Castello di Angers
Il castello di Angers, detto anche Castello dei Duchi d’Angiò, si trova nella città di Angers, nel dipartimento di Maine-et-Loire, in Francia. La fortezza sorge su un promontorio che domina il Maine. Il sito fu frequentato sin dall'antichità per la sua posizione difensivo-strategica. Successivamente i conti di Angiò vi posero la loro capitale, finché, sotto i Plantageneti, il regno di Francia acquisì la contea di Angiò. Luigi IX fece costruire l'attuale castello nel XIII secolo, che i duchi d'Angiò trasformarono in palazzo signorile nel XV secolo. Yolanda d'Aragona vi partorì Renato d'Angiò. Nel XVII secolo, a seguito delle guerre di religione, il re ordinò la distruzione del castello, ma solo la parte superiore delle torri viene abbattuta. La fortezza venne poi trasformata in una prigione, poi in presidio e deposito di munizioni durante la seconda Guerra Mondiale. Dall'inizio del XXI secolo ospita l'arazzo dell'Apocalisse ed è una delle attrazioni più visitate del Maine-et-Loire. L'apertura al turismo è gestita dal Centre des monuments nationaux.
Castello di Angers | |
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Ubicazione | |
Stato | Contea di Angiò |
Stato attuale | ![]() |
Regione | ![]() |
Città | Angers |
Indirizzo | promenade du Bout du Monde |
Coordinate | 47°28′12″N 0°33′36″W |
Informazioni generali | |
Tipo | Fortezza |
Stile | Medievale |
Costruzione | XIII secolo-XVI secolo |
Condizione attuale | Aperto al pubblico |
Sito web | angers.monuments-nationaux.fr/ |
Informazioni militari | |
Funzione strategica | Residenziale e difensiva |
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Storia
La posizione del castello di Angers è strategica in quanto si trova sulla collina occidentale della città, nel punto più alto di Angers, a 47 metri. L'elevazione del castello oscilla tra i 35 e i 45 metri. Si affaccia sul fiume Maine, che scorre ad un’altitudine di circa 20 metri. La collina è composta di scisto d’ardesia, materiale molto estratto nel periodo medioevale.[1]
Le prime occupazioni
Nel 1997 venne rinvenuto un tumulo a ovest della corte, sotto i resti del castello del vecchio conte. Costruito intorno al 4500 a.C., il tumulo consisteva in quattro o cinque camere sepolcrali. È di circa 17 metri di diametro ed è costruito interamente in lastre di scisto; la lavorazione delle lastre lascia intendere che il sito fosse attivo nel neolitico.[2]
La teoria di un insediamento gallico della tribù degli Andecavi sul luogo è stata respinta per le poche prove a sostegno dell’ipotesi.[3] Tuttavia la campagna di scavi preventivi condotta tra il 1992 e il 2003 potrebbe finalmente dimostrare l'esistenza di un villaggio esistito tra la fine degli insediamenti di La Tène (80-70 a.C.) ed il periodo augusteo (10 a.C.).[4] La presenza di reperti archeologici, i resti di un muro con travi orizzontali e la scoperta di una definizione in settori[1] permettono di riconsiderare l'ipotesi di un villaggio gallico sul sito del castello.[4]
Durante l'occupazione romana, verso la fine del I secolo, il sito venne trasformato in una vasta piattaforma di 3600 m² circondato da mura con contrafforti che si affacciava sul Maine. Vennero edificati un tempio e le sue dipendenze.[1][5] Alla fine del III secolo, la migrazione dei popoli germanici fece piombare la zona un crescente stato di insicurezza. La gente del posto si rifugiò nella città di Giuliomago ed un’alta cinta di 10-12 metri venne eretta intorno alla città. Parte dei bastioni gallo-romani che attraversano l'attuale castello da ovest ad est, lungo l’antica rocca del primo secolo, sono stati distrutti per costruire le attuali mura.[1] All’estremità occidentale, nella galleria dell'Apocalisse, nella cappella di Saint-Laud, si trovano i resti di una antica torre difensiva.[6] Esiste anche una porta denominata "porta Chanzé", i cui resti sono sepolti nel bastione sud-ovest.[3]
