiornava nel suggestivo Castello di Mussomeli e si faceva tumulare in una chiesa di questo paese.
Note
Bibliografia
- A. Mango di Casalgerardo, Nobiliario di Sicilia, Palermo 1912.
- V. Palizzolo Gravina, Il Blasone in Sicilia. Dizionario Storico-araldico della Sicilia, Palermo 1875.
- G. Patermo, La chiesa di Sommatino, Caltanissetta 1909.
- F. San Martino de Spucches, La storia dei feudi e dei titoli nobiliari in Sicilia, Palermo 1924.
- P. Sinesio, Trabia e i Lanza, Caltanissetta 1995.
- G. Testa, Storia di Sommatino, Caltanissetta 1990.
- R. Zaffuto Rovello, Storia di Caltanissetta, Palermo 2008.