Gli scavi condotti tra il 1992 e il 2003 hanno dimostrato l'occupazione del sito tra il VII e il IX secolo. Sono stati trovati resti di edifici di buona qualità costruttiva e di giardini che corrisponderebbero ad una residenza episcopale, infatti il vescovo risulta il proprietario del sito del castello durante la metà del IX secolo.[1]
Il palazzo conteale
Nell’851 il vescovo di Angers, Dodon, permise al conte di Angiò di stabilirsi sulla propria terra, "vicino la cinta".[7] Questa posizione permetteva una perfetta visuale del Maine in un momento in cui Angers era vulnerabile alle incursioni dei Normanni. Ciò tuttavia non impedì loro di saccheggiare più volte in città. Allo stesso tempo anche i Bretoni compirono diverse incursioni e conquistarono una parte del territorio angioino. In quel periodo di incertezza e di invasioni i conti di Angiò costruirono quello che sarebbe diventato il palazzo del Conte. Tale castello non fu mai assediato e venne molto poco fortificato, perché i conti di Angiò gradualmente sottomisero Poitou, il Maine, la Normandia e l’Aquitania. Viene menzionato come una sala conferenze e non come fortezza. Pertanto era prevalentemente composto da edifici abitativi.[8]
Venne costruita una grande sala da pranzo all’estremità occidentale del promontorio, che poggiava sull'antica cinta gallo-romana. La cappella di Sainte-Geneviève, la chiesa del palazzo, accolse alla fine del IX secolo le reliquie di San Laud, che gradualmente diedero il nome al luogo di culto.[9] Nel X secolo venne eretto un forno su basi di colonne trovate durante gli scavi di fondazione.[10] Nell’XI secolo fu ampliata la Sala Grande verso nord da 300 a 500 m².[1]
Nel XII secolo il palazzo passò sotto il controllo della dinastia dei Plantageneti. Nel 1131 o 1132 venne devastato da un incendio. Durante la ricostruzione, la Sala Grande fu restaurata e dotata dell’attuale porta.[8] Gli appartamenti continuarono ad ampliarsi verso la parte nord e sud del cortile.[1] Infine, la nuova cappella Saint-Laud fu eretta immediatamente fuori dalle mura romane, che rimangono nelle fondazioni del suo lato settentrionale. Si tratta di una cappella ad una sola navata a volta a botte spezzata, con una sola abside rivolta a sud.[11] L’Angiò diventò parte del regno Plantageneto: il palazzo perse il suo ruolo di centro politico ed i Plantageneti radunarono la loro corte ad Angers molto raramente.[12] L’intero palazzo piombò nel degrado.[1]
La fortezza reale
Nel 1214, dopo la battaglia di Bouvines e Roche-aux-Moines, il re di Francia Filippo Augusto conquistò l’Angiò a Giovanni Senza Terra ed unì la provincia al territorio del regno, che così si avvicinò al Ducato di Bretagna, territorio ostile al regno di Francia. I Bretoni riuscirono a conquistare Angers nel 1227, ma furono subito cacciati dalle truppe della reggente Bianca di Castiglia e Luigi IX.[13] Bianca iniziò subito dopo la costruzione di una fortezza reale.[14] Perciò i religiosi di Saint-Laud e parte degli abitanti della città vennero espulsi per erigere una fortezza estesa oltre 2,5 ettari.[15] Quasi un quarto del vecchio quartiere religioso di Saint-Maurice d'Angers fu distrutto per permettere l'espansione del forte.[16] Per la costruzione del castello il re pagò più di 5.000 lire e venne istituita una tassa per i cittadini di Angers.[9] La costruzione richiese una decina di anni (1230-1242), che segnò la nascita della fortezza così come si presenta oggi: una cinta di oltre 800 metri di lunghezza intervallata da 17 torri. Solo il lato nord, ripido, di fronte al Maine, non fu mai fortificato.[17] Luigi IX decise anche di inglobare la fortezza nelle mura della città.
Nell’Angiò venne confinato il fratello di Luigi IX, Carlo I di Sicilia, che diede origine alla linea Capetingia dell’Angiò. Anche se Carlo venne richiamato dal papa in Italia, non trascurò il castello di Angers, garantendo il suo mantenimento e miglioramento.[9] Si ispirò proprio a questo castello per costruire il suo Castel Nuovo a Napoli.[18] I suoi successori, però, si preoccuparono poco della fortezza, che ritorna di proprietà del re nel 1290. Angers perde il suo ruolo politico ed il palazzo tornò nuovamente nell’oblio.[15]
Il castello ducale
L’Angiò divenne un ducato nel 1360, dopo che una nuova dinastia, dopo la casa di Valois, si insediò ad Angers. Luigi I d'Angiò vi soggiornò di rado, così come il suo successore Luigi II.[9] Luigi I, tuttavia, prima, nel 1370, sistemò l'alloggiamento del siniscalco dietro la porta della Città, poi restaurò la Sala Grande, che fu dotata di nuove finestre più grandi e dove venne posto un enorme camino. Fece anche costruire una nuova cucine, quattro volte più grande della precedente, risalente al periodo ducale. Incaricò il suo architetto contabile, Macé-Delarue, della manutenzione e riparazione del castello.[19]
Il suo successore, Luigi II, fece erigere intorno al 1410 l’ala Reale. Yolanda d'Aragona, moglie di Ludovico II, fece costruire una nuova cappella per ospitare la reliquia della Vera Croce d'Angiò, che in precedenza era ospitata presso l'Abbazia di La Boissiere, minacciata dagli Inglesi.[9] Nel 1409 diede alla luce, negli appartamenti del castello, suo figlio Renato.[9] Il castello venne anche rinforzato in previsione delle incursioni inglesi. Nel 1443 il Duca di Somerset sbarcò in Normandia con 8.000 uomini e giunse alle porte di Angers. Una salva di artiglieria sparata dal castello uccise uno dei capitani di Somerset, che decise di togliere l'assedio per porlo al castello di Pouancé.[9] Sotto il regno del duca Renato d'Angiò, l’ala Reale fu arricchita di una galleria. Renato, nel 1450, fece costruire anche un corpo di guardia e vari altri edifici.[20]
Ritorno sotto l'autorità reale
Renato d'Angiò entrò in conflitto con suo nipote, re Luigi XI di Francia, riguardo l'eredità del ducato. Luigi XI decise di prenderlo con la forza e si presentò ad Angers nel 1474 con il suo esercito, costringendo Renato a cedergli le terre. Luigi XI installò subito un presidio nel castello e ne affidò il comando a Guillaume de Cerisay.[21] Nel 1485 Carlo VIII fece riscavare i fossati fino ad allora inutilizzati.[22] Successivamente, Jean Bourre venne nominato capitano del castello e lo dotò di artiglieria.[22]
Nel 1562 venne deciso di adeguare il castello alle nuove tecniche di guerra. L'architetto Philibert Delorme[9] fu nominato responsabile dei lavori da Jehan de l’Espine.[23] Venne posta l’artiglieria sulle terrazze a sud, dal lato del cortile, e dietro alla parete nord tra la porta e la casa del governatore. Venne costruito un bastione davanti alla porta ai Campi.[23] I fossati vennero nuovamente ingranditi.
Nel 1585, durante le guerre di religione, i cattolici ed i protestanti combatterono per il castello. Enrico III diede l'ordine di raderlo al suolo, in modo che nessun’altra fazione potesse più usarlo contro di lui. Fu il governatore del castello, Donadieu de Puycharic, l’incaricato di demolire il castello. Le torri vennero abbassate e la merlatura abbattuta, ma la demolizione fu lenta e venne sospesa per sei volte, poi finalmente abbandonata alla fine delle guerre. Le gru incaricate di distruggere la fortezza restarono piantate fino alla metà del XVIII secolo.[9]
Nel 1595 vennero collocate le nuove terrazze di artiglieria,[23] dotando il castello di poderose opere di difesa. Il castello era ancora abitato nel 1648, quando i cittadini di Angers si ribellarono contro il governatore, e poi di nuovo durante il movimento de La Fronda. Il castello fu utilizzato come prigione militare e casa di riposo.[9] Nel 1661 Luigi XIV ordinò a d’Artagnan di arrestare Nicolas Fouquet, sovrintendente delle finanze reali, che il sovrano sospettava di appropriazione indebita di dodici milioni di lire dal Tesoro Reale. Dopo il suo arresto nel castello di Nantes, Fouquet fu portato al castello di Angers, dove visse per tre settimane.[9] Nel corso del XVIII secolo alloggiò nel palazzo una piccola guarnigione comandata da un luogotenente del re,[9] ed il castello cominciò a soffrire la mancanza di manutenzione.[23]
Dalla Rivoluzione ad oggi
Durante la Rivoluzione, nel 1789, il castello divenne la sede del Comitato rivoluzionario di Angers. A inizio del messidoro dell’anno I (fine giugno 1793), i Vandei, di ritorno dalla Virée de Galerne, invano assediarono la città e la sua fortezza.[23] Questa venne poi nuovamente utilizzata come prigione durante il Terrore e le guerre di Vandea.[9]
Nel 1806 venne autorizzata la demolizione del fortino della porta dei Campi per la costruzione di un viale. Il castello fu trasformato l'anno seguente in carcere civile e militare. Nel 1813 la cappella venne modificata per contenere duecento marinai inglesi prigionieri delle guerre napoleoniche. Due anni più tardi, dopo la definitiva sconfitta dell'imperatore, i prussiani occuparono la fortezza. Venne ripresa nel 1817 dall'esercito francese, che l'adibì ad arsenale e guarnigione. Nel 1857 il Consiglio Generale divenne il proprietario del castello per la somma di 20.000 franchi, ma si dovette occupare della manutenzione delle parti storiche del sito. Il castello fu classificato come monumento storico nel 1875 per proteggere il palazzo dai danni provocati dai soldati, che danneggiavano la casa Reale e la cappella costruendo strutture militari.[23]
Nel 1912 la città di Angers prese in affitto i fossati ed i giardini e vi collocò cervi e caprioli nel 1936.[9] Si aprirono negoziati sulla proprietà del castello tra l'esercito e la Direzione Generale di Belle Arti. Nel mese di luglio del 1939 le trattative si conclusero e vennero attuati piani di restauro.[9] Il progetto fu interrotto dalla seconda Guerra Mondiale. I tedeschi occuparono il sito e vi depositarono le loro munizioni. Il 15 e 16 maggio 1944 l'esercito tedesco evacuò gli uomini presenti e le munizioni per paura dei bombardamenti alleati. Dieci giorni dopo, il 25 e 26 maggio, Angers subì il primo bombardamento. Sei bombe caddero sul castello, di cui tre all’interno della cinta muraria. Una volta della cappella cedette, la casa Reale prese fuoco ed i tetti crollarono.[23]
Nel 1945 iniziò la ricostruzione della cappella sotto la direzione dell'architetto Bernard Vitry. Gli edifici militari furono smantellati. Nel 1948 vennero sistemati i giardini e il castello venne aperto al pubblico. Il restauro della cappella venne completato in tre anni[23] e questa venne inaugurata dal vescovo di Angers.[9] Nel 1952 fu presa la decisione di costruire un edificio per ospitare l'arazzo dell'Apocalisse. Questo nuovo stabile fu aperto il 30 luglio 1954.[9]
Tra il 1992 e il 2003, una serie di scavi archeologici preventivi furono condotti dall’AFAN e dall’INRAP sotto la galleria dell'Apocalisse, che stava venendo restaurata. Questi scavi permisero la scoperta dei resti del palazzo conteale e delle tracce delle occupazioni neolitiche, galliche e romane.[1] Nel 2007 venne rimodernata la zona della reception e della biglietteria. Nel febbraio 2009 fu preparato un nuovo spazio per la galleria dell’Apocalisse, dove inoltre si possono ammirare, tramite una vetrata, i resti degli insediamenti antichi e delle mura del palazzo conteale.[24]
Il 10 gennaio 2009 un incendio scoppiato a causa di un malfunzionamento di un radiatore[25] distrusse la casa Reale. Grazie alla prontezza dei dipendenti i preziosi arazzi vennero messi al sicuro e non subirono danni; il tetto dell'edificio, tuttavia, fu distrutto. Il danno fu stimato 2 milioni di euro. Il ministro della Cultura Christine Albanel promise la ricostruzione dell’edificio danneggiato il secondo trimestre dello stesso anno,[26] anche se alla fine ci vollero ben tre anni ed il costo triplicò. L'incendio danneggiò il tetto, ma l’apporto d’acqua per spegnere l’incendio rovinò anche la muratura, richiedendone una radicale ricostruzione
Architettura
L'aspetto esterno della fortezza risale quasi interamente ai tempi di Luigi IX e richiama il ruolo militare del castello in modo monumentale. Al contrario, gli interni e gli edifici della corte, successivamente costruiti tra Luigi I d'Angiò e Renato d’Angiò, ricordano il ruolo residenziale della Corte d'Angiò tra i secoli XIV e XV.
La porta dei Campi
La porta dei Campi consente il collegamento tra il castello e la città. Questo è l’elemento architettonico più importante del castello. Si presenta per due terzi costituita da pietra calcarea, mentre l’ultimo terzo contiene strati alternati di calcare e scisto.
Due torri fiancheggiano un cancello, a cui si accedeva tramite un ponte levatoio, poi da un altro ponte che doveva essere azionato da una singola corda a partire da un'apertura sopra la porta.[27] Questa veniva difesa principalmente da una serie di arcieri disposti in quattro piani all’interno di ciascuna torre; al posto degli arcieri vennero in seguito collocati dei cannoni. Nel XVII o XVIII secolo due delle cannoniere furono dotate di piccoli balconi semicircolari.
L'ingresso era poi protetto da quattro arcieri (due per lato) posti allo stesso livello dell’ingresso; questo venne poi difeso con un sistema di doppia saracinesca. Infine, a rafforzare quest’ingresso molto ben difeso, venne aggiunta una porta, della quale rimangono le tracce di una cerniera e una chiusura.[28]
All'ingresso si trova una sala a volta del XIII secolo che sosteneva le camere di guardia e che ora sorregge le stanze del governatore.[29] L'interno delle torri si compone di tre camere a volta a vela sulla base di sei pilastri. Questi sono più elaborati rispetto a quelli delle altre torri della fortezza e rappresentano volti o motivi vegetali.
Per ricordare i 600 anni del regno di Renato, l’Atelier Perrault Frères costruì un ponte provvisorio.
La porta della Città
Anche la porta della Città assicurava la comunicazione tra il castello ed il centro abitato. Rispetto alla porta dei Campi, fu meno curata e costruita principalmente di scisto, con delle sottili linee di calcare. L’ingresso della porta della Città è affiancato da due torri circolari. Questa porta fu ricostruita nel XV o XVI secolo per ospitare due ponti levatoi: uno, doppio, per far passare i carri, e l’altro per l'attraversamento pedonale.
La sua difesa era simile alla porte dei Campi. C’erano diverse saracinesche e guardiole per molti arcieri, alcune delle quali vennero trasformate in cannoniere. Dietro alla porta c’era la sala delle guardie, sovrastata da un arco. Queste camere vennero ridisegnate sotto Luigi I.[30]
Le mura e le torri
La fortezza fatta costruire da San Luigi nel 1230 comprende diciassette torri costituite da un’alternanza di scisto e tufo.[9] Queste sono alte trenta metri circa e larghe diciotto metri. Prima del XVIII secolo esisteva, fuori dalle mura, verso il Maine, la torre Guillon, che veniva utilizzata per l’approvvigionamento del castello, e che fu demolita nel 1832.[31] Le imponenti mura costruite tra il 1230 e il 1240 su iniziativa di San Luigi hanno una circonferenza di circa 800 m. In tutto la fortezza copre un'area di 25.000 m².[31] Nel lato nord, il ripido strapiombo ha fatto sì che non fosse ritenuto necessario applicarvi opere difensive.
La torre del mulino
È la torre più alta. Nel XVI secolo sorreggeva un mulino a vento. È alta 40 metri. Era una torre da guardia. È stata ristrutturata nel XVI secolo dopo il livellamento delle torri (il livellamento serviva per far spazio ai cannoni). Le torri, un tempo, erano più alte di 12 metri e coperte da una garitta in ardesia. A destra di questa torre troviamo i Bastioni di Donadieu de Puyaric che fece rinforzare le vecchie cortine di Luigi d'Anjou. Oggi sono state trasformate in giardini. A nord troviamo un muro di sostegno per ammortizzare i colpi delle armi da fuoco, a sud troviamo una semplice scarpata a fianco di una passeggiata all'ombra
La terrazza della porta dei Campi domina il giardino del fossato del castello. Una piattaforma invece domina il Maine.
I fossati
I fossati furono scavati durante la costruzione della fortezza nel regno di San Luigi. A sud separarono castello – costruito sull’omonima collina – dal sobborgo di Esvière. A nord segnano il confine tra la città ed il castello. Vennero ampliati nei secoli XIV e XVI. Vi si trovano due pozzi: uno ad est e l'altro a nord. Sebbene il Maine passi ai piedi del castello, quindi ci sia abbondanza di acqua, i fossati non ne vennero mai riempiti, soprattutto a causa della pendenza del terreno.
Sotto il re Renato i fossati furono trasformati in corridoi per lo svolgimento di tornei, molto amati dal sovrano. Nel XVIII secolo i fossati divennero giardini ed orti. La città di Angers acquisì i fossati nel 1912; dal 1936 al 1999, vi vissero caprioli e cervi.[9] Attualmente i fossati ospitano dei giardini.
Il cortile
Il cortile è diviso in due parti. L'organizzazione degli edifici costruiti tra i secoli XIV e XV divide l'interno della fortezza tra il cortile basso, detto cortile della guarnigione, e il cortile signorile, delimitato dalla Casa Reale, la cappella, il corpo di guardia ed altri edifici abbattuti (aree comuni, cucine) ora sostituiti dalla galleria dell'Apocalisse.
La sala Grande
La sala Grande del castello di Angers risale al periodo conteale, cioè il IX secolo. Si tratta di una sala per riunioni e cerimoniali dove conte esercitava il potere. La prima sala, grande 300 mq, fu ampliata nel XI secolo fino a 500 m².[1] Nel XII secolo, probabilmente dopo l'incendio del 1131, la sala Grande si dotò di piccole finestre ad arco e della porta attuale, semicircolare, decorata con bastoni spezzati.[32] L’ex aula carolingia fu modificata nuovamente verso la fine del XIV secolo e vennero aperte grandi bifore. Fu installato un camino monumentale. La porta del XII secolo si è conservata fino ad oggi. Dei documenti risalenti dal 1370 menzionano, dal lato del Maine, lo sviluppo delle finestre e del camino.[33]
Il Castelletto
Risalente al XV secolo, è caratterizzato dalla sua asimmetria, dalle torrette d'angolo, da contrafforti ornati di garitte gugliate e da particolari motivi decorativi. Esso costituisce il portico d'ingresso del complesso signorile, separandolo dagli altri spazi del castello.
La cappella
Al centro del cortile si trova una cappella a navata unica, fatta erigere verso il 1410 da Iolanda d'Aragona, moglie di Luigi II d'Angiò. Si distingue per le sue ampie proporzioni e la sua volta in stile angioino.
Residenza reale
La residenza reale fu fatta costruire nel XIV secolo da Luigi II e completata in seguito da re Renato nel 1450. Attaccato alla cappella, nel gennaio del 2009 ha subito un incendio che ne ha distrutto alcune parti.
Voci correlate
Note
- ^ a b c d e f g h i j Chevet. Errore nelle note: Tag
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non valido; il nome "C" è stato definito più volte con contenuti diversi - ^ Marcigny, p. 821-824.
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- (FR) 400m2 de toiture détruits dans un incendie au château d'Angers, in Le nouvel Observateur, 2009.
